Aletheia Editore

Una bambina scompare senza lasciare traccia. La madre nega perfino di averla mai avuta. Solo il padre ricorda la verità. Inizia così un viaggio intenso e inquietante tra memoria, identità e realtà alternative, in cui nulla è come sembra. Roberto, ingegnere edile napoletano, vive un risveglio che cambia il corso della sua esistenza: la figlia Martina, sette anni, sembra svanita nel nulla. Ogni prova della sua presenza – oggetti, ricordi, documenti – è cancellata. La madre appare diversa, trasformata, e nega l’esistenza della bambina. Determinato a scoprire cosa sia accaduto, Roberto affronta un percorso che lo conduce tra archivi mancanti, indizi contraddittori e un misterioso personaggio che sembra conoscerlo più di quanto dovrebbe. Una fotografia impossibile diventa la chiave di un enigma che sfida i confini dello spazio e del tempo. "A volte anche la luna è piatta" è un romanzo che unisce suspense, emozione e riflessione, perfetto per i lettori di thriller psicologici dal forte impatto emotivo.

Due giovani. Un mondo che li tradisce. Un viaggio verso la verità. In un’epoca in cui l’apparenza conta più della sostanza, questa storia profonda e coinvolgente ci porta nel cuore di due giovani, le cui anime ferite vengono segnate da un’infanzia complessa e da conflitti interiori. La pubertà lascia loro cicatrici invisibili e segni indelebili, trasformando i sogni in nostalgie e le speranze in silenzi. Ma quando tutto sembra perduto, nasce una domanda: è ancora possibile vivere con autenticità in una società che premia solo l’effimero? Con uno stile narrativo intenso e reale, questo romanzo – ispirato a fatti profondamente veri – segue il percorso di due ragazzi che scelgono di non farsi definire dalle aspettative sociali. Insieme, decidono di abbandonare le strade sicure e preconfezionate della società, iniziando a esplorare forme alternative per raggiungere i loro obiettivi. Una rivoluzione silenziosa che parte da dentro e si scontra con il rumore del mondo. Un libro che parla a chi ha smesso di accontentarsi. Un invito alla ribellione dell’anima.

È una fredda sera d’autunno quando Isobel, durante una passeggiata con la sua migliore amica, sviene improvvisamente. Al risveglio sembra stare bene, ma presto si accorge che, nella sua vita, qualcosa è cambiato: misteriose entità incorporee, di presunta origine demoniaca, sembrano perseguitarla e volerla possedere. Si ritrova presto in un incubo fatto di presenze inquietanti, vessanti e pericolose, sia per lei che per le persone che ama. Sarà quindi costretta a intraprendere un cammino di acquisizione di consapevolezza che, passo dopo passo, la porterà a confrontarsi con le domande che più tormentano l’anima degli esseri umani: chi siamo? Da dove veniamo? Esiste Dio? Isobel troverà risposte sconvolgenti, destinate a cambiare per sempre la sua visione del mondo e di sé stessa.

Cos’è la felicità se non un’appendice straordinaria della vita stessa che sporadicamente ci regala questo sentimento di stato di grazia per affrontare la vita con più coraggio? È quel che ci serve in tanti momenti del nostro cammino in cui spesso ci sentiamo indifesi, ci perdiamo per un nonnulla. Pertanto, questo se pur fugace dono, è importante e imprescindibile da mantenere il più vivo possibile per un migliore prosieguo delle nostre esistenze. Oltremodo aggiungerei a questo pensiero, come sia strana l’esistenza di ognuno di noi e, laddove ci si metta tutto l’impegno per seguire e ottemperare i sani canoni della vita e i suoi veri valori, spesso per alcuni esiste un aleatorio destino che non permette loro di farlo. A volte sembra soltanto possibile dover seguire un cammino già solcato da un invisibile aratro, come fossero trasportati da uno strano vento che dopo averli scossi come fronde li adagia su terre sconosciute che non avrebbero mai desiderato raggiungere.

Come si impara a riconoscersi quando ci si è sempre cercati negli occhi degli altri? Come si sopravvive ai traumi, ai silenzi, ai legami spezzati senza mai essere stati davvero ascoltati? In questa intensa raccolta di racconti, la giovanissima autrice esordiente, Beatrice Bonanni di Nicola, ci accompagna in un viaggio profondo e autentico tra emozioni, ferite e rinascite. Si parla di dignità perduta e poi ritrovata, di affetti dati per scontati, di priorità da riscrivere, di abitudini da scardinare per riscoprire chi siamo davvero. Ogni pagina è un frammento di cielo interiore, ogni parola un passo verso la consapevolezza. Con una scrittura sincera e profonda, Beatrice affida le sue storie al vento, come messaggi in bottiglia, sperando che raggiungano chi ha bisogno di ascoltarle. Il cielo stellato dentro di me è un libro per chi ha il coraggio di guardarsi dentro e lasciarsi ispirare dalla voce autentica di una giovane scrittrice che sa già toccare il cuore.

Una storia vera che emoziona e ispira. Marco è un giovane pieno di energia e sogni, ma la vita lo mette subito alla prova con due diagnosi difficili: diabete e sclerosi multipla. Potrebbe lasciarsi abbattere, e invece sceglie di reagire. La sua forza di volontà, il sostegno della famiglia e la passione per lo sport diventano le armi con cui affronta ogni giorno la malattia. Il suo obiettivo è tanto ambizioso quanto incredibile: partecipare alla gara di Triathlon più ardua: l’IROMAN. Tra sacrifici, allenamenti e ostacoli apparentemente insuperabili, Marco dimostra che i limiti esistono solo se smettiamo di credere nei nostri sogni. Questo libro non è solo un racconto di malattia e di sfide, è un inno alla vita, alla resilienza e al coraggio di non arrendersi mai. Una testimonianza autentica che tocca il cuore, capace di regalare motivazione ed energia a chiunque stia affrontando un momento difficile.

«Parla di speranza. Parla di come, in ogni singolo istante, sia necessario dare nuova linfa a questo rarissimo e potentissimo seme ma che, talvolta, necessita di essere alimentato per crescere rigoglioso. Il significato del termine greco da cui ha origine questa parola, 'elpis', è duplice e non riveste un’accezione soltanto positiva. Elpis è l’attesa del futuro e allo stesso tempo il timore che sia sempre incerto. Ma la speranza esiste ed esisterà sempre, perché essa pervade la trama stessa del mondo e la natura dell’uomo, cresce assieme all’uomo, fa parte di esso, si modella col tempo e si cala nelle epoche della storia umana. In questo libro si vuole celebrare la speranza come una forza elementale, allegoricamente rappresentata da una pianta, la cui potenza è chiara fin da subito. Sa spaccare montagne, annullare distanze, riempire divari e colmare burroni. Probabilmente, la speranza è una delle virtù più potenti, allarga gli uomini invece di restringerli, non è mai stanca di sapere che cosa li fa tendere a uno scopo e sa cosa sfruttare per poter resistere, aggrappandosi anche ai più piccoli e sottili filamenti di luce. La speranza è in grado di apparire sotto varie forme, assumendo ogni volta forma di risposta ad una necessità umana. Cibo, conforto, riparo, protezione e, a volte, lungimiranza. Perché la speranza è tenace e paziente, è intima e nascosta come un delicato germoglio ma forte e robusta come il legno, e come il legno è versatile, assume molteplici forme e si adatta per nascere dovunque ci sia anche un misero spiraglio di luce, sebbene a volte appaia nascosta nei luoghi più remoti, magari non sotto l’occhio di tutti, a volte coperta da anni di macerie e disillusione. La speranza è in grado di donare ciò di cui l’uomo ha bisogno per affrontare in maniera serena la vita, anche quando essa gioca brutti scherzi. La speranza è inevitabilmente collegata con l’idea di un futuro migliore e con l’idea incrollabile che esso possa esistere. Che debba esistere. Nel frattempo, parafrasando Emily Dickinson, non sapendo quando l’alba arriverà, è meglio tenere aperta ogni porta» (Marco Sergio Erculiani). Età di lettura: da 3 anni.

Ogni racconto è un insegnamento morale, un piccolo scrigno di cui fare tesoro, da proteggere e aprire quando se ne sente il bisogno. Non hanno un filo conduttore né una lunghezza standard. Sono racconti raccolti e inventati, rimaneggiati e inediti, vari e significativi.

Samir Atalay è un ricco commerciante turco di legnami. Per incentivare i clienti a rimanere in affari, organizza spesso dei viaggi conoscitivi intrapresi di persona. Durante uno di questi, il figlio Adrian si innamora di Rossella, titolare della Berino Serramenti. Tutto porta a pensare ad un colpo di fulmine da entrambe le parti, ma Rossella non è chi mostra di essere e quando Adrian lo scopre, non regge il peso di tanta delusione e sceglie di impiccarsi. Da questo drammatico evento iniziano tragici incidenti, inspiegabili morti, tradimenti, omicidi, loschi incontri, ricatti, ladrerie. Piani crudeli vengono orditi alle spalle dei potenti e ognuno gioca la sua partita, vuole la sua vendetta in un effetto domino che sembra non potersi arrestare.

Una traccia sottile, parole in inchiostro verde che scorrono dalla voce di Silvana alla calligrafia di sua figlia. I ricordi di una vita si avvicendano seguendo la cronologia del cuore. Silvana è una ragazza con l’ambizione di diventare attrice e il destino di seguire i dettami della famiglia. Si innamora di Renato, si diverte con l’amica Veronica, partecipa alla collettività del suo paese, trova lavoro come stiratrice e si impegna tantissimo per raggiungere la tanto agognata patente. Il caso ci mette lo zampino e per Silvana non tutto andrà come previsto. Io parlo, tu scrivi è la storia di una felicità incompiuta, di una trama sospesa, di un passato che non diventa presente perché il dolore interrompe ogni speranza. O forse no.