Adelphi: Gli Adelphi
La mente colorata. Ulisse e l’«Odissea»
Pietro Citati
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2018
pagine: 359
Nato da un progetto a lungo accarezzato, "La mente colorata" è soprattutto un'interpretazione narrata dell'"Odissea", dove velocità e leggerezza celano un immane lavoro di documentazione. Un racconto, dunque, che «conquista senza scampo», come ha scritto Piero Boitani, giacché «intrecciare ancora una volta il tessuto stupefacente dell'"Odissea", e insieme interpretarlo nell'arazzo più vasto della letteratura greca, non è esattamente cosa facile», e Citati lo fa apparire «semplice e limpido». Ma c'è di più: per Citati, che coltiva in egual misura la passione per gli antichi e per i moderni, l'Odissea inventa le leggi dell'arte del narrare, ne sperimenta ogni forma e possibilità, sicché dal poema si dipartono luminosi tragitti, che ci proiettano verso i libri che verranno: "Gli anni di apprendistato di Wilhelm Meister", "Anna Karenina", la "Recherche" sono costruiti secondo lo stesso principio sinfonico; nell'isola dei Feaci Ulisse fonda il racconto fantastico, che ha ispirato le storie delle "Mille e una notte", Potocki, Hoffmann, Poe, e nella capanna di Eumeo il racconto d'avventura, da cui discendono i romanzi ellenistici, Dumas, Stevenson. Comprendere l'"Odissea" significa, del resto, comprendere «noi stessi, l'arte moderna, il nostro futuro».
Il fiuto del dottor Jean e altri racconti
Georges Simenon
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2018
pagine: 165
Il 1938 è per Simenon un anno fausto: pubblica, da Gallimard, dieci romanzi e due raccolte di novelle, nonché, nella collana «Police-Film», dieci nuove inchieste di Maigret (che pure, nel 1934, aveva deciso di mandare in pensione). Nel frattempo, mentre ristruttura una casa a Nieul-sur-Mer, nella Charente-Maritime, non smette di produrre a un ritmo infernale: «non romanzi, che avrebbero richiesto troppa concentrazione, ma racconti di una cinquantina di pagine, uno al giorno». Tra gli altri, nel corso del solo mese di maggio, ne scrive tredici dedicati al dottor Jean Dollent: un giovane medico di campagna che, per la sua statura non imponente, ma soprattutto perché è una persona semplice e gentile, i pazienti chiamano familiarmente «il dottor Jean», o anche solo «il dottorino». Irruente, competitivo ed entusiasta (nonché sensibile al fascino femminile e incline all'innamoramento), il dottorino scopre di possedere notevoli capacità investigative, di essere «un risolutore di enigmi umani» - simile, in questo, al commissario Maigret, e come lui pronto a mettersi nella pelle degli altri, a «vederli muoversi nel loro ambiente». Con Jean Dollent, Simenon ci regala un personaggio non meno accattivante dei componenti dell'Agenzia O - un personaggio capace di conquistarci al primo incontro.
Miti e simboli dell'India
Heinrich Zimmer
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2018
pagine: 262
«Primeggiò fra le due guerre un meraviglioso presentatore di miti indù in un tedesco semplice e sottile, Heinrich Zimmer... Zimmer ripropone qui i miti indù per l'ultima volta e ci incanta in modo supremo. Il motivo di tante seduzioni è la sua comprensione dei vari piani di lettura possibili, la coscienza che il mito risponde a qualsiasi momento della storia e infine la certezza che è sempre implicita nel linguaggio del mito una verità metafisica. E causa la presenza di queste premesse che l'esposizione diventa una melodia calma, convincente, giocosa». (Elémire Zolla)
Un vaso d'alabastro illuminato dall'interno. Diari
George G. Byron
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2018
pagine: 320
Un moto sussultano accompagna il transito terreno di Byron: una furiosa galoppata che possiamo ripercorrere attraverso questi Diari, unici scampati al rogo delle sue memorie. Sono sei documenti di epoche cruciali: un diario londinese, all'apice del successo mondano e letterario; il diario di un viaggio nell'Oberland bernese; un diario ravennate ove s'intrecciano i conclamati amori con Teresa Guiccioli e i moti carbonari; un breve zibaldone; una raccolta di «pensieri slegati», che mostrano un Byron epigrammatico; e infine il diario della Grecia, interrotto dalla morte a Missolungi. Ne risulta un mosso ma preciso quadro della turbolenta traiettoria byroniana. Lo stile è secco, tagliente, vivace, corso da un brivido ancora settecentesco e un'elettricità tutta romantica. Le dolorose, feconde contraddizioni si fondono in un unicum che rivela la fascinosa, fatale sintonia tra fautore-personaggio e la nuova generazione, motivo di una celebrità fino a lui impensabile; e poi il carisma, la natura camaleontica, il mistero e il magnetismo - ingredienti che, agitati come si conviene dalla sorte, vanno a comporre una miscela capace ancora di stordire.
Nietzsche
Martin Heidegger
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2018
pagine: 1040
«Come Nietzsche aveva riconosciuto in Wagner il suo unico antagonista esistente e con ciò gli aveva tributato il più grande onore, così Heidegger ha dedicato a Nietzsche il suo scritto più articolato che tratti di un pensatore moderno, anche se in questo caso cronicamente inattuale, dandogli il supremo onore di definirlo "l'ultimo metafisico dell'Occidente". E come Nietzsche si distacca in tutto dagli oppositori di Wagner, così Heidegger non ha molto a che fare con tutte le generazioni di critici e biasimatori di Nietzsche - è molto di più, è l'unico che risponda a Nietzsche.» (Roberto Galasso)
Addio a Berlino
Christopher Isherwood
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2018
pagine: 252
«Io sono una macchina fotografica con l'obiettivo aperto» dichiara l'alter ego di Christopher Isherwood arrivando nell'autunno del 1930 a Berlino. Un obiettivo – si può aggiungere – inesorabile, attraverso il quale partecipiamo come dal vivo ai suoi incontri nel cuore pulsante di una Repubblica di Weimar che si avvia al suo fosco tramonto: da un'eccentrica, anziana affittacamere alla sensuale Sally Bowles, aspirante attrice un po' svampita, a Otto, ombroso proletario diciassettenne, a Natalia Landauer, rampolla di una colta famiglia ebrea dell'alta società. Tra cabaret e caffè, tra case signorili e squallide pensioni, tra il puzzo delle cucine e quello delle latrine, tra file per il pane e le manifestazioni di piazza, tra crisi economica e cupa euforia, Isherwood mette in scena «la prova generale di una catastrofe» e ci fa assistere alla resistibile ascesa del nazismo.
Pan
Knut Hamsun
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2017
pagine: 192
Pubblicato per la prima volta nel 1894, "Pan" divenne ben presto uno dei libri di Hamsun più amati. Perché è uno dei rari romanzi moderni in cui la natura parla, nella lingua sommessa e sognante della breve estate nordica, del suo chiarore diffuso e fosforico. Ed è, insieme, l'epos di un amore impossibile che si carica sempre più di esaltazione e struggimento. Il tenente Glahn, che nelle carte trovate dopo la sua morte racconta la sfortunata passione per la giovanissima Edvarda, diventa la voce stessa di quella passione, con le sue maree incontrastabili che invadono la natura tutta e creano un amalgama dove alla fine è arduo distinguere ciò che è paesaggio e ciò che è psiche.
Ada o Ardore
Vladimir Nabokov
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2017
pagine: 656
In questo romanzo Nabokov decise di sfrenare i suoi estri e i suoi capricci più nascosti e più cari, sfidando il lettore a seguirlo. È una storia d'amore e anche una storia erotica ma, soprattutto, una celebrazione del dettaglio. In questo libro l'autore sembra aver voluto mettere tutto, come in una vasta arca, o per lo meno in una sterminata soffitta. Una soffitta costellata di segreti, come il parco di un maniero, cosparsa di nascondigli erotici, in cui il lettore amerà perdersi.
Groucho e io
Groucho Marx
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2017
pagine: 316
Come sappiamo dalle sue strepitose lettere, nonché dalla leggenda che circonda la sua carriera di attore, Groucho Marx era Groucho in ogni sua manifestazione, e la comicità che irradiava sullo schermo si nutriva delle ricche assurdità della sua vita. Così, un'autobiografia di Groucho non poteva certo somigliare alle tediose elencazioni di travolgenti successi che spesso costituiscono le vite delle star. E alla fine, usciremo da questo libro storditi e felici come dopo aver visto uno dei suoi migliori film.
Tempo di regali. A piedi fino a Costantinopoli da Hoek Van Holland al medio Danubio
Patrick Leigh Fermor
Libro: Libro in brossura
editore: Adelphi
anno edizione: 2017
pagine: 360
Munito solo di uno zaino da alpinista, un vecchio cappotto militare, scarponi chiodati, l'"Oxford Book of English Verse" e un passaporto nuovo di zecca che gli attribuisce la professione di studente (anziché, come avrebbe auspicato, quella di vagabondo), nel dicembre del 1933 Patrick Leigh Fermor abbandona Londra e una carriera scolastica sciagurata e ribalda. Ha appena diciotto anni, vaghe ambizioni letterarie, ma un progetto nitido e grandioso: attraversare l'Europa a piedi e raggiungere Costantinopoli. Quando vi arriva, il 1° gennaio 1935, è ormai un altro: non solo si è lasciato per sempre alle spalle disastri e misfatti, ma ha sviluppato una rara forma di nomadismo e l'arte, ancora più rara, di trasmetterlo agli altri. Che contempli lo splendore barocco dello Schloss Bruchsal o le nodose mani dei contadini fra cipolle tagliate, caraffe sbeccate e pane integrale; che dorma in un fienile steso come un crociato sulla tomba o nel "capanno da caccia" del barone Pips Schey a Kòvecses; che percorra il Reno su una colonna di chiatte che trasportano cemento o attraversi Vienna offrendosi come ritrattista a domicilio; tutto ci appare il dettaglio di un fantasmagorico affresco, tutto sembra ricomporsi in un gigantesco puzzle dove risorge il passato dell'Europa. E insieme scopriremo qui il modello ancora fragrante di quel modo di viaggiare (e di vivere) che sarà un giorno identificato con la fisionomia di un giovane amico di Leight Fermor: Bruce Chatwin.
Epepe
Ferenc Karinthy
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2017
pagine: 217
Ci sono libri che hanno la prodigiosa, temibile capacità di dare, semplicemente, corpo agli incubi. "Epepe" è uno di questi. Inutile, dopo averlo letto, tentare di scacciarlo dalla mente: vi resterà annidato, che lo vogliate o no. Immaginate di finire, per un beffardo disguido, in una labirintica città di cui ignorate nome e posizione geografica, dove si agita giorno e notte una folla oceanica, anonima e minacciosa. Immaginate di ritrovarvi senza documenti, senza denaro e punti di riferimento. Immaginate che gli abitanti di questa sterminata metropoli parlino una lingua impenetrabile, con un alfabeto vagamente simile alle rune gotiche e ai caratteri cuneiformi dei Sumeri - e immaginate che nessuno comprenda né la vostra né le lingue più diffuse. Se anche riuscite a immaginare tutto questo, non avrete che una pallida idea dell'angoscia e della rabbiosa frustrazione di Budai, il protagonista di "Epepe". Perché Budai, eminente linguista specializzato in ricerche etimologiche, ha familiarità con decine di idiomi diversi, doti logiche affinate da anni di lavoro scientifico e una caparbietà senza uguali. Eppure, il solo essere umano disposto a confortarlo, benché non lo capisca, pare sia la bionda ragazza che manovra l'ascensore di un hotel: una ragazza che si chiama Epepe, ma forse anche - chi può dirlo? - Bebe o Tetete.
Gormenghast
Mervyn Peake
Libro: Copertina morbida
editore: Adelphi
anno edizione: 2017
pagine: 594
Il reame di Gormenghast ha il suo centro in un agglomerato tirannico con le sembianze di un castello. Qui ogni antica bellezza si è corrotta in cupa fatiscenza: le mura sono sinistre «come banchine di moli», e le costruzioni si tengono tra loro «come carcasse di navi sfasciate». E qui, intorno al piccolo Tito, settantasettesimo conte, si muovono la gigantesca contessa Gertrude, la madre, dalle spalle affollate di uccelli e dallo spumoso strascico di gatti bianchi; l'amata sorella Fucsia dai capelli corvini, che col suo abito cremisi infiamma i corridoi grigi; il fanatico custode delle leggi, Barbacane, nano storpio che raggela il sangue con lo schiocco della sua gruccia... Secondo episodio della trilogia iniziata con «Tito di Gormenghast» (Adelphi, 1981).