Ananke: Filosofia
Flaubert negli anni della sua formazione letteraria
Antonia Pozzi
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2013
pagine: XCI-271
Antonia Pozzi è una delle voci femminili più intense della letteratura italiana del Novecento. Tutti i suoi scritti vennero pubblicati postumi, e soltanto negli ultimi anni le sue limpide e stregate poesie hanno avuto la loro vittoria sul tempo, come già aveva profetizzato Eugenio Montale. In questa edizione critica, la prima che attinge direttamente alla stesura originale del manoscritto e del dattiloscritto, viene ripubblicata la sua tesi di laurea, uscita anch'essa postuma nel 1940 con una premessa del relatore Antonio Banfi; la dissertazione verte sulla formazione letteraria di Gustave Flaubert, scrittore da lei amatissimo. Negli anni in cui la studentessa Antonia Pozzi si accostò ai primi lavori, mai pubblicati in vita, dello scrittore normanno, nessuno studioso, specialmente in ambito italiano, vi aveva prestato attenzione. Con la sensibilità che solo un'anima destinata all'Arte, che tuttavia ancora non sapeva "d'esser poeta", poteva avere, Antonia Pozzi segue "passo per passo" il maestro di Rouen dai suoi primi tentativi di scrittura fino alla composizione di Madame Bovary, delineando con sorprendente acume critico "il cammino ascendente di questo spirito religioso dell'Arte".
Paul Valéry. Tratti fondamentali del suo pensiero filosofico
Karl Löwith
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2012
pagine: 228
Quest'opera, l'ultima pubblicata da Löwith, è qui presentata in una nuova edizione italiana, rivista e aggiornata. Apparsa originariamente nel 1971, proprio in occasione del centenario della nascita di Valéry, essa vanta una duplice statura: oltre ad essere una vera e propria summa del pensiero di Löwith (da lui stesso è infatti indicata come il proprio "testamento filosofico"), essa è anche tra i primissimi tentativi di lettura organica del pensiero del poeta de "La Jeune Parque". Nella sua Premessa, il filosofo tedesco infatti avverte che "Valéry, scrittore e poeta, è un pensatore e precisamente il più libero, il più indipendente da tutte le tradizioni radicate e divenute convenzioni": per questa ragione il padre di "Monsieur Teste" ha profondamente interessato Löwith, ossia colui che ha pienamente vissuto e criticato gli esiti storicistici della cultura occidentale e le loro impasses, nel tentativo volto a ricostruirne il processo e a trovarvi soluzione. Ed è proprio attraverso un'interrogazione serrata di Valéry che egli viene delineando il profilo ideale e gli esiti più maturi del suo pensiero. Tra le figure più significative del panorama intellettuale del XX secolo, con questo lavoro Löwith ci offre il suo ultimo esercizio di perspicua analisi filosofica, che non conosce l'usura del tempo.
In vino veritas
Søren Kierkegaard
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2010
pagine: 143
In questo dialogo filosofico i cinque convitati, riuniti da un pensatore audace e impertinente, si affidano alle esuberanti virtù bacchiche affinché si manifesti la segreta verità dell'amore, ascoltando le note del balletto del Don Giovanni, come ad evocare una musica propiziatoria per celebrare lo spirito invisibile di Eros. Appare tuttavia ridicolo il vano tentativo di far luce "su cosa sia l'amabile", di giustificare una scelta oggettuale, di argomentare a favore delle proprietà elettive dell'amato. Non si possono stipulare criteri o indicare ragioni per giustificare la canalizzazione delle nostre attenzioni, tanto più quando queste pretendono di essere esclusive, rivolte ad un'unica persona. Soltanto uno sciocco può pensare che il suo amore abbia delle buone ragioni! Se non accetta la sospensione di ogni dialettica delle ragioni, l'amante diventa un burattino al servizio dell'inesplicabile, avvinto dall'enigmatico, incapace di scorgere l'azione dell'accidentale e dell'involontario e di limitare l'insana pretesa di spiegare ogni evento, di conferire un senso a tutto ciò che accade per caso o per volere di un destino capriccioso. "In vino veritas", in questa nuova versione corredata di rilevanti frammenti inediti, rappresenta una arguta parodìa scettica, se non una esplicita confutazione nichilistica, del Simposio platonico, avendo rinunciato ad offrire una definizione dell'eros, nella convinzione che l'amore consista nell'esperienza sovrana dell'inesplicabile.
Franz Kafka. La metamorfosi del significato
Ferruccio Masini
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2009
pagine: 239
I saggi di Ferruccio Masini raccolti in questo libro costituiscono una vera e propria interpretazione complessiva dell'opera narrativa del grande scrittore praghese, attenta sia alle modalità espressive dei testi, sia ai risvolti di ordine metafisico-religioso disseminati nella sua scrittura. Tra l'argomentazione dialettica, che è sintomo di un'entità spezzata, e la magia di un'unità dove tutto riposerebbe in quiete però senza vita, Kafka introduce un quid tertium, l'allegoria, che diviene lo strumento magico in cui la potenza distruttiva del negativo "si risolve nel dominio magico della distruzione che essa stessa realizza", in un "incantesimo vivente" che costringe la distruzione a diventare creazione, qualcosa che edifica. La soluzione di Kafka "scrittore" fu di condurre a compimento quella distruzione, così come il paradosso del nichilismo kafkiano sta nel fatto che la conoscenza costituisce la via gnostico-negativa che conduce al compimento dell'essere. "L'essere - scrive Masini - sta alla quiete, al compimento, all'inattività come l'avere (il possedere) sta all'impazienza, all'estinzione, alla lotta". L'unica via per alludere all'Essere, a quel mondo spirituale che è l'unico esistente, è un'autodistruzione equivalente a una metamorfosi. "Metamorfosi del significato, vale a dire, nel linguaggio di Kafka, divenire noi stessi metafore, così da raggiungere quella realtà ultima, sepolta nell'identità magica di significato e significante".
L'abitudine
Felix Ravaisson
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2009
pagine: 109
Se la corrente di pensiero che Ravaisson abbraccia e sviluppa nelle sue opere è quella dello spiritualismo, il problema specifico che attraversa le pagine de "L'abitudine" è quello di giustificare la continuità che sussiste tra gli elementi spirituali e quelli materiali, tra la necessità della natura e la libertà dell'intelletto. L'autore individua questo termine medio in grado di connettere due regni altrimenti destinati a rimanere separati nel concetto di abitudine, poiché con essa si rende ragione di come da atti volontari si giunga ad eseguire azioni meccaniche, ma, allo stesso tempo, si dimostra, al fondo di ogni azione apparentemente involontaria, una forma non trascurabile di spontaneità attiva, ovvero una capacità, propria dell'essere che contrae l'abitudine, di sviluppare una forza in grado di muovere all'azione anche in assenza di uno stimolo esterno. Scrivendo la "Ricerca del tempo perduto", Marcel Proust farà tesoro della lezione di Ravaisson.
Cézanne
Roger Fry
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2009
pagine: 140
Per la prima volta tradotto in italiano a distanza di ottant'anni da quando fu scritto, il Cézanne di Fry, pubblicato nel 1927 dalla casa editrice di Léonard e Virginia Woolf come saggio pionieristico sulla pittura di Cézanne, è oggi non solo un classico, ma un testo di finezza e profondità ineguagliate nella storia degli studi sul pittore, che sedimenta in questo studio riflessioni artistiche e estetiche maturate in oltre vent'anni di consuetudine e dialogo con le opere di quello che considerava il proprio maestro. Costruito come commento a una carrellata di oltre cinquanta opere di Cézanne, quasi tutte raccolte nell'allora collezione Pellerin, il saggio è una storia dello sviluppo della pittura di Cézanne: dagli inizi teatrali e baroccheggianti, alla forma insieme classica e drammatica che nel "colore plastico" perviene al culmine della sua ricerca. Una storia rivissuta in prima persona dall'esperienza d'arte di Fry, che attraversa le tensioni fondamentali della vocazione alla pittura: il talento, la passione, la tradizione, l'innovazione, il fallimento, l'umiltà, la solitudine, l'incomprensione del pubblico, mettendo nello stesso tempo alla prova del pensiero filosofico i fondamenti della pittura come tecnica: la rappresentazione, l'interpretazione, la complessa relazione fra contenuto e forma, linea, colore, volume e prospettiva nella visione e nello spazio pittorico.
Kant e la verità dell'apparenza
Gianni Carchia
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2006
pagine: 159
Alla teoria del giudizio riflettente, esposta da Kant nella Critica del giudizio, ci si richiama oggi da più parti, come al paradigma di un pensiero plurale, aperto all'alterità e alla differenza. Fra i contributi più significativi del lavoro filosofico di Gianni Carchia vi è stata proprio l'interpretazione della terza Critica kantiana: un confronto ventennale condotto all'insegna della coerenza, ma non privo di significativi spostamenti di prospettiva. Muovendo dall'indagine rivolta alla rappresentazione e all'apparenza della bellezza, Carchia si è infatti avvicinato alle questioni del giudizio teleologico. Sullo sfondo rimane il costante interesse per il platonismo, inteso come tenace difesa del carattere extralinguistico della verità, in opposizione alle tendenze dominanti nel pensiero contemporaneo. Gli studi qui raccolti offrono un documento di rilevanza teoretica circa il platonismo dello stesso Kant: tematica spesso genericamente invocata nell'ambito della ricerca, ma di rado indagata nella profondità delle sue implicazioni filosofiche.
Nietzsche e il mondo degli affetti
Marco Vozza
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2005
pagine: 168
Nonostante i numerosi tentativi di interpretarne l'opera come prototipo di filosofia irrazionalista, di pensiero metafisico o di cultura postmoderna, come profezia di una grande politica dapprima reazionaria poi rivoluzionaria, Nietzsche appare ancora oggi fecondamente inattuale, irriducibile agli stereotipi di fautore del superuomo e dell'eterno ritorno conseguenti alla morte di Dio. È giunto forse il tempo di comprendere che l'intento del filosofo è la valorizzazione degli affetti e del mondo delle cose prossime, da sempre svalutate dalla morale: egli sostiene che la volontà di potenza è affetto, non dominio o sopraffazione, ma arte dell'interpretazione affettiva che attribuisce un senso al mondo in cui viviamo.
A fior di pelle
Marco Vozza
Libro
editore: Ananke
anno edizione: 2013
In questo libro Marco Vozza propone una terza via che intende superare i limiti dell'attuale opposizione teorica tra filosofia analitica (a vocazione realistica) ed ermeneutica (comprensiva di dialettica e storicismo). Appare epistemologicamente ingenuo il perdurante dualismo tra fatti e interpretazioni, inesistente presso lo stesso Nietzsche. Nel segno di una ontologia della singolarità, affettivamente connotata, viene riproposta anche una tradizione empirista, da Occam a Hume, che afferma il primato della sensazione e il suo confluire nel pensiero contemporaneo. Insieme a Nietzsche, Heidegger e Nancy, sono chiamati in causa eminenti pensatori di matrice analitica quali Putnam, Sellars, McDowell e Williams, tutti concordi nel dissolvere la teoria magica del riferimento, smettendo cioè di identificare l'oggettività con la mera descrizione. Sullo sfondo delle due compagini teoriche si scorge il profilo di Wittgenstein, per il quale era auspicabile, se non necessario, passare dall'accertamento della verità all'indagine sul senso della stessa. In tale ridefinizione dell'identità filosofica, in controtendenza rispetto alla lezione heideggeriana, svolge un ruolo di primo piano la transizione dalla teoresi alla narrazione, considerata anche la notevole densità filosofica reperibile nel romanzo contemporaneo, mentre la poesia sembra dedita alla risacralizzazione dell'origine.
Trattato della passione
Eugenio Trías
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2012
pagine: 215
Cos'è la passione, cosa si deve intendere per passione, qual è la sua natura intrinseca? Che differenza c'è tra desiderio e passione? Sono solo alcune delle domande cui Eugenio Trias cerca di dar risposta in questo Trattato della passione, dove si eleva a categoria ontologica un tema spesso trascurato dalla filosofia. Attraverso figure paradigmatiche variamente tratte dal mondo letterario, mitico e musicale, e ripercorrendo le maggiori riflessioni filosofiche sull'amore, il filosofo spagnolo ci parla della passione non come qualcosa che offuschi il raziocinio e impedisca la conoscenza, ma come una delle tante forme di comprensione del mondo; non come una pulsione che paralizza, ma come motore primo delle nostre azioni. La passione, ed è questa la conclusione cui giunge il filosofo spagnolo, è una sorta di oscuro daimon, capace di trasformarci in ciò che siamo.
Estetica della sensualità. Attualità di Schiller
Marco Vozza
Libro: Libro in brossura
editore: Ananke
anno edizione: 2011
pagine: 134
Il progetto schilleriano di educazione estetica dell'umanità, fondato sulla trasformazione radicale del nostro modo di sentire, mantiene ancor oggi il suo fulgido e corrosivo carattere di considerazione inattuale, corredato quasi da una valenza utopica che si allontana nel tempo. Di fronte alla lacerazione e alla disarmonia generate dal processo di civilizzazione, alla mutilazione psichica patita dall'individuo moderno, attraverso una cospicua valorizzazione della sensualità, viene affermata l'idea di una superiore integrazione delle facoltà vitali dell'uomo, che si dovrebbe manifestare nel grande stile di una cultura estetica che concepisce la bellezza come forma vivente. Sulla strada indicata da Schiller troveremo dapprima Nietzsche, il più penetrante critico di quella modernità responsabile della scissione tra sfera interna e mondo esterno, tra profondità e superficie, poi i suoi eredi novecenteschi, da Marcuse ad Habermas, da Jung a Gadamer. Infine, i fautori di una ontologia del gioco, talvolta a carattere autodistruttivo, da Fink a Bataille. "Una più bella necessità ora, unisce i due sessi, e la partecipazione dei cuori aiuta a mantenere il legame che il desiderio solo capricciosamente ed instabilmente stringe. Liberato dai suoi vincoli torbidi, l'occhio più sereno afferra la forma, l'anima guarda nell'anima e un egoistico commercio di piacere diventa un generoso scambio di affetto. La passione si amplia e si eleva all'amore." Friedrich Schiller