La Vita Felice: Labirinti
Tutto l'amore è sogno-Todo el amor es sueno. Testo spagnolo a fronte
Eduardo Lizalde
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2021
pagine: 172
«La poesia di Eduardo Lizalde ha tracciato una linea di estrema bellezza e orrore nella poesia iberoamericana, dal suo primo libro, La mala hora, del 1956 fino ad Algaida, del 2004. La sua opera è stata raccolta in volumi singolarissimi come le prose del Manual de flora fantastica del 1997 o l'elegia Tercera Tenochtitlan del 1983. Questi libri e altre poesie sparse sono state poi riunite in Nueva memoria del tigre del 2005. Quando leggiamo una poesia, leggiamo anche di nuovo l'uomo nella sua semplicità, nella modesta convenzionalità non eroica dei suoi infiniti atti; leggiamo in quel verso la stessa pulsione che ha governato il battito dell'aedo; e leggiamo il poeta futuro, quello che ritornerà a cantare con nuovi accenti le melodie antiche. Quando ci avviciniamo all'opera di un poeta vero, come Eduardo Lizalde, ci avviciniamo alla storia dell'anima umana...» (Dalla Presentazione di Mario Bojórquez)
Lavorare stanca
Cesare Pavese
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2021
pagine: 144
Edizione del 1936 con le poesie censurate e le poesie aggiunte nell’edizione del 1943. In appendice: Il mestiere di poeta (a proposito di Lavorare stanca) e A proposito di certe poesie non ancora scritte.
Gitanjali. Con testo Bengalese a fronte
Rabindranath Tagore
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2020
pagine: 367
Gitanjali, che significa "offerta di canti", è una raccolta di poesie scritte originariamente in lingua bengalese, tra il 1906 e il 1910. Le liriche qui raccolte si rivolgono sempre a un destinatario preciso — ora chiamato "maestro", ora "signore", "re", "sole" e perfino "amico" —: dio. Il dio di Tagore, identificabile con Krishna fanciullo, tuttavia, è allegro, gioviale, perfino giocoso. A lui Tagore si rivolge con un tono confidenziale, tanto affettuoso da apparire simile a una relazione amorosa. Per quanto giochi e si faccia "desiderare", il dio presente nelle poesie di Gitanjali, però, non è mai un'entità indifferente e distante: si avvicina all'uomo, questa creatura transitoria e imperfetta, per offrire il suo amore; sorride al fianco del poeta, gli chiede di cantare, gli fa percepire la sua presenza e il rumore dei suoi passi. Nelle poesie del Gitanjali sono presenti, oltre al rapporto tra il dio e il poeta, anche temi più popolari: la siccità della terra, le miserie della gente bengalese, l'arretratezza culturale del Bengala.
La mia primavera. Testo giapponese a fronte
Issa Kobayashi
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2020
pagine: 160
Ne La mia primavera il quotidiano viene sublimato in situazioni emotive universalmente condivisibili. La presenza di bambini orfani o adottati, di madri premurose o crudeli, di esserini bisognosi di dare o ricevere affetto, finiscono per rendere quest'opera una grande metafora sull'amore genitoriale, che si declina attraverso non tanto i legami di sangue, ma piuttosto attraverso l'affetto, la protezione e la salvezza che un essere vivente può regalare a un altro.
Gaspara Stampa e altre poetesse del '500
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2020
pagine: 205
«Non intendiamo stabilire il genere letterario "poetesse", contrapposto al genere "poeti", sebbene nella inanità critica dei generi letterari, tanto cara a chi non cerca la sostanza poetica ma si appaga dei suoi casellari notarili, esso avrebbe non minor senso dell'egloga piscatoria o della ilaro-tragedia satiro-pastorale. Chi si contenta di osservazioni generali, più o meno approssimative, dirà che la poesia femminile è sempre romantica, anche quando tocca la suprema, l'aurea perfezione, di Saffo. [...] Ma queste osservazioni non devono distrarci dall'essenziale, da quella sostanza poetica cioè che è la sola legittima ricerca della critica. Noi intendiamo valerci di uno spontaneo aggruppamento pratico, con l'intesa che ciascun poeta di quel «terribile sesso» di cui parlava, attratto e pure atterrito, Alessandro Manzoni, va considerato nella sua particolare originalità umana, e diciamo pure nella particolare virtù inventiva, espressa solamente nello stile e nel tono del suo testo. Una considerazione di storia del costume può servire a meglio spiegare questo legittimo raggruppamento, ricordando che il Cinquecento è ricco di poetesse.» (Dall'introduzione di Francesco Flora)
Pienezza dell'occhio. Poesie scelte (1949-2001). Testo spagnolo a fronte
Blanca Varela
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2020
pagine: 127
«La poetica di Bianca Varela supera il luogo comune, optando per la "parola elusa", quel silenzio scoperto sulla sua strada per Babele. L'enigma frena una falsa scoperta: non è il canto delle sirene a offuscarla, ma il suo ostinato silenzio, quel necessario "sgozzato splendore". Varela taglia il collo all'apparente prima luce della poesia superficiale, senza essere esageratamente oscura non crede più nella pienezza dell'occhio. Ecco i suoi fari: Paul Celan e César Vallejo. Da entrambi assimila il silenzio e la precisione, l'esigenza fondamentale di non dire tutto nella poesia, nonostante il dolore e la farsa di vincere il divenire incerto...» (Dall'Introduzione di Miguel Angel Zapata)
Poesie del mio rifugio. Testo giapponese a fronte
Saigyo
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2020
pagine: 192
Nel corso degli anni da monaco buddista, Saigyo trascorse diversi periodi sulle montagne attorno a Kyoto, a volte in un monastero, a volte come un eremita in una capanna tra i rami. Egli dedicò gran parte del suo tempo alla poesia, non solo componendo, ma anche prendendo parte a riunioni poetiche e facendo visita ad alcuni amici poeti. Dalla sua poesia deriva il profumo religioso dell’illuminazione silenziosa.
Poesie. Testo americano a fronte
Herman Melville
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2020
pagine: 100
In questa breve antologia poetica, che non ha la pretesa di essere esaustiva, viene presentata una scelta molto personale di alcune liriche di Herman Melville, caratterizzate da una ben accetta e una riconosciuta disciplina poetica. Le poesie sono state scelte dai tre volumi pubblicati in vita dallo scrittore: "Battle-Pieces and Aspects of the War" (1866), "John Marr and other Sailors with some Sea-pieces" (1888) e "Timoleon" (1891), gli ultimi in edizione privata di soli 25 esemplari. Gli ultimi tre testi sono stati selezionati dai manoscritti melvilliani studiati da Francis Otto Matthiessen e raccolti nella collana di «New Directions», The Poets of the Year.
Poesie. Testo francese a fronte
Paul Éluard
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2019
pagine: 212
È lo stesso Éluard a rivelare le circostanze nelle quali egli scrisse le liriche qui presentate. Le poesie, assai meglio di lunghe cronache, ci svelano lo stato d'animo degli intellettuali durante i quattro anni dell'occupazione tedesca in Francia. Questi brevi testi, scritti con commovente semplicità, hanno il merito di inquadrare i rapporti controversi fra un'opera poetica e l'epoca che l'ha ispirata. Sono gli avvenimenti di ogni giorno che il poeta riveste del loro vero significato: li addensa nella memoria, li raggruppa secondo un ordine inventivo al quale egli stesso si sottomette, pur senza conoscerne le leggi. Per merito suo la storia di quegli anni, così fitta di episodi felici e dolorosi, rivive intera in qualche verso che ne ferma l'immagine fedelmente scolpita in virtù di una memoria poetica che nulla dimentica.
Poeti futuristi
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2019
pagine: 176
"Gli anni più veri del futurismo, dal 1910 al 1916, o tutt’al più, dal 1910 al 1920, rivisti sopra il piano storico d’una cultura che, ribellandosi alle immobili eredità ottocentesche, sentiva di poter rappresentare il proprio tempo, non possono non dimostrarsi importanti, non tanto per i manifesti, i programmi e le prove di poesia e d’arte, quanto per i fermenti d’uno “stato d’animo”, la cui fiamma rinnovatrice si rifletteva anche sopra coloro che futuristi non erano. [...] Ecco un tempo che non si dimentica, almeno per chi lo ha vissuto, pur senza averlo accettato in pieno. Un tempo che, nonostante gl’immemori scetticismi, ha lasciato un segno non infecondo lungo il corso molteplice delle poetiche contemporanee, e di conseguenza sulla liberazione di questo o di quel poeta dalle sabbie mobili del carduccianesimo, del pascolismo, del dannunzianesimo, del crepuscolarismo." (Dalla presentazione di Giuseppe Ravegnani)
Il gatto di Baudelaire e altri gatti poetici. Testo francese a fronte
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2019
pagine: 104
Da sempre gatti e libri sono andati piuttosto d'accordo, da sempre il gatto ha avuto e ha influenza sull'animo umano: un animale affettuoso eppure indipendente, capace di infondere amore e compagnia, ma spesso distaccato e opportunista. Questa sua enigmatica duplicità lo ha reso protagonista delle pagine di molti libri, delle storie di numerosi grandi narratori. I gatti, dunque, adorano i libri e sono molto amati dagli scrittori. «I gatti creano l'illusione di metterti in contatto con il mondo di sotto, il mondo dell'inconscio, dell'intangibile» dice Nicola Lagioia, «e il rapporto che si crea tra lo scrittore e la propria scrittura non è distante dal rapporto tra lo scrittore e il proprio gatto, perché anche la scrittura non è facilmente addomesticabile.» Tra i poeti, in virtù delle numerose poesie che ai gatti ha dedicato, Charles Baudelaire è forse il primo a venire in mente: in verità il gatto è protagonista delle poesie dei più grandi poeti della letteratura mondiale. In effetti non si possono non citare, tra i francesi, Michel de Montaigne, Victor Hugo, Alexandre Dumas, Émile Zola, Guy de Maupassant, Théophile Gautier, Pierre Loti, Jules Renard, Colette, Apollinaire, Rostand. Ma il catalogo degli scrittori che hanno dedicato ai propri gatti un loro testo si estende e si arricchisce con Yeats, Eliot, Burroughs, Bohumil Hrabal Doris Lessing, Neruda, Jun'ichiro, Tanizaki e, tra gli italiani, Giorgio Manganelli, Alberto Bevilacqua, Gina Lagorio, Emilio Cecchi, Elsa Morante, Elémire Zolla. In questo volume si potranno leggere numerose poesie che alcuni tra i maggiori poeti della letteratura mondiale hanno dedicato all'amico felino. Tutte le voci internazionali sono presentate con testo originale a fronte. Molte traduzioni sono state effettuate dal curatore dell'antologia, altre sono state riproposte dai repertori nei quali le opere sono state individuate, che spesso non riportavano il nome del traduttore. Anche per queste poesie, per quanto possibile, si è provveduto a rivedere e ammodernare la traduzione.
Poesie. Testo russo a fronte
Anna Achmàtova
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2018
pagine: 158
Viktor Zirmunskij sosteneva che la poesia di Anna Achmàtova derivava da Puskin, ma non dalle sue liriche, bensì dalla prosa. E questa una delle chiavi per accostarsi all'opera della Achmàtova. Dei suoi versi molti lodano la fedeltà a una certa concezione della poesia, in cui l'abbandono è sempre compensato dall'intervento della razionalità. In questa antologia sono raccolte poesie tratte da Sera, Rosario, Stormo bianco, Piantaggine, La canna, Luna allo Zenit, Libro sesto, Fiorisce la rosa di macchia, I segreti del mestiere, scritte tra il 1909 e il 1965 (un anno prima della morte) qui disposte per lo più secondo l'ordine cronologico e non secondo i temi, come usava la stessa Achmàtova. Vi si susseguono vicende personali, sentimentali, episodi della vita quotidiana, echi delle due guerre. La Achmàtova faceva parte di una società in rapida evoluzione socioeconomica, ma allo stesso tempo arretrata come quella di Nicola II, in cui però gli spazi di libertà conquistati dalla donna potevano apparire ampi, in realtà erano circoscritti. Non a caso l'Achmàtova è il primo nome femminile di rilievo che appaia nella storia della letteratura russa.

