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Il 26 settembre 1943 le truppe canadesi liberano Rionero in Vulture, in Basilicata, mentre le truppe nazifasciste si ritirano più a nord. I primi soldati che entrano nell’abitato scoprono un massacro di civili innocenti, avvenuto due giorni prima. E’ la prima volta che gli Alleati sono in grado di documentare un crimine di guerra in Europa: i resoconti e le immagini della strage saranno pubblicati in innumerevoli testate giornalistiche in Canada, Inghilterra, Stati Uniti. Il processo sui fatti di sangue di Rionero del 1943 sarà celebrato nel 1951, senza individuare alcun colpevole. Questa ricerca ricostruisce gli eventi di Rionero, dove in due distinti episodi restano uccise 18 persone e altre perdono la vita per cause di guerra, o comunque rimaste oscure. Altra documentazione riguarda eventi accaduti nella vicina Atella, dove due civili e un soldato tedesco muoiono in circostanze mai chiarite.

“Poesie per amori pensati e pianoforti dimenticati” di Raffaele Irenze, attraverso una modalità di scrittura sicuramente molto personale, pone l'accento sull'essenza dell'assenza, che può divenire una dolce malinconia ed al contempo una forma di catarsi. Gli amori immaginati, dunque, accompagnati dalle note che non verranno mai suonate, ci conducono al perenne confronto con le nostre collisioni interiori, delle quali, forse, non possiamo fare a meno.

Come un aquilone di stoffe variopinte, la poesia volteggia nell’aria. Ricordi, verità personali e sensazioni vengono riesumati da un becchino che le accarezza e le ripone, come una vecchia sepoltura, sul foglio della vita. Una poesia senza metriche e senza regole, celata da un linguaggio allegorico, mutevole agli occhi di ognuno. Potente e allo stesso tempo affascinante, come la musica che, secondo Mozart, è già tra le note, anche la poesia è già tra le parole. Bisogna solo saperla leggere. Un viaggio attraverso ardui tornanti e sinuosità di un'indole tumultuosa e conflittuale che dà voce a poesie Innominate che s'affacciano sul baratro di ricordi, di crisi esistenziali, di donne in cui ha sperato o sciolto il cuore.

Due mondi scorrono paralleli, ignari l'uno dell'altro. In cielo, il Colonnello Paul Tibbets guida l'Enola Gay con professionalità glaciale, portando nella stiva l'arma più devastante mai concepita dal Progetto Manhattan. Il suo dovere è uno solo: eseguire gli ordini per porre fine alla guerra, a qualunque costo. A terra, nella vibrante Hiroshima, la giovane Akiko Tanaka vive la sua quotidianità, tra piccoli sogni e la speranza che il padre torni dal fronte. Non sa che un puntino argenteo sopra di lei sta per cancellare il suo mondo. Alle 08:15 del 6 agosto 1945, le due realtà collidono in un lampo accecante: l'alba di un sole sbagliato. Il romanzo esplora il "dopo". Come convive un uomo con la memoria di aver annientato una città? E come può una sopravvissuta farsi custode di un'eredità di cenere e monito per l'umanità? "Il Sole sbagliato" è un viaggio nel cuore di due verità inconciliabili: quella del soldato che credeva di salvare il mondo e quella della donna che ha visto il suo finire.

La porta della sua cameretta si chiude. Le lacrime silenziose dopo una partita persa. Il "non sono capace" sussurrato di fronte a un compito. Di fronte al dolore di un figlio per una sconfitta, ci sentiamo impotenti. Spinti dalla nostra ansia, spesso reagiamo nel modo sbagliato, insegnandogli che l'errore è una vergogna. Ma se potessimo trasformare ogni caduta in un'occasione per insegnare la grinta? Se ogni errore diventasse un gradino per costruire l'autostima? Questa non è una guida per crescere figli perfetti, ma un manuale di pronto soccorso emotivo. Con storie vere, strategie basate sulle neuroscienze e dialoghi pronti all'uso, imparerete a gestire le crisi emotive, a trasformare il "non ci riesco" in "non ci riesco ancora", e ad affrontare le sfide del mondo digitale, dai social al gaming. Scoprirete che il regalo più grande che possiamo fare ai nostri figli non è proteggerli dalle cadute, ma dare loro la certezza incrollabile di sapersi rialzare. Sempre.