Giuffrè: Civiltà del diritto
Origini violente. Uccisione rituale e genesi culturale
Robert Hamerton-Kelly
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2018
pagine: XX-382
Il duplice volto del diritto. Il sistema kelseniano e altri saggi
Adolf Merkl
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 1987
pagine: CXXIV-359
Riduzione della filosofia del diritto alla filosofia dell'economia
Benedetto Croce
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2016
pagine: XLIV-122
Tre poeti filosofi: Lucrezio, Dante, Goethe
George Santayana
Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2022
pagine: XXI-150
Confrontare Lucrezio con Dante e Goethe, questi tre poeti filosofi, non significa certo stabilire quale tra essi sia il migliore. Per confronto qui si intende una valutazione del tipo di immaginazione e di filosofia incarnate in ciascuno dei poeti, vedere cosa hanno in comune, quali le differenze o quale l'ordine cui pervengono muovendo da diversi punti di vista. Lucrezio è il poeta della materia e della natura, vista scientificamente, oggettivamente. Dante ha una visione dell'esperienza nella sua totalità, dall'alto e, in un certo senso, da un punto di vista esterno, morale, non fisico. Dante è il poeta della salvazione. Goethe presenta l'esperienza nella sua immediatezza, varietà e apparente insignificanza: è il poeta della vita.
Il potere costituente tra mito e realtà
Sergio Raúl Castaño
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2019
pagine: XVI-144
Riduzione della filosofia del diritto alla filosofia dell'economia
Benedetto Croce
Libro: Libro in brossura
editore: Giuffrè
anno edizione: 2016
pagine: XLII-125
«I libri, che s'intitolano filosofie del diritto, contengono un vario, e spesso assai pregevole, materiale di dati storici, di schematismi giuridici, di critiche circa istituti sociali e di proposte riformatorie; o anche importanti vedute filosofiche generali. Ma tutto ciò resta fuori della mia indagine. Io debbo fermarmi soltanto a quelle parti di essi, - talora, poche pagine introduttive, o qualche capitolo o paragrafo, che si cela quasi vergognoso nella selva delle discussioni estranee, - nelle quali si cerca di stabilire il fondamento o il concetto del diritto. Proprio queste trattazioni del problema peculiare e fondamentale del diritto mi hanno destato sempre i maggiori dubbi. Pare a me, come già ad altri, che si sia ancora, per questo riguardo, press'a poco nella condizione in cui si era alla fine del secolo decimottavo; quando Kant, parlando nella Critica della ragion pura della difficoltà delle definizioni, notava che i giuristi cercavano sempre, ma non erano riusciti ancora a trovarne una pel diritto. Il rapporto di diritto e morale, che il giurista von Jhering chiamava il capo Horn (o capo delle Tempeste) della scienza giuridica, mi sembra, in verità, il capo dei Naufragi. L'indole dell'attività giuridica rimane ancora oscura, e non si è riusciti a distinguerla davvero da quella dell'etica. - Se non si è riusciti, - si potrebbe dire, - gli è che la distinzione non esiste; e la filosofia del diritto dev'essere puramente e semplicemente assorbita nell'etica. Ma a questa conclusione resiste ostinatamente una certa confusa coscienza, che è in tutti, dell'elemento differenziale, che il diritto contiene rispetto alla morale. E le si oppone poi con energia tutta la storia della filosofia del diritto, la quale è sorta appunto dalla necessità di fissare la distinzione di diritto e morale.»
Trattatello di procedura civile
Salvatore Satta
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2015
pagine: XX-462
I casi perplessi in diritto. De casibus perplexis
Gottfried Wilhelm Leibniz
Libro: Libro rilegato
editore: Giuffrè
anno edizione: 2014
pagine: XVIII-164
De casibus perplexis in iure (1666) è la tesi di dottorato del giovane G.W. Leibniz (Lipsia, 21 giugno 1646 - Hannover, 14 novembre 1716), modello di elegante sintesi di tutti i più celebri casi di diritto controversi, consegnati dalla tradizione all'immagine logico-giuridica. La completa rassegna delle fonti normative di riferimento e delle relative sententiae di tutti i grandi Auctores citati da Leibniz, qui riprodotte in nota a piè di pagina con pedissequa traduzione, fanno del trattatello un prezioso strumento conoscitivo non solo della cultura legale europea dell'età barocca, ma, forse, anche di luoghi comuni ricorrenti nell'argomentazione giuridica di ogni tempo. Se ne propone la prima versione italiana, preceduta dalla riproduzione dell'edizione critica del testo latino, a cura di P. Ritter, W. Kabitz ed H. Schepers per l'Akademie Verlag di Berlino.
Dottrina generale dello Stato
Hans Kelsen
Libro: Libro rilegato
editore: Giuffrè
anno edizione: 2013
pagine: LVI-964
La Dottrina generale dello Stato, pubblicata a Vienna nel 1925, è la principale opera sistematica di Hans Kelsen in cui si elabora la teoria dello Stato del suo tempo. Viene qui portata a compimento l'identificazione tra Stato e diritto, distinguendo il diritto dalla politica e approfondendo la teoria della democrazia come compromesso tra i partiti politici. L'opera tratta i temi classici del formalismo, del positivismo e del relativismo quali la separazione tra diritto e morale, la separazione tra diritto e società, la norma e l'ordinamento giuridico, la struttura gerarchica delle fonti del diritto, la nomo-statica e la nomo-dinamica, la Grundnorm e la Costituzione, la democrazia come forma dello Stato, il principio di maggioranza e la forma autocratica del governo presidenziale. Pur tuttavia, nel poderoso edificio della Dottrina generale dello Stato si avvertono già le crepe che avrebbero in seguito condotto alla dissoluzione del concetto tradizionale dello Stato di diritto. La ridefinizione dei rapporti tra diritto e potere lascia presagire i regimi che, neppure un decennio più tardi, avrebbero imposto il proprio dominio non solo a Vienna, ma in tutta l'Europa.
Lo stato della società industriale
Ernst Forsthoff
Libro
editore: Giuffrè
anno edizione: 2011
pagine: XLVI-196
Pubblicato nel 1971, Der Staat der Industriegesellsclaft rappresenta l'ultimo lavoro di ampio respiro di Ernst Forsthoff, prima della sua scomparsa nel 1974 e, in qualche misura, ne rappresenta il testamento culturale. Se in Italia il nome di Forsthoff sembra legato soltanto alla contrapposizione polemica tra Stato di diritto e Stato sociale (e alle relative dottrine dello Stato e della costituzione), la tesi di questo volume è che ormai, nella vita dello Stato moderno, la fase della realizzazione sociale si sia definitivamente conclusa, già alla metà degli anni '60 del XX secolo, con la uniforme diffusione in Europa dei sistemi di protezione sociale e, dunque, con la loro definitiva neutralizzazione. In luogo di questa il ruolo di principale motore dell'evoluzione interna allo Stato dovrebbe ora essere riconosciuto alla realizzazione tecnica, e cioè al complesso di mutamenti che il progresso tecnico-scientifico è in grado di indurre nell'ambiente sociale e nelle forme di dominio politico. Il tema del deficit etico-politico dello Stato moderno, che ricorre in altri autori del dopoguerra tedesco vicini a Forsthoff, come Schmitt e Bockenforde, viene così riproposto come un fenomeno strettamente connesso all'espansione del progresso tecnico.