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Bollati Boringhieri: Nuova cultura

La costruzione dell'identità

Anna Oliverio Ferraris

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2022

pagine: 176

L'identità è un compito impegnativo. Anzitutto perché, ogni volta che si cerca di definirne le componenti, ci si imbatte in qualcosa di analogo a quando un biologo osserva una cellula al microscopio: appena, manovrando l'obiettivo, riesce a mettere a fuoco una struttura, deve rinunciare a vederne altre, che man mano si sfocano e indietreggiano per poi svanire del tutto. Ma soprattutto perché oggi, in un mondo mutevole e liberato dai ruoli assegnati dalla tradizione, dalla famiglia e dall'assetto sociale, l'individuo sperimenta una fatica nuova nel realizzare la propria identità in maniera autentica e senza perdere sé stesso. Sfuggente e polimorfa, l'«identità» si vuole da un lato permanente e stabile, nonostante tutte le trasformazioni, le influenze e gli scossoni cui è sottoposta. Ma dall'altro è irriducibilmente (e fecondamente) porosa, permeabile alle sollecitazioni dell'Altro. Che tenti di radicarsi nella famiglia, nella comunità sociale o politica, nel corpo, nel genere, nella sessualità o nei vasti territori dischiusi dal mondo virtuale, l'identità si configura al contempo come ricerca di una continuità sicura in cui riconoscersi e come esplorazione e superamento di confini percepiti di volta in volta come obsoleti, vincolanti, malfermi. Forte di moltissima esperienza clinica e di competenze teoriche che ha continuato ad aggiornare nel tempo, Anna Oliverio Ferraris ci racconta in questo libro questa sfida difficile e decisiva. Cercando di mostrarci le ragioni e gli argomenti di una verità preziosa: che la costruzione dell'identità è simile alla costruzione della memoria, con cui va di pari passo. Un impegno che dura tutta la vita.
15,00 14,25

Carte d'amore

Antonio Prete

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2022

pagine: 368

Come dire l'amore? Con quale lingua e con quali immagini prende forma e luce il desiderio, che è principio e respiro del mondo? Seguendo il movimento di queste domande nei classici della poesia, della narrazione e delle arti, Antonio Prete esplora alcune figure dell'amore nella letteratura: tra queste, il turbamento, il segreto, la gelosia, la tenerezza, la seduzione, l'ostacolo. Al centro domina la riflessione sulle molteplici immagini dell'altro e sul vuoto che abita il desiderio, sul suo rapporto con l'illimitato e con l'attesa. In questa sublime escursione, attraversiamo diversi paesaggi, che non sono mera cornice o sfondo, ma il ritmo stesso della rappresentazione emotiva, come il giardino, il mare, le stagioni, la stanza, la strada. Un intermezzo colto e cristallino sul Simposio platonico, che è all'origine della meditazione occidentale sull'amore, accompagna indagini figurative che aiutano a declinare una «grammatica dell'interiorità». In "Carte d'amore" Prete prosegue la sua indagine sui sentimenti – dopo la nostalgia, la lontananza e la compassione –, interrogando ciò che Leopardi definiva «la più dolce, più cara, più umana, più potente, più universale delle passioni».
18,00 17,10

Fedeli al sogno. La sostanza onirica da Omero a Derrida

Umberto Curi

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2021

pagine: 160

In questo breve saggio Umberto Curi, fra i più apprezzati filosofi italiani, riflette sulla sostanza dei sogni e sull’onirocritica dal punto di vista filosofico e storico-letterario, da Omero a Derrida. L’episodio omerico di Penelope che, sotto mentite spoglie, si rivolge a Ulisse chiedendogli di spiegarle un sogno (Odissea, XVIII libro) può essere considerato il primo esempio di quella disciplina che sarà chiamata onirocritica e che si svilupperà successivamente attraverso alcuni passaggi storici fondamentali (Artemidoro, Aristotele, Cicerone), fino a Sigmund Freud con L’Interpretazione dei sogni (1900). Il volume si sviluppa intorno a due aspetti fondamentali della dimensione onirica. Il primo riguarda la valenza profetica, ovvero il sogno che preannuncia il futuro. Il secondo è il rapporto che il sogno intrattiene con la verità (o nel senso di veicolarla, o nel senso opposto, ma anche complementare, di occultarla o deformarla). Ma secondo l’onirocritica c’è anche un modo differente di rivolgersi ai sogni, ossia scegliere di lasciarli deliberatamente nella loro indeterminazione e ambiguità, riconoscendo in essi non la preannunciazione del futuro, ma lo svelamento del passato. I sogni, dunque, diventano messaggeri della memoria. Un ulteriore approccio, le cui tracce conducono a Walter Benjamin, Theodor Adorno e Jacques Derrida, vede il sogno come qualcosa da sottrarre alla manipolazione insita nell’interpretazione. Secondo l’impostazione adorniana, si tratta di risvegliarsi, coltivare la veglia e la vigilanza, pur restando attenti al senso, avendo cura di ciò che il sogno dà da pensare, soprattutto quando ci offre la possibilità dell’impossibile.
14,00 13,30

Breve storia della decrescita. Origine, obiettivi, malintesi e futuro

Serge Latouche

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2021

pagine: 144

«Decrescita»: che cosa si intende esattamente con questa parola? Un'inversione della curva di crescita del prodotto interno lordo, indice statistico che dovrebbe misurare la ricchezza? La fine dell'ideologia della crescita, ovvero del produttivismo? Se la crescita è una fede nel progresso, allora la decrescita può sembrare la cifra di una perdita. Serge Latouche ci spiega che non è così. Mentre l'idea di una crescita infinita è negata in modo sempre più evidente dai limiti del pianeta, il mito della ricchezza e della produttività svela ogni giorno di più il suo lato oscuro. È infatti sempre più probabile che, al di là di una certa soglia, l'aumento del PIL implichi una diminuzione del benessere. Nella società della produttività illimitata non aumentano solo le disuguaglianze, anche la felicità promessa ai «vincenti» si rivela un'illusione. All'aumento dei consumi corrisponde il degrado della qualità della vita (l'acqua, l'aria, l'ambiente), il ricorso sempre maggiore a strategie di compensazione (medicine per lo stress e altre patologie, i viaggi, lo svago), l'aumento dei prezzi di beni essenziali ogni giorno più scarsi (acqua, energia, spazi verdi). La soluzione per Latouche è la decrescita. Che significa rompere con la società della crescita, con l'economia capitalistica, con il produttivismo e con l'occidentalizzazione del mondo. Ma anche recupero di quanto in questi anni è andato perduto: un senso del sacro che restituisca legittimità alla dimensione spirituale dell'uomo, in forme anche completamente laiche. La decrescita come arte di vivere. Un'arte sobria e dalle forme variegate, di volta in volta da inventare e da costruire, un'arte, soprattutto, volta a vivere bene: in accordo con se stessi e con il mondo.
16,00 15,20

Offendersi

Remo Bassetti

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2021

pagine: 288

Senza il diritto di offendere, sostiene Salman Rushdie, la libertà di espressione non esiste. Eppure, soprattutto nella nostra epoca, recare offesa o sentirsi offesi sono fenomeni così dilaganti che pervadono ogni anfratto dell'intimità e della sfera pubblica. Questo saggio, colto e provocatorio, per la prima volta si occupa dell'offesa in entrambe le accezioni, aggressiva e riflessiva , considerandole come facce della stessa medaglia. Remo Bassetti indaga qui la dimensione storica e culturale, letteraria e antropologica della denigrazione e delle molteplici reazioni, a volte insospettabili, che essa provoca, dai duelli agli attacchi nei social media fino alla battaglia per il politicamente corretto. Addentrandosi in case, uffici, stadi, chat e parlamenti, l'autore ci svela, con incalzare ironico e graffiante, i meccanismi sociali e psicologici dell'offendersi. Si scoprono così le dinamiche culturali e le differenze geografiche degli insulti, le zone franche e le tutele giuridiche della denigrazione, fino alla cancel culture e alle rivendicazioni dei gruppi minoritari, per individuare infine possibili correttivi a un'offesa, coltivando la virtù di non farsi turbare l'animo. Da Omero ai rapper, da Shakespeare a Trump, dalle tribù indigene ai tweet , questo saggio tratta materiale eterogeneo ed esplosivo, perché scandaglia con spirito libero e critico un atteggiamento umano universale, sempre più espressione della società egotista in cui viviamo.
15,00 14,25

L'avvenire della religione. Umanesimo, fede e ragione

Salvador Giner

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2017

pagine: 119

Sono trascorsi novant'anni da quando Sigmund Freud intitolò il suo saggio sulla religione "L'avvenire di un'illusione". Oggi quell'«illusione» non ha assunto affatto connotati residuali. Anzi, in suo nome si continua ferocemente a versare il sangue, confermando la sentenza di Lucrezio sugli atti scellerati a cui può indurre. In un contesto dominato dalle cronache dell'efferatezza fondamentalista e polarizzato tra gli opposti fanatismi di chi brandisce un credo e chi si appella a pregiudiziali antireligiose, la voce di Salvador Giner si distingue innanzi tutto per la sua ispirazione: un mite umanismo laico, una terzietà guidata dal principio di cautela, che si rivela però di grande potenza riflessiva nel formulare con chiarezza gli interrogativi essenziali, senza cedere alle semplificazioni di chi estrapola tendenze passate per proiettarle sul futuro. Più che prendere posizione nel dibattito sulle basi neurologiche innate o sulla acquisizione culturale della fede, Giner ragiona sulle ambivalenze della credenza, sulla non-linearità del «disincantamento del mondo», sul rapporto tra declino dei culti e presenza di religiosità secolari, sulla compatibilità tra modernità avanzata e fede nel soprannaturale - e quindi sulla plausibilità di una secolarizzazione integrale -, e su chi abbia titolo a ritenersi tollerante. Proprio quell'umanismo che «non mette in discussione la verità della dimensione simbolica e mitica» aiuta a comprendere il senso complessivo della devozione nella società odierna, e a ipotizzarne il peso nel mondo di domani.
16,00 15,20

La porta stretta. Come diventare maggiorenni

Umberto Curi

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2015

pagine: 223

«La porta stretta». Di lì dovrà passare, secondo il Vangelo di Luca, chi voglia accedere al regno dei cieli. Un varco intransitabile, se non si è disposti a impegnare ogni forza in una lotta pericolosa e dall'esito mai scontato: «molti cercheranno di entrare, ma non vi riusciranno». L'immagine evangelica è perfetta anche per raffigurare un passaggio universale della condizione umana, la fuoriuscita dalla minorità. Dolore, coraggio, decisione, necessità e conflitto contrassegnano nel pensiero occidentale l'impresa di diventare maggiorenni. Tuttavia, una volta intrapreso, il processo di emancipazione non si esaurirà nella compiutezza di uno stato finalmente raggiunto. Adulti si ridiventa sempre di nuovo. Di questo carattere processuale, agonistico e decisorio Umberto Curi rintraccia le massime espressioni filosofiche, religiose e letterarie – da Platone a Dostoevskij, dalla Bibbia a Shakespeare – e le lascia libere di testimoniare ciò che rimaneva inascoltato nelle loro esegesi abituali. Così il congedo dalla sudditanza, oltre che nell'appello di Kant all'indocilità ragionata poi irrisa da Hegel, si vedrà declinato in posture «filiali» antitetiche, combattenti o inermi: nel parricidio consumato dell'Edipo re sofocleo, in quello metaforico del Sofista platonico o in quello depotenziato di Amleto, ma anche, sorprendentemente, nell'obbedienza di Abramo, che sta eretto di fronte al Signore, o del Cristo, che si lascia abitare dalla volontà del Padre. E non meno significativi della logica binaria di ribellione e obbedienza, su cui si regola il transito canonico alla maggiore età, si riveleranno i suoi tracolli e le sue ostruzioni. Tra la via edipica e la devozione biblica, rintocca la quieta intransigenza del Bartleby di Melville, che si sottrae a ogni imperativo con la mossa del cavallo: «Preferirei di no».
16,00 15,20

Sull'erotica mistica indiana e altri scritti

Mircea Eliade

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2015

pagine: 99

Datati tra il 1937 e il 1964, i tre saggetti qui riuniti dicono di un amore ininterrotto, quello di Eliade, per le religioni indiane. È declinato in ricordo nell'autobiografico L'India a vent'anni. Infonde calore ai due contributi rivelatori, Borobudur tempio simbolico e Sull'erotica mistica indiana, in cui si dispiega pienamente la maestria dello studioso. Nello scritto che dà il titolo alla raccolta un sapere sconfinato si focalizza sul senso che assume nelle correnti mistiche di ascendenza tantrica il primato delle tecniche erotiche. L'unione sessuale è infatti il mezzo per raggiungere la suprema beatitudine, «coronamento di un lungo e difficile apprendistato ascetico» a cui rimane preclusa l'emissione seminale. Solo così la coppia umana accede all'«esperienza paradossale e inesprimibile che è la scoperta dell'Unità».
13,00 12,35

Il mito dell'alchimia. Seguito da «L'alchimia asiatica»

Mircea Eliade

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2014

pagine: 144

Le rivalutazioni hanno talora un paradossale effetto oscurante. Nel momento in cui l'alchimia è assurta a oggetto di studio, è stata recintata nel limbo inoffensivo degli antesignani: una prechimica interessante unicamente per gli aspetti anticipatori dello spirito d'osservazione, della razionalità induttiva e della capacità manipolatoria poi incarnati appieno dalla scienza matura. La prospettiva di Mircea Eliade si colloca all'opposto diametrale. Il grande storico delle religioni ricusa come illegittima la filiazione diretta, per raffinamento scientifico, della moderna chimica dalla congerie di operazioni e dottrine esoteriche che nei secoli si sono tramandate in segreto e che sono rimaste sigillate per i non iniziati. Secondo lui, se da un lato la modernità ha messo a frutto certa empiria metallurgica cara agli alchimisti e ha cristallizzato il millenario sogno alchemico. dell'uomo-creatore secolarizzandolo nell'idea prometeica di un progresso senza fine, dall'altro "solo chi ha smarrito il senso dell'alchimia può ricollegarla alla chimica". Al recupero di questo "senso", di un'antica verità offuscata, dedica pagine memorabili. Si immerge nell'alchimia asiatica - cinese e indiana in particolare - che ha esaltato soprattutto le tecniche spirituali, ovvero le pratiche magico-ascetiche di matrice tantrica, necessarie ad assimilare le virtù perfezionatrici. Perché «l'alchimista alla ricerca dell'Elixir è più simile al mistico che cerca la propria via all'immortalità che non all'uomo di scienza». L'oro in cui tenta di trasmutare il suo corpo si identifica con una vita purificata non più soggetta a morte.
15,00 14,25

L'invenzione dell'Italia moderna. Leopardi, Manzoni e altre imprese ideali prima dell'Unità

Giulio Bollati

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2014

pagine: XIX-211

Alle grandi imprese sconfitte si rende onore soltanto se non le si celebra con il riguardo sepolcrale che le condannerebbe per sempre alla giacitura. Ciò che è irrealizzato attenta ancora – giudice silenzioso delle sorti che gli hanno voltato le spalle – all'ordine che invano cercò di scuotere e ricreare. Ma le sue ragioni perdute si impennano e scaldano gli animi a patto che qualcuno le tragga fuori dai recinti degli specialismi o dei clichés storiografici. Per questo la vicenda dell'Italia preunitaria e il lascito che ci ha trasmesso trovano in Giulio Bollati, editore e studioso, uno degli interpreti più congeniali. L'editore sensibile al minimo sintomo di convergenza tra saperi scientifici e umanistici procede al passo con l'italianista, a cui si deve l'anamnesi acutissima ed empatica del progetto di modernità che tra fine Settecento e metà Ottocento, in un vortice di idealità spesso dissonanti, cercò di aggiornare l'antica, esclusiva primazia italiana nelle lettere e nelle arti, aprendola alla società in mutamento. Spogliata degli orpelli risorgimentisti, sottratta all'abuso della retorica posteriore, la coppia di aggettivi morale e civile mostra qui una pregnanza quasi eversiva, che ambisce a cambiare il corso delle cose. Eversore e oltraggioso, agli occhi dei contemporanei, è il Leopardi antologista della Crestomazia, che da cinque secoli di prosa italiana «stacca» e «straccia» di furia brani inusitati, insidiando la maestà del Trecento a profitto dell'ingegnoso Galileo. Altrettanto radicale della ripugnanza leopardiana verso i sentimenti maneggevoli con cui liberali e moderati intendono plasmare la materia che si chiamerà Stato unitario è l'esonero dall'azione attorno al quale si arrovella il Manzoni tragediografo. Due posizioni affratellate nella marginalità. A quell'altezza tuttavia i veri soccombenti hanno già un volto, che la scrittura elegante di Bollati profila vividamente: gli illuministi lombardi, un gruppo di aristocratici fautori di una nuova validazione delle virtù nobiliari attraverso il perseguimento dell'utile pubblico. L'insuccesso della loro esortazione a rinunciare a «ogni idea di ceto», giacché «il ceto d'un uomo dabbene è il genere umano», non smette di ripercuotersi sull'oggi, dominato da caste che neppure il conte Verri avrebbe immaginato.
22,00 20,90

Il sogno del prigioniero. Archetipi e clinica

Augusto Romano

Libro: Copertina morbida

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2013

pagine: 205

Il miglior attestato di quanto sia vitale la psicologia del profondo junghiana è la sua generatività, nel pensiero come nella pratica terapeutica. Dall'apertura di credito nei confronti dell'inconscio, dalla rinuncia alle pretese egemoniche dell'Io sulla psiche e dal ridimensionamento del valore di verità delle dottrine scaturisce l'incessante drammaturgia in cui, ogni volta, si declina la radicale fenomenicità dell'analisi. La popolano - con la concretezza di esseri viventi - sogni, figure archetipiche, immagini, simboli. Nell'impervio paesaggio della loro feconda discordia e della loro segreta solidarietà s'inoltra Augusto Romano, esplorando via via la terra di mezzo tra teoria ed esperienza clinica. E solidale con l'oggetto è anche lo stile, che sa esporsi all'inquietudine senza rinunciare a una finezza inconsueta nella letteratura analitica. Non a caso Romano si confronta, da sottile analogista, con le retoriche che reggono il teatro intrapsichico e la scena della cura, a partire dall'"acuta follia" dell'ossimoro, e assimila suggestivamente il lavoro del terapeuta al fare poetico: espressioni entrambi di somma artigianalità, essi rompono l'ordine rassicurante del discorso e additano la possibilità di sensi ulteriori. Ed è l'esigenza di senso, sempre suscettibile di scacco, che trapela dal rovello del "prigioniero" nella poesia di Montale che dà il titolo al libro: "ancora ignoro se sarò al festino / farcitore o farcito".
18,00 17,10

La scintilla di Caino. Storia della coscienza e dei suoi usi

Carlo Augusto Viano

Libro: Libro in brossura

editore: Bollati Boringhieri

anno edizione: 2013

pagine: 336

Pietro Lombardo, richiamandosi a Girolamo, scriveva che esiste "una scintilla superiore della ragione, che neppure in Caino poté estinguersi, che vuole sempre il bene e odia sempre il male". La scintilla della coscienza avrebbe dunque il ruolo di giudice interiore delle nostre azioni. Nel corso dei secoli, tuttavia, il concetto stesso di coscienza ha subito metamorfosi che ne hanno cambiato sensibilmente il significato. Carlo Augusto Viano intreccia in questo libro molte di queste storie, in contesti, tempi e luoghi differenti, tutte incentrate sulla coscienza e sugli usi pubblici di questo concetto ambiguo e duttile. La narrazione inizia con il rifiuto di imbracciare le armi da parte dei quaccheri americani e finisce con l'obiezione di coscienza di quei medici che negano alle donne l'assistenza che esse richiedono. Sono due estremi che evidenziano due accezioni radicalmente diverse del termine: gli obiettori quaccheri rivendicavano il diritto di sottrarsi all'obbligo di prevalere sugli altri, mentre i medici obiettori pretendono di imporre alle donne ciò che solo essi ritengono giusto. L'obiezione "di coscienza" alle armi e alle pratiche mediche non è nuova, e ha permeato il dibattito pubblico per secoli; questo libro ne ripercorre il cammino evidenziando i paradossi impliciti di questa parola abusata.
30,00 28,50

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