Longanesi: Le spade
La scossa. Perché l'Italia non ha più scuse
Giovanni Valentini
Libro: Copertina morbida
editore: Longanesi
anno edizione: 2015
pagine: 212
Un ritratto impietoso di un Paese che rischia di diventare irrilevante, di restare il luogo delle occasioni perdute e delle potenzialità trascurate. Un Paese abitato da un popolo di "gufi e rosiconi" ammalati di disfattismo, bassa autostima e mancanza di senso civico. Con il più grande patrimonio storico, artistico e culturale del mondo, bloccato dalla burocrazia e dal corporativismo o abbandonato al degrado. Si potrebbe discutere a lungo degli errori e delle colpe della Destra o dei ritardi e dei tabù della Sinistra; del tradimento del Mezzogiorno e della falsa rivoluzione liberale. Solo che adesso non c'è tempo da perdere, lo "Stellone d'Italia" non basta più a proteggerci: da questa cruda analisi devono scaturire proposte e speranze per un Paese migliore. Un sistema elettorale giusto ed efficiente che garantisca l'effettiva alternanza; una "rivoluzione della legalità" contro la corruzione e la criminalità organizzata; un serio programma di liberalizzazioni; una riforma della Scuola e dell'Università che riconosca "i meriti e i bisogni"; il rilancio del turismo e dell'occupazione. Se non sentissimo viva questa responsabilità, rischieremmo di non cogliere l'ultima opportunità per la modernizzazione di quest'Italia che deve fare i conti con l'Europa e con l'economia globale. Si impone quindi adesso uno scatto di dignità e orgoglio nazionale che faccia prevalere lo spirito costruttivo su quello critico e corrosivo. E che sconfigga finalmente la sfiducia.
Il coraggio di restare. Storie di imprenditori italiani che ancora scommettono sul nostro Paese
Grazia Lissi
Libro: Copertina morbida
editore: Longanesi
anno edizione: 2015
pagine: 185
La profonda crisi economica, la burocrazia asfissiante, la schiacciante pressione fiscale. Sono mille i motivi che possono spingere un imprenditore a lasciare l'Italia, a spostare la produzione all'estero, in Paesi dove la forza lavoro ha un costo infinitamente più basso. Molti hanno ceduto e cedono a questa tentazione. Altri, al contrario, resistono. E lo fanno perché credono profondamente che la scelta di restare in Italia, nonostante le molte difficoltà, possa fare la differenza e, nel lungo periodo, ripagare gli sforzi. Questo libro racconta le storie di diciotto imprenditori italiani che hanno deciso di restare. Come José Rallo, delle cantine Donnafugata di Marsala, o Pina Amarelli, presidente dell'omonima azienda calabrese di liquirizia, che hanno strettamente legato lo sviluppo delle loro imprese alla tutela del territorio. O come la famiglia Damiani, che con i suoi gioielli ha riportato nel mondo la maestria del distretto orafo di Valenza. Alcuni dei protagonisti di questo libro hanno avuto la forza di proporre idee nuove che hanno conquistato i mercati internazionali. Paolo Fazioli, che ha trasformato un'azienda di mobili in una produzione di pianoforti tra i migliori al mondo. Antonio Zamperla, che costruisce giostre per i grandi parchi di divertimento dei cinque continenti, fra cui Coney Island, e Alberto Biancheri, floricoltore che a forza di sperimentare e ibridare ha rilanciato la "Riviera dei Fiori" sul mercato internazionale...
Noi che abbiamo l'animo libero. Quando Amleto incontra Cleopatra
Edoardo Boncinelli, Giulio Giorello
Libro: Libro rilegato
editore: Longanesi
anno edizione: 2014
pagine: 192
Nel loro omaggio al teatro, metafora del mondo, Edoardo Boncinelli e Giulio Giorello hanno individuato nelle figure di Amleto e di Cleopatra una lente con la quale osservare i grandi dilemmi della religione, della politica e della scienza. I protagonisti dei due capolavori di Shakespeare (Amleto e Antonio e Cleopatra) esprimono il congedo da un mondo finito, ordinato e circoscritto, per inoltrarsi in un universo senza più confini, costellato di innumerevoli incognite e sfide. Una svolta cosmologica, politica e morale dalla quale non si torna indietro. Sono allora la "dismisura" delle passioni e la tensione verso l'infinito ad avvicinare idealmente la regina d'Egitto e il principe di Danimarca. Un'"esperienza di libertà", la loro, che è insieme opera di creazione e di distruzione. E noi, a distanza di secoli, non cessiamo di pensare e di stupirci di fronte alle loro grandiose parabole. Prendendo spunto dall'immaginario di Shakespeare, e facendo interagire le loro conoscenze in materia di biologia e di filosofia, Boncinelli e Giorello danno vita a un appassionato confronto sui temi cruciali della condizione umana: fallibilità della ragione e brama di gloria, caducità dell'esistenza e spinta creatrice, vincoli della responsabilità e aspirazione alla libertà.
Voto di scontro. Un padre e un figlio su politica, antipolitica, sinistra, Beppe Grillo
Giovanni Valentini, Niccolò Valentini
Libro: Copertina morbida
editore: Longanesi
anno edizione: 2013
pagine: 126
Che cosa accade in una famiglia, quando un padre sessantacinquenne, elettore critico del centrosinistra, si confronta con un figlio trentatreenne attivista militante del Movimento 5 Stelle? Ne vien fuori uno scontro fervido e fecondo tra visioni radicalmente opposte della vita pubblica, tra realismo e utopia, fede e ragione, purezza e ricerca del compromesso, partecipazione e autorevolezza. Il padre incalza, critica il linguaggio intimidatorio verso la stampa, le epurazioni interne, lo strapotere di Grillo e Casaleggio. Il figlio non si tira indietro, cerca di svelare quelle che ai suoi occhi sono mistificazioni, evidenzia la coerenza del movimento, esalta la democrazia interna, ribadisce la necessità di abbattere prima di costruire. E aggredisce. In primo luogo il mondo da cui proviene il padre, il giornalismo, incapace di capire i nuovi mezzi di comunicazione, assuefatto alle connivenze con la politica e alla consuetudine del potere. Ma dietro la rabbia e le provocazioni, dietro l'adesione totale e rivendicata alle parole d'ordine del movimento, emerge la frustrazione di fronte a un popolo immancabilmente pronto a innamorarsi di un nuovo uomo del destino; l'orgoglio ferito di chi vorrebbe più spazio per la propria generazione, ma poi la scopre impaurita e impreparata; il disappunto verso una nazione incapace di formare le nuove classi dirigenti e di favorire il ricambio tra vecchi e giovani... Prefazione di Stefano Rodotà.
La disfatta del Nord. Corruzione, clientelismo, malagestione
Filippo Astone
Libro: Copertina morbida
editore: Longanesi
anno edizione: 2013
pagine: 409
Nel 1994 la nuova classe dirigente leghista e berlusconiana calava su "Roma Ladrona" con il preciso intento di risolvere la questione settentrionale e con essa tutti i mali del Paese. Celebrando le virtù del libero mercato, del lavoro e dell'imprenditoria, il nuovo potere nordista proclamava di voler cancellare decenni di centralismo, inefficienza e corruzione partitocratica. A vent'anni di distanza non solo i leader del Nord non hanno imposto i loro presunti valori al resto d'Italia ma paiono averli dimenticati. Alla meritocrazia si è sostituito il nepotismo, alla concorrenza i favori personali, al libero mercato i sistemi di potere foraggiati con i soldi pubblici, all'austera operosità borghese una sfacciata rincorsa alle ricchezze, all'onestà i legami più o meno consapevoli con la criminalità organizzata. Passando da Maroni a Formigoni, da Monti a Tosi e Ponzellini, dalla Lega a Comunione e Liberazione; tra banche che finanziano gli amici anziché le piccole imprese, grandi aziende pronte a fuggire all'estero, ricchezze accumulate a scapito della salute dei cittadini e amministratori che antepongono gli interessi privati al bene collettivo, Filippo Astone sfata il mito dell'efficienza settentrionale. La disfatta del Nord ripercorre passo dopo passo l'inesorabile corsa verso il declino economico, politico e morale delle regioni che pretendevano di guidare il riscatto del Paese ma hanno finito per scoprire che Meridione e Settentrione non sono poi così diversi.
E io non ci sto. Dalla Sicilia che vorrei all'Italia che verrà
Rosario Crocetta
Libro: Copertina morbida
editore: Longanesi
anno edizione: 2013
pagine: 190
Per Rosario Crocetta, vivere con chiarezza la propria cosiddetta "diversità" è stata solo una delle tante espressioni di quella voglia innata di libertà e onestà e di quel desiderio di lottare contro l'ipocrisia e il sopruso che si sono manifestati in ogni ambito della sua esperienza, dalla ricerca di una fede che andasse oltre una visione cupa e opprimente alle lotte operaie negli stabilimenti petroliferi, dallo sforzo concreto per combattere la corruzione al rischioso impegno in prima persona contro il proliferare della mafia. E forse il suo successo, la fiducia che i siciliani gli hanno concesso, dovrebbe dire qualcosa ai tanti che guardano alla Sicilia sforzandosi di vedere esclusivamente ciò che conferma i loro pregiudizi. Perché, sì, la Sicilia è ancora oggi, purtroppo, la terra della mafia e della pessima amministrazione, ma c'è molto, moltissimo altro da sapere e da conoscere, qualcosa di bello e vivo, qualcosa che si proietta oltre gli steccati politici, religiosi, sociali e culturali e insegue con tenacia la speranza di un riscatto che è già cominciato. E questo è il momento giusto per scoprirlo. Prefazione di Pietro Grasso.
Brutti sporchi e cattivi. I meridionali sono italiani?
Giovanni Valentini
Libro: Copertina morbida
editore: Longanesi
anno edizione: 2012
pagine: 204
Se l'Europa non può fare a meno dell'Italia, può l'Italia fare a meno del suo Sud? I meridionali sono davvero brutti, sporchi e cattivi? A queste e a molte altre domande, nello stesso tempo retoriche e provocatorie, risponde in questo libro Giovanni Valentini, pugliese d'origine, che si sente a tutti gli effetti non solo cittadino italiano, ma europeo. E proprio perciò non si rassegna all'idea che l'Italia possa perdere il Sud. Dagli anni immediatamente successivi all'Unità - quelli dell'"annessione" al Piemonte, e più tardi dei saggi di Salvemini e Gramsci - ai nostri giorni, la questione meridionale è sempre stata la questione nazionale. Le regioni del Mezzogiorno non si sono mai davvero sentite parte integrante di uno Stato, perché quello Stato si è sempre manifestato come qualcosa di esterno e invasivo, fonte perenne di sfruttamento e oppressione. Da qui si è sviluppata, fino ad assumere le dimensioni odierne, la realtà dell'anti-Stato nelle sue varie forme: clientelismo, assenteismo, false pensioni, malavita organizzata. Ma il Sud, sostiene l'autore, ha in sé gli anticorpi e le risorse (cultura, patrimonio storico-ambientale, turismo, energie rinnovabili, nuove tecnologie, senza dimenticare la fantasia e il calore umano propri di un popolo generoso) per guardare con fiducia al futuro. Sono molti nel Meridione i settori che lo Stato può e deve finalmente valorizzare in tutte le loro potenzialità. Perché se non si salva il Sud è destinata ad affondare l'intera Italia.
Storia segreta del capitalismo italiano
Cesare Romiti, Paolo Madron
Libro: Copertina morbida
editore: Longanesi
anno edizione: 2012
pagine: 228
Per quasi quarant'anni, prima come amministratore delegato e presidente della Fiat poi al vertice della Rcs-Corriere della Sera, Cesare Romiti è stato il più potente manager italiano, sovrastando spesso, per le sue capacità, i padroni di cui è stato al servizio. In questa veste ha vissuto tutte le vicende della finanza italiana, di cui ha incontrato (ma spesso più che incontri sono stati scontri), nella sua lunga carriera, tutti i protagonisti. Con due, in particolare, vivendo fianco a fianco: Gianni Agnelli ed Enrico Cuccia. Ora, a 87 anni, Romiti ha deciso che era venuto il momento di parlare senza reticenze non solo di sé, e della sua lunga avventura alla guida della più blasonata azienda privata italiana, ma anche degli altri. Stimolato ma più spesso provocato da Paolo Madron, che lo ha accompagnato in questo viaggio a ritroso, Romiti ha riletto in una chiave inedita molte pagine della storia economica e politica italiana, raccontando di capitalisti e banchieri, sindacalisti e politici, salotti buoni e giornali, tutti visti da molto vicino, con un giudizio che il tempo passato ha reso non meno lucido e, per alcuni di essi, ben più impietoso.
Il malaffare. Breve storia della corruzione
Carlo Alberto Brioschi
Libro: Copertina morbida
editore: Longanesi
anno edizione: 2010
pagine: 300
Politici, governanti, uomini d'affari, profittatori di ogni risma: tutti, chi più chi meno, hanno incontrato sulla loro strada il sottile e penetrante olezzo della corruttela, dal latino Verre ai "barattieri" descritti dall'Alighieri, da Fouquet a Craxi, dai seguaci di Simon Mago ai grandi venditori di cariche pubbliche nell'Italia della dominazione spagnola, da Francis Bacon a Samuel Pepys. Un'erudita e divertita breve storia, che ripercorre le "gesta conduttive" di grandi e meno grandi lungo oltre quattromila anni di storiografia, filosofia, memorialistica, letteratura e cronaca: dal Codice di Hammurabi alla bancarotta Parmalat, dallo scandalo dell'oro di Arpalo aTangentopoli, dall'affaire francese del canale di Panama a quello della Banca Romana nell'Italia di Giolitti. Un viaggio tra politica e storia che porta l'autore a chiedersi, di fronte alla tenace sopravvivenza del malcostume tangentizio, se non sia necessario evitare almeno l'ipocrisia dilagante e la tendenza a dimenticare di chi è ancora convinto, come scriveva Longanesi, "che la morale sia la conclusione delle favole".
Il partito dei padroni. Come Confindustria e la casta economica comandano in Italia
Filippo Astone
Libro: Copertina morbida
editore: Longanesi
anno edizione: 2010
pagine: 383
Dopo averci raccontato negli "Affari di famiglia" le molte miserie e la poca nobiltà dei figli dei padroni, Filippo Astone nel suo nuovo libro passa a scoperchiare direttamente la Confindustria, che lui chiama il Partito dei padroni. Per Astone infatti Confindustria è un partito come gli altri, con tanto di scandali, guerre interne, conflitti di interesse, commistioni con mafia e camorra. Diversamente dal sindacato, di Confindustria si è sempre saputo poco o niente. In questo libro, Astone ne esamina la gigantesca struttura e ne svela i meccanismi interni, spiega perché è cosi potente in Italia e come funziona il suo potere, quali sono le leggi e i provvedimenti che ha imposto e in che modo vuole ridisegnare il Paese, delegittimando il sindacato e ottenendo mano libera sui contratti. Inoltre, Astone allarga io sguardo all'intera élite economica della quale Confindustria è espressione, mettendone in luce la mancanza di ricambio, le rendite di posizione, il parassitismo e la tendenza a comportarsi in modo del tutto analogo, se non peggiore, a quello della "casta" politica.
Milano ordina uccidete Borsellino
Alfio Caruso
Libro: Copertina morbida
editore: Longanesi
anno edizione: 2010
pagine: 356
Diciotto anni dopo ignoriamo chi azionò il telecomando della strage di via D'Amelio, in cui vennero macellati Paolo Borsellino e cinque agenti di scorta. La mattanza di quel 19 luglio 1992 pone ancora una serie di domande senza risposte: come è sparita l'agenda rossa nella quale Borsellino segnava incontri, confidenze, ipotesi di lavoro? Dov'era posizionato l'uomo con il telecomando? Fino a che punto i servizi segreti sono stati coinvolti nella trama? Gli inquirenti hanno sbagliato per amore di carriera o per coprire pezzi dello Stato coinvolti con le cosche? Le rivelazioni di Gaspare Spatuzza hanno sbugiardato la ricostruzione ufficiale dell'eccidio su cui si sono basati tre processi con 47 condannati. Oggi sappiamo che Cosa Nostra partecipò alla preparazione dell'attentato e che Borsellino non fu ucciso per il fallimento della trattativa condotta dai carabinieri con Riina attraverso la mediazione di Vito Ciancimino. La rilettura dei verbali, le dichiarazioni dei testimoni, l'incrociarsi di vecchie e nuove verità aprono uno scenario rabbrividente. Sullo sfondo campeggia il Ros dei carabinieri: a che gioco giocava? Un filo rosso lega via D'Amelio a Capaci. Falcone e Borsellino puntavano su Milano, da oltre vent'anni vera capitale della mafia. Nei suoi cinquantasette giorni di corsa contro la morte Borsellino aveva capito il meccanismo di quattrini e di complicità. Ma lo Stato, nel cui nome sfidava il Male, fece ben poco per proteggerlo. Questo libro racconta come e perché.
Gli affari di famiglia. Fatti e misfatti della nuova generazione di padroni
Filippo Astone
Libro: Copertina rigida
editore: Longanesi
anno edizione: 2009
pagine: 363
Un impietoso affresco del capitalismo italiano che ritrae un sistema economico in declino attraverso le sue figure più fragili: i rampolli delle grandi famiglie imprenditoriali, tutte alle prese col passaggio generazionale. Sottolineando un male tipicamente italiano, quel "tengo famiglia" che secondo Leo Longanesi avrebbe dovuto essere scritto sulla bandiera tricolore, Filippo Astone passa in rassegna le storie di molti "tesori di papà"; ne racconta vizi e virtù, senza sconti per nessuno, e li classifica in base ai risultati che hanno prodotto. C'è chi ha distrutto le aziende del padre e rovinato la vita ai dipendenti. Chi è sotto inchiesta per aver contribuito a provocare lo scandalo dei rifiuti a Napoli. Chi - pur in assenza di giustificazioni economiche e di merito - riceve compensi e incentivi pari a decine di milioni di euro. Chi (pochi per la verità) è riuscito a fare meglio del padre. Chi si è dedicato anima e corpo a Confindustria. E infine chi è entrato in guerra con il potente genitore che in modo plateale l'ha pubblicamente rinnegato. È il caso, quest'ultimo, di Giuseppe Caprotti e di Roberto Berger, fortemente criticato in "Falce e carrello" il primo, e additato al pubblico ludibrio in "Disonora il padre" il secondo. "Gli affari di famiglia" è anche una risposta a questi due libri che confuta completamente, ribaltandone tesi e conclusioni.