Laterza: Sagittari Laterza
La vita umana in prima persona
Piergiorgio Donatelli
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2012
pagine: 132
Quali sono i confini della libertà? Tradizionalmente si è pensato che si estendessero alle cose che possediamo, alle parole che pronunciamo, agli incontri che facciamo e che arrivassero al corpo solo per rifiutare la violenza o la detenzione senza diritto. Gli sviluppi della biotecnologia e i casi della bioetica hanno mostrato che la libertà si estende fin dentro il corpo. Ma per poterlo fare, la libertà deve affrontare avversari vecchi e nuovi. Deve affrontare le concezioni religiose e conservatrici che hanno sempre concepito il corpo e alcuni suoi momenti cruciali, come la procreazione, la sessualità e il morire, come sfere indisponibili alla scelta e alla libertà umana. E deve affrontare anche avversari nuovi che trattano la vita umana dal punto di vista medico e degli interessi sociali alla salute. Piergiorgio Donatelli difende la libertà sulla propria vita intima, nella procreazione, nella sessualità e nel morire: difende la possibilità che anche questi momenti siano governati in modo radicale dalla propria soggettività, dal proprio punto di vista sulle cose. Il volume smonta le argomentazioni religiose e conservatrici, ma affronta anche i pericoli sottesi alla medicalizzazione dei corpi. Discute il quadro liberale e mostra l'inadeguatezza di trattare la libertà come un principio neutrale e astratto, come è stato dipinto in genere dai teorici liberali. La libertà va vista invece come un modo specifico di affrontare la vita, che si vede in cose...
Ipermondo. Dieci chiavi per capire il presente
Vanni Codeluppi
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2012
pagine: 158
Le società contemporanee sono caratterizzate dall'eccesso e quotidianamente sommergono le persone con grandi quantità di stimoli, informazioni, merci e immagini: è sempre più difficoltoso comprendere come funzionano e dove stiano andando. Vanni Codeluppi guida il lettore a interpretare meglio l'ipermondo in cui viviamo. Lo fa con numerosi esempi tratti dal contesto sociale contemporaneo e attraverso dieci concetti sociologici. Dieci concetti che analizzano alcuni degli aspetti più rilevanti delle società contemporanee: la crescente accelerazione dei processi che caratterizzano l'attuale cultura ipermoderna; la sempre maggiore incorporazione della vita quotidiana da parte del sistema capitalistico; lo sviluppo ipertrofico di città che si trasformano in vere e proprie ipermetropoli spettacolari; l'invasione crescente della società da parte dei messaggi pubblicitari; gli eccessi che caratterizzano il mondo dello shopping odierno; la tendenza degli individui a sentirsi "in vetrina" e dunque a presentarsi al meglio; il sempre più importante ruolo di modello di riferimento esercitato dai divi del mondo dello spettacolo; i significativi processi di manipolazione e di erotizzazione a cui viene sottoposto il corpo umano; il crescente sviluppo attraverso la rete di un ambiente mediatico che impone alle persone una condizione di continua esposizione; la crescita di quei processi di controllo che rendono il corpo umano sempre più "trasparente".
Le donne sono umane?
Catharine A. MacKinnon
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2012
pagine: XVIII-247
Se noi donne fossimo umane, saremmo trasportate come merce pronta a essere venduta dalla Thailandia al bordelli di New York? Saremmo date in sposa ai sacerdoti, in cambio di denaro per espiare i peccati della nostra famiglia, o per migliorare le prospettive terrene della nostra famiglia? Ci sarebbe impedito di imparare a leggere e a scrivere? Avremmo così poca voce in capitolo nelle deliberazioni pubbliche e nel governo del paesi in cui viviamo? Saremmo sessualmente molestate all'interno delle nostre famiglie? Saremmo stuprate durante i genocidi per terrorizzare, espellere e distruggere le nostre comunità etniche, o stuprate durante la guerra non dichiarata che si svolge ogni giorno e in ogni paese del mondo nel cosiddetto tempo di pace? E, se fossimo umane, e queste cose accadessero, non ci sarebbe nulla da fare in proposito?": Catharine A. MacKinnon non ha dubbi, quel che accade alle donne ha poco a che fare con i diritti umani e c'è ancora moltissimo da fare, perché nonostante i buoni propositi e le normative, la società resta sessista e a molte, troppe donne è negata la dignità oltre che l'eguaglianza. MacKinnon, avvocatessa e ordinaria di Diritto alla University of Michigan Law School è da decenni impegnata a modificare un diritto che riflette il potere maschile. Questa raccolta di scritti copre un ampio spazio temporale, dai primi anni '80 fino al 2000.
La politica fuori dalla storia
Wendy Brown
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2012
pagine: XV-197
Che cosa accade agli orientamenti politici di sinistra e a quelli liberali quando la fede nel progresso è spezzata, quando sia l'individuo sia lo Stato sovrano sembrano perdere di consistenza, quando ogni convinzione politica è rivelata nella sua natura contingente e soggettiva? E cosa proviamo quando ci assale il "disorientamento", quel sentimento diffuso di fronte agli effetti del capitalismo e del liberalismo contemporanei, che non sembrano produrre un ordine ma disordine e frammentazione, e con ciò minano alle fondamenta la stabilità delle figure portanti della modernità politica, dallo Stato sovrano al soggetto portatore di diritti all'idea di un corso lineare e progressivo della storia? Nel rispondere a queste domande Wendy Brown, filosofa e femminista di rilievo negli Stati Uniti, affronta il tema della configurazione contemporanea del potere e indica strade possibili per sfuggire a soggezione e ingiustizia.
Il piacere. Indagine filosofica
Ermanno Bencivenga
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2012
pagine: VIII-112
La concezione più comune del piacere lo identifica come l'esito di un processo, che soddisfa un bisogno o un desiderio oppure riduce la tensione causata da quello stesso bisogno o desiderio. In questa concezione, il piacere si identifica con uno stato di quiete, e al limite di morte; non sorprende dunque che in Freud il principio del piacere diventi principio del Nirvana e si sposi infine all'istinto di morte. Nella concezione alternativa articolata da Bencivenga sulla scorta di autori come Kant, Hegel e soprattutto Aristotele, il piacere si accompagna invece sempre a un'attività condotta con passione e partecipazione, ed è sempre espressione di vita. Non esiste anzi il piacere, inteso come stato indifferenziato, identico a sé stesso, nelle condizioni più diverse: esistono invece i molteplici piaceri corrispondenti alle molteplici attività perseguite dagli esseri umani: da quelle più elementari, metaboliche, come lo sfamarsi, il dissetarsi o il respirare, a quelle più complesse e sofisticate come il suonare uno strumento o l'immergersi in una riflessione filosofica. L'ontologia del piacere conduce così naturalmente a una sua etica: alla necessità di scegliere fra le occasioni di piacere che ci vengono di volta in volta offerte in modo da privilegiare e promuovere la nostra comune umanità.
L'enigma della modernità. Epistolario 1971-1978 e altri scritti
Carl Schmitt, Hans Blumenberg
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2012
pagine: 227
Carl Schmitt e Hans Blumenberg erano due opposti speculari: il primo critico acuto e radicale della modernità, il secondo teorico della sua piena legittimità e autonomia. Ma entrambi interni alle correnti più innovative e originali della cultura contemporanea. Estraneo a ogni nostalgia tradizionalista il primo, alieno da ogni ingenua retorica progressista il secondo. Furono avversari scientifici, Hans Blumenberg e Carl Schmitt: le rispettive concezioni sul fondamento e la giustificazione delle pretese conoscitive dell'epoca moderna erano radicalmente differenti e la discussione a riguardo proseguì anche in una serie di lettere che si scambiarono tra il 1971 e il 1978. Tale corrispondenza e i testi ritrovati nel lascito di Blumenberg documentano una controversia assai significativa, da cui emergono scambi di tipo scientifico e biografico. Ma furono avversari "necessari" l'uno all'altro, come due interlocutori che sanno di trovare nel confronto con l'altro la propria vera "questione". La replica di Carl Schmitt ha influito in maniera decisiva sul rifacimento della "Legittimità dell'età moderna" di Blumenberg e ha lasciato tracce evidenti sino alla successiva "Elaborazione del mito". Per questo motivo la presente opera riporta brani da entrambi i volumi, oltre a tutto lo scambio epistolare, testi inediti provenienti da opere postume di Blumenberg ed estratti da altri saggi già pubblicati.
La politica negata
Geminello Preterossi
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2011
pagine: XXII-115
II tratto più caratteristico del dibattito pubblico dell'ultimo trentennio è stata la tendenza a una progressiva spoliticizzazione. Un processo che ha investito tanto il piano dei fatti, delle strutture sociali e istituzionali, quanto quello delle teorie e delle narrazioni. Cause e sintomi non mancano: la progressiva demolizione di tutto ciò che è pubblico; lo sdoganamento del qualunquismo più becero; l'inaridimento delle radici della vita democratica, delle sue precondizioni, che ha trasformato la sfera pubblica in fiction, il popolo in 'pubblico'; la sempre più frequente abdicazione delle istituzioni agli interessi e alla legge del più forte; la paura del conflitto e la criminalizzazione del dissenso (anche il più democratico e legalitario); la colpevole chiusura della politica tradizionale in una logica separata e autoreferenziale da piccoli apparati; la fuga degli intellettuali nel formalismo o nel cinismo. Un processo che si è potuto affermare perché preparato e accompagnato culturalmente. La crisi delle ideologie novecentesche ha infatti alimentato una serie di luoghi comuni (ideologici): che la politica non dovesse più proporre grandi idee né occuparsi della costruzione delle identità; che l'azione politica si riducesse essenzialmente a tecnica, nella migliore delle ipotesi a buona amministrazione; che la stessa dimensione politica in quanto tale fosse in qualche modo esaurita, e con essa le speranze e le ambizioni connesse al progetto moderno....
Riforma islamica. Diritti umani e libertà nell'Islam contemporaneo
Abdullahi A. An-Na'im
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2011
pagine: XXXIII-286
Gli sviluppi contemporanei del pensiero politico islamico sorprendono per la vivacità, la capacità innovativa e il coraggio autocritico dei suoi interpreti. Sorprende soprattutto la libertà con cui diversi pensatori, fra cui Abdullahi Ahmed An-Na'im, si rapportano ai testi sacri. Essi tendono a liberarsi da un ossequio dogmatico alle prescrizioni del Corano, della Sunna e, a maggior ragione, della Shari'a, pur rimanendo fedeli alla credenza islamica e ai suoi valori etici e spirituali. Senza ignorare l'apporto della riflessione politica europea e nordamericana - in particolare su temi come l'emancipazione femminile, l'autonomia della ragione individuale, la secolarizzazione delle istituzioni politiche, la dottrina dei diritti umani, il diritto internazionale moderno -, sono impegnati in una esegesi politica e giuridica dei testi sacri, la cui interpretazione essi intendono rinnovare rispetto a una tradizione millenaria. Se riconosciuta e apprezzata come merita, l'impresa intellettuale di questi studiosi islamici potrebbe offrire contributi originali anche alle culture politiche e religiose non islamiche quelle occidentali comprese, andando ben oltre la retorica dello scontro fra l'Islam moderato e quello fondamentalista e violento. Presentazione e cura dell'edizione italiana di Danilo Zolo.
Disumane lettere. Indagini sulla cultura della nostra epoca
Carla Benedetti
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2011
pagine: 220
"L'umanità intera oggi sta facendo un 'esperimento' sui propri limiti di specie. A me pare che sia proprio questa esperienza dei limiti dell'uomo a ridare ai saperi umanistici, dopo decenni di autodichiarata perdita di ruolo, una posizione cruciale nel mondo contemporaneo, altrettanto decisiva di quella che compete alle scienze. Più che un ruolo è una sfida, la massima: la possibilità di riaprire il gioco. La possibilità di creare strutture di pensiero e di giudizio che funzionino come dei 'correttivi' rispetto a quelle che ci stanno portando verso una catastrofe annunciata. La possibilità di elaborare proiezioni potenti dell'umano dotate di una forza agente e capaci di rimettere in movimento energie da tempo addormentate o paralizzate": con lo stile brillante e provocatorio che caratterizza Carla Benedetti, questo volume prende in esame alcuni dei fenomeni che secondo l'autrice hanno portato la cultura tutta, quella italiana in particolare, ad avere uno sguardo distruttivo e apocalittico sul mondo. Benedetti imputa questo declino all'imperare del linguaggio televisivo, alla scelta di prediligere la quantità alla qualità della scrittura, al tono ironico usato anche a sproposito, all'uso dell'anonimato in rete, che cancella ogni responsabilità. Per andare controcorrente è necessario tornare a pensare la cultura come invenzione e creazione del singolo, come uso di una parola 'non convenzionata' che sfugga alle gabbie predisposte dall'odierno ordine del discorso.
La democrazia dispotica
Michele Ciliberto
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2011
pagine: 199
Questo libro nasce da una doppia interrogazione: sulla democrazia e sulla situazione attuale del nostro Paese. Si sofferma su alcuni classici della democrazia fra Otto e Novecento e su questo sfondo interpreta il fenomeno del berlusconismo. È stato infatti Tocqueville a segnalare i rischi dispotici della democrazia con due esiti possibili: diventare tutti eguali e tutti schiavi oppure tutti eguali e tutti liberi. Ma la storia europea moderna ha dimostrato che la prima possibilità è più concreta della seconda: quello che, infatti, sta crescendo è un potere sociale che assume il controllo di tutti, togliendo autonomia e responsabilità ai singoli, i quali a loro volta delegano a questo potere la gestione della loro vita. Non si tratta di un problema solo italiano; né di un morbo che affligge solo la destra. È una tendenza dell'epoca nella quale si intrecciano dispotismo, plebiscitarismo, populismo, dinamiche di tipo carismatico. Per questo "il berlusconismo è una forma patologica della democrazia dei 'moderni'; appartiene alla storia e alle metamorfosi della democrazia occidentale; e in questo senso, come oggi riguarda l'Italia, così può riguardare anche altre democrazie europee".
Dialoghi sulla sinistra. Contingenza, egemonia, universalità
Judith Butler, Ernesto Laclau, Slavoj Zizek
Libro: Copertina morbida
editore: Laterza
anno edizione: 2010
pagine: 329
Tre grandi intellettuali del nostro tempo discutono la crisi di identità della sinistra. Perché è così difficile proporre oggi politiche di emancipazione? Quali temi sono stati tralasciati dal dibattito? È possibile un soggetto politico di sinistra quando proliferano esigenze di frammentazione e di chiusura nelle proprie identità? L'urgenza di questi quesiti è data dal tracollo delle utopie di emancipazione e dalla pervasività del sistema economico e dell'immaginario capitalista che oggi, dopo quest'ultima grande crisi, si riafferma a livello planetario. Le possibili risposte sono molteplici e ricche di spunti: Butler - la maggiore teorica femminista americana - a partire dalla fluidità dell'identità sessuale, propone un soggetto come essere vulnerabile, stretto fra senso del limite e desiderio che muove l'azione; Laclau riprende il concetto gramsciano di egemonia, per uscire dalle strette del veteromarxismo e del decostruzionismo postmoderno; Zizek, uno dei più originali e provocatori pensatori di oggi, scompagina, anche a costo del politicamente scorretto, la paralisi della sinistra e rinnova il linguaggio politico con l'innesto di categorie psicoanalitiche.
La giustizia in toga
Ronald Dworkin
Libro: Libro in brossura
editore: Laterza
anno edizione: 2010
pagine: 324
"Niente è più facile che formulare definizioni della libertà, dell'uguaglianza, della democrazia, della comunità e della giustizia in conflitto l'una con l'altra. Ma niente, in filosofia, è più difficile che mostrare perché queste sono le definizioni che dovremmo accettare". Quanto le convinzioni morali di un giudice dovrebbero essere in relazione con i suoi giudizi su cosa è il diritto? I giuristi, i sociologi, i filosofi, i politici e i giudici hanno tutti risposte a questa questione: esse spaziano dal 'niente' al 'tutto'. Per rispondere alla domanda, in questo nuovo libro Ronald Dworkin affronta la natura del concetto dottrinale del diritto, se le considerazioni morali figurino fra le condizioni di verità delle proposizioni del diritto e, se è così, in che modo. Nel farlo, dibatte con diverse teorie contemporanee - dal pragmatismo giuridico all'originalismo costituzionale negli Usa, che vorrebbe applicare la Costituzione nel modo in cui l'interpretavano i padri fondatori nel Settecento - e in particolar modo si confronta con i contributi di John Rawls.