Amos Edizioni
Nuovi dialoghi sulla poesia (2015-2020)
Giancarlo Pontiggia
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 240
L'intervista è un genere che spesso nella modernità ha incontrato il favore dei poeti, come scrive Stefano Verdino nell'introduzione. E la ragione che giustifica questa connessione tra un genere di conversazione ed il mondo all'apparenza esclusivo della poesia e del poeta è proprio questo equilibrio e richiamo tra forme opposte, tra la forma della poesia, sigillata nella perfezione delle sue misure di spazio, ritmo, pensiero e l'apertura dialogica illimitata dell'intervista, che diventa così un primo atto ermeneutico. "Nuovi dialoghi sulla poesia (2015-2020)" raccoglie alcune delle più significative interviste che Giancarlo Pontiggia ha rilasciato durante e dopo la stesura finale e la stampa di Il moto delle cose (Mondadori, 2017), consegnandoci un ritratto a tutto tondo della sua visione umana, intellettuale e poetica. La poesia non è emozione, ma un'esperienza in cui si fondono moti di pensiero, percezioni di vita quotidiana, echi di dottrine, sogni, visioni. Tutto questo in una lingua che deve affondare nell'elementare ruvidezza del parlato e insieme distanziarsene. Si scrive nel silenzio, cercando un ideale incontro di verità esistenziale e di sapienza letteraria, di intuizione fantastica e di pensiero argomentato, di libertà e di necessità, di intensità analogica e di severità del cuore, di tempo umano e di tempo cosmico. Quel che accade, se accade, lo chiamiamo poesia.
Dostoevskij in dialogo con l'Occidente
Vladimir Kantor
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2022
pagine: 160
Questo libro va alle radici del rapporto della Russia con l'Occidente. Dostoevskij è uno scrittore di frontiera. I suoi personaggi sono legati alla fanghiglia e alla nebbia di Pietroburgo. E anche Pietroburgo, la città più importante della cultura russa, è frontiera, sia in senso geografico e orizzontale, sia in senso verticale: per Dostoevskij è il luogo della lotta del diavolo con Dio. In Dostoevskij in dialogo con l'Occidente, il filosofo russo Vladimir Kantor mette a confronto l'anima russa e l'anima europea. Partendo dall'Inferno di Dante, si muove nel tema del peccato e del pentimento, della morte dopo la vita e della morte in vita. Molti universi, grandi e piccoli, persone reali e persone immaginarie, attraversano le pagine di questo saggio come luci gialle nella nebbia di Pietroburgo, città fantastica e del sogno: Papà Goriot di Balzac, Delitto e Castigo, Memorie da una casa di morti e Bobòk di Dostoevskij, Pietro il Grande e Lenin, Puškin e Gogol', Marmeladov e Vautrin, Raskol'nikov e Rastignac, Platone e Freud, Zweig e Camus, Amleto e le streghe di Macbeth, Cristo e la libertà. Dante pensava che sulla terra ci fossero i vivi, ma che i peggiori di loro potessero già subire il tormento dell'inferno; in Russia, Dostoevskij vedeva un nuovo tipo di esseri umani, vivi e morti contemporaneamente. Se l'eroe di Balzac vuole assoggettare il mondo, l'eroe di Dostoevskij lo vuole superare: Rastignac cerca il proprio tornaconto, Raskol'nikov - con l'accetta - cerca la giustizia. Là dove la vita ha perso il suo significato più alto, la persona umana precipita nella corruzione. In questo saggio dal ritmo incalzante, Vladimir Kantor racconta una disgregazione dell'anima che la storia ha dimostrato essere terribile come l'inferno.
Luce e ombra. Leggere Daniele Del Giudice
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 152
Gli scritti di Cristina Benussi, Gianfranco Bettin, Massimo Donà, Caroline Lüderssen, Claudio Magris, Alessandro Melchiorre, Bruno Mellarini e Alessandro Scarsella vengono qui proposti allo scopo di conservare non tanto un patrimonio di competenze maturate a contatto con i libri di Del Giudice, quanto lo spirito disinteressato con cui la premura intorno all'autore si manifestò nei giorni che precedettero la pandemia, presso l'ambiente accademico e presso la comunità dei letterati, prima che Daniele staccasse la propria ombra da terra. Considerati come capitoli, questi saggi stanno anche a indicare, a futura memoria, percorsi di riflessione e di investigazione forse obbligati al fine di consolidare la conoscenza dei temi e dello stile di Del Giudice.
La stanza da bagno
Jean-Philippe Toussaint
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 128
Il protagonista di questo romanzo, fra poco ventinovenne, che ama l'immobilità, la stasi, la pigrizia, decide di installarsi nella stanza da bagno di un appartamento di Parigi. Poi, improvvisamente, prende un treno e approda a Venezia, per restare quasi tutto il tempo in una minuscola camera d'albergo a giocare a freccette. A sorprendere il lettore, pagina dopo pagina, è lo sguardo nuovo con cui la scrittura di Jean-Philippe Toussaint racconta gli oggetti, le abitudini, i sentimenti.
Ex voto. Tre sogni e un ruggito
Antonio Riccardi
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 64
Se la padronanza della techne informa con assoluta originalità il motivo classico dei morti che ci visitano in sogno, la sensibilità di timbro gozzaniano conferisce un'attrattiva irresistibile ai marchi démodé térital e terilene. È quanto si dà in Ex voto, in cui Antonio Riccardi ordina in un unico respiro quattro componimenti in versi (e una prosa che ne dichiara l'occasione) nati da altrettanti colloqui con il fantasma paterno.
La mar
Francesco Accattoli
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 80
In "La Mar" non si guarda da riva, ma a riva. E la visione cambia: non a caso, da lettori, soffriamo noi pure il mal di terra. Se all'inizio il mare è avaro di pesci e cupido di fatica, nel prosieguo si declina al femminile: in spagnolo, «la mar» è una dichiarazione d'amore. Nessun panismo di facciata, però: con alle spalle un'antichissima tradizione, Accattoli lavora materiali umili, sembrerebbe addirittura preistorici. Egli possiede l'istinto di una conoscenza superiore, propria di chi, da sempre, ha dimestichezza con il mare e con i suoi diamanti.
I lenti tram
Noé Jitrik
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 192
Ne "I lenti tram", Noé Jitrik «si concentra sulle abitudini della vita familiare, dapprima bozzolo protettivo in cui l'identità si forma, poi velo oppressivo da squarciare, perché l'io possa presentarsi libero all'incontro con il mondo». Nel rievocare i riti della vita quotidiana, sul cui sfondo è la città di Buenos Aires, il racconto, come scrive Luigi Marfè nella postfazione, «si tuffa in uno spazio memoriale profondo, rivelando la continuità del tempo, riscattando l'ordinario, riscoprendolo come destino». I binari de "I lenti tram" «sono quelli del senso e del caso, che segnano la parabola di ogni esistenza, correndo paralleli, oppure incrociandosi, o anche allontanandosi per sempre». E come Borges, anche Jitrik «non sa staccarsi dalla contemplazione delle "cose che avrebbero potuto essere e non sono state"».
Tra spazio e paesaggio. Studi su Calvino, Biamonti, Del Giudice e Celati
Bruno Mellarini
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 376
Se è vero - come ha scritto Francesco Biamonti - che «è destino umano abitare un mondo», è altrettanto vero che le categorie di spazio e di paesaggio divengono i fondamentali strumenti ermeneutici per cogliere il senso della nostra posizione nel mondo, in una sorta di mapping infinito e inesauribile. Prendendo le mosse da una ricognizione filosofica dei concetti di spazio e paesaggio, visti e considerati dialetticamente, nelle loro reciproche implicazioni, nonché dalla rilettura di alcuni momenti chiave dell'opera di Calvino, si analizzano le forme della rappresentazione spaziale e paesaggistica in tre autori di "scuola" calviniana: Biamonti, Del Giudice e Celati. Emergono così approcci anche molto diversi, ma tutti in qualche misura accomunati dal riferimento a Calvino, la cui attività scrittoria si era svolta tra la gioiosa scoperta del paesaggio nativo e l'emergere, sulla scorta di un novecentesco spatial turn, di un interesse sempre più marcato ed esclusivo nei confronti della spazialità. Di qui le soluzioni, in parte divergenti, adottate dai tre scrittori: il paesaggismo modernamente aggiornato di Biamonti, che frantuma il paesaggio tradizionale restituendone echi e risonanze esistenziali; la rigorosa ricerca spaziale di Del Giudice, per il quale il paesaggio si riduce a pura archeologia, a inservibile reperto del passato; lo sguardo fenomenologico di Celati, l'autore che forse più di tutti cerca di rompere la dicotomia spazio/paesaggio per trovare nel concetto di luogo, inteso quale sintesi insolubile di spazio e tempo, un ancoraggio poetico ed esistenziale.
Sogni e risvegli
Fabrizio Bajec
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 96
In "Sogni e risvegli" agisce un'attrazione - maggiore che nei libri precedenti di Bajec - verso il dato culturale arcaico: l'autore vuol gettare un ponte tra sé e un passato remoto cui sente di appartenere. Allo stesso modo, l'assoluta prossimità di scrittura-azione e poesia-contemplazione è tesa a riversare il mondo infero delle pulsioni e degli affetti nella sfera superna della militanza politica; e viceversa. Come in un viaggio di andata e ritorno dall'abisso-corpo all'intelletto più luminoso, due lingue, due culture cercano insieme la quadratura del cerchio, nell'indispensabile esercizio di un'autotraduzione (o autoenunciazione) sempre interrogante e sottoposta a verifica.
Oltre la quarantena
Silvestro Neri
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2021
pagine: 88
Silvestro Neri, medico di professione e poeta di vocazione, ha scritto "Oltre la quarantena" durante il confinamento che tutta l'Europa ha sofferto tra inverno e primavera 2020. La raccolta prende il suo titolo dal 'periodo di segregazione e di osservazione al quale vengono sottoposte le persone in grado di trattenere o diffondere i germi di malattie infettive'. Ma questo libro è anche un canzoniere di oltre quaranta poemi, che ci pone in un tempo lento, che si è arrestato, e poi conduce all'improvviso a un tempo passato, a un tempo evocato; e al tempo più importante per l'autore: il momento futuro, che si traduce, alla luce delle sue parole, nel tempo del desiderio, nel tempo del viaggio. Oltre la quarantena racconta le piccole e le ripetute cose che fanno dell'uomo ancora l'uomo, gli atti semplici e quotidiani che colmano di vita il momento presente e ci salvano dalla noia e dall'inerzia; e nasce come atto di coraggio, rinascita e liberazione, perché la poesia ci salva, perché «servono per servire le parole / pure quelle in disuso appassite / come viole». (estratti dalla postfazione di Pedro J. Plaza González)
I denti dell'arte. La letteratura entre-deux-guerres nell'«Italiano» di Leo Longanesi
Dario Boemia
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 256
Quanto ha segnato finora la sfortunata ricezione critica dell'«Italiano» fu quel sottotitolo che con varianti minime portò con sé fino alla fine: «Settimanale della gente fascista». Quando nel 1926 uscì il primo numero dell'«Italiano», Leo Longanesi non era ancora maggiorenne, ma portò avanti ostinatamente questo suo progetto fino al 1942. A nessun'altra delle sue riviste avrebbe dedicato se stesso come alla sua prima avventura di direttore. Ma l''«Italiano» riceverà minor attenzione da parte della critica posteriore rispetto a «Omnibus» e al «Borghese». Negli anni Trenta «L'Italiano» diede voce ai migliori scrittori della nuova generazione, quali Comisso, Moravia, Buzzati, Soldati, Tobino, Benedetti e Brancati. Evitando lo sperimentalismo e l'avanguardia, il foglio seppe nondimeno rivelarsi spregiudicato e moderno, fuggendo strenuamente quelle novità che sono i denti della letteratura e dell'arte: «servono solo per mangiare, ma ingialliscono e si perdono». Il risultato è una testata ricca di contraddizioni e di notevole fascino («L'Italiano si vende moltissimo, ed è seguito», scrive nel marzo 1931 all'amico Pellizzi), capace di accostare un testo di Mussolini a un racconto di Hemingway, poesie di Ungaretti ad aforismi dello stesso Longanesi, nonché in grado di far collaborare un antifascista pentito come Giovanni Ansaldo con il selvaggio Mino Maccari. Questo libro prova a dar conto dell'idea di letteratura proposta dall'«Italiano», studiando i contributi dei suoi principali collaboratori ed esaminando il loro effettivo apporto alla fisionomia del periodico. Si tenterà, insomma, di restituire al lettore un quadro quanto più sintetico ed esauriente dell'identità di una rivista che, nelle storie letterarie, dovrebbe occupare almeno lo stesso spazio riservato a «Solaria».
«La mia fortuna non s'arrestò qui». Italo Svevo e le occorrenze del successo
Barbara Sturmar
Libro: Libro in brossura
editore: Amos Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 144
Come si misura la fortuna letteraria? Italo Svevo nutriva la speranza di essere accolto favorevolmente dalla critica e di riscuotere un largo successo di pubblico, ma i capricci del destino già si prefigurano nel percorso arzigogolato della sua scrittura. Con i saggi presentati in questo volume, dove ebraismo e umorismo sono le assi portanti del discorso critico, Barbara Sturmar mira a scandagliare alcuni aspetti del Caso Svevo, ribadendo il potenziale analitico che il riconoscimento dell'identità giudaica getta sullo scrittore. Attraverso la maschera claudicante dello schlemiel, l'accostamento tra Zeno e Charlot, le facoltà deflagratorie del riso, le analisi sul trattamento della Coscienza di Zeno di Giorgio Strehler e l'accurata regia di Mauro Bolognini, che portò Senilità sul grande schermo, si prova a rispondere al quesito iniziale. La fortuna sveviana è a tutt'oggi inarrestabile, l'ossimorico "silenzio eloquente" del Profilo autobiografico è stato definitivamente rettificato dal fragore inequivocabile degli applausi. I lettori, assecondando i desideri del letterato triestino, si rispecchiano nel guazzabuglio dell'individualità profondamente umana dei suoi personaggi: non una mera imitazione dell'imperfezione, ma la fertile consapevolezza dell'incompiutezza e allo stesso tempo un tentativo di perfettibilità, intesa quale percorso di ricerca e di vita, dove il successo è l'aspirazione alla conservazione dell'originalità esistenziale.

