Marsilio: Letteratura universale. Gli elfi
Notte, lucente notte. Sonetti
Andreas Gryphius
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 1993
pagine: 144
Nei sonetti di Gryphius, luterano di vasta cultura umanistica e scientifica, ci sono tutti i temi della letteratura barocca europea: il dolore e la maledizione dell'essere, la caducità e la vanità di tutte le cose in un mondo dominato dal peccato, dall'errore e dal caso. Per l'uomo non c'è salvezza se non in un ordine divino che si intravvede a tratti e si rende manifesto nella forza e nella violenza del lamento. I temi della vanitas vanitatum, dell'esaltazione del rapporto con Dio, dell'identificazione della vera unica luce nella notte della morte, si accendono di nuovi bagliori nei suoi versi, considerati il capolavoro della lirica barocca, anche per l'abilità vertiginosa del gioco delle antitesi nei versi alessandrini, nella terzina, nella quartina.
Nella colonia penale
Franz Kafka
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 1993
pagine: 168
In Nella colonia penale, un racconto scritto nell'ottobre del 1914, due mesi dopo l'inizio della guerra e nel mezzo della composizione de Il processo, Kafka descrive il viaggio di un esploratore in un luogo separato dal mondo, dove una legge arcaica amministra la giustizia con una precisione e una raffinatezza pari solo alla sua brutalità. Un ufficiale illustra al viaggiatore il meccanismo della macchina destinata alla punizione del colpevole; sono descritti i pezzi e i materiali del congegno che deve incidere la sentenza nella carne del condannato e i tempi previsti per la lenta esecuzione della condanna. La singolare macchina è forse la metafora della scrittura stessa, della letteratura ed è simbolo del sofferto rapporto di Kafka con l'arte.
Romeo e Giulietta nel villaggio
Gottfried Keller
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 1992
pagine: 248
Bonaventura. Veglie
Libro
editore: Marsilio
anno edizione: 1990
pagine: 352
Apparse anonime nel 1804 e accolte dall'indifferenza dei contemporanei, le "Veglie" furono riscoperte solo alla vigilia del 1848 e da allora non hanno cessato di suscitare scandalo e molta incomprensione. Attribuite prima a Shelling e poi - fra gli altri - a Hoffmann, Brentano, Klingemann e Wezel, esse sono divenute oggetto di una "querelle" che investiva la figura del loro autore, regalando in subordine la vera problematica dell'opera. Giunte a noi gravate da molti fraintendimenti, le "Veglie" appaiono oggi come la precocissima testimonianza di quella radicale scepsi nei confronti dell'arte che più tardi condusse Hegel a riguardare "l'arte bella" come "cosa passata". Testo originale a fronte.