Electa: ElectaStorie
La dama con il ventaglio
Giovanna Pierini
Libro: Copertina morbida
editore: Electa
anno edizione: 2018
pagine: 225
La pittrice in piedi davanti alla tela cerca di ricordare: aveva dipinto lei quel ritratto? È passato tanto tempo. Nonostante l'abbacinante luce di mezzogiorno la sua vista è annebbiata, gli occhi stanchi non riconoscono più i dettagli di quella Dama con il ventaglio raffigurata nel quadro. Il romanzo di Giovanna Pierini mette in scena Sofonisba Anguissola ultranovantenne a Palermo - è il 1625 - nel suo tentativo di riacciuffare i fili della memoria e ricordare l'origine di un dipinto. È questo il pretesto narrativo che introduce la vicenda biografica di una delle prime e più significative artiste italiane. Sofonisba si presenta al lettore come una donna forte, emancipata e non convenzionale, che ha vissuto tra Cremona, Genova, Palermo e Madrid alla corte spagnola. Tra i molti personaggi realmente esistiti - Orazio Lomellini, il giovane marito, il pittore Van Dyck, Isabella di Valois, regina di Spagna - e altri di pura finzione, spicca il giovane valletto Diego, di cui Sofonisba protegge le scorribande e l'amore clandestino, ma che non potrà salvare. La ricostruzione minuziosa di un'Italia al centro delle corti d'Europa, tra palazzi nobiliari, botteghe artigiane e viaggi per mare, e di una città, Palermo, devastata dalla peste, fa rivivere le atmosfere di un'epoca in cui una pittrice donna non poteva accedere alla formazione accademica e doveva superare numerosi pregiudizi sociali. Tra le prime professioniste che seppero farsi largo nella ristretta società degli artisti ci fu proprio Sofonisba, e questo racconto, a cavallo tra realtà e finzione, ne delinea le ragioni: l'educazione lungimirante del padre, un grande talento e una forte personalità.
L'orologio di Orfeo
Simon Goodman
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2015
pagine: 368
Erano morti in un campo di concentramento. Questo era tutto ciò che Simon Goodman sapeva dei suoi nonni, banchieri ebrei di nazionalità tedesca: suo padre parlava raramente delle terribili vicende familiari, ma, quando morì, lasciò scatoloni su scatoloni pieni di vecchie carte e documenti, e una storia incredibile cominciò ad affiorare: provenienti da un piccolo villaggio boemo, i Gutmann - questo era il cognome originario - divennero una delle più potenti famiglie di banchieri della Germania. Negli anni la famiglia raccolse una magnifica collezione d'arte, che comprendeva opere di Degas, Renoir, Botticelli, Guardi e molti altri, nonché il cinquecentesco Orologio di Orfeo, di squisita fattura, decorato con episodi della discesa del cantore tracio agli Inferi. Il regime nazista tolse ai nonni di Simon Goodman ogni cosa: la collezione di opere d'arte, l'immensa ricchezza, la posizione sociale e, infine, la vita stessa. Dopo la morte del padre, Simon iniziò a raccogliere indizi sull'eredità trafugata e sulla macchina infernale che i nazisti avevano messo in piedi per attuare il saccheggio. Larga parte della collezione era finita nelle mani di Hitler e Göring; altre opere erano state introdotte furtivamente in Svizzera per essere vendute a collezionisti e mercanti; molte erano finite in importanti musei; altre ancora erano state recuperate dalle forze alleate, ma poi sottratte di nuovo da cinici burocrati, e i governi europei non si erano fatti problemi ad acquisirle.
Amedeo, je t'aime
Francesca Diotallevi
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2015
pagine: 247
Parigi, 1917. Jeanne Hébuterne ha solo diciannove anni quando, a una festa di carnevale, incontra il pittore Amedeo Modigliani. Soprannominato Maudit, maledetto, Modigliani è conosciuto nel quartiere di Montparnasse per lo stile di vita dissoluto e il carattere impetuoso, oltre che per i malinconici ritratti dagli occhi privi di pupille che nessuno vuole comprare. Lei, timida aspirante pittrice con le ali tarpate da una rigida famiglia cattolica, non può fare a meno di sentirsi fatalmente attratta da quest'uomo bello e povero, che sembra vivere di sogni apparentemente irrealizzabili e affoga dolori e frustrazioni nell'alcol e nella droga. Per lui lascia ogni cosa, mettendo da parte le proprie aspirazioni, e si trasforma in una compagna fedele e devota, pronta a seguirlo ovunque, come un'ombra, anche oltre la soglia del nulla. Struggente e tormentata, la loro storia scardinerà ogni convenzione, indifferente a regole e tabù, obbedendo all'unica legge a cui non ci si può sottrarre: quella del cuore. Amore e morte si mescolano, in questo romanzo, alla passione che anima il cuore di un artista, al desiderio disperato di riuscire ad afferrare una scintilla di infinito.
La casa del piacere
Agnès Rotschi
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2017
pagine: 141
Quando nel 1901 il pittore sceglie di trasferirsi ad Atuona, nelle isole Marchesi, non pensa certo di morire laggiù. Da molti anni la sua irrequietudine lo spinge sempre oltre nella ricerca di una società primitiva, di una terra non contaminata. "Voglio tornare alle origini selvagge dell'arte", scrive. Ma poi la vita dissoluta, gli abusi di alcol e droghe, e infine la sifilide lo condannano a una fine miserevole, solo e pressoché dimenticato dagli amici parigini. Il pretesto narrativo per questo romanzo è una giornata nella vita di Paul Gauguin nel 1903, poche settimane prima di morire nella sua "Casa del piacere" che dà il titolo al libro. Come si viveva agli inizi del Novecento su un'isola del Pacifico, lontana dalla civiltà occidentale? È con l'attenzione dell'antropologa e la sensibilità derivata dalle proprie origini che Agnès Rotschi - tahitiana per parte di madre - racconta l'avventura umana di Gauguin: senza pudori, senza celare le contraddizioni del suo odio e amore per l'isola e per la Francia che l'ha colonizzata. La vita di Gauguin si svolge tra continui conflitti con i coloni francesi che amministrano quei territori con indicibile prepotenza, la curiosità per i costumi degli indigeni, e un'irrefrenabile attrazione per le donne, libere e sessualmente disinibite. Ma dietro la struggente fascinazione che l'esotismo del Pacifico esercita su Gauguin vi è forse dell'altro: la ricerca di un'identità.
Il pittore solitario. Seurat e la Parigi moderna
Francesco Poli
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2017
pagine: 162
"Alto e robusto, con i capelli scuri e una lunga barba curata, sempre ben vestito in blu scuro o nero. Il suo amico Charles Angrand lo ricordava bello come il San Giorgio di Donatello. Aveva un comportamento calmo, riservato, riflessivo, orgoglioso e tenacemente ostinato, ma anche melanconico e con una vena ironica, a volte sarcastica. Per queste sue caratteristiche Degas l'aveva soprannominato scherzosamente 'il notaio' ... Ma nel caso di Seurat limitarsi all'apparenza è un errore. La sua vita che tende a essere identificata con la sua opera è in realtà per molti versi un affascinante enigma, che vale la pena esplorare con attenzione in profondità. E questa ricerca ci porta a scoprire aspetti sorprendenti, segreti, anche sottilmente inquietanti". Questo, in breve, il motivo del presente volume. C'è chi parla di "mistero Seurat": senza spingerci così lontano, non possiamo negare l'inquietudine che ci assale quando osserviamo le sue tele né le difficoltà, inconsuete, che incontriamo quando vogliamo penetrarne la biografia. Nella Parigi di quegli anni, che Francesco Poli racconta con piglio mirabolante, "il notaio" cammina quasi fuori posto, vicinissimo eppure lontano dalla mondanità artistica che renderà la Ville Lumière famosa in tutto il mondo. Francesco Polì passeggia per questa Parigi, in compagnia di Seurat e delle figure più affascinanti del suo tempo, regalandoci un ritratto sorprendente di uno dei pittori "solitari" più amati di sempre.
Il vendicatore oscuro
Annalisa Stancanelli
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2017
pagine: 112
1608. Una feluca naviga silenziosa nella notte verso porto laccio, sulla costa orientale della Sicilia. Trasporta un uomo ferito, febbricitante che, all'arrivo sulla spiaggia, viene accolto e trasportato a braccia fino al convento dei cappuccini, un sicuro nascondiglio. È Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, "il miglior dipintore dell'epoca sua". Scampato all'ira dei cavalieri di Malta, sopravvive grazie alle cure dei frati e si rimette al lavoro con il sostegno di amici e protettori. E incontra Luce, la ragazza che posa per lui e lo fa fremere d'amore. Ma un presagio di morte attanaglia il pittore. "sento il pericolo, presto la morte mi verrà a prendere", confida all'amico Mario Minniti, "ho tanti nemici". Intorno a lui avvengono crimini spaventosi e violenti. Un assassino si aggira in città. Forse cerca lui.
L'anima inquieta. Il male di vivere di Edvard Munch
Tanja Langer
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2017
pagine: 164
Warnemünde, una stazione balneare sul mar Baltico. 1907. Un uomo dipinge in piedi davanti alla finestra. Scandagliando la profondità dello spazio, vi colloca degli oggetti che. deformati, appaiono minacciosi. I colori divampano brutali, le torme sono vorticose. Il pensiero di Tulla lo ossessiona e lo tiene ancorato a un sentimento in bilico tra odio e amore, tra un intenso desiderio fisico e un'incontrollabile gelosia. La sua irrequietezza esistenziale - che ha origine nell'infanzia - si trasforma sempre più spesso in paura. Ha paura di ciò che avverte dentro di sé. L'uomo protagonista di questo romanzo è Edvard Munch, il pittore norvegese che più di chiunque altro ha affidato all'arte l'espressione dei propri moti interiori. La sua esistenza si svolge a cavallo tra due secoli, l'Otto e il Novecento, ma anche tra due mondi: la vita ritirata nei gelidi paesaggi del Nord, e la forzata frequentazione di galleristi, committenti e mercanti nelle capitali europee, i quali intuivano il suo talento ma volevano imbrigliarne gli eccessi caratteriali. Il male di vivere di Munch culmina nel 1908, quando chiede di farsi ricoverare in una clinica psichiatrica a Copenaghen. Di questo grande artista Tanja Langer azzarda un ritratto introspettivo davvero insolito. Con l'ausilio di una scrittura asciutta, a tratti ossessiva, che sembra riflettere i sentimenti del suo personaggio, riesce a coinvolgere il lettore al punto da trascinarlo sempre più a fondo nella complessa psicologia del pittore.
Le muse di Klimt
Paola Romagnoli
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2016
pagine: 235
Di Gustav parla tutta Vienna, e non c'è personaggio della buona società che non sia incappato almeno una volta nel suo nome. I suoi ritratti sono molto richiesti e sin dall'estero gli giungono commesse per decorare con il suo tocco sontuoso le pareti e i soffitti di monumenti e grandi palazzi. Sono senza dubbio le donne a ispirarlo. Davanti al cavalletto ne percepisce l'essenza prima ancora che il suo sguardo scivoli lungo le sinuosità dei loro corpi. Le donne sono le sue muse. Gustav è circondato dalle donne: a tratti burbero e sfuggente, è un uomo che attrae. Lo sanno Emilie, stilista e imprenditrice affermata, la compagna di vita che non lo avrà mai solo per sé; Hermine e Clara, le sorelle che condividono la dedizione nei suoi confronti; Marie, che porta in grembo suo figlio, ma sarà una madre sola. Lo sa la giovane Alma, si dice sia la donna più bella di Vienna, che l'ha stregato con la sua determinazione e gli abbracci clandestini rubati alle convenzioni. E anche Olga, l'enigmatica donna dai capelli rosso fiamma. Il romanzo di Paola Romagnoli intreccia le vicende biografiche del pittore Gustav Klimt con le voci delle donne che lo hanno accompagnato tra la fine dell'Ottocento e il 1918, anno della sua morte. A cavallo tra finzione e storia, l'autrice evidenzia il ruolo che l'universo femminile ha avuto nella vita e nell'arte di Klimt, sullo sfondo di una Vienna nobile e sfavillante, dove nascono la Secessione viennese, le sinfonie di Mahler e la psicoanalisi di Freud.
La vedova Basquiat. Una storia d'amore
Jennifer Clement
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2016
pagine: 204
La ragazza lavora come barista al Night Birds. Ha lasciato il Canada perche diceva di sentirsi grigia, doveva andarsene. Ha venduto tutto e ha acquistato un biglietto di sola andata per New York. Il ragazzo sa di cuoio, pittura a olio, tabacco, marijuana. Lunghi dreadlock neri che pendono dalla testa, pantaloni troppo larghi, sporchi di vernice, scarpe bucate. Frequenta il locale e guarda la ragazza per due mesi, senza mai parlarle, ma tutti i giorni torna lì. Lei si chiama Suzanne Mallouk, ha detto addio a un padre violento e ora, rutta sola a New York, ha proprio l'aspetto di una bambina di dodici anni scappata di casa. Eppure, nella mente le risuonano le parole che le disse sua madre: un giorno farà cose eccezionali. Lui si chiama Jean-Michel Basquiat, è un graffitista conosciuto come SAMO e si presenta al Night Birds con un mucchio di monete. Ordina sempre e solo il meglio. E sta per diventare uno dei pittori più acclamati del mondo. Dai bassifondi della Grande Mela alle più famose gallerie d'arte, per Jean-Michel il passo è breve. Collezionisti, critici, mercanti, nessuno rimane indifferente al suo talento istintivo, al vigore con cui fa rivivere sulla tela le parole, i colori e le mille vibrazioni che attraversano la cultura underground. Jean-Michel porta la graffiti-art nei musei, è il primo artista di colore a imporsi in un mondo ancora dominato dai bianchi; conosce Andy Warhol, frequenta Madonna e partecipa ai reading di William Burroughs.
La donazione dimenticata. L'incredibile vicenda della collezione Contini Bonacossi
Sandro Pazzi
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2016
pagine: 239
Nei primi cinquant'anni del Novecento i conti Alessandro e Vittoria Contini Bonacossi crearono dal nulla una grande fortuna, inizialmente grazie al commercio di francobolli da collezione, per diventare poi tra i più importanti mercanti d'arte antica del secolo scorso. Una vita, la loro, trascorsa a contatto con i protagonisti del collezionismo mondiale, perennemente in viaggio tra la vecchia Europa e la giovane America dei mecenati e degli industriali. I Contini Bonacossi destinarono parte delle opere d'arte acquistate alla loro personale collezione che, già nel 1939, era considerata di valore inestimabile, essendo composta da meravigliosi quadri e sculture, nonché da innumerevoli e straordinari oggetti d'arte minore. La decisione di donare questa preziosissima raccolta allo Stato diede origine a una delle vicende più discusse e tribolate del collezionismo italiano, che in queste pagine viene finalmente raccontata da chi ne fu diretto testimone. Una storia appassionante e documentata degli eventi e delle persone che trasformarono la più importante donazione novecentesca di opere d'arte allo Stato italiano in uno scandalo lungo mezzo secolo, e che ancora oggi continua a suscitare interesse.
Il collezionista di sogni
Enrico Colle, Simona Di Marco
Libro: Libro in brossura
editore: Electa
anno edizione: 2016
pagine: 176
Cittadino inglese, nato in Italia e cresciuto tra Firenze, Cambridge e Londra, Frederick Stibbert (1838-1906) accarezzava un sogno: viaggiare e collezionare oggetti che potessero raccontare la storia delle culture del mondo. Meta privilegiata per i suoi acquisti erano i mercanti e antiquari di tutta Europa, e in particolare di Londra, Parigi, Berlino, Amsterdam, San Pietroburgo e Granada. In seguito si spinse più in là, in Egitto e negli Stati Uniti e, dove non poté arrivare di persona, giunse con la fantasia. Così diede forma al suo sogno, trasformando la casa di famiglia sulle colline di Firenze in un museo destinato ad accogliere la sua collezione di armature e costumi, manufatti artistici, pitture e sculture, naturalia e mirabilia provenienti da paesi lontani una straordinaria Wunderkammer. Lo stesso edificio storicista , di cui Stibbert curò l'ampliamento e l'allestimento, rievoca nei diversi ambienti via via il passato ellenistico, egizio, medievale o moresco, in una visione squisitamente romantica. La vita di Stibbert, come ci viene restituita in questo racconto pieno di sorprese, appare oggi alquanto romanzesca. Districandosi tra delicati equilibri famigliari, obblighi sociali, consuetudini mondane e l'inseguimento di un ideale, questo gentiluomo un po' dandy, finanziere oculato, munifico collezionista e, soprattutto, tenace sognatore, rappresenta appieno la cultura enciclopedica del suo tempo. Con testi di Martina Becattini, Riccardo Franci, Dominique Charles Fuchs.

