Luni Editrice: Tradizioni
Mayamata. Trattato sull'abitare, sull'architettura e sull'iconografia nell'India antica
Libro
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2018
Considerazioni sull'assoluto
Abhinavagupta
Libro
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2014
pagine: 98
Epistola sull'intelletto
Al-Fârâbi
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 150
L’Epistola sull’intelletto, scritta nel cuore del X secolo, è una delle opere più influenti di Al-Fârâbi, filosofo, scienziato e teorico politico noto in Occidente, e che la tradizione islamica ha venerato come “il secondo maestro” dopo Aristotele. Che cos’è l’intelletto? Come si sviluppa? Qual è il suo ruolo nella conoscenza e nell’elevazione dell’essere umano? In queste pagine dense di intuizioni filosofiche e ancora oggi sorprendentemente attuali, Al-Fārābī affronta il tema cruciale della natura e del ruolo dell’intelletto umano come principio attivo e dinamico, capace di trasformare l’uomo da semplice ricettore passivo della realtà a protagonista del proprio perfezionamento spirituale. Attingendo al pensiero greco – soprattutto ad Aristotele e Plotino – ma reinterpretandolo alla luce della teologia e della cosmologia islamiche, Al-Fārābī distingue tra sei diversi gradi di intelletto: secondo la gente comune, secondo i teologi, e i seguenti tutti ispirati ai libri di Aristotele: l’intelletto secondo il «Libro sulla dimostrazione», secondo il «Libro sui costumi», secondo il «Libro sull’anima» e secondo il «Libro della Metafisica». Questa gerarchia intellettiva non è solo una classificazione astratta: rappresenta il percorso che ogni essere umano può compiere per elevarsi dalla conoscenza sensibile alla comprensione dei principi universali e, infine, al contatto con l’intelletto agente, diventa ponte tra l’uomo e il divino. L’Epistola assume così una valenza che va oltre la mera speculazione filosofica e raggiunge la portata di un trattato dottrinale, diventando una guida etica e spirituale: ogni lettore è chiamato a riconoscere nel pensiero il proprio strumento di liberazione e realizzazione. Opera centrale nel pensiero arabo-islamico e punto di incontro tra la filosofia greca e le speculazioni religiose dell’epoca, l’Epistola sull’intelletto ha influenzato profondamente sia il pensiero medievale latino sia la tradizione sapienziale orientale. Questa edizione, tradotta dall’originale arabo, corredata da un’ampia introduzione e da un apparato critico chiaro e rigoroso, ci restituisce un testo fondamentale per comprendere non solo la filosofia islamica classica ma anche il dialogo millenario tra ragione, fede e ricerca della verità.
Il classico dei tre caratteri
Yinglin Wang
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 208
Classico dei Tre Caratteri – che viene qui presentato in questa nuova traduzione dall’antico cinese a cura di Teresa Spada – rappresenta un unicum nell’ambito della letteratura cinese: dalla metà del XIII secolo fino agli anni Cinquanta del ’900, è stato usato come “la” guida per eccellenza per iniziare i bambini allo studio della lingua e ai fondamenti della cultura nazionale. L’autore è, con tutta probabilità, Wang Yinglin, letterato di epoca Song (dal 960 al 1279 d.C.), impegnato a lasciare in eredità ai suoi studenti un testo istruttivo ed educativo al tempo stesso. In queste 90 rime – costituite da versi di soli tra caratteri – si trova sia un concentrato dei valori confuciani, fondamento della cultura cinese, sia nozioni storiche sul susseguirsi delle dinastie e aneddoti esemplari di buon governo, oltre a numerosi esempi di eccellenti studenti che si sono distinti per le loro buone qualità e per la loro perseveranza nello studio. La tradizione orale di recitare e declamare ad alta voce Il Classico dei Tre Caratteri ne assicurò la straordinaria popolarità e la sopravvivenza attraverso i secoli interrotta soltanto durante gli anni della Rivoluzione Culturale (1966-1976 ca.), sulla scia dei movimenti per il rinnovamento della letteratura e dei moti rivoluzionari studenteschi; solo nel 1984 una commissione nazionale istituita con lo scopo di recuperare e ripubblicare i testi che sono parte del patrimonio culturale del Paese, ha restituito al Classico dei Tre Caratteri il suo antico valore. Leggere questa nuova traduzione permette di cogliere aspetti millenari della cultura cinese, apprezzando al meglio le tante sfaccettature di una società continuamente in bilico tra passato e futuro, tradizione e modernità, nazionalismo e globalizzazione.
La bilancia dell'azione e altri scritti
Al-Gazali
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 400
Ghazàlì fu un filosofo, teologo e mistico a un tempo e professore di diritto islamico ed è impossibile giustificare la molteplicità degli approcci gazaliani alle varie forme del sapere, senza valutarli nel quadro dell’evoluzione psico-intellettuale dell’autore: l’opera di teologo è strettamente legata alle esperienze della vita e al contesto storico e culturale della sua epoca. Scrive Massimo Campanini, curatore della presente opera: “Ghazàlì va valutato nella proteiformità della sua elaborazione e riflessione, e il percorso biografico e l’evoluzione teoretica dell’autore, nella Bilancia dell’azione e la Retta bilancia qui tradotti, sono una chiara dimostrazione in questo senso”. Da ogni punto di vista il secolo in cui visse Ghazàlì appare come un periodo di crisi della civiltà islamica: egli, con tutta la sua opera, con la sua scienza e la sua azione, intese reagire a tale crisi. La Bilancia dell’azione e la Retta bilancia rappresentano due momenti di quel ripensamento razionale della religione con cui intendeva contribuire alla rinascita delle scienze religiose. La Bilancia dell’azione costituisce il culmine della riflessione etica e morale gazaliana prima della conversione al misticismo, e si tratta del frutto compiuto di una lunga evoluzione del pensiero etico islamico. Nelle intenzioni dell’Autore l’opera doveva costituire un vero e proprio breviario per trovare e percorrere la via della felicità e attingere al fine supremo che, ovviamente, è Dio. Vengono esaltate quattro virtù principali: la saggezza, il coraggio, la temperanza e la giustizia. Per Ghazàlì è prevalente l’intenzione di stabilire le regole di un’etica specificatamente islamica, individuare in ogni caso una «giusta via», un equilibrio tra estremismi concettuali e pratici. La retta bilancia esplora il delicato equilibrio tra fede e ragione, offrendo un metodo per discernere la verità nelle dispute teologiche e filosofiche con argomentazioni logiche e spirituali, una guida per il lettore verso la comprensione di sé e della giustizia divina. L’alchimia della felicità è un’opera rigorosamente mistica e conserva la genuina ispirazione gazaliana per cui costituisce un documento molto interessante per valutare l’ispirazione mistica del comportamento che innerva le opere della seconda maturità dell’autore. Nella sintesi di speculazione teoretica, prassi etica, gusto mistico e obbedienza pratica legale, Ghazàlì può veramente venir considerato come il prototipo dell’intellettuale musulmano.
Il ramo d'oro. Studio della magia e della religione. Volume Vol. 6/2
James George Frazer
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 320
Studiato e discusso da oltre un secolo come uno dei maggiori contributi all’antropologia culturale e alla storia del mito e della religione, il Ramo d’oro viene finalmente presentato in una traduzione dell’edizione inglese completa in 12 volumi, mai finora disponibile in italiano. Adone, Attis e Osiride, con le loro similari morti e resurrezioni, costituiscono un nucleo di credenze mitiche diffusosi in tutta l’area del Mediterraneo e dell’Occidente. Frazer ripercorre ciascuna delle tre figure analizzandone i rituali e i profondi legami con culti umani primordiali scaturiti dall’osservazione del continuo estinguersi e rinascere delle forze della natura da cui dipende la vita dell’uomo. La morte e la rinascita delle tre figure mitiche si tramuta in forme religiose in cui gli uomini rivestono – in veste di sacerdoti o fedeli adoratori – lo stesso ruolo e la stessa funzione. I riti e i sacrifici, ripercorsi da Frazer con una suggestiva e ricchissima messe di informazioni e di fonti, trovano ampia corrispondenza anche in culti e tradizioni di Asia, America e Oceania. La tesi è che ciascuna delle figure mitologiche apra la strada a forme di religiosità che hanno consolidato le monarchie primordiali e che, infine, il Cristianesimo ha saputo interpretare in un sincretismo unificatore.
Matnawi. Aneddoti scelti
Galal al-din Rumi
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2025
pagine: 208
Il Matnawi di Rùmì è considerato una summa dottrinale della mistica musulmana: al tempo stesso è un amplissimo commentario o trasposizione, in senso mistico, della spiritualità del Corano, cui si aggiungono menzioni di tradizioni del Profeta, vite di Santi, racconti tratti dalle opere dei suoi predecessori: ‘Attàr, Sanà’ì, Avicenna. Ogni aneddoto è intrecciato ad altri aneddoti, pensieri e riflessioni, spesso legati tra loro dal fecondissimo autore ai precedenti, solo da un sottilissimo filo che unendoli ne determina un quadro complessivo a tutto tondo che per il lettore diventa non solo piacevole alla lettura ma di profonda esperienza spirituale. Alcuni commentatori hanno voluto distinguere negli aneddoti del Matnawi due stili: quello terreno-visibile narrativo dell’aneddoto tale e quale, e un “secondo stile”, che spesso entra in funzione dopo appena pochi versi dall’inizio della storia principale, lasciata in sospeso, per passare in un regno di riflessione pura. Il poeta, nella descrizione, sembra dimenticare la storia che aveva iniziato a narrare per poi ritornarvi dopo sinuose digressioni nel regno dello Spirito, appigliandosi a una parola o a un filo esile e secondario. L’aneddoto diventa, alla fine, trattato in tal modo, tutto traslucido di realtà superiori. La realtà terrena, sostiene del resto esplicitamente Rùmì non è che un riflesso della realtà simbolica che è la vera realtà, come è più semplice comprendere dalle sue stesse parole: «L’arpa siamo noi, e Tu, Tu suoni sulle nostre corde. Noi siamo come il flauto, la nostra musica viene da Te, [siamo come] i pezzi di una scacchiera che Tu in battaglia schieri e fai muovere per la sconfitta o la vittoria. Le nostre esistenze altro non sono che non-esistenza. Tu sei l’Essere assoluto, Tu fai apparire le cose periture. Noi siamo leoni blasonati su stendardi che fiammeggiano: il Tuo soffio invisibile ci spiega sopra il mondo».
Apocalisse. Rivelazione di Gesù Messia
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 160
«A chiunque ascolta le parole della profezia di questo rotolo, io attesto: “Se qualcuno vi aggiungerà qualcosa, Dio aggiungerà ai suoi mali i flagelli descritti in questo rotolo. Se qualcuno toglierà qualcosa dalle parole del libro di questa profezia, Dio gli toglierà la sua parte dall’albero della vita e dalla Città Santa che sono descritti in questo rotolo”». Termina in questo modo la Rivelazione di Gesù Messia al presbitero Giovanni, meglio conosciuta – soprattutto in ambito cattolico – come l’Apocalisse di Giovanni. Per il lettore contemporaneo, a una prima lettura, l’ultimo libro del Canone Cristiano appare molto enigmatico. Questo è da addebitare non solo alle difficoltà del testo, ma all’ignoranza della ricca tradizione “apocalittica” o “enochica” che – dal libro di Enoc, ovvero dal V secolo a.C. in avanti – ha arricchito la tradizione culturale del Giudaismo, accanto alle Sacre Scrittura di Israele (Torah, Profeti e Scritti). Scrive Gianantonio Borgonovo, traduttore e curatore dell’opera: «Durante tutta la storia dell’interpretazione ebraica e cristiana, il libro della Rivelazione è rimasto un messaggio senza tempo, spesso collegato alle vicende contemporanee di ciascun interprete. Le vicende e le persone reali, i destinatari a cui Giovanni scrisse, scomparvero nel nulla e tutti leggevano la Rivelazione come un testo che interpretava la Chiesa di sempre. Soprattutto fu dimenticato il complesso ambiente culturale della fine del I secolo d.C., il reale scenario entro cui si devono interpretare tutte le vicende evocate da questo libro. La Rivelazione è infatti una vera lettera indirizzata a persone reali che hanno vissuto vite reali e hanno lottato per rimanere fedeli al Dio di Israele in un mondo oscuro e pagano e per collocare la confessione in Gesù Messia di Israele entro quella cornice. Essa parla al loro cuore di credenti nel contesto delle loro reali persecuzioni. «Mentre il sistema concettuale e il genere letterario principale del libro è la narrazione della Rivelazione di Gesù Messia, il libro in se stesso non è più soltanto una semplice “apocalisse”; il suo messaggio è ambientato nel contesto di una lettera rivolta a diverse comunità conosciute di persona da questo profeta itinerante. Inoltre, questa lettera apocalittica contiene in sé anche parole profetiche, che – interpretando nello Spirito quanto sta succedendo in quei decenni – dischiude anche il senso di quanto sarebbe successo nel prossimo futuro. Per i nostri contemporanei, è estremamente comune pensare alla profezia come a una parola predittiva. Per la mentalità giudaica della fine del I secolo d.C., la profezia era invece principalmente la proclamazione di una verità precedentemente conosciuta, ma dimenticata o perlomeno trascurata, quasi un invito per tornare a rileggere qualcosa che si era dimenticato e un invito pressante a non dimenticare mai le cose importanti che il passato ci aveva consegnato». Al di là di tutte le possibili dialettiche interpretative, l’Apocalisse o Rivelazione di Gesù Messia è il libro più singolare del Nuovo Testamento, perché è la sintesi simbolica più intrigante dell’intera letteratura biblica, da Genesi sino alle lettere apostoliche.
Il ramo d'oro. Studio sulla magia e sulla religione. Volume Vol. 5/1
James George Frazer
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 368
Adone, Attis e Osiride, con le loro similari morti e resurrezioni, costituiscono un nucleo di credenze mitiche diffusosi in tutta l’area del Mediterraneo e dell’Occidente. Frazer ripercorre ciascuna delle tre figure analizzandone i rituali e i profondi legami con culti umani primordiali scaturiti dall’osservazione del continuo estinguersi e rinascere delle forze della natura da cui dipende la vita dell’uomo. La morte e la rinascita delle tre figure mitiche si tramuta in forme religiose in cui gli uomini rivestono – in veste di sacerdoti o fedeli adoratori – lo stesso ruolo e la stessa funzione. I riti e i sacrifici, ripercorsi da Frazer con una suggestiva e ricchissima messe di informazioni e di fonti, trovano ampia corrispondenza anche in culti e tradizioni di Asia, America e Oceania. La tesi è che ciascuna delle figure mitologiche apra la strada a forme di religiosità che hanno consolidato le monarchie primordiali e che, infine, il Cristianesimo ha saputo interpretare in un sincretismo unificatore.
Primavere e autunni. Con i Commentari di Tso
Confucio
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: II-1152
“Tra le generazioni future, quelli che mi conosceranno, mi conosceranno a causa di Primavere e Autunni; quelli che mi criticheranno, lo faranno a causa di Primavere e Autunni”. Con queste parole Confucio affidava ai discepoli questo suo libro: tre secoli di storia dell’antica Cina nell’epoca cruciale della sua trasformazione da agglomerato di staterelli feudali in impero centralizzato, ripensati secondo le linee della sua filosofia. Quasi due secoli dopo che il piccolo stato di Lu, nel nord della Cina, iniziò a compilare regolarmente i propri annali, iniziati nel 722 a.C., costituiti da brevi annotazioni rigorosamente disposte secondo l’avvicendarsi delle primavere e degli autunni, tracciate su fasci di listelli di bambù, Confucio si immerse nello studio di questo straordinario deposito di notizie che sarebbe divenuto la principale base documentaria della sua filosofia della storia e della sua dottrina etico-politica. Da quel materiale Confucio trasse l’opera che qui presentiamo, che è la prima traduzione pubblicata in una lingua europea: gli annali riportavano sia notizie locali sia informazioni su tutta quella che allora era la Cina e sui popoli barbari che la premevano da ogni parte, fornendo soprattutto precise valutazioni su uomini e azioni; da questa congerie di materiali Confucio selezionò le notizie secondo le linee di una concezione personalissima della storia. All’opera si aggiunsero ben presto i vasti commentari di Tso, probabilmente un discepolo diretto di Confucio, il quale, oltre a rendere esplicite le allusioni del maestro e le ragioni delle sue omissioni, ci fornisce una quantità di integrazioni d’ogni genere, tratte dalle fonti più diverse: ne risulta il grandioso affresco di una civiltà raffinatissima e insieme barbarica, in cui hanno la loro parte politica e poesia, cerimonie di corte e discussioni filosofiche, intrighi di palazzo e storie d’amore, epici scontri militari e oscuri riti magici. Il traduttore ha steso ricchissime note e appendici sul calendario, la cronologia, la divinazione, destinate a collocare nel modo più completo Primavere e Autunni nel suo contesto culturale; insieme a un indice completo in caratteri cinesi dei nomi contenuti nell’opera, esse contribuiscono a fare di questo libro uno strumento essenziale per intendere non solo lo spirito dell’antica civiltà cinese, ma tutta la storia di quella che sarà la Cina imperiale.
Il ramo d'oro. Studio della magia e della religione. Volume Vol. 4/3
James George Frazer
Libro: Libro in brossura
editore: Luni Editrice
anno edizione: 2024
pagine: 320
Studiato e discusso da oltre un secolo come uno dei maggiori contributi all’antropologia culturale e alla storia del mito e della religione, il Ramo d’oro viene finalmente presentato in una traduzione dell’edizione inglese completa in 12 volumi, mai finora disponibile in italiano. In questo quarto volume Frazer torna alla domanda da cui aveva preso le mosse l’intera opera. Perché, nel sacro bosco di Nemi, il “re” veniva regolarmente ucciso per mano del successore? Perché imporre una morte violenta a un rappresentante umano della divinità? Perché spegnere la luce della divinità nel corpo terreno, invece di attendere la sua naturale conclusione? La tesi che Frazer dimostra, con una ricchissima serie di riferimenti, è che l’indebolirsi del corpo contenente il sacro spirito metta in pericolo l’intero corso della natura e degli uomini. Quindi, per le tribù selvagge e le civiltà antiche, uccidere i re divini era un rozzo quanto disperato espediente per arrestare il declino della vita e mantenere sempre rigoglioso e ricco di frutti il mondo naturale da cui dipende l’esistenza umana. Trasmettere lo spirito divino in un nuovo sovrano giovane e forte era il tentativo di far rinascere periodicamente la vita stessa della natura e degli uomini.