Gattomerlino/Superstripes

Questo vorrebbe essere il fascino della raccolta e, in generale, della poesia tutta, almeno a mio modesto parere: l’ambiguità. La parola è ambigua, la lettera è ambigua, ciò che se ne ricava lo è altrettanto, e un’intera raccolta di cotanta prolissità e licenza poetica non può essere da meno. Mi piace muovermi tra più significati, in bilico tra le cose dette e quelle omesse o alluse, e così piace fare alle mie poesie. Alcune sono talmente assuefatte a questa condizione che potrebbero sembrare strafatte, altre hanno solo il compito di restituire alla vita, con la parola, ciò che il tempo passato sulla parola ha rubato alla vita. Infatti, scrivere, non è affatto naturale. Lo sforzo che si cela e irradia da questo processo non beneficia né il corpo né la mente dello sforzato.

Da Piccolo zoo nell'anima Sirfidi Per tutta la vita ci avete ignorato come mosche blu o verdi, scambiato per api obbedienti, vespe o calabroni da scacciare. Invece siamo innocue sirfidi, col dono innato di mimare vite altrui; succhiando nettare, amanti instancabili zigzaghiamo di fiore in fiore. Prosperano le nostre larve…

Come se dovessi ricordarmi che nulla è eterno, forse questa strana casa con specchi e camini, finestre e terrazzi sul boulevard, parquet e strani meandri, vivrà più di me, proseguirà la sua vita con mia figlia e oltre, in un fondale in cui domina la relatività più assoluta. Antico e relativo coesistono e qui, in questa vecchia nuova antica casa, i ricordi, il passato, l'Italia, le abitazioni, coesistono col relativo più assoluto, con l'avventura, l'apertura, il nuovo, il tuffo benevolo più che critico o infastidito nella diversità e nella conoscenza di sé e degli altri. Anzi il destino è più un vento che uno specchio, o anche un prisma con più specchi che va avanti e indietro, moltiplicando nel tempo le sue facce, facce che sono l'altro di me e da me.

L'ultima raccolta postuma di poesie di Franco Ferrarotti.

Età di lettura: da 7 anni.

Raccolta di poesie.

Età di lettura: da 4 anni.

"Si tratta di una raccolta che in qualche maniera è un resoconto (un tracciamento) di paesaggi/passeggi romani: sono un artista, per semplificare, un pittore e mi occupo anche di letteratura, avendo pubblicato alcuni racconti e poesie, e saltuariamente di traduzioni letterarie. In ragione di queste sintetiche note questa raccolta si può intendere anche come un modo per tenere insieme questi aspetti – si tratta in fin dei conti di segni, tracciati o lasciati cadere su una superficie, quasi sempre di carta."

Undici racconti, narrazioni, metanarrazioni o denarrazioni, straniata indagine tra tra misterico e poliziesco, esistenziale e metafisico, onirico e tecnodelico. In ogni caso scrittura eterodossa, per andare anche nel fondo oscuro della contemporaneità, compresa quella della intelligenza artificiale.

Sin dal primo testo, "La cibernetica guerriera" vibra il colpo e lo scotimento ci consegna il frutto travagliato del linguaggio di Marco Nicosia. Un’opera prima che si offre in forma di vibrazione, appunto, pensiero della differenza e mimesi di un ascolto non fallogocentrico. Il lettore trovi un punto fermo al quale appigliarsi oppure scampi al pericolo, imparando ad assecondare le vibrazioni del colpo inferto dalla guerriera.

Il Tempo resta eterno quando tocchiamo con gli occhi la riva dell’infanzia con i suoi frutteti immacolati e le sue medaglie di cartone dorato. Il tempo che muore delle sue ferite lecca il fresco latte dei nostri anni con la sua lingua di sfinge.