Carocci: Biblioteca medievale
Erec e Enide. Testo francese a fronte
Chrétien de Troyes
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2004
pagine: 466
Un giovane e valoroso cavaliere della Tavola Rotonda Erec, sposa la bellisima Enide dopo aver vinto per lei il "torneo dello sparviero". Ma i piaceri del letto coniugale gli fanno ben presto dimenticare i suoi doveri cavallereschi. Le accuse di recreantise, di mancanza ai propri impegni, che incominciano a circolare a corte giungono alle orecchie di Eneide, che una mattina, tra le lacrime, le rivela allo sposo biasimandolo per il suo comportamento: questi, punto sul vivo, decide allora di partire con lei "non sa dove, ma all’avventura". Solo dopo una serie di peripezie quasi da romanzo di "cappa e spada" - duelli, imboscate nella foresta, fughe notturne, inattesi colpi di teatro - i due protagonisti porteranno a piena maturazione il loro rapporto amoroso e infine si riconcilieranno. Prima della loro incoronazione regale a Nantes, con cui si conclude il romanzo, la misteriosa avventura della Gioia della Corte- Erec, penetrato in un giardino chiuso da mura d’aria, vince un cavaliere condannato per magia a difendere la sua amica da chiunque le si avvicini - ne riassume simbolicamente il valore ultimo: l’amore non deve essere un piacere egoistico e asociale, ma un’esperienza aperta agli altri e alla società. Primo capolavoro di Chrètien de Troyes, Erec e Enide inaugura il grande ciclo narrativo della Tavola Rotonda e, in un certo senso, il romanzo moderno: se ne presenta qui al lettore italiano la prima traduzione con testo originale e fronte e ampio commento.
Il libro del coppiere. Testo persiano a fronte
Hafez
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2004
pagine: 505
"Al convento dei magi si presentò l'amico col calice in mano/ già ebbro di vino lui, ed ebbri gli altri del suo ebbro occhio/ Nel ferro del suo corsiero stampata era la forma di nuova luna". Là dove non arriva lo sguardo dell'intelletto, o la legge delle religioni rivelate, o la quieta morale dei sapienti, si inoltra con Hafez - il più grande lirico della poesia persiana classica, vissuto a Shiraz nel XIV secolo, lo spirito affine che ispirerà il Divano occidentale-orientale di Goethe - l'audace fantasia del folle d'amore, del libertino, del marginale, del sufi più eterodosso. Il fantasma dell'Amico appare nella solitudine della notte, o ai primi bagliori dell'alba, nelle taverne del vino e della depravazione. L'oste è un mago zoroastriano, un iniziatore che guida negli spazi immaginali, nelle segrete pitture della mente, dove appaiono, improvvisamente, gli angelici testimoni dell'Invisibile. Edonismo e mistica, indissolubilmente mescolati, conferiscono alla lirica di Hafez una carica di allusività e di sorpresa, una miracolosa incertezza tra sensibile e soprasensibile, un misterioso entusiasmo: "Vieni o coppiere, quel fuoco sacro scintillante/che sotto la terra Zarathustra ricerca/A me versa, ché nella fede di noi ebbri e ruffiani/ sono uguali gli adoratori del Fuoco del Mondo!".
Sendebar. Il libro degli inganni delle donne
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 216
Il Sendebar è affascinante testimone di un'eredità novellistico-esemplare di probabile ascendenza indiana, giunta nella Spagna cristiano-musulmana lungo due rami, uno occidentale e uno orientale, cui il testo castigliano appartiene. In stretta relazione con la letteratura gnomica della Spagna del secolo XIII, e al tempo stesso intessuto di motivi tipici del folklore universale, il Sendebar documenta il gusto e insieme l'esigenza, assai vivi nell'aristocrazia spagnola dell'epoca, di autorappresentarsi e di delineare un proprio immaginario mediante antichi modelli narrativi di provenienza orientale rielaborati in testi che rivelano una sensibilità narrativa e persino una vocazione romanzesca del tutto nuove.
Beowulf
Libro: Libro in brossura
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 319
Mostri notturni che aggrediscono e terrorizzano; re e popoli scandinavi del V-VI secolo con le loro storie di faide e le istituzioni e i riti e le forme poetiche delle loro bellicose società; un guerriero di eccezionale forza e saggezza di cui vengono raccontate le imprese terminali dell'apprendistato giovanile e della vecchiaia di re: questo è il Beowulf, poema antico inglese contenuto in un manoscritto del 1000 circa. Le sue vicende eroico-teratologiche si svolgono tra sale rilucenti, misteriosi specchi d'acqua, scogliere, tumuli preistorici; il suo racconto apre squarci di lunga portata nel passato e nel futuro, mentre nella seconda parte si modula in elegia sulla labilità esistenziale e storica di individui, stirpi, nazioni.
La rosa e l'usignolo
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 204
Gli amori della rosa e dell'usignuolo formano uno dei più celebri temi cantati da innumerevoli poeti persiani, turchi, arabi, indostani. Nell'usignuolo innamorato che piange, grida, supplica e si dispera di fronte all'altezzosità e all'apparente indifferenza della rosa, è stato visto non solo un simbolo della sofferenza e dell'autopurificazione che ogni autentico amante deve sperimentare prima di attingere all'unione con l'amata, ma anche un paradigma profondo e affascinante dell'amore mistico dell'anima per Dio. Nel poema l'amore dell'ebbro usignuolo, che canta solo per la rosa, appare scandaloso agli altri uccelli che cantano invece per Dio e così essi lo trascinano in tribunale di fronte al profeta-giudice Salomone. Questi, però, capisce che la via dell'amore non è lontana dalla via della profezia e, inaspettatamente, assolve l'usignuolo da ogni accusa restituendolo alla sua prediletta rosa. Amore mistico e amore profano si mescolano inestricabilmente nella più famosa e intrigante "favola teologica" del Medioevo persiano.
Christine de Pizan. Una città per sé
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 120
Christine de Pizan (1365-1430'), veneziana d'origine, può essere considerata la prima scrittrice di professione nel panorama europeo. Costruì la propria identità intellettuale e femminile con la penna, attraverso un "lungo cammino di studio", come lei stessa lo definì. Al centro dell'interesse di studiosi europei e statunitensi, la figura di Christine anticipa in maniera sorprendente alcuni dei punti chiave della riflessione intorno alla scrittura, all'identità e alla genealogia femminili. I saggi compresi in questo volume affrontano alcuni aspetti fondamentali della scrittura di Christine de Pizan: l'esperienza di crescita intellettuale, da un sentirsi inferiore come auctor alla piena consapevolezza di sè; la conquista della scrittura - anche quella per tradizione estranea al mondo femminile - intorno alla storia, alla filosofia, alla politica, alla guerra; le strategie di autorappresentazione nelle miniature e la costruzione di una memoria di sè ; l'ideazione di una città concepita come spazio nuovo tutto al femminile, La Citè des Dames; la critica alle teorie sulla natura della donna; la posizione di Christine all'interno della più ampia querelle des femmes.
L'amore lontano. Testo occitano a fronte
Jaufré Rudel
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 176
Stendhal, Uhland, Heine, Browning, Swinburne, Carducci, Pasolini, Maalouf basterebbe questo parziale elenco di scrittori affascinati dalla biografia leggendaria di Jaufre Rudel per valutare la portata dell’invenzione poetica del trovatore vissuto nella prima metà del XII secolo: l’amor de lonh, l’amore di lontano, su cui è quasi esclusivamente intessuto il suo esiguo canzoniere e che ispira la trama esotica e favolosa della Vida scritta circa un secolo dopo la morte del poeta, ha la ricchezza del mito. Il concetto di amor de lonh trascende l’eventuale dato storico per rappresentare, come in un emblema, il carattere fantasmatico dell’amore, l’imprendibilità della figura femminile. Scacco in qualche modo risarcito dalla mirabile densità dell’immagine poetica: distanza d’amore e poesia si fondono nel segno di una malinconica e aristocratica rinuncia configurando quell’enigmatico "paradosso" colto da Leo Spitzer - interprete acutissimo di Jaufre Rudel e della linea trobadorica che ne deriva - di una passione oscillante fra realtà e irrealtà, passione in cui «la lontananza è consustanziale con il desiderio dell’unione».
Poesie. Testo francese a fronte
Folquet de Marselha
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 248
Quella di Folquet de Marselha, che godette di grande celebrità e influenza nell'ultimo ventennio del XII secolo, è una poesia in cui il tema dell'amore cortese e del servizio alla domna, tipico di tanti trovatori, convive con il rifiuto della sottomissione ad Amore, ad un desiderio irrinunciabile ma irrealizzabile. Nelle canzoni d'amore, di crociata e d'altro tema del suo variegato canzoniere - qui riproposto integralmente - domina il gusto della retorica e dell'argomentazione dialettica, col supporto di una solida architettura sintattica. Lo stile di Folquet è stato apprezzato e imitato specialmente in Italia: da Giacomo da Lentini e da altri poeti della Scuola siciliana, e da Dante, che cita e utilizza una canzone, prima di fare del suo autore il protagonista del IX canto del Paradiso. Un privilegio che Folquet deve al fatto di essere entrato alla fine nell'ordine cistercense e di essere divenuto prima abate, poi vescovo di Tolosa negli anni e nei luoghi della cruenta repressione dei movimenti eretici albigesi.
Canzoni. Testo occitano a fronte
Bernart de Ventadorn
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 168
Le canzoni di Bernart de Ventadorn (XII sec.) sono una delle espressioni più alte della poesia trobadorica. Il suo universo, che è quello dell'amore cortese, si costruisce al di fuori delle convenzioni della religione e della morale, come in uno spazio magico. Dominato dagli spiriti, dalle forze della natura, dal fuoco della visione, ma anche da un ovidiano, teatrale, spiritoso disincanto.
Audigier. Il cavaliere sul letamaio
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 208
Audigier è il giovane protagonista di una chanson de geste che ebbe grande successo in epoca medievale. Le imprese dell'eroe sono raccontate in forma parodistica, con un rovesciamento comico dei motivi tradizionali del romanzo cavalleresco. Le imprese di Audigier sono travolte dal ridicolo ma sotto l'involucro grottesco ripugnante si rintracciano nel romanzo motivi mitologici e relitti di antiche credenze.
Viaggio in tre mari
Afanasij Nikitin
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 199
Il mercante di Tver' Afanasij Nikitin, recatosi in Oriente nel 1466 quasi come rappresentante della nuova Russia di Ivan III, è costretto, in seguito ad alcune disavventure, a migrare per anni tra Persia, India e Arabia. Il suo Viaggio, pur non essendo in diretto rapporto con i grandi avvenimenti del XV secolo, è per molti aspetti un segno del mutamento in atto nella società russa del tempo. Ciò vale anche per il linguaggio di Nikitin, che nella sua struttura anticipa sensibilmente quello moderno; tra l'altro egli ricorre a un miscuglio di parlate orientali quando le sue notazioni sconfinano nel morboso o nel proibito. Il diario di quest'uomo semplice è anche uno spiraglio sulla sua coscienza, sul suo anelito religioso e sulle sue angosce di peccatore. Significativamente, il Viaggio termina con una preghiera, che riproduce in cirillico le parole del Corano. Nikitin non si limita a informare, ma racconta e rivela.
La regalità
Libro
editore: Carocci
anno edizione: 2003
pagine: 288
Nato dalla collaborazione di studiosi di diverse discipline, questo libro vuole essere un contributo alla definizione del significato che la figura regale - nelle sue implicazioni religiose, politiche e letterarie - conserva nella riflessione e nell'immaginario dell'uomo contemporaneo.

