Edita Casa Editrice & Libraria: Tradizioni & folklore
Tradizioni natalizie del popolo tarantino. La celebrazione del Natale a Taranto nel 1935 (contributo agli studi folkloristici)
Alfredo Majorano Nunziato
Libro: Copertina morbida
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2021
pagine: 120
"Le feste, le costumanze popolari, hanno sempre ricevuto e ricevono la loro ispirazione dalla religione. La fede è ben radicata nell'anima del nostro popolo e la si riscontra nel suo attaccamento per le usanze, le tradizioni ed i riti delle solennità religiose. Questo tenace amore che il popolo sente per ogni sua antica costumanza tramandata dai suoi antenati, oltre a dare piè colore e risalto ad ogni manifestazione del suo spirito, presenta anche aspetti ingenui e quasi infantili che caratterizzano maggiormente la sua natura psicologica. Se si togliesse, d'un colpo, alle feste religiose tutto quell'apparato di manifestazioni esteriori, quali le processioni pittoresche e caratteristiche delle Congreghe, i concerti bandistici ed altre cose di minore importanza verso cui il popolo è pur tanto attaccato, esso non sentirebbe appieno le feste, ma le trascorrerebbe con la monotona ed uguale freddezza dei giorni feriali." [dalla premessa di Alfredo Nunziato] Con un saggio introduttivo di Giovanni Schinaia.
'A cazzáte de Pipiéle. Commedia dialettale tarantina in due atti
Cataldo Sferra
Libro: Copertina morbida
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2020
pagine: 128
"Ogni lavoro editoriale di Cataldo Sferra rappresenta una pietra miliare per la tradizione popolare e folklorica tarantina. Per quanto all'apparenza i temi da lui trattati possano sembrare semplici e quotidiani, dietro ogni scelta si nasconde l'oculatezza del ricercatore e dell'appassionato di storia locale e di letteratura tradizionale. Quest'opera dialettale conferma il costante impegno da lui profuso nella conservazione e nella divulgazione della lingua tarantina: il forte sapore popolaresco, la ricchezza dei modi di dire, le espressioni del volgo e la riscoperta di personaggi e situazioni della tradizione ne sono la palese dimostrazione. Pipiéle, noto per la sua non brillante intelligenza, che va di pari passo con la sua personalità sempliciotta, è di mestiere citreddaro, coltivatore di cozze nei citri del Mar Piccolo. Grazie a questo lavoro "fisso", è riuscito a fidanzarsi in casa con Checchina. Un giorno la fidanzata gli regala una focaccia che Pipiéle porta al lavoro. I compagni, per divertirsi alle sue spalle, gli fanno sparire il pranzo: da questo episodio Sferra ha tratto questa pregevole commedia." (dall'introduzione di Domenico Sellitti)
Sckúme 'a Siréna Tarandíne. Cu' Pondònie, Donna Paricèdde, Veterúme e Bellònie
Cataldo Sferra
Libro: Copertina morbida
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2019
pagine: 160
«Questa favola che parla della sirena Schiuma, la Sirena tarantina, ripropone quella già raccontata da tre illustri scrittori: Giuseppe Gigli, Arcangelo Valente e Italo Calvino, i quali apportano qualche variante soprattutto nel finale, dove il lieto fine cede il passo al drammatico, in questa che è la versione più nota a Taranto. Restituita, infine, alla tradizione scritta della letteratura editoriale dal libro "Le donne di Taranto" di Domenico Sellitti. A distanza di tempo ho deciso, così per gioco, di riproporre questo personaggio leggendario per tre motivi. Primo, perché mi farebbe piacere se questo libro potesse ispirare una o più "maschere tarantine", traendo sollecitazione dai personaggi che chiamo a condividere la scena con la sirena Schiuma, giacché Taranto non annovera nella tradizione una "maschera" tipicamente locale. Secondo, per il mio amore per la parlata tarantina ed il desiderio che possa essere divulgata il più possibile. Terzo, perché lascio che a raccontare la vicenda siano gli abitanti del mare: chi meglio di loro potrebbe?»
Maledètte trenda denáre! Passione e morte di Gesù Cristo
Cataldo Sferra
Libro: Copertina morbida
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2018
pagine: 120
"Con questa pubblicazione di Cataldo Sferra si riapre un capitolo particolare della storia locale: le rappresentazioni teatrali inerenti la Passione e Morte di Gesù Cristo. Una lunga consuetudine, quella delle messe in scena teatrali, che trae origine dalla trasmissione orale del passaparola, attuato attraverso i cultori della Settimana Santa Tarantina. Diamo spesso per scontato che le cose siano sempre state così come appaiono ai nostri occhi, e che di tutto vi sia sempre traccia e documentazione ma, anche in questo caso, così non è. Un elemento importante è rappresentato dal fatto che, nella maggior parte dei casi, La Passione che si rappresenta a Taranto non ha testi stampati e conservati: un grave vuoto documentario. Anche per tale ragione quest'opera di Cataldo Sferra assume un ruolo determinante nel solco della tradizione pasquale e teatrale tarantina: rappresenta un importante tassello realizzato e restituito alla storia locale attraverso la stampa, memoria documentaria per le generazioni che verranno." (Dall'introduzione di Domenico Sellitti)
Pasca tarandina méje. D'o Carnevalètte... a' Sumana Sanda
Cataldo Sferra
Libro
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2017
pagine: 112
"Cataldo Sferra, dialettologo e ricercatore della storia e delle tradizioni tarantine, sembra che abbia preso gusto, in un certo senso, ad affidarsi ciecamente al nostro bel dialetto tarantino per veicolare aspetti di storia locale e tradizionale. Lo fa perché crede nella forte espressività del dialetto e soprattutto con la finalità di farlo conoscere alle nuove generazioni attraverso i suoi puntuali e attenti lavori di ricerca. Così, dopo l'approfondimento biografico sull'infanzia di Anna Fougez e, in altra pubblicazione, su personaggi e fatti della Taranto di ieri e di oggi, ecco questo terzo lavoro dal titolo "Pasca tarandina meje". L'amico Cataldo Sferra ci accompagna in questo cammino storico e tradizionale che inizia con "'u Carnevalette", cioè gli ultimi tre giorni di Carnevale, e ci porta diritti nel cuore della Settimana Santa tarantina in tutte le sue componenti. Le sue sono pagine scritte con attenzione e con dovizia di particolarità che rappresentano un "unicum", ma sono impreziosite anche dalle sue profonde riflessioni poetiche su alcuni temi della Passione a Taranto.
Tradizioni pasquali del popolo tarantino. I riti della settimana Santa a Taranto nel 1935
Alfredo Majorano Nunziato
Libro: Copertina morbida
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2017
pagine: 72
"Era il 1935 quando Alfredo Nunziato - non ancora Majorano, ma tale sarebbe stato riconosciuto da lì a poco - dava alle stampe, per i tipi di Salvatore Mazzolino libraio ed editore, un libretto che negli anni avrebbe conosciuto una grande fortuna: "Tradizioni natalizie e pasquali del popolo tarantino". Una fortuna piuttosto tarda, a dir la verità: a partire dalla fine degli anni '70 del secolo scorso, infatti, col fiorire di tutta la pubblicistica relativa ai nostri riti pasquali, l'opuscolo è stato citato e studiato da un po' tutti i ricercatori che si sono occupati di tradizioni religiose popolari tarantine e, in modo particolare, di Settimana Santa." (dall'introduzione di Giovanni Schinaia)
Quatte schècce pe' quatte staggiùne: 'A Milòrde-'A Viscìglie d'a 'Mmaculate-'U Referendùm-'Na 'mbruvvesate o' Rréje. Brevi commedie dialettali tarantine
Cataldo Sferra
Libro: Copertina morbida
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2017
pagine: 192
"Alternando episodi di vita cittadina, intrisi di fantasia e di novità letteraria, alle vicende di cronaca che hanno attraversato la città dei due mari, ha reso un servizio alla comunità. E lo ha fatto nella maniera più diretta e genuina possibile. Ha realizzato quattro brevi commedie, quelle che lui, rifacendosi alla lingua locale, chiama 'schècce', tarantinizzando un foresterismo d'oltremanica: l'inglese sketch, macchietta, o breve commediola da rappresentarsi in atto unico, massimo due, con pochi attori e risorse sceniche ridotte al minimo essenziale. La freschezza e la varietà dei "racconti" si raccoglie intorno al perno delle stagioni: ogni scenetta descrive e nasce in un periodo dell'anno a se stante: a partire dall'autunno per terminare all'estate, sfondo temporale e climatico dei racconti, fatti e personaggi si agitano dal torrido calore estivo all'agghiaccio invernale. Cataldo, in poche ed essenziali pennellate di colore, dipinge un quadro travolgente in ineluttabile scomparsa, un mondo che fu, destinato ad essere, oltre che transeunte, facilmente dimenticato." (Dalla premessa di Domenico Sellitti)
I misteri di Taranto. Simboli e simbologia
Giovanni Schinaia
Libro: Libro in brossura
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2016
pagine: 240
La processione dei Misteri di Taranto si presenta come un universo di simboli, di modelli iconografici, di soluzioni cromatiche negli abiti di rito e nei simulacri, di elementi che non si limitano ad offrire una narrazione delle ultime ore della vita di Gesù, ma, utilizzando il linguaggio che è loro proprio, rimandano tutti ad una realtà "altra". Quando la processione è nata ed è stata pensata in questo modo, o almeno quando è passata nel patrimonio cultuale della Confraternita del Carmine, ormai più di 250 anni fa, si trattava di un linguaggio immediatamente comprensibile per tutti: per i Confratelli che ne erano protagonisti e che prestavano le proprie spalle e le proprie forze, e per quanti assistevano al passaggio degli stessi Confratelli e delle statue. Col passare del tempo però, molta di quella consapevolezza è andata perdendosi o alterandosi. Perché gli abiti con cui il Cristo è raffigurato sono di quel colore e non di un altro? E a cosa alludono i vari attributi iconografici nelle mani dell'Addolorata o dell'Ecce Homo? E perché, a suo tempo, furono scelte proprio quelle scene da rappresentare, e proprio in quel modo?
Le notti dei perdoni ovvero la velocità umiliata
Carlo Belli
Libro: Copertina morbida
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2016
pagine: 48
Taranto ebbe, nei secoli remoti, ammiratori illustri che la amarono e lasciarono pagine memorabili con le loro descrizioni. Da Virgilio e Orazio. Diversa cosa per Taranto moderna, che fu attraversata, sì, da stuoli di studiosi e viaggiatori, ma tutti interessati solo a ricercare le vestigia del passato. E sono queste, anche principio di terzo millennio che stiamo vivendo, l'unica vera risorsa culturale che Taranto vanta e che trova il punto di forza nel Museo nazionale e nei pochi monumenti sopravvissuti alla distruzione e allo scempio dei secoli. E fu proprio quel patrimonio archeologico ad attrarre l'attenzione di un personaggio che resta centrale nella storia culturale recente della città: un personaggio che non era certo meridionale ma che anzi era nato nel lontano Trentino, a Rovereto, nel 1903, e che a Taranto era giunto per caso, come inviato del quotidiano nel quale lavorava, "Il Tempo" del mitico Angelillo. Stiamo parlando di Carlo Belli, la cui impronta più importante è in quei Convegni internazionali di studio sulla Magna Grecia, che furono da lui ideati e che dal 1961, anno della prima edizione, rappresentano l'incontro annuale di studi archeologici più importante.
La settimana santa del 1956. I riti e le tradizioni del secolo scorso
Pietro Carelli
Libro: Copertina morbida
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2016
pagine: 80
"La biblioteca della memoria si arricchisce di questo articolo sulla Settimana Santa Tarantina. Scritto da Pietro Carelli e pubblicato sul bollettino del Comune di Taranto nell'aprile del 1957, l'articolo presenta numerosi elementi di interesse. Anzitutto proprio l'anno. Esattamente sessant'anni fa. Un periodo di tempo già interessante ma che si prolunga qua e là fino almeno agli inizi del '900, grazie alla citazioni di articoli più datati e grazie soprattutto alle testimonianze raccolte allora, frammenti di memorie, tradizioni orali, spiragli di luce su quanto la ricerca documentaria non potrà mai restituirci. Ancora sull'anno. Pur se pubblicato nel '57, la descrizione dei riti si riferisce naturalmente all'anno precedente. È quel 1956, quindi, anno primo della riforma dell'Ordo liturgico della Settimana Santa. Se ne parlava già dal 1948 - con l'insediamento della commissione per la riforma liturgica - ma solo nel 1955 col decreto Maxima Redemptionis la Sacra Congregazione dei Riti aveva varato definitivamente la riforma della liturgia della Settimana Santa voluta dal grande papa Pio XII." (Dalla introduzione di Giovanni Schinaia
Indr'a le mure. Voci dei vicoli, storie di uomini e vicende notevoli della Taranto che fu
Cataldo Sferra
Libro: Copertina morbida
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2016
pagine: 152
"A distanza di pochi mesi dalla pubblicazione del lavoro su Anna Fougez, Cataldo Sferra pubblica un lavoro su fatti e personaggi di Taranto: una antologia che racchiude notizie e curiosità di chi fece grande Taranto nel campo musicale, come Giovanni Paisiello e Mario Costa; come Amedeo Orlolla, noto con il soprannome di "Marche Polle". Trovano spazio nel lavoro di Sferra luoghi della memoria magno-greca, ma anche importanti monumenti come la Chiesa di Sant'Andrea degli Armeni. Si respira a pieni polmoni la tarantinità con il racconto delle cozze tarantine trapiantate a Olbia, in Sardegna, ma anche con i luoghi della memoria come il Banco di Napoli e la Birreria Dreher di Piazza Maria Immacolata. L'autore trova modo e spazio anche per introdurci nell'atmosfera natalizia con la prima delle lunghe festività: quella di Santa Cecilia. Sferra, con il suo linguaggio dialettale, usato con dovizia e maestria, introduce nel fantastico mondo della Taranto che non c'è più." (dall'introduzione di Antonio Fornaro)
Florilegio d'agnomi
Claudio De Cuia
Libro: Copertina morbida
editore: Edita Casa Editrice & Libraria
anno edizione: 2015
pagine: 56
Il nomignolo, nella tradizione popolare, ha radici antichissime. Ha origine per lo più da una qualità fisica o morale che caratterizza una persona, alla quale, si assegna scherzosamente come attributo. In alcuni casi il soprannome è mantenuto per generazioni, per cui finisce per essere un vero e proprio secondo nome, con il quale vengono identificate in modo più semplice e diretto intere famiglie. Nella tradizione tarantina, ve ne sono molti ancora in uso, per cui mi sembra doveroso pubblicarne una selezione tra quelli più noti e bizzarri. Gli "agnomi" ovvero i soprannomi proposti in questa ricerca rappresentano il frutto di una selezione fondata soprattutto sulla memoria storica dell'autore. Quindi, descriveremo il soprannome, la sua traduzione ed in alcuni casi anche il nome della persona - laddove sia possibile, - a cui era riferito (il cognome, per ragioni di riservatezza, sarà riportato con la sola lettera iniziale). In alcuni rari casi è stato possibile anche ricordare il ruolo sociale o professionale della persona. In altri, invece, non si è riportato altro se non il soprannome, non essendo possibile al momento fornire ulteriori indicazioni.