Cronopio: Tessere
L'avanguardia dei nostri popoli. Per una filosofia della migrazione
Libro: Copertina morbida
editore: Cronopio
anno edizione: 2020
pagine: 168
"I profughi costretti di paese in paese rappresentano l'avanguardia dei loro popoli". Hannah Arendt scriveva queste parole nel famoso articolo del 1943 "We Refugees", aggiungendo che "il consesso dei popoli europei è andato in pezzi quando, e perché, ha permesso che i suoi membri più deboli fossero esclusi e perseguitati". Nell'epoca delle migrazioni climatiche, delle nuove esclusioni e dei nuovi razzismi, anche ambientali o legati alla pandemia, la diagnosi arendtiana non solo non ha perso nulla della sua attualità ma suggerisce strategie interpretative inusuali, esige che la stessa nozione di popolo sia nuovamente interrogata. Attraversando le discipline, spaziando dalla critica dell'integrazione alle riflessioni sul colonialismo, indagando i dispositivi di produzione degli apolidi o le moderne teorie e pratiche di esclusione del diverso, riflettendo sulla potenza testimoniale delle immagini e sulla violenza paranoide delle attuali chiusure identitarie, il volume, a cura di Andrea Cavalletti e Gianluca Solla, concepisce la filosofia delle migrazioni nel senso del divenire migrante dei nostri popoli. Proprio oggi, quando il dominio capitalistico ha reso le nostre vite invivibili, le figure del rifugiato e del perseguitato indicano paradossalmente l'unica sopravvivenza possibile.
Una lingua gentile. Storia e grafia del napoletano
Nicola De Blasi, Francesco Montuori
Libro: Copertina morbida
editore: Cronopio
anno edizione: 2020
pagine: 204
Poeti, scrittori, pubblicitari, parolieri, attori, commediografi avvertono l'esigenza di scrivere in napoletano. Una vigorosa tradizione letteraria fa sentire ancora oggi il suo prestigio, mentre si moltiplicano le situazioni comunicative che spingono verso la vivacità e l'informalità della lingua parlata. A questo punto sorge però il problema della scrittura: con un chiarimento sulla nozione di dialetto e con una prima informazione sulla nascita della letteratura in napoletano, questo libro offre un prontuario ortografico, presentando un dispositivo di regole, ben definite ma anche elastiche, utili come strumento di riferimento facilmente adattabile ad altri dialetti della Campania. Da questo punto di vista, alcune iniziative istituzionali avviate per la salvaguardia delle varietà locali possono sollecitare non tanto una improponibile imposizione dell'uso del dialetto "in nome della legge", quanto una forma di conoscenza non angusta, che favorisca anche una più ampia riflessione storica e linguistica.
La morte del poeta. Potere e storia d'Italia in Pasolini
Bruno Moroncini
Libro: Libro in brossura
editore: Cronopio
anno edizione: 2019
pagine: 200
Alla fine degli anni sessanta Pasolini scopre di essere affascinato dal potere: ciò che ha sempre combattuto, e che lo ha combattuto a sua volta con discriminazioni, aggressioni e processi, e incastrato dentro di lui, condiziona suoi comportamenti e contamina il suo desiderio di ribellione. Inizia allora da parte dì Pasolini una ricerca, che raggiungere il suo culmine nella stesura di "Petrolio", sui meccanismi con i quali il potere si insinua nella psiche dei soggetti. Facendo ricorso alla psicoanalisi freudiana Pasolini individua nell'infanzia l'origine dei vincoli che legano gli individui al potere e nella scissione dell'io il dispositivo psichico che quel vincolo consolida e perpetua. Di qui la valorizzazione del "fantasma masochista" per erodere le basi su cui si riproduce l'ingiusto legame sociale, ma anche l'interrogazione pressante sulla vocazione alla poesia e sul ruolo della letteratura, sulla loro capacità, una volta rinnovate, di contribuire a sciogliere i "vincoli puerili" con il potere, a combatterne il fascino.
Raymond Chandler. L'indagine della totalità
Fredric Jameson
Libro: Copertina morbida
editore: Cronopio
anno edizione: 2018
pagine: 140
Cosa racconta il romanzo poliziesco americano nel suo incedere narrativo? Fredric Jameson parte da questa domanda per condurre un'indagine critica che, a volo radente, attraversa le forme culturali, i tratti sociali, gli aspetti economici messi in prosa dalle opere di Raymond Chandler, lo scrittore che più di altri ha contribuito a trasformare i racconti nati sulle riviste puip in un genere letterario in grado di impostare la propria Tradizione: l'hard boiled. Nei suoi romanzi - che hanno attraversato e oltrepassato il Novecento conservando intatto tutto il loro fascino - Chandler racchiude ed esprime della propria epoca, già storicizzata, il pathos di un mondo in bilico, che Jameson restituisce nell'intreccio tra arcaismo e modernizzazione di massa, e rielabora nella contrapposizione tra spazi urbani e naturali, grande stile e paraletteratura, frammentazione in episodi e unità narrativa, dettaglio e ritratto d'insieme. I romanzi di Chandler, disposti uno accanto all'altro nell'analisi sinottica di Jameson, giungono infine a comporre un unico grande polittico al nero.
Cosmopoliti di tutti i paesi, ancora uno sforzo!
Jacques Derrida
Libro
editore: Cronopio
anno edizione: 2005
pagine: 56
Corpus
Jean-Luc Nancy
Libro: Libro in brossura
editore: Cronopio
anno edizione: 2004
pagine: 108
In questo libro Nancy enumera i modi in cui la religione occidentale si è impegnata a sacrificare quel corpo che pure ha inventato: corpo sottomesso al senso, allo spirito, corpo come incarnazione. Ma così proprio la familiare estraneità del corpo è rimasta impensata. E con il corpo non è stata pensata l'esistenza, perché per Nancy i corpi sono "l'atto stesso dell'esistere, l'essere".
Politica e metafisica. Tentativi filosofici in politica
Erich Unger
Libro
editore: Cronopio
anno edizione: 2008
pagine: 70
Ensemble Dissonanzen. Trent'anni di musica contemporanea
Francesca Odilia Bellino, Antonio Mastrogiacomo
Libro: Libro in brossura
editore: Cronopio
anno edizione: 2025
pagine: 300
Le scritture del Grande Infante. Sull’opera-vita di Enzo Moscato
Libro: Libro in brossura
editore: Cronopio
anno edizione: 2025
pagine: 196
L’idea di un libro collettivo dedicato alle scritture di Enzo Moscato è sopraggiunta prima della sua scomparsa, portata dal desiderio innanzitutto di ringraziare Moscato in vita, in sua presenza, per il dono di una scrittura cosmica liberatrice, amica, tra gli altri, di quelle di Artaud, Genet, Copi, nonché di tutte le altre, di varia natura, che ha liberamente tradotto, così da stabilire, attraverso la relazione con l’estraneo, un rapporto del tutto inventivo con la tradizione teatrale, e non solo, napoletana. Si trattava anche di segnalare che a Napoli viveva non solo un’ineguagliabile appartata creatura del Teatro, ma uno scriba che si dedicava a un’incessante invenzione di scritture teatrali, letterarie, semiologiche, filosofiche, musicali, di cui offrono qualche testimonianza gli inediti qui pubblicati. Un’invenzione non separabile dalla creazione di una lingua irriducibile alla lingua materna, fatta esplodere e così in qualche modo riconsegnata agli iniziali turbamenti, alle inedite sonorità e incisioni che l’apprendimento del linguaggio produce, straniero, sul e nel corpo dell’infante. Il libro è stato pensato con Moscato, sempre presente, fino a qualche mese prima della scomparsa, a tutte le discussioni, talvolta anche in compagnia delle amiche e amici della sua opera-vita. Dopo la sua morte l’elaborazione, intristita dall’assenza, è proseguita e si è conclusa con l’invio dei testi di Gerardo Guccini e Antonio Latella, individuati con Moscato tra coloro che, lontani da Napoli durante la gestazione del libro, avrebbero dovuto testimoniare, con uno sguardo esterno, il loro rapporto con le sue scritture, compresa quella di scena. Con una polaroid di Patrizio Esposito.
Quann’ uno aspett’ a Dodò. Una tragicommedia in due atti. Testo napoletano a fronte
Samuel Beckett
Libro: Libro in brossura
editore: Cronopio
anno edizione: 2024
pagine: 230
Anche se di traduzioni a stampa di “Godot” in napoletano non pare ce ne siano state sinora, c’era davvero bisogno di un ulteriore intervento traduttivo? La risposta è assolutamente no e assolutamente sì. Assolutamente no, perché il testo ha raggiunto una diffusione talmente capillare da poter essere considerato ormai translinguistico e transculturale, in linea con la fisionomia culturale del suo autore. Assolutamente sì, perché Beckett ha coltivato e dato prova di una competenza transculturale che sollecita al confronto con un testo ‘aperto’ (cioè le presupposizioni culturali sono ridotte all’osso) le potenzialità di una lingua/dialetto come il napoletano, anch’esso virtualmente ‘aperto’ ma quasi sempre resosi disponibile, di fatto, a un repertorio per così dire domestico, familiare, un repertorio da intra moenia che ha nondimeno attraversato confini e barriere culturali inimmaginabili per altre lingue/dialetti altrettanto domestici e familiari. Questa edizione di “Aspettando Godot “, con testo italiano a fronte, è ispirata liberamente alle lingue di partenza delle edizioni francese, inglese e italiana, e nasce dal tentativo di verificare le potenzialità espressive dei quattro personaggi della pièce (Pozzo, Lucky, Estragone e Vladimiro, qui chiamati rispettivamente Popó, Lulù, Gogó e Didì, mentre Godot diventa Dodó) e le trovate ‘filosofiche’ delle tre lingue di partenza in quelle del napoletano.
∃x(fx) logica della decisione
Felice Cimatti
Libro: Libro in brossura
editore: Cronopio
anno edizione: 2024
pagine: 148
Fare filosofia significa, prima di tutto, occuparsi del linguaggio e delle lingue. Quando pensiamo a qualcosa, ma anche quando semplicemente percepiamo qualcosa, il “qualcosa” che percepiamo e a cui pensiamo è stato percepito e pensato attraverso la mediazione, tanto più invasiva quanto meno avvertita, dei pensieri che prendono forma nella lingua in cui pensiamo. E questo significa che non è possibile separare l’ontologia – il sapere relativo a ciò che è – dalla teoria del linguaggio, cioè dai discorsi su ciò che c’è. L’essere, per l’animale che parla, è inseparabile da quello che se ne dice. Ma che cos’è, propriamente, che c’è? C’è, per l’animale che parla ed è parlato dal linguaggio, ciò che lo stesso linguaggio ha deciso, sovranamente, che ci sia. È questa l’originaria e inaggirabile violenza del linguaggio, che non è quella contenuta in alcune particolari espressioni (ad esempio il cosiddetto hate speech), come se in linea di principio potesse esistere un modo di parlare non violento e neutrale; la violenza è insita nello stesso dispositivo linguistico, nella ‘sua’ decisione di dire il mondo in un certo modo anziché un altro. In questo senso, come diceva Roland Barthes, il linguaggio è fascista.
Giornale notturno (2006-2012). Volume Vol. 5
Jan Fabre
Libro: Libro in brossura
editore: Cronopio
anno edizione: 2024
pagine: 310
Resoconto delle varie attività febbrili e insonni di Jan Fabre, anche questa quinta parte del “Giornale notturno” è inframmezzata da fulminee riflessioni sul processo creativo, il senso dell’arte, la ricezione delle sue opere, il clima culturale e artistico fiammingo, il rapporto con i performer della sua compagnia teatrale, le inquietudini, i dissensi con se stesso e le insicurezze che lo assalgono. Indistruttibile e pressante poi è il desiderio di disegnare, la passione per la coreografia e il gesto danzante, ossia per la scrittura dello spazio. In questo “Giornale” spiccano, tra gli altri molteplici accadimenti, l’esposizione dei suoi lavori in Giappone, Cina, Corea, Cile, Croazia; l’incontro a New York con Marina Abramovic, Bob Wilson e Bjork; la messa in scena della prima dello spettacolo di teatro-danza a Napoli; l’intenso apprezzamento per l’arte di Romeo Castellucci; l’invito alla Biennale di Venezia; le manifestazioni di protesta suscitate dai suoi spettacoli radicali.