Edizioni ETS: La modernità letteraria
Il paradosso della civiltà culturale ambrosiana
Giovanna Rosa
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2022
pagine: 344
Questo volume riprende l’argomento della prima monografia di Giovanna Rosa dedicata alla capitale morale e ne costituisce il perfetto compimento, disegnando la parabola della cultura ambrosiana dall’Unità a oggi attraverso una serie di approfondimenti cronologicamente successivi. La prima delle quattro parti in cui è divisa la raccolta si apre con un capitolo dedicato a Milano quale motore della cultura letteraria della modernità e svolge il compito di un’articolata introduzione che traccia il perimetro della ricerca. Il discorso parte dall’epoca postunitaria per arrivare alla produzione di Gadda, mette in luce il ruolo propulsivo della civiltà ambrosiana e le non poche contraddizioni che la caratterizzano e la condizionano, alle quali va ricondotta la mancata vocazione egemonica nazionale di Milano. La seconda sezione si concentra su tre autori della Scapigliatura, studiando l’aristocratico umorismo di Carlo Dossi, idiosincraticamente sintonizzato con l’illustre tradizione lombarda, la militanza di Ambrogio Bazzero, che lavora con meticoloso impegno sulla misura breve, e la lettura controcorrente del Risorgimento da parte di Roberto Sacchetti (finalmente un romanzo). Seguono, nella terza parte, le due immagini contrastive e complementari della città operosa, quella di Verga e quella dei palombari sociali, all’altezza di una data cruciale, il 1881 dell’Esposizione nazionale (e della pubblicistica che la accompagna). Chiude il libro una sezione tutta novecentesca: dopo il saggio su Testori e quello sull’infaticabile Oreste del Buono, ecco il capitolo dedicato alla casa editrice Feltrinelli (“nata con una forte vocazione d’impresa a marchio ambrosiano”), conclusione coerente con lo spiccato interesse per la mediazione editoriale che è uno dei fils rouges dell’attività critica di Giovanna Rosa.
«Un loro dio». La poesia di Kavafis nel primo romanzo di Pasolini
Andrea Cerica
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2022
pagine: 136
Dier Paolo Pasolini è stato uno dei primi poeti a intuire i la grandezza di Konstandinos Kavafis e in più a provare a seguirne l'esempio: letta la prima antologia italiana del neogreco, che Filippo Maria Pontani aveva pubblicato sul secondo fascicolo della rivista romana «Poesia» (1945), Pasolini elesse ad argomento centrale di "Amado mio" (1947-1950) l'amore estivo tra un giovane letterato e un adolescente di bellezza divina, soprannominato Iasis come il ragazzo di un famoso epigramma dell'Alessandrino. Il libro cerca di ricostruire nei dettagli questo capitolo a oggi ignoto della fortuna italiana di Kavafis, con particolare attenzione per la prima redazione del romanzo (1947-1948).
Testimoniare il conflitto. Letteratura, verità, impegno nelle memorie della Grande Guerra
Giorgio Nisini
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2022
pagine: 160
Più volte gli storici hanno messo in discussione la credibilità documentaria delle memorie della Grande Guerra, riscontrando in molte di esse una ricostruzione dei fatti piena di imprecisioni e lacune e un eccesso di ragioni ideologiche che andò a scapito dell’obiettività testimoniale. Ma fu davvero così? Sulla linea di questa domanda, e prendendo le mosse da un’aggiornata mappatura del corpus e delle molteplici tipologie testuali che lo compongono, con particolare attenzione per i ricordi di prigionia, il presente volume intende proporre una rilettura della memorialistica degli scrittori italiani che vissero l’esperienza al fronte all’interno di un più vasto dibattito sul valore ideologico della testimonianza, la cui manifestazione più compiuta, nonché più articolata in termini di autocoscienza intellettuale, si ebbe nella produzione letteraria della Seconda Guerra Mondiale; e, dunque, negli anni del neorealismo.
Scritture del dispatrio
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2021
pagine: 608
Al di là del fenomeno sociale della migrazione e della raffigurazione canonica dell'esule, è la nozione di frontiera a essere approfondita, traducendosi – in questo caso – in confini della scrittura, ormai abbattuti da una cultura sempre più proiettata verso il superamento della chiusura identitaria e da una letteratura protesa verso l'abbandono dell'autoreferenzialità, consapevole della sua dimensione ormai transnazionale e dunque globale. Le relazioni qui raccolte dimostrano come, nella modernità letteraria, il dispatrio diventi il più delle volte quella condizione essenziale che consente allo scrittore di riconoscersi andando fuori di sé, nelle alterità in divenire, arricchendosi di esperienze nuove, immergendosi in altre lingue e contaminandosi con altri mondi attraverso una narrativa che entra nel campo di esperienze al confine tra mondo letterario, giornalismo, media e si fa carico di nuovi scenari multietnici e polimorfici.
Il prisma, l'uovo, l'esorcismo. Meneghello e il dispatrio
Rosanna Morace
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2021
pagine: 200
Due fulcri d’indagine ancora poco esplorati guidano la rilettura dell’opera di Meneghello: lo «shock» linguistico-culturale del dispatrio e lo stigma della «diseducazione» introiettata durante il Ventennio. Fu, infatti, per «strapparsi di dosso il fascismo» (Starnone) ed estirpare da sé le strutture mentali impiantate dal regime che Meneghello espatriò, arrivando ad acquisire, attraverso la palingenesi della nuova lingua, il distacco e l’ironia necessari per “tirare il collo alla retorica”, cauterizzare il senso di vergogna di essere stato egli stesso fascista ed essere sopravvissuto alla guerra civile (la Resistenza). Secondo questa prospettiva, tutta la sua opera può leggersi unitariamente come «an exercise in exorcism», e il rapporto tra le tre lingue (dialetto maldense, italiano, inglese) come un continuo trapianto e trasporto che conferisce alla scrittura «singolari proprietà prismatiche».
Tommaso Ottonieri. L'arte plastica della parola
Giovanna Lo Monaco
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2020
pagine: 208
Sin dal libro d'esordio, Dalle memorie di un piccolo ipertrofico, edito da Feltrinelli con la prefazione di Edoardo Sanguineti nel 1980, Tommaso Ottonieri intende la scrittura come vera e propria alchimia del verbo, arte plastica della parola, che prospetta la possibilità di un'alternativa all'annichilente e apocalittico scenario del presente, promuovendo così una forma di rinnovamento dello statuto della letteratura, entrato in crisi alla fine del secolo scorso. Il volume ripercorre in questa chiave l'intera produzione letteraria di Ottonieri, in versi e in prosa, fino all'ultima raccolta poetica del 2015, Gèodi, mettendo a fuoco le particolarità delle singole opere e seguendo gli sviluppi della poetica dell'autore, che si connota per la rielaborazione dell'eredità dell'avanguardia e della tradizione del moderno, unita a un lavoro costante di accoglimento e straniamento dei linguaggi della contemporaneità, condotto secondo una strategia allegorica che si precisa negli anni della sua partecipazione al Gruppo 93. Il volume è corredato dalla bibliografia completa delle opere e della critica.
Verità e narrazioni. Per una storia materiale del romanzo in Italia
Carlo A. Madrignani
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2020
pagine: 496
"Verità e narrazioni" raccoglie i saggi sparsi di Carlo A. Madrignani dedicati al romanzo italiano. Nell'insieme compone un'indagine coerente, sia pure rapsodica, che privilegia la tensione storiografica a cogliere uno scenario ampio delle vicende letterarie. Così, in questi scritti la «grandezza dei minori» illumina un ambiente culturale e i dati materiali della produzione aiutano a comprendere le tendenze del gusto; allo stesso modo, nelle pieghe di biografie e vissuto privato si rivelano psicologie collettive, mentalità, immaginario. Madrignani opta per uno sguardo laterale e diffuso, dando voce ad autori e scritture di secondo piano: da Bini a Fogazzaro, da Gualdo a un «altro» Collodi, a un insospettato De Amicis, fino alla valorizzazione di epoche e forme trascurate come il romanzo del Settecento o quello parlamentare. Emerge la traccia di una storia del romanzo in Italia che, in sintonia con la specificità del genere, sollecita la discussione e il dubbio sulle verità ufficiali, dalla scomoda irruzione di idee illuminate alle irrisolte tensioni psicologiche di tanta narrativa del secondo Ottocento e del Novecento.
Il ministero della parola. Da Foscolo a Santucci
Enrico Elli
Libro
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2020
pagine: 156
Per più di quarant'anni, con passione e dedizione Enrico Elli ha insegnato Letteratura italiana moderna e contemporanea, attuando pienamente quell'autentica vocazione di studioso e di educatore dei giovani che lo ha sempre contraddistinto. I colleghi e gli allievi a lui più vicini desiderano esprimergli la loro riconoscenza raccogliendo, in questo volume, saggi e ricerche del suo ultimo quinquennio di lavoro. Sviluppati sulla scia, ideale e metodologica, delle Patrie dell'Anima, essi nascono tutti da un'idea testimoniale e comunitaria della letteratura come, appunto, «ministero della parola». Proponendo un percorso otto-novecentesco che da Foscolo arriva fino a Santucci, passando fra l'altro per Carducci, Pascoli e Luzi, Elli riesamina infatti alcuni fra gli autori più cari al suo percorso accademico, valorizzandone, in particolare, i risvolti etici ed escatologici.
Scritture del corpo. Atti del XVIII Convegno Internazionale della MOD. (22-24 giugno 2016)
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 832
Gli Atti del Convegno annuale della Mod dedicato alle Scritture del corpo, che si è svolto presso l’Università di Catania dal 22 al 24 giugno 2016, raccolgono contributi di studiosi e studiose dedicati all’analisi della rappresentazione del corpo nell’orizzonte della modernità, secondo prospettive di ricerca inedite e suggestive, capaci di dar conto della profonda metamorfosi che ha investito l’immaginario culturale e letterario, non solo italiano. A partire da quello che potremmo definire una sorta di bodily turn, il tema della corporeità diventa l’asse centrale attorno a cui si sviluppano le scritture poetiche, romanzesche, drammaturgiche: la costruzione del personaggio, le differenti e molteplici identità dell’io autoriale, la definizione del cronotopo e dello spazio scenico non possono prescindere dalle urgenze dell’attualità che coinvolgono le figure e le strategie discorsive legate al corpo. Ad essere chiamati in causa sono i conflitti storico-sociali, etnici, di genere, nonché il paradigma etico ed estetico delle diverse rappresentazioni artistiche e letterarie. Il “corpo”, inoltre, non circoscrive solo un’area tematica ma diventa criterio ermeneutico capace di indicare nuove piste di lettura dei testi, nuove forme di comprensione delle esistenze e delle presenze mediate in maniera peculiare dalla scrittura e dalle sue invenzioni.
Tornare alla casa della madre. Vittorini, Morante, Celati
Massimo Schilirò
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2019
pagine: 186
Si indaga in questo studio il pellegrinaggio al luogo della madre. "Conversazione in Sicilia" di Elio Vittorini, "Aracoeli" di Elsa Morante, "Verso la foce" di Gianni Celati mettono in racconto il tentativo di superamento di una crisi attraverso il viaggio a un luogo pregnante connesso all’origine. Declinando il viaggio iniziatico o il mito edenico o le pratiche contemporanee del camminare, sono storie della cesura del legame e quindi della separazione dal paesaggio materno. In questo modo sono accomunate dalla funzione che si riconosce al mito, di narrare una seconda venuta al mondo, una rinascita. Ma in tutti e tre i casi si rende palese il dissolvimento progressivo dell’aura che irradia da questa favola del ricominciamento. Il recupero dell’inizio è comunque sempre mancato: perché non la discesa alle madri ma la risalita all’azione storica è la soluzione alla crisi individuale e collettiva (Vittorini); perché il paradiso non è mai esistito, il male è nella Genesi (Morante); perché ogni viaggio è una deriva, i luoghi sono svaniti (Celati). L’origine è un paese introvabile.
Vittorini nella città politecnica
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 158
Tra Elio Vittorini e la città di Milano esiste un legame molto stretto, nato sul finire degli anni Trenta e poi rinsaldatosi nel secondo dopoguerra, quando lo scrittore siciliano intraprende una lunga collaborazione con l’industria culturale e mette a fuoco un’idea originale di letteratura in dialogo con i codici del cinema, della fotografia, delle arti, della sociologia, della filosofia, della politica. Nel cinquantesimo anniversario della morte, il Dipartimento di Studi letterari, filologici e linguistici dell’Università degli Studi di Milano e il Centro di ricerca “Letteratura e cultura dell’Italia unita” dell’Università Cattolica, con il patrocinio della MOD-Società italiana per lo studio della modernità letteraria, hanno organizzato il convegno Vittorini nella città politecnica, che si è svolto a Milano il 19 e 20 febbraio 2016. Ne è emerso il ruolo cruciale della metropoli lombarda nell’attività letteraria, culturale e militante di Vittorini, e nella formulazione di un nuovo modello di intellettuale (con le caratteristiche specifiche del letterato editore) in grado di misurarsi con le sfide della modernità. Premessa di Alberto Cadioli e Giuseppe Lupo.
L'occhio e la voce. Pier Paolo Pasolini e Italo Calvino fra letteratura e antologia
Alberto Carli
Libro: Libro in brossura
editore: Edizioni ETS
anno edizione: 2018
pagine: 220
A metà degli anni Cinquanta del Novecento, Pier Paolo Pasolini e Italo Calvino riaccendono il dialogo fra letteratura e antropologia, illuminando un nuovo panorama di avvicinamenti, collaborazioni e immancabili distanze fra scrittori, etnologi, demologi e folkloristi. Pasolini allestisce il Canzoniere italiano con scrupolo specialistico e attenzione filologica, ma non senza raffinati accorgimenti poetici d’autore. Calvino, invece, riscrive le fiabe della tradizione regionale, dotandole di una letterarietà contemporanea. Diversi fra loro e diversamente instradati sui binari della moderna demologia, i due scrittori recuperano in termini estetici il testimone del passato, ma vanno ben oltre. Il "Canzoniere italiano" e le "Fiabe italiane", infatti, non sono soltanto indispensabili raccolte di reperti demologici superstiti − e, comunque, già fantasmi in una società sempre più mediatica e spersonalizzante −, ma veicolano con forza un messaggio civile e letterario ineludibile. Entrambe le opere mirano così a ricostruire il tessuto identitario dell’Italia del dopoguerra e portano alla luce il carattere unitario del suo popolo attraverso la varietà dei canti e delle fiabe tradizionali, proposti nuovamente a un altrettanto nuovo pubblico di lettori, fra intenti conservativi e volontà restitutive.

