DeriveApprodi: I libri di DeriveApprodi
Lo schiavo americano dal tramonto all'alba
George Rawick
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2022
pagine: 272
Scritto all’inizio degli anni Settanta, sulla scena dei movimenti americani per il Black Power, il libro di George Rawick ricostruisce la vita dello schiavo dal tramonto all’alba, descrivendo la sua quotidianità e i suoi percorsi biografici e analizzando la sofferenza e le pratiche che hanno formato la comunità africano-americana e contribuito alla sua liberazione. Il volume si basa su un vastissimo progetto di storia orale, con migliaia di interviste a ex schiavi prima e dopo la guerra civile americana. Rawick mostra come lo schiavo americano non sia stato una semplice vittima, ma protagonista di lotte e sovversione. Il libro ha imposto una svolta radicale nello studio della società americana e della schiavitù. Prefazione di Bruno Cartosio, uno tra i principali storici e studiosi internazionali degli Stati Uniti.
Tecnoutopie
Benedetto Vecchi
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2022
pagine: 112
Internet alimenta utopie di mondi perfetti, ma anche le distopie di un mondo in crisi permanente con le caratteristiche dell’apocalisse sociale, culturale e ambientale. Internet è un mezzo di produzione nonché una infrastruttura globale. È diventata una risorsa pervasiva del vivere in società, ma fornisce anche la nuova materia viva di un immaginario che invoca con disinvoltura la fusione tra macchine digitali e cervelli umani: sogno o incubo di una frontiera elettronica in cui si può spacciare per futuro prossimo la possibilità di una società dell’abbondanza per immortali che hanno reso il corpo e la materia organica residui passivi di un passato scandito dalla penuria. Cambia così il mondo del lavoro, dove uomini e donne sono ingabbiati in bacini deterritorializzati, dove i konwledge workers convivono con facchini della logistica, ricercatori, «creativi» e operai industriali. Quello del web è cioè l’universo concentrazionario della precarietà. Internet è però anche l’atelier dell’opinione pubblica, fiorente settore produttivo saldamente nelle mani dei social network, potente e permanente dispositivo di controllo sociale. Internet è il paradigma di quel capitalismo che alterna promesse di libertà e costituzione di confini e muri che segmentano e rafforzano le differenze di classe su scala planetaria. Le forme di resistenza vanno dunque cercate in quella totalità concreta che ha vaporizzato le frontiere tra la realtà dello schermo e quella fuori.
La polizia della storia, La fabbrica delle fake news nell'affaire Moro
Paolo Persichetti
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2022
pagine: 240
La storia delle Brigate rosse e del rapimento Moro, avvenuta nella primavera del 1978, è disseminata di ipotesi che cercano di spiegare quanto accaduto con gli argomenti più improbabili, dal coinvolgimento dei servizi segreti e la complicità di Stati stranieri alla mistificazione dei fatti. Paolo Persichetti, ricercatore di storia, da anni porta avanti un’accurata indagine volta a fornire una ricostruzione affidabile e coerente degli eventi. Avvalendosi degli strumenti della ricerca storica – il vaglio degli archivi, la raccolta delle testimonianze e un lavoro ostinato – Persichetti ha via via smontato le narrazioni complottiste e messo in luce le numerose lacune delle commissioni parlamentari che si sono occupate del tema.
Abbiamo fatto un sindacato. Enrico Lanza: una vita dalla parte dei lavoratori
Luca Perrone
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2022
pagine: 290
"Abbiamo fatto un sindacato" è una storia collettiva, una storia di lotte di fabbrica, prima sull'onda della grande offensiva operaia degli anni Sessanta e Settanta, poi per difendere i lavoratori sempre più precari. Ma è anche la biografia sindacale di Enrico Lanza, ripercorsa in questa lunga intervista. Entrato in Fiat nel 1962, l'anno della rivolta di piazza Statuto a Torino, Lanza vive l'Autunno caldo al Lingotto, partecipa all'esperienza unitaria dell'Flm e al sindacato dei consigli. Licenziato nel 1976 da una piccola fabbrica della cintura torinese, che risponde al suo licenziamento con un mese di occupazione, diventa operatore sindacale per la Fim, i metalmeccanici della Cisl, negli anni del protagonismo operaio. Si oppone all'involuzione del sindacato cattolico, che era stato capace di intercettare istanze radicali, dall'egualitarismo alla riduzione dell'orario di lavoro al sindacato unitario dei consigli. Nel 1995 decide di uscire dalla Cisl ed è tra i fondatori dell'Associazione lavoratori del pinerolese, un sindacato di base, autorganizzato, a base territoriale, di cui è stato a più riprese presidente. Segue le fabbriche in crisi, i movimenti contro la guerra, la lotta No tav della val di Susa e sostiene gli immigrati che attraversano i confini. Nei ricordi di Lanza emergono le lotte dell'Indesit, della Beloit-Pmt, della Riv-Skf, della Fiat di Villar, della Manifattura di Perosa e della Cascami seta: volti, storie e vite di lavoratrici e lavoratori che hanno animato il conflitto sociale di un territorio non pacificato.
Apartheid in Palestina. Origini e prospettive della questione palestinese
Gabriel Traetta
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2022
pagine: 256
Questo volume analizza gli avvenimenti che hanno portato alla nascita della questione palestinese e affronta i temi del sistema di protezione internazionale dei rifugiati e della responsabilità della comunità internazionale nell'implementazione di tale sistema, fino ad arrivare alla costituzione del regime di apartheid instaurato da Tel Aviv ai danni del popolo palestinese. Il testo, oltre a decostruire la «storia scritta dai vincitori», passa al vaglio la produzione di conoscenza, in particolare quella geografica e cartografica, che funziona come strumento utile a perpetuare una posizione egemonica nell'esercizio del potere. Partendo dall'analisi dello scenario presente, il saggio si conclude con un approfondimento sulla campagna di equiparazione tra antisionismo e antisemitismo e una riflessione sulle prospettive future della questione palestinese.
I senza nome. Il Servizio d'ordine e la questione della «forza» in Lotta continua
Fabrizio Salmoni
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2022
pagine: 304
Questo libro su Lotta continua racconta una «storia diversa». Per l'autore, infatti, quelle che la precedono esprimono storie «viziate», concentrate quasi esclusivamente sulle elaborazioni e le scelte politiche del gruppo dirigente, incapaci di dare conto di cosa fosse in concreto Lotta continua, di come agissero e si organizzassero «i senza nome» evocati nel titolo, ovvero i militanti di base che ne costituivano l'ossatura e ne garantivano la capacità di intervento. Al centro del libro sta la rivendicazione del ruolo di Lotta continua come principale organizzazione dell'area rivoluzionaria nella prima metà degli anni Settanta. Un'organizzazione che poteva vantare una presenza in tutti gli ambiti dello scontro sociale, dalle fabbriche alle scuole e ai quartieri proletari, dalle lotte sulla casa a quelle dei detenuti e dei militari di leva. È in questo contesto che l'autore inserisce le vicende del Servizio d'ordine legandole all'elaborazione teorica e politica della questione della «forza», intesa come il terreno su cui si giocava la possibilità, per i movimenti di classe, di esprimersi e di raggiungere i propri obiettivi. Per questo, l'autore rivolge una dura critica ai gruppi dirigenti nazionali e locali: ben prima della crisi sfociata nello scioglimento finale, essi avrebbero maturato l'intenzione di trasformare Lc in una formazione politica meno «militante» e più attenta agli equilibri politici generali, disposta al confronto «critico» con le forze democratiche riformiste e pronta a entrare a qualunque costo in parlamento, abbandonando così ogni prospettiva rivoluzionaria.
Gli autonomi. Volume Vol. 10/1
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2022
pagine: 320
Le diversificate e complesse vicende dell'Autonomia operaia nel Meridione raccontate da una pluralità di voci – intellettuali, operai, disoccupati, studenti, femministe – attraverso un decennio di lotte e organizzazioni, di contraddizioni e limiti. La storia sconosciuta degli anni anni Settanta al Sud, rimossa dalla politica e dalla cultura istituzionali, omologata nello stigma del «terrorismo». Gli autonomi meridionali non ebbero la fabbrica e l'operaio della catena di montaggio come elementi centrali del proprio intervento politico. La loro azione si concentrò nella dimensione urbana e sui territori, i soggetti di riferimento costituivano l'allora nascente «operaio sociale». L'immutabile staticità, cui lo Stato continuava a inchiodare il Sud, veniva rotta da pratiche che rievocavano lo spettro dei briganti dell'Ottocento, a suon di sollevazioni e contestazioni a preti, politici e padroni. In quel Mezzogiorno che si voleva narcotizzato sorsero così collettivi autonomi che diedero vita a lotte e rivendicazioni che segnarono un'intera generazione, con un prolifico lavoro culturale costituito da riviste, opuscoli, giornali, radio diffuse.
«Quaderni del Territorio». Dalla città fabbrica alla città digitale. Saggi e ricerche (1976-1981)
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2021
pagine: 144
La rivista «Quaderni del Territorio» è stata promossa negli anni Settanta da collettivi di architetti, urbanisti e ricercatori di diverse discipline operanti in molte università italiane, impegnati nelle mobilitazioni sociali di quegli anni, che hanno declinato con rigore scientifico il pensiero operaista nell'interpretazione delle trasformazioni urbane e socio-territoriali come esito del conflitto di classe. Ne è emerso un vasto e approfondito affresco dei processi di ristrutturazione capitalistica del territorio a livello sia regionale (decentramento produttivo, fabbrica diffusa, terziarizzazione delle aree centrali) sia planetario (sistemi globali di produzione, metropoli del comando e della tecno-finanza), della nuova composizione sociale del lavoro con lo sviluppo del lavoro autonomo e precario, dei grandi processi migratori nel Sud-est del mondo, delle crescenti povertà e delle nuove forme e obiettivi assunti dai conflitti, sempre più articolati al livello sociale e territoriale. Per discutere dell'eredità culturale dei «Quaderni», nel passaggio dalla «città fabbrica» alla «città digitale», all'introduzione del curatore e agli scritti di autori interni alle redazioni (Silvia Belforte, Giancarlo Capitani, Achille Flora, Pietro Laureano, Ottavio Marzocca) si sono aggiunti i contributi di autori «esterni» (Sergio Bologna, Aldo Bonomi, Giuseppe Dematteis, Claudio Greppi), testimoni importanti, con diversi approcci disciplinari, delle vicende politico-culturali di allora.
Oltre la grande bellezza. Il lavoro nel patrimonio culturale italiano
Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2021
pagine: 176
Come si lavora nel settore del patrimonio culturale dove il primo datore di lavoro è lo Stato? Quali sono le cause che hanno permesso a un comparto ad alto grado di specializzazione, e che ha beneficiato fino al 2019 di una crescita imperterrita del turismo, di divenire una fucina di sfruttamento e povertà? Perché il collasso del sistema portato dai lockdown non è stato accompagnato da una riflessione e da misure adeguate da parte delle istituzioni? Sono alcune delle domande cui risponde questo volume, nato dall'esperienza quinquennale del collettivo «Mi Riconosci? Sono un professionista dei beni culturali», oggi movimento nazionale e punto di riferimento per migliaia di lavoratrici e lavoratori del settore. Il sistema culturale italiano contemporaneo viene letto attraverso l'analisi delle condizioni di lavoro, le discriminazioni di genere e di provenienza sociale, il caos dei percorsi formativi e lo sviluppo del sistema di privatizzazioni affermatosi dagli anni Novanta, con particolare attenzione al lavoro gratuito e al ruolo delle fondazioni di partecipazione per il controllo del patrimonio culturale pubblico. Il collettivo Mi Riconosci? elabora, dunque, una proposta di riforma del sistema turistico e la creazione di un Sistema Culturale Nazionale che cambi i paradigmi di gestione dei luoghi della cultura pubblici, andando verso principi di gratuità e inclusione.
Sulla riproduzione della capacità umana vivente. L'industrializzazione della soggettività
Romano Alquati
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2021
pagine: 224
Romano Alquati è stato un sociologo e militante, figura centrale dell'operaismo politico italiano. Il suo nome è legato a elaborazioni teoriche capaci di leggere le trasformazioni industriali e le lotte operaie del decennio Settanta. Conosciuto per la sua «conricerca», un metodo di analisi dei processi sociali che attinge all'antropologia e alla storia orale, negli anni Ottanta e Novanta si è impegnato nella costruzione di un'interpretazione complessiva del capitalismo contemporaneo. Alquati scrive Sulla riproduzione della capacità umana vivente al giro di boa del millennio. Negli anni dell'espansione della globalizzazione capitalistica e del breve ciclo del movimento no global, dello sviluppo della new economy e della sua crisi, dei dibattiti su neoliberismo, postfordismo, fine del lavoro. In una direzione differente, Alquati propone un'ipotesi forte: la riproduzione di quella che viene chiamata forza lavoro e lui definisce capacità lavorativa umana vivente, merce principale del capitalismo, sta diventando luogo diretto della valorizzazione di capitale e di dominio. Riprodurre capacità umana è dunque un lavoro: quando riproduciamo gli altri e quando riproduciamo noi stessi. La riproduzione di cui parla l'autore non è solo lavoro di cura o lavoro delle donne: è un lavoro trasversale, sottoposto a un processo di forte industrializzazione, centrale anche per ogni ipotesi di fuoriuscita dall'esistente.
Gli autonomi. I «padovani». Dagli anni Ottanta al G8 di Genova 2001. Volume Vol. 9
Gian Marco De Pieri, Piero Despali, Max Gallob, Vilma Mazza
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2021
pagine: 208
Dopo il volume V della serie Gli autonomi, dedicato all'autonomia vicentina e il volume VI, concentrato sulle vicende dei collettivi politici veneti negli anni Settanta, questo è il racconto dell'evoluzione dei movimenti autonomi del Nord-Est dagli anni Ottanta agli anni Duemila, fino agli eventi delle giornate del G8 di Genova. La narrazione corale, da parte di alcuni dei protagonisti di questi decenni densi di lotte, racconta la vicenda politica di un movimento che dalla città di Padova arriva a diffondersi in Italia e in Europa, fino a intrecciarsi con il movimento zapatista del Chiapas messicano e con l'insieme delle lotte globali del nuovo millennio. Forti di una elaborazione teorica che ha le sue radici nella tradizione dell'«operaismo italiano» e dell'Autonomia operaia, gli autonomi «padovani» hanno assunto nel decennio Novanta le denominazione di «Tute bianche» prima e di «Disobbedienti» poi, arrivando alla mobilitazione internazionale del G8 di Genova con una presenza egemone nell'attivismo italiano. Gli autonomi del Veneto sono generalmente conosciuti come «i padovani». Una nominazione che qui viene orgogliosamente rivendicata, a sottolineare una storia e una tradizione rivoluzionarie che si è snodata per quarant'anni tra vittorie e sconfitte, fortunati percorsi di aggregazioni di massa e forti repressioni. Un pezzo importante della storia dei conflitti sociali del nostro paese. Con una storia a fumetti di Claudio Calia.
Da Seattle a Genova. Cronistoria della rete no global
Libro: Libro in brossura
editore: DeriveApprodi
anno edizione: 2021
pagine: 320
Questo libro ricostruisce il biennio di lotte (1999-2001) che ha preceduto la contestazione al G8 di Genova. A essere ripercorsa è la genesi del «popolo di Seattle» e, tramite un lavoro di indagine storiografica e documentaristica, l'attenzione si concentra sull'esperienza napoletana della Rete No Global, tra i nuclei fondativi del movimento in Italia. Decine di attivisti ed esponenti della società civile hanno contribuito alla costruzione di un ricco racconto corale, capace di restituire l'immagine della capillarità e della conflittualità che ha saputo esprimere il movimento no global. Oltre a un bilancio politico di quella straordinaria esperienza viene così colmato un grave vuoto di conoscenza su un pezzo importante della nostra storia recente. Prefazione di Marco Bersani.