Cesati: Italiano. Passato e presente
Saggi sulla lingua letteraria tra Ottocento e Duemila
Claudio Giovanardi
Libro
editore: Cesati
anno edizione: 2020
pagine: 296
Il volume si divide in due sezioni: italiana e romanesca. Nella prima sono ospitati otto saggi dedicati ai seguenti autori e alle loro opere: Padula, Marinetti, Sem Benelli, Pirandello (uno al commediografo, l'altro al narratore), Luzi (ed è questa la sola "licenza" poetica), Carmelo Bene, Dario Fo. Nella seconda i saggi sono cinque e riguardano autori come Zanazzo, Pasolini (narratore e sceneggiatore), Marè, Affinati e Zerocalcare. I contributi qui raccolti, quasi tutti di carattere monografico, indagano le scelte espressive, i caratteri e le contraddizioni dello stile, la selezione del lessico, le volute della sintassi delle opere esaminate. Ogni autore è presentato attraverso le scelte linguistiche che lo individuano e lo contraddistinguono.
Più di sacro che di profano: alcuni esempi di scrittura femminile
Rita Librandi
Libro
editore: Cesati
anno edizione: 2020
pagine: 218
Gli studi raccolti nel volume trattano aspetti differenti della scrittura femminile. Prevale l'interesse per i testi religiosi, che tra medioevo ed età moderna hanno rappresentato il nucleo essenziale delle opere scritte da donne: l'educazione e le letture devote ne forgiavano, infatti, anche la lingua e, in particolare, il lessico, le immagini e le metafore. Intende, invece, contrastare il pregiudizio che spesso ha accompagnato la scrittura femminile il saggio sul libretto dell'opera prima di Gioacchino Rossini, Demetrio e Polibio, composto da Vincenzina Viganò Mombelli, esperta conoscitrice delle tendenze del suo tempo. Compiono un vertiginoso salto temporale gli ultimi due studi dedicati ai romanzi di Elena Ferrante, scrittrice che, pur rinunciando a commutazioni di codice, riesce a far percepire il suono del dialetto contrapposto all'italiano e a rappresentare, anche attraverso questo contrasto, la conquista ancora faticosa di identità e sapere da parte delle donne.
Così vien poetando l'Ariosto. Strutture sintattiche e strategie retoriche nell'Orlando Furioso di Ludovico Ariosto
Sara Giovine
Libro
editore: Cesati
anno edizione: 2020
pagine: 294
Nel panorama dell'amplissima bibliografia dedicata all'ottava ariostesca, non molto numerosi sono in verità i contributi che abbiano adottato come punto di osservazione privilegiato per lo studio del poema la sua costruzione sintattica, che costituisce invece secondo la critica uno degli aspetti di maggiore originalità del Furioso. Il presente contributo intende quindi offrire uno studio a tutto tondo della sintassi del capolavoro ariostesco, che ne approfondisca i differenti livelli e le diverse forme di interazione con gli altri piani del discorso, a partire dalle questioni più minute, come l'uso dei costituenti della frase semplice, fino ad arrivare all'analisi delle principali modalità di costruzione del periodo complesso e della variegata strutturazione sintattico-retorica del metro (messe in relazione con il ritmo dell'ottava, oltre che con le differenti situazioni narrative dell'opera). L'illustrazione dei principali meccanismi costruttivi della sintassi ariostesca permetterà così di giungere a una più esatta conoscenza di uno degli aspetti che maggiormente marca la distanza tra Ariosto e la precedente tradizione narrativa in ottave.
Versioni d'autore, in prosa e in versi. Lingua e stile delle traduzioni novecentesche
Pietro Benzoni
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2018
pagine: 233
La storia della lingua e della letteratura italiana è fatta anche di traduzioni e rifacimenti da altre lingue. E questo, in forme peculiari, lungo il Novecento, quando si afferma una figura di poeta che è insieme traduttore e critico, e le versioni d'autore acquistano una rilevanza nuova. Di tale storia i saggi qui raccolti costituiscono altrettanti capitoli. A essere analizzate sono le versioni di grandi classici della letteratura francese (da Baudelaire a Proust, da Zola a Celine, da Flaubert a Maupassant): versioni che poeti come Sbarbaro, Caproni e Raboni hanno approntato con spirito emulativo, se non demiurgico, consapevoli dell'intrinseca diversità delle strumentazioni linguistiche e delle tradizioni di riferimento. Come trasporre l'"alexandrin" di Baudelaire in metrica italiana? Quali i possibili equivalenti dell'"argot" e del "français populaire" di cui si serve Céline nelle eversive partiture del suo fraseggio? E fino a che punto le abnormi grandiosità del periodare proustiano trovano naturale accoglienza nella nostra prosa letteraria? Sono alcune delle questioni che vengono qui discusse; attraverso analisi contrastive che volentieri si arricchiscono di più termini di confronto - il testo originale e le sue differenti versioni, la traduzione e l'opera in proprio - e sempre s'interrogano sul valore (e il piacere) del testo letterario.
Sulla lingua di Leonardo. E altri studi dai libri d'abaco a Galileo
Paola Manni
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2024
pagine: 418
Il volume è dedicato agli albori della tradizione tecnico-scientifica italiana da Leonardo a Galileo, passando per la cultura abachistica e la Summa di Luca Pacioli. Il nucleo più cospicuo dei contributi è incentrato sulla lingua di Leonardo da Vinci, indagata attraverso il corpus dei suoi autografi, depositari di una vera miniera terminologica, ma anche testimonianza di una scripta dai caratteri peculiari, che richiede di essere esplorata a fondo sotto l’aspetto grafico, fonomorfologico e sintattico-testuale. Direttamente connessi al lessico della meccanica leonardiana, e utili al suo inquadramento storico, l’ampio studio sulla terminologia delle macchine nei testi a stampa di epoca rinascimentale, e il saggio che, muovendo da alcuni termini galileiani, ne mette a fuoco la linea di continuità che li lega alla produzione del Vinciano. Nel volume è compreso anche un intervento che l’Autrice ha dedicato a Galileo accademico della Crusca e alle prime definizioni di stampo galileiano che entrano nel Vocabolario.
La lessicografia italiana dell'Ottocento. Bilanci e prospettive di studio
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2023
pagine: 307
Negli ultimi vent’anni le ricerche sulla lessicografia italiana dell’Ottocento hanno mostrato una notevole vivacità e hanno condotto a importanti acquisizioni su temi e àmbiti di varia natura e portata. Il 24 e il 25 maggio 2022, presso l’Università “Gabriele d’Annunzio” di Chieti-Pescara, si è tenuto il Convegno La lessicografia italiana dell’Ottocento: bilanci e prospettive di studio, di cui il volume presenta gli Atti. Si è inteso fare il punto sugli studi nel settore e, allo stesso tempo, offrire uno stimolo per l’approfondimento di opere e temi finora meno frequentati, concentrando l’attenzione sull’ampia produzione di vocabolari monolingui del XIX secolo ma allargando lo sguardo anche alla lessicografia dialettale. Il volume riproduce la suddivisione del Convegno in tre sessioni: la prima parte è dedicata ad alcune importanti imprese lessicografiche del primo Ottocento (Tramater, Crusca, repertori puristici), la seconda a particolari tipologie di dizionari che nel corso del secolo conoscono un’evoluzione sostanziale delle proprie caratteristiche (metodici, settoriali, etimologici) oppure mostrano grande vitalità editoriale e successo sul piano commerciale, la terza al Tommaseo-Bellini e alle numerose opere di ispirazione manzoniana apparse dopo l’Unità (dai vocabolari dell’uso a quelli di sinonimi).
Il piacere del significante. Dalla commedia delle lingue alla lingua ipermedia
Giuseppe Antonelli
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2022
pagine: 364
Il piacere del significante, per chi studia la lingua, è innanzitutto piacere della scoperta. Il piacere di smontare la forma di un testo per individuare, nella stratificazione dei livelli linguistici e delle singole scelte di stile, alcune costanti che siano – appunto – significative. La scoperta che scaturisce da una parola, da una frase, da un ritmo. L’idea che ogni elemento della forma possa contenere in sé tanti contenuti: tante informazioni – in certi casi, persino rivelazioni – sul presente e sul passato. In quest’ottica, cinque secoli di prosa letteraria possono essere indagati solo seguendo percorsi non lineari che – soffermandosi su momenti, autori e generi diversi – disegnano una storia linguistica mossa e frastagliata. Al centro di questo volume ci sono tre saggi dedicati rispettivamente alla riflessione sette-ottocentesca sul modello linguistico del Petrarca, alla riflessione metalinguistica di Manzoni nei Promessi sposi e ai riflessi della simulazione di parlato nella narrativa tardonovecentesca. Ai due estremi c’è il diverso lavorìo stilistico della commedia del Cinquecento e della narrativa di fine Novecento: dalla «commedia delle lingue» alla «lingua ipermedia». In mezzo, una serie di piccole monografie che tratteggiano il mutare di mode e stili. Dall’illuminismo della prima traduzione italiana di Candide al rococò dei paesaggi di Aurelio Bertola, dall’anticato dei romanzi storici di Maria Bellonci fino al minimalismo della «lingua domopak» di Andrea De Carlo. In un libro che cerca il senso della letteratura indagando la sua forma, il saggio iniziale è dedicato al particolarissimo senso del nonsenso tutto affidato alla creatività linguistica: più che un’introduzione, una dichiarazione d’intenti.
Scugnizzo. Una storia italiana
Nicola De Blasi
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2018
pagine: 184
Lanciata dalle cronache del quotidiano «Il Mattino» e dalla letteratura, la parola scugnizzo si diffonde rapidamente nell'Italia del Novecento, veicolata anche da canali tipici della modernità (teatro, canzoni, cinema), in una storia in cui entrano poeti e cronisti, poliziotti e criminologi, attori e cantanti, ricchi filantropi e sacerdoti, ma anche i futuristi e gli eroici scugnizzi delle Quattro Giornate di Napoli del 1943. Attraverso le testimonianze di fonti diverse, questo libro ricostruisce la storia di scugnizzo a partire dal dramma sociale dell'infanzia abbandonata, che in diverse città europee (Londra, Napoli, Milano, Torino, Firenze) si trovava a stretto contatto con la malavita. Proprio ascoltandola dai bambini di strada il poeta Ferdinando Russo (1866-1927) scoprì la parola scugnizzo come voce del gergo, da lui in precedenza mai sentita in napoletano. I dati storici e ambientali incoraggiano ora una nuova ipotesi etimologica orientata a sondare la particolare creatività del lessico gergale e delle sue motivazioni semantiche.
Storia, lingua e filologia della poesia antica. Scuola siciliana, Dante e altro
Rosario Coluccia
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2016
pagine: 271
Il libro analizza due manifestazioni fondamentali della poesia antica, le liriche della Scuola siciliana (considerate nella prospettiva del trasferimento delle stesse dal Sud al Nord) e la "Divina Commedia". Il momento fondante della tradizione letteraria italiana e le fasi immediatamente successive di esso costituiscono il presupposto sul quale si innesca l'opera dantesca, che consacra in maniera irrevocabile il predominio del toscano letterario su tutti gli altri volgari d'Italia. Dante agisce su più livelli: opera una selezione del lascito ricevuto dai rimatori più antichi, introduce elementi desunti dalla lingua del suo tempo e del suo ambiente, forgia con il suo genio moltissime parole ed espressioni nuove: di fatto consegna alle generazioni successive il patrimonio lessicale e linguistico che rappresenta il nucleo ampio dell'italiano moderno. Il costituirsi della lingua si comprende a fondo se i testi (non autografi) vengono esaminati alla luce della variabilità della tradizione manoscritta. In tal modo l'indagine filologica diventa elemento di comprensione della verità fattuale e base per la ricostruzione storica di fenomeni che caratterizzano l'Italia nella seconda metà del Duecento e nei primi anni del Trecento.
L'autunno della tradizione. La forma poetica dell'Ottocento
Sergio Bozzola
Libro: Copertina morbida
editore: Cesati
anno edizione: 2016
pagine: 160
In questo libro si propone di rileggere i poeti maggiori e minori dell'Ottocento per verificare le vicende della forma poetica italiana in una sua fase cruciale: quella della sua crisi e della sua progressiva decadenza, verso il rinnovamento formale della modernità. Viene così preso in esame nel suo insieme per la prima volta l'autunno del classicismo italiano, verificato mediante il contatto ravvicinato con i testi poetici, da Leopardi ai primi anni del nuovo secolo. I segnali di questa crisi sono talora minimi e quasi impercettibili, altre volte evidenti se non proprio esibiti: nel primo caso rappresentano i primi sommovimenti criptici, le scosse preparatorie del sisma che travolgerà la forma e la cultura europea fra Otto e Novecento; nel secondo caso ne sono una sorta di anticipazione programmatica e libresca (i primi esperimenti di verso libero). La metrica e la lingua divengono così il terreno elettivo di una interpretazione complessiva della forma poetica italiana all'alba della modernità.
L'italiano fuori d'Italia
Francesco Bruni
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2014
pagine: 270
Durante il Rinascimento l'Italia ha esportato cultura umanistica e nuovi linguaggi nelle arti figurative e nell'architettura. Prima tra le lingue europee, l'italiano si dota di regole grammaticali e di un grande dizionario. Non è questa l'unica linea della sua storia: nel mondo plurilingue del Mediterraneo tra XVI e XVIII secolo l'italiano è impiegato per le transazioni marinaresche, anche in assenza di interlocutori italiani. Ancora, l'italiano ha avuto ripetuti, inaspettati impieghi nella diplomazia dei Balcani e nell'Oriente della Turchia Ottomana. La vita avventurosa di Lord Byron, conclusasi in Grecia, è un'altra chiave di accesso (non l'unica) che spiega perché sia redatto in italiano il documento che fonda la legittima proprietà delle sculture del Partenone da parte del British Museum. Con la sua leggerezza l'italiano, privo del sostegno di uno stato (almeno fino alla svolta dell'Unità d'Italia, e qualche volta anche oltre), è presente in ambienti diversi da quelli studiati tradizionalmente, con risultati che invitano a una revisione seria del luogo comune secondo cui la lingua nazionale sarebbe stata confinata, prima dell'Unità, a un ruolo quasi esclusivamente libresco.
Parole: al muro e in scena. L'italiano esposto e rappresentato
Paolo D'Achille
Libro: Copertina morbida
editore: Cesati
anno edizione: 2013
pagine: 383
Il volume raccoglie una serie di saggi (compreso un inedito) che vertono su due temi: le scritture esposte e la lingua del teatro. Nel primo caso si va dalle epigrafi della Roma medievale alle scritte pittoriche laziali tre-quattrocentesche; dalle iscrizioni commemorative otto-novecentesche di alcuni centri urbani ai monumenti ai caduti della Grande Guerra. Nel secondo caso si considerano libretti di melodrammi sette-ottocenteschi, commedie e drammi, ma anche scenette e monologhi, che si snodano per tutto l'arco del Novecento.