Mondadori Bruno
Trasparenze radicali. Fotografia e pratiche estetiche alle soglie del nuovo millennio
Chiara Pompa
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2021
pagine: 168
Il volume analizza il contributo che la fotografia ha apportato all'affermazione della cultura della visibilità peculiare della cosiddetta società trasparente, accelerata dalla nascita del web e impostasi capillarmente alle soglie del terzo millennio. In particolare, l'autrice pone in luce il singolare profilarsi nel corso degli ultimi decenni di un crossover, per molti versi inedito, della pratica fotografica nei campi sempre più osmotici delle arti visive, della moda e dei social media. Privilegiando la dimensione esperienziale e partecipativa del medium e mettendo in atto una modalità di racconto in prima persona e in tono diaristico, tali pratiche sembrano rispondere a quell'istanza allo svelamento e all'esposizione totale della sfera privata, ravvisata da Jean Baudrillard quale tratto distintivo della società attuale. In questo senso, la nozione di nuova oscenità — ovvero l'oscenità del visibile, del troppo visibile, del più visibile del visibile teorizzata dal filosofo francese — viene assurta a strumento euristico chiamato a mappare e inquadrare gli esiti della Snapshot Culture nell'era digitale.
Il canto e il pensiero. Martin Heidegger
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2020
pagine: 240
«L'intimo colloquio del pensare con il poetare durerà a lungo. Esso è appena iniziato.» Così si esprimeva Martin Heidegger in un suo scritto del 1953, poi confluito in quella che Jean Beaufret considerava — dopo Essere e tempo (1927) e i Contributi alla filosofia (1936-1938) — l'opera "definitiva" del filosofo tedesco: In cammino verso il linguaggio (1959). È infatti nella preparazione all'ascolto della lingua che risiede il compito assegnato da Heidegger al pensiero, affinché su questa base possa essere progettato un senso più originario del nostro soggiorno sulla Terra. A fronte della devastazione della verità operata dall'odierno scientismo planetario, diviene urgente saper avvertire nette singole parole la prima traccia del contratto che l'uomo non può fare a meno di stringere con il fenomeno dell'essere. Così la poesia, lungi dal costituire una fantasiosa fuga dalla realtà, si trasfigura in un sapere capace di risvegliare in chi ne ha cura la disponibilità a essere all'unisono con il mondo. Predisponendo l'avvento di una nuova epoca per l'Occidente che mette fuori gioco ogni pretesa di calcolo e di controllo, si fanno spazio in modo impercettibile la voce del canto e il suo mormorio di sorgente. All'«oscura pazienza della fine», di cui i poeti in tempo di povertà ci insegnano a fare esperienza, si accompagna pertanto «l'occhio d'oro dell'inizio» con cui il richiamarsi di arte e pensiero annuncia la possibilità di veder sorgere un'umanità intonata al semplice e alla sua grazia. Il presente volume raccoglie i contributi di alcuni dei più autorevoli interpreti contemporanei del pensiero di Martin Heidegger, quali Philippe Arjakovsky, Paola L. Coriando, Cécile Delobel, Francois Fédier, Hadrien France-Lanord, Adéline Froidecourt, Hans-Christian Gùnther, Friedrich-Wilhelm von Herrmann, Natalie Knapp, Klaus Neugebauer e Francois Vezin.
Iniziative dal basso e trasformazioni urbane. L'attivismo civico di fronte alle dinamiche di governance locale
Carolina Pacchi, Davide Zanoni, Claudio Calvaresi
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2020
pagine: 144
Le iniziative dal basso, animate da cittadini e loro organizzazioni, hanno ormai raggiunto un elevato livello di diffusione e di maturità nelle città europee. Riguardano temi di interesse comune, come il livello e l'accessibilità dei servizi, il verde e la qualità dell'ambiente, gli spazi pubblici, il riuso di edifici abbandonati, le nuove filiere del cibo, diverse forme di produzione e fruizione culturale. Vengono lette come opportunità di rafforzamento della democrazia locale e come contributo alla definizione di politiche di pianificazione e di rigenerazione urbana più efficaci. Nonostante le attese nei loro confronti, non sempre le iniziative dal basso mantengono le promesse: esse, infatti, non sono esenti da rischi di piegatura localistica, incrementalismo e, in alcuni casi, sindrome Nimby; inoltre, l'interfaccia tra queste azioni e le Amministrazioni Locali, che pure si rivela cruciale per comprendere l'impatto potenziale di queste iniziative, è estremamente complessa. A partire da ricerche sul campo svolte a Milano e a Berlino, e reinterpretando criticamente il ruolo delle iniziative dal basso in una cornice più ampia, questo libro argomenta come, pure a fronte di possibili rischi, ma solo in presenza di alcune condizioni di contesto, la dimensione insorgente di queste iniziative possa giocare un ruolo molto importante ed essere un elemento sempre più rilevante del policy making e dei processi di trasformazione urbana nel loro complesso. Mentre in generale le condizioni di contesto, legate alla situazione socio-economica, alla struttura politica e ai meccanismi istituzionali, giocano un ruolo determinante nel definire spazi e traiettorie di trasformazione urbana, vi è tuttavia un importante spazio di azione per le iniziative dal basso, che possono così contribuire a modificare la struttura stessa per farla evolvere in una direzione in grado di favorirle (attraverso una modifica della struttura delle opportunità politiche). Carolina Pacchi è professore associato di Tecnica e Pianificazione Urbanistica presso il Politecnico di Milano, dove insegna Planning Theory and Practice e Local Conflict Resolution. Svolge attività di ricerca sulle trasformazioni dei sistemi di governante nelle città europee, sull'attivismo urbano dal basso e sulle disuguaglianze e forme di segregazione urbana. Si è occupata delle relazioni tra territori e forme della produzione e del lavoro. Ha pubblicato testi e articoli su questi temi a livello nazionale e internazionale.
Come un salmone che risale la corrente. Elzeviri per un capitalismo globale più umano
Gaetano Fausto Esposito
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2020
pagine: 112
Andare contro la corrente e risalirla è faticoso e rischioso anche in campo economico e sociale. L'ideologia neo-Liberista è ancora oggi la più affermata interpretazione economica di come funziona il mondo secondo cui il ruolo taumaturgico dei mercati e l'abolizione di barriere al libero agire degli individui assicurano maggiori e migliori opportunità, una più forte democrazia e più ampia libertà di scelta. Purtroppo però non è andata così negli ultimi anni, e lo si poteva anche immaginare, tenuto conto delle lezioni della storia. I brevi contributi qui riportati capovolgono gli assunti liberisti, con un'interpretazione alternativa e non convenzionale, partendo da ciò che è realmente accaduto, basata su di una più piena concezione della vita umana, su un'idea di società più partecipata e viva, nell'impresa, net mercato, nei processi dí globalizzazione. La diffusione della pandemia Covid-19, da grave emergenza socio-economica, potrebbe anche diventare l'occasione per ripensare í principi che reggono la nostra economia, per riformulare metodi e fini e riportare alla ribalta questioni di equità e di etica. Un approccio che contrasta il mainstream, come i salmoni che risalgono il corso dei fiumi quando avvertono che occorre assicurare una progenie, e nel farlo arrivano spossati alla loro meta. Non è utopia se molti casi dimostrano che funziona, quando c'è reale impegno personale e sociale, e aiuta realmente a migliorare la vita di tutti noi.
Il marchese e le città: le signorie di Oberto Pelavicino
Maddalena Moglia
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2020
pagine: 256
Le esperienze signorili del Duecento italiano hanno riscosso minore attenzione rispetto a quelle dei secoli successivi. Questo libro si propone di colmare almeno in parte tale lacuna, analizzando il vasto dominio signorile costituito – tra il 1249 e il 1266 – da Oberto Pelavicino lungo l’asse del Po, nei suoi aspetti politici, istituzionali ed economici.
Moda e cinema in Italia. Dal muto ai giorni nostri
Eugenia Paulicelli
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2020
pagine: VIII-200
Il cinema ha lanciato la moda e lo stile italiano nel mondo. Sebbene la moda italiana abbia una lunga storia che risale alle botteghe medievali, bisognerà aspettare la fine della seconda Guerra mondiale per quello che diventò una delle rivelazioni della moderna couture. Il cinema italiano ha fatto conoscere al mondo il Made in Italy. Il costume nel cinema ha ispirato e continua ad ispirare la produzione di collezioni. Il “fashion film” è diventato un genere diffuso di storytelling per le marche del lusso come Ferragamo, Fendi, Gucci, Prada tra le altre. Il libro si conclude con una riflessione su questo genere e dei suoi rapporti sia con la contemporaneità, che con la storia del cinema degli esordi. Con un’analisi dettagliata del cinema d’autore attraverso la lente della moda e del costume, il volume propone una storia culturale di questa interazione e si avvicina al cinema per rivelare il processo di fare cinema. Questo rapporto sinergetico tra cinema, moda, e costume, ha contribuito e ancora contribuisce a creare un’immagine attraente e sperimentale dello stile italiano e a dare un valore aggiunto alla moda come bene culturale e farne parte integrante della formazione del tessuto identitario della nazione, proprio come il cinema. Da qui è possibile valutare come queste interconnessioni contribuiscono a riflettere sulle questioni storiografiche, proponendo nuovi percorsi di scrittura della storia attraverso il rapporto tra moda e cinema. Questo libro intende contribuire all’evolversi e allo sviluppo di questo campo di indagine e di studio, fornendo uno strumento per continuare la ricerca.
I luoghi delle parole. Geografie letterarie dopo l'Unità
Gianni Oliva
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2020
pagine: X-246
Ci sono luoghi in letteratura che esistono perché la parola li fa vivere ben oltre la loro esistenza concreta. Sono i luoghi delle parole. Le entità geografiche materiali molto spesso condizionano la storia stessa in nome di quel binomio spazio-tempo ritenuto indissolubile per la ricostruzione di qualsivoglia vicenda. I saggi raccolti in questo volume testimoniano la fedeltà di uno studioso alla dinamica geo-storica, la coerenza verso un’idea e un metodo di lavoro praticato negli anni con rigore e con passione, nella certezza che sia legittimo dubitare della struttura unitaria della vecchia Italia, stando alle vicende storiche pre-risorgimentali e, in un certo qual modo, anche post-risorgimentali. Si vuol dire che lo sforzo compiuto da De Sanctis a suo tempo, per quanto legittimo e giustificabile sul versante dell’aspirazione patriottica e dell’idealismo sincretico, poteva essere messo in discussione, come avevano già dimostrato prima Croce e poi Carlo Dionisotti. Dalla Milano di Verga a quella di Manzoni, dalla Firenze di Capuana e del leonardismo primo-novecentesco, alla Sicilia del Gattopardo e alla Calabria di Alvaro, non senza itinerari di comparatistica con il Borgese in America e i Rossetti d’oltre Manica, Oliva ruota ancora una volta attorno al concetto di spazio letterario nella sua dimensione culturale e antropologica. Come a ribadire che la letteratura non è qualcosa di astratto, che vola a mezz’aria o sulle teste degli uomini, ma prende corpo nei luoghi dove nasce; gli autori stessi si rapportano ai contesti in cui agiscono, si formano, si muovono. La letteratura, inoltre, è qui rivendicata come disciplina formativa della persona, capace magari di andare anche un passo oltre la storia in quanto magazzino di sensibilità e di sentimenti umani. Essa è pronta al riscatto in una società sempre più dominata dal materialismo economico della contemporaneità.
Da Pietroburgo a New Haven. Sei saggi su M.I. Rostovtzeff
Pier Giuseppe Michelotto
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2020
pagine: XII-369
I sei saggi presenti in questo volume si propongono di illustrare la varietà di tematiche e di aspetti peculiari della sterminata produzione scientifica di M.I. Rostovtzeff (1870-1952), che indiscutibilmente è da annoverarsi tra i più grandi antichisti del primo Novecento per vastità di interessi e per competenze pluridisciplinari, dall'archeologia all'epigrafia, dalla filologia alla papirologia. Fuggito dalla Russia in seguito alla Rivoluzione d'ottobre, che incise profondamente nella sua suggestiva interpretazione del tramonto della civiltà classica e che lo rafforzò nella convinzione della presenza di significative analogie tra mondo antico e mondo moderno, Rostovtzeff approdò negli Stati Uniti, dove insegnò nelle Università di Madison e di Yale. E da Yale diresse con indefessa energia, dal 1928 al 1937, gli scavi di Dura-Europos sull'Eufrate. L'opera di Rostovtzeff culminò nella composizione e nella tormentata revisione delle due monumentali storie economiche e sociali dell'impero romano e del mondo ellenistico. Indagando pervicacemente sull'eziologia delle fasi di ascesa e di declino, Rostovtzeff mai mancò di sottolineare, accanto ai fattori politici ed economici, l'importanza nei processi storici dei fenomeni religiosi e di psicologia collettiva, a conferma di un radicato e convinto antimaterialismo.
La fattoria terapeutica. Interventi di psicoterapia residenziale
Giovanni Giusto
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2019
pagine: 214
L'idea alla base della Fattoria Terapeutica nasce dal confronto tra la cultura del mondo contadino con l'ideologia alla base dell'attività terapeutica residenziale in Comunità. Non si tratta quindi né di una fattoria didattica né di una fattoria sociale e tantomeno di un agriturismo. Trova la sua radice e fondamento scientifico nel trattamento psicodinamico e psicosociale delle psicosi e dei disturbi gravi di personalità. L'idea prevede il coinvolgimento attivo, anche nelle funzioni direttive, di un veterinario che si occupi di terapia assistita con gli animali insieme agli psicoterapeuti, e di un agronomo, che si occupi insieme agli operatori degli elementi fondamentali legati alla terra e alle stagioni.
L'arte ansiosa. Perché non ci sono più né artisti né arte
Aldo Marroni
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2019
pagine: 205
L'affermazione dell'artista tedesco Anselm Kiefer secondo cui "l'art survivra à ses ruines", prima ancora di esprimere una speranza, rappresenta l'indice di un malessere e una inquietudine da tempo vigente nell'arte contemporanea. Infatti, la fine di ogni riferimento normativo sicuro e la conseguente condizione di incertezza hanno generato una profonda ansia derivata dall'anomala situazione in cui si sono trovate sia l'arte che l'artista. Quest'ultimo è un soggetto ansioso perché non sa se la sua è un'opera d'arte oppure soltanto una geniale trovata a cui la critica attribuisce valore artistico. Si può considerare dunque un artista anche se è legittimato unicamente da quel sistema mediatico-pubblicitario chiamato "mondo dell'arte"? Egli mantiene ben nascosta questa sua condizione patologica. Il suo farmaco è la glorificazione che gli deriva dall'élite culturale mentre la sua presunta guarigione coincide con il successo commerciale. Questa impossibilità di stabilire cosa è arte e cosa no apre la strada a esperienze estetiche le quali vanno a collocarsi oltre l'arte stessa, mettendo così in crisi quel sistema che ha fatto della sacralizzazione dell'opera il suo ideale. L'autore, chiamando a testimoniare alcune delle figure più emblematiche dell'estetica e rileggendo i momenti più problematici dell'arte contemporanea, arriva ad accreditare la promesse de bonheur implicita nel kitsch, così da fissare una situazione in cui arte e artisti sembrano essersi volatilizzati per lasciare agire in piena libertà il puro godimento dell'oggetto estetico.
Modernità visuale nei «Promessi Sposi». Romanzo e fantasmagoria da Manzoni a Bellocchio
Marco Maggi
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2019
pagine: 156
È assai frequente, negli studi sui Promessi Sposi, il paragone con il cinema. Si fa spesso ricorso, per spiegare l'arte manzoniana della narrazione, a termini quali "sequenza", "inquadratura", "montaggio", tanto più a proposito quando al centro dell'attenzione è l'edizione del romanzo illustrata da Gonin. La suggestione emanata da questo tipo di paralleli non deve tuttavia far dimenticare il loro fondamentale anacronismo, poiché l'esperienza di Manzoni si svolge tutta nell'epoca definita "precinematografica". Anche quest'etichetta, in realtà — come ampiamente dimostrato dagli studi di cultura visuale, — è oltremodo generica e imprecisa, nello sforzo di unificare una congerie di dispositivi visuali estremamente variegata e soprattutto meritevole di considerazione autonoma. Gli studiosi sono infatti sempre più concordi nel retrodatare la grande rivoluzione moderna della visione ai primi decenni dell'Ottocento, anteriormente dunque all'invenzione della fotografia e del cinema, all'epoca in cui appaiono spettacoli popolari come la fantasmagoria e il panorama, a loro volta all'origine di imitazioni e varianti sino almeno alla fine del secolo. Gli studi sulla cultura visuale dei Promessi Sposi si sono sinora concentrati sulle ascendenze nella cultura "alta", soprattutto a riguardo del naturale legame con il Seicento, trascurando quelle radicate nella cultura popolare e più prossime cronologicamente. In questo saggio si porta per la prima volta all'attenzione la presenza della nuova cultura visuale ottocentesca nella tessitura intermediale del romanzo manzoniano, anche in rapporto all'impianto multimediale che il testo compone con le «vignette» dell'edizione illustrata. Altre indicazioni sono ricavate sfruttando la funzione "retroattiva" della ricezione, ovvero la sua capacità di suscitare nuove letture del testo-fonte, tanto in chiave intertestuale quanto con riferimento alle trasposizioni. Da questo gioco di andirivieni critici emergono con chiarezza alcune costanti: la diffidenza di Manzoni nei confronti di tecnologie della visione "immersive" come la fantasmagoria e, al contrario, l'affinità sentita e praticata (soprattutto nell'edizione illustrata dei Promessi Sposi) con il peculiare realismo dei dispositivi panoramatici. Viste da questa prospettiva, le interferenze con la nuova visualità ottocentesca restituiscono l'inimitabile impasto di aderenza alle cose e distacco ironico che è la cifra della prosa manzoniana.
Il negozio all'italiana. Spazi, architetture e città
Ines Tolic
Libro: Libro in brossura
editore: Mondadori Bruno
anno edizione: 2019
pagine: 176
In occasione della Terza Biennale di Monza, nel 1927, Guido Marangoni fece allestire un reparto di "botteghe d'arte" con il compito principale di "servire d'esempio e d'incitamento per una maggiore cura del negozio e della vetrina". I risultati, con poche eccezioni, non furono particolarmente apprezzati dal promotore dell'iniziativa, eppure è proprio a questo primo confronto pubblico sulla questione dei negozi che oggi si potrebbero far risalire le origini di una riflessione sull'estetica dei luoghi di vendita in Italia. Una riflessione che iniziò presto a dare risultati degni di nota visto che, già alla fine degli anni venti, le riviste di settore volsero la propria attenzione alle architetture per il commercio e ai relativi arredamenti, considerandoli esemplificativi della modernità e delle tendenze estetiche più aggiornate. Da allora, il discorso sui negozi si è arricchito di casi esemplari, protagonisti e problematiche risultando in un campo d'indagine che, fino ad oggi, non è ancora stato sufficientemente esplorato. Svelare gli aspetti poco noti e ignoti di questa vicenda grazie a inediti materiali d'archivio, rivedere il contributo di alcuni dei protagonisti del settore, tracciare una riflessione critica sul progetto dello spazio in relazione alla merce e analizzare l'iconografia che ha accompagnato lo svolgimento di questo discorso fino all'epoca contemporanea sono solo alcuni degli obiettivi del volume che, così facendo, colma una lacuna bibliografica necessaria per comprendere il ruolo culturale del negozio, inteso come medium fra il mondo di chi produce e quello di chi consuma, fra la dimensione privata e la scena pubblica, fra la casa e la città.