Booklet Milano
Il paradigma geopolitico. Le relazioni internazionali nell'età globale
Emilio Diodato
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2010
pagine: 287
La complessità del mondo globale e il fallimento dei tentativi di esportazione indiscriminata della democrazia hanno costretto la politica mondiale a un ripensamento dell'ottica cosmopolitica delle relazioni internazionali. Opportunamente rivisitato e modificato rispetto alla sua lettura tradizionale, il paradigma geopolitico può essere utilizzato per decifrare i nuovi scenari planetari, consentendo di osservare simultaneamente le relazioni interstatali e i grandi spazi di civiltà (Occidente, Cina, Islam), quindi la polarizzazione del sistema internazionale e la costruzione di identità culturali sovranazionali. Esso suggerisce, inoltre, un'interpretazione dei rapporti di potere e delle rivalità tra gli Stati ponendo al centro dell'indagine il ruolo strategico dell'Eurasia, il controllo delle principali vie marittime, il dominio dello spazio aereo. Infine, permette di attribuire alla globalizzazione economica un significato concreto legato alla funzione specifica di alcuni territori e città globali. La multipolarità che contraddistingue il mondo contemporaneo può essere vista come una garanzia di ordine e di maggiore bilanciamento dell'assetto politico.
La qualità dell'urbano. Roma: periferia Portuense
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2010
pagine: 239
È possibile abitare bene in una città già costruita e dunque inquinata? Cosa può fare un architetto, quali sono i suoi spazi di intervento per ricostruire rapporti, spaziali ed esistenziali, sani? Un'indagine svolta sul campo nella zona Portuense di Roma ha permesso agli autori di questo volume di dare una definizione articolata del concetto di qualità dell'urbano in un contesto già densamente abitato e trasformato dalle pratiche d'uso. Riprendendo i modelli di Kevin Lynch, di Chermayeff e Alexander, di Peter eAlison Smithson, di Giancarlo De Carlo, di Ludovico Quaroni, gli autori hanno analizzato gli spazi fisici e la loro utilizzabilità assumendo come chiave di lettura il passaggio dalla "funzione" alla "soggettività" dell'abitante. Lo scopo è capire se e come la qualità dell'urbano "umanizzata" dall'abitante possa essere inquadrata nelle categorie dell'architettura e trasformata in sostenibilità.
Strategie della relazione. Riconoscimento, transindividuale, alterità
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2010
pagine: 335
La filosofia sociale e politica contemporanea sta mostrando un interesse particolare per le forme della relazione. Di fronte all'insufficienza del paradigma liberale e agli eccessi riduzionisti del comunitarismo, l'attenzione si è spostata sul carattere mobile e conflittuale di tali forme. D'altra parte, la trasformazione dello spazio societario, la cui storia risulta intimamente legata alle vicissitudini dello Stato-nazione moderno e all'erosione della sua sovranità, ha aperto nuovi interrogativi sui luoghi teorici, fisici e simbolici della relazione. Le strategie teoriche messe in gioco in tal senso sono state diverse: la nozione di riconoscimento e quella di transindividuale sono tra le più rappresentative. Uno degli obiettivi del testo - che raccoglie interventi di carattere filosofico, politico e sociologico - è aprire un comune spazio discorsivo tra questi due-paradigmi della relazione. A questo fine i saggi proposti, oltre a definire i rispettivi riferimenti teorici, ne mostrano i limiti, evidenziando il continuo riaprirsi del problema normativo, l'irriducibilità dell'Altro alla reciprocità relazionale, la pluralità genealogica dei concetti di transindividuale e riconoscimento, l'irriducibilità del politico a una dimensione formale della relazione sociale.
Che fine ha fatto lo Stato-nazione?
Judith Butler, Gayatri Chakravorty Spivak
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2009
pagine: 93
Da quando i confini tra gli stati sono diventati molto più fluidi, lo stato stesso ha cambiato fisionomia, acquisendo connotati più mobili, più plurali, più aperti. Le migrazioni dei popoli, gli spostamenti dei singoli, i cambiamenti culturali, economici e militari lo hanno reso un luogo più "provvisorio" e i suoi abitanti possono sempre più definirsi "senza stato". In questa brillante e illuminante conversazione due delle voci critiche più note d'America, tra le più influenti degli ultimi dieci anni, si confrontano sulle teorie dello stato elaborate dai filosofi dall'Illuminismo fino ai nostri giorni, su chi eserciti il potere nel mondo attuale, sui nostri diritti, su cosa sia e cosa possa diventare lo stato-nazione in epoca di globalizzazione, su cosa significhi, oggi, essere senza stato.
La svolta iconica
Gottfried Boehm
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2009
pagine: 310
Che cos'è un'immagine? Qual è il suo funzionamento? Quali conoscenze consente e quali conoscenze, invece, presuppone? Cosa può e cosa non può fare? Quali rapporti intrattiene con altre forme di sapere? È a partire da queste domande che, secondo Gottfried Boehm, si può cercare di prospettare una teoria generale dell'iconico priva di soggezioni nei confronti delle pretese della filosofia del linguaggio e capace di rispondere ai problemi posti dalle nuove tecnologie. I testi raccolti in questo volume, scritti nell'arco di un decennio, a partire dal 1994, e selezionati per questa edizione italiana dallo stesso autore, affrontano, da angolature diverse ma strettamente coordinate, le questioni chiave che dovrebbero fissare l'agenda di quella "scienza delle immagini" che è in realtà ancora da farsi e che anzi costituisce il vero desideratum cui si rivolgono le attenzioni di studiosi di indirizzi e interessi assai differenti, filosofi, storici, antropologi, psicologi, semiologi. Evitando i facili entusiasmi non meno che le diagnosi frettolosamente pessimistiche, Boehm analizza e districa con chiarezza i nodi teorici che sottendono l'attuale diffusione dei processi di mediazione della cosidetta Visual Culture, dalla retorica visiva dell'argomentazione scientifica alle ambizioni conoscitive dell'arte contemporanea, in un percorso che coniuga i presupposti storici e le prospettive future, le possibilità e i limiti di un autentico "sapere" delle immagini.
Addio alla verità
Gianni Vattimo
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2009
pagine: 143
Il tramonto della verità è la rappresentazione più fedele della cultura contemporanea: questo vale, secondo Gianni Vattimo, non solo per la filosofia, la religione e la politica, ma anche e soprattutto per l'esperienza quotidiana di ognuno di noi. La cultura delle società occidentali è sempre più pluralista. I media mentono, l'informazione e la comunicazione sono un gioco di interpretazioni e ai politici si consentono molte violazioni dell'etica, e dunque anche del dovere di verità, senza che nessuno si scandalizzi. Tuttavia, la nostra società "pluralista", continua a credere alla "metafisica" idea di verità come obiettiva corrispondenza ai fatti e si illude di creare l'accordo sulla base dei "dati di fatto". Prendendo le distanze da tutte le pretese di fondare la politica su un sapere scientifico, Gianni Vattimo sostiene che il solo orizzonte di verità che la politica e la filosofia hanno il compito di cogliere, esplicitare e costruire consiste nelle condizioni epistemologiche del dialogo sociale e interculturale. Il tema della verità va dunque ricondotto a una questione di condivisione sociale e gli intellettuali sono chiamati a pensare forme di vita più comprensibili, approvate e partecipate. L'addio alla verità è dunque l'inizio, e la base stessa, della democrazia...
Autentici meticci. Singolarità e alterità nella globalizzazione
Francesco Pompeo
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2009
pagine: 238
Individuare i tratti caratterizzanti del discorso antropologico come percorso di critica del contemporaneo; analizzare i contesti storici e le problematiche dell'incontro dell'Occidente con l'altro; conoscere le definizioni di cultura e relativismo culturale; riflettere sui concetti di etnia ed etnicità; ripercorrere il cammino storico e culturale della costruzione della nazione; definire il concetto di etnocentrismo; considerare nella sua complessità il tema del razzismo; analizzare le conseguenze storico-culturali del sistema schiavistico, del colonialismo e della colonizzazione, nonché le pesanti eredità del postcolonialismo; comprendere le ragioni storiche e l'attualità del concetto di creolizzazione, del multiculturalismo e delle politiche dell'identità; ricostruire il percorso di emersione del dibattito interculturale; analizzare le nuove dimensioni dell'identità in rapporto con l'esperienza migratoria e con la mobilità; illustrare le prospettive della ricerca antropologica, come sfida per la costruzione di una narrazione etnografica del sociale, sono gli obiettivi di questo volume.
Athanor
Libro
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2009
pagine: 455
In contrapposizione alla "produttività", che muove e orienta l'intero sistema della comunicazione-produzione globale, il diritto all'alterità si specifica come diritto all'infunzionalità. L'alterità a cui ci si riferisce non è quella relativa dei ruoli, delle posizioni sociali, professionali. L'alterita relativa è quella che fa la nostra identità. Ma se, per un'ipotesi di "riduzione", togliamo tutte le nostre alterità relative che costituiscono la nostra identità, non resta più nulla o persiste un "residuo" indipendente da esse? Ebbene, in contrasto con quanto questa forma sociale vuol far credere, un tale residuo permane, un'alterità non relativa, che fa sussistere ciascuno di noi non semplicemente come individuo e quindi come rappresentante di un genere, di una classe, di un insieme, e come altro-relativamente-a..., e neppure come persona, termine di riferimento di quanto è "personale", "appartenente", "proprio", ma come unico, come assolutamente altro, non sostituibile, non intercambiabile, un genere a sé, sui generis. Il diritto all'infunzionalità è il diritto a valere per sé, come fine in sé, come alterità non relativa. Nel mondo odierno della comunicazione-produzione, in cui sviluppo, efficienza, competitivita sono i valori fondamentali, il diritto all'infunzionalità assume un carattere sovversivo.
Athanor
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2009
pagine: 272
Ogni genere a cui l'identità si appella per indicare l'appartenenza comunitaria, etnica, sessuale, nazionale, di credo, di ruolo, di mestiere, di stato sociale è in opposizione a un altro genere: bianco/nero; uomo/donna; comunitario/extracomunitario; connazionale/straniero; professore/studente... Il genere, come ogni insieme, uniforma indifferentemente, cancella le differenze tra coloro che ne fanno parte, e implica l'opposizione altrettanto indifferente con coloro che fanno parte del genere opposto, che gli è necessario per affermare la propria specificità. Il sostantivo "uniforme" appartiene al linguaggio militare, come "generale" o "ufficiale": ogni genere, che ogni identità presuppone, in quanto basato sull'indifferenza e sull'opposizione, è messa in uniforme, è arruolamento, prevede il conflitto. Ogni differenza-identità, ogni differenza di genere, al suo interno, è cancellazione della differenza singolare. Ma esiste una differenza non indifferente, non oppositiva? Sì, è la differenza singolare, fuori identità, fuori genere, sui generis, non intercambiabile. È l'alterità di ciascuno, non quella nella relazione con altro, che è relativa, bensì quella che è la relazione con l'altro, alterità assoluta, di unico a unico, in cui ciascuno è insostituibile e non indifferente. Un'alterità che l'identità rimuove e censura, relega nel privato, ma che ciascuno vive e riconosce come vera relazione con l'altro.
Il distacco dall'Occidente
Jean-Loup Amselle
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2009
pagine: 252
La critica postcoloniale ha avuto il merito di rimettere in discussione l'universalità della ragione occidentale e l'esportazione indiscriminata della razionalità dei Lumi. Per Jean-Loup Amselle, tuttavia, questa opposizione netta fra l'Occidente e il resto del pianeta è semplicistica: ignora infatti le reciproche interferenze, dimentica filosofie alternative al pensiero occidentale elaborate persino in Europa e, infine, non riconosce l'importanza delle riflessioni e delle controversie che giungono dall'Africa, dall'Asia e dall'America centrale e meridionale. L'autore ha condotto un'ampia indagine che ha attraversato vari continenti e ripercorso differenti teorie. Dal rinnovamento di un particolare pensiero ebraico all'indigenizzazione promossa dal movimento zapatista, passando per la difesa dei "saperi endogeni" africani o l'affermazione di una peculiare temporalità indiana, Amselle analizza le varie forme di "distacco" dall'Occidente e i pericoli che esse nascondono. Questa rassegna costituisce l'occasione per tornare a riflettere sulla figura di Gramsci, vero e proprio nume tutelare degli studi postcoloniali, dimostrando come l'omaggio rituale che gli viene tributato si fondi in realtà su una lettura poco fedele del suo pensiero.
Gli intramontabili. Mode, persone, oggetti che restano
Patrizia Calefato
Libro: Copertina morbida
editore: Booklet Milano
anno edizione: 2009
pagine: 190
Cosa hanno in comune una borsa Kelly battuta all'asta su eBay, un vinile dei Beatles, la vecchia 500 rimessa a nuovo, ma anche la nuova che la cita nel nome, nei colori e nelle forme, un mobile di design italiano degli anni del boom, un disco degli Abba, i regali di Natale, il jeans, il bikini, la T-shirt, Mina, Jacqueline Kennedy e Grace Kelly? Sono gli intramontabili, i sempreverdi. Mode, persone, oggetti che restano nel tempo o ritornano, come "vintage", dopo una fase di relativo oblio, anche se la loro "resistenza" ha talvolta il senso del residuo ottuso e della leggera ossessione, piuttosto che dell'autodifesa attiva. Segni che non solo rimangono nel corso degli anni come "classici", nel senso più tradizionale della parola, ma si ripresentano, rielaborati sotto forma di citazione visiva, deformati dalla memoria, riciclati e riusati, per dar vita a nuove configurazioni. Da una generazione all'altra, gli "evergreen" riescono a caratterizzare il gusto e a motivare passioni e valori, in poche parole, a essere sempre "di moda". L'autrice cerca di privilegiare una prospettiva "leggera" nel guardare a questi segni che non finiscono mai di dire la loro e che permettono anche di immaginare un'"uscita dalla crisi" non retorica e convenzionale, ma fondata su un alto investimento in ambiti come la sostenibilità, il riuso, la memoria culturale.