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Morcelliana: Uomini e profeti

Teologia degli animali

Paolo De Benedetti

Libro

editore: Morcelliana

anno edizione: 2007

pagine: 96

"Per elaborare una "teologia" che non abbia più al proprio centro soltanto l'uomo, ma, assieme a lui, l'animale, e ogni essere vivente, ci voleva un teologo come Paolo De Benedetti. Il cui pensiero si articola non intorno ad assiomi, evidenze, certezze. Ma intorno al "forse". Al dubbio. Alla logica dei "doppi pensieri". Solo chi, come lui, ha un senso così forte della precarietà dei giudizi umani e della imperscrutabilità di quelli divini, può arrivare a elaborare una teologia che metta continuamente in discussione se stessa: fino a spostare il centro della propria attenzione dalla creatura umana, che lo ha da sempre altezzosamente occupato, alle creature "minori", che sempre sono state ai margini." (Gabriella Caramore)
10,00 9,50

Il filo d'erba. Verso una teologia della creatura a partire da una novella di Pirandello

Il filo d'erba. Verso una teologia della creatura a partire da una novella di Pirandello

Paolo De Benedetti

Libro: Libro in brossura

editore: Morcelliana

anno edizione: 2009

pagine: 64

Una teologia della creatura oggi non può non guardare, a occhi spalancati, dentro il cuore pulsante del vivente. L'idea che un filo d'erba possa vibrare di sensibilità entrando in viva relazione con il mondo umano emerge dalla novella di Luigi Pirandello, Canta l'Epistola. E solo una teologia come quella di Paolo De Benedetti è capace di cogliere la creaturalità di una bellezza deperibile e inerme come quella di un filo d'erba. Non in virtù di una sensibilità ecologica estesa anche alle cose inanimate - un sentimento pur lodevole che oggi però è abbastanza diffuso, almeno nelle anime più avvertite - ma in virtù di una precisa lettura della Parola biblica, che interpreta la storia a partire dal basso, dall'infimo, dal perdente.
5,00

Libertà e destino nella tragedia greca

Libertà e destino nella tragedia greca

Salvatore Natoli

Libro

editore: Morcelliana

anno edizione: 2002

pagine: 144

Con l'accanimento di chi ha a cuore la verità, e con la pietas di chi ha trepidazione per il creaturale, Salvatore Natoli indaga la straordinaria vicenda della fioritura del tragico nell'Atene del V secolo. E ci invita a spingere a fondo lo sguardo fino a rinvenire - nelle esaltanti e terribili vicende di Edipo e di Oreste, di Antigone e Clitemnestra, di Prometeo e Filottete, di Medea e Agamennone - ciò che, in tutti i tempi, sta al fondo della storia dell'uomo: la sua domanda di sapere perché vive, il percepire che le cose dell'esistere "sono problema". "Qualcosa c'è. E ci trascende" è detto in Euripide. È compito del filosofo e del teologo, ma anche di ogni lettore, ricomporre la struttura dei diversi contesti culturali e religiosi e mettere a confronto i modi in cui è vissuta e patita la lontananza di un "Dio che si nasconde". Non basta però ricomporre i frammenti del Tragico della Grecia antica come se si trattasse di ricostruire una mappa in disuso. Quella mappa - tracciata con gesti, silenzi, grida - può fare da segnavia anche al nostro cammino che, talvolta, sembra guidato più dal vento dionisiaco della Tracia che da un geometrico disegno divino(dalla Prefazione di Gabriella Caramore)
12,00

Detti dei padri (dal Talmud)

Paolo De Benedetti

Libro: Libro in brossura

editore: Morcelliana

anno edizione: 2022

pagine: 96

"Con Paolo De Benedetti ci troviamo davvero in un “luogo di incontro per sapienti”. Dove la sapienza, come spiega lui stesso in questo libro, non è un conoscere intellettuale elargito dall’alto, ma una modalità dell’ascolto e della parola, dell’interrogazione e del dubbio, dell’ironia e della compassione. Una sapienza riconoscibile nel piccolo trattato dei Pirqè avot, o Detti dei padri, che è una collezione di massime sapienziali e morali raccolte nella Mishnà (il nucleo di compilazione della legge orale che ha dato luogo al Talmud). I “padri” sono autori vissuti, all’incirca, tra l’epoca di Esdra (IV secolo a.e.v.) e il II secolo dell’era volgare. Anche se si tratta di autori diversi vissuti in epoche diverse, ciò che sorprende è una uniformità di stile, una modalità di suscitare attenzione e di ricondurla all’insegnamento della Torà. Uno stile in cui riconosciamo lo stesso Paolo De Benedetti, nell’esercizio vivo e gioioso della conoscenza: quasi a tracciare una “catena della ricezione” che, di generazione in generazione, passa dalla Torà ai detti dei padri, alla tradizione rabbinica, giungendo nei secoli fino a noi." (Gabriella Caramore)
11,00 10,45

L'alfabeto ebraico

Paolo De Benedetti

Libro: Libro in brossura

editore: Morcelliana

anno edizione: 2011

pagine: 112

"In nessun'altra lingua, forse, come nell'ebraico, un alfabeto è così intriso di storia, di senso, di materia dell'uomo e di presenza di Dio. In nessun'altra lingua il codice espressivo è così denso di carne e di sangue, di interrogazione filosofica e di pensiero teologico. "Dio sul monte Sinai si è incarnato, se così si può dire, in una scrittura fatta con l'alfabeto", dice Paolo De Benedetti. Per questo a ogni singola lettera è dovuto rispetto, attenzione, amore. Per questo a ogni singola lettera è dovuto ascolto. Per questo a ogni singola lettera, che è depositaria anche di un valore numerico, è dovuta la fatica del calcolo e della corrispondenza. Paolo De Benedetti pratica in queste pagine innesti della sua intelligenza ironica nel rigoglioso patrimonio della tradizione rabbinica, facendo germogliare una "abitazione del senso" dalle lettere "scolpite nella voce, intagliate nello spirito, fissate sulla bocca", facendo risplendere in esse le quattro "stelle polari" che definiscono l'essenza dell'ebraismo. La prima: contemplare sempre un''altra' interpretazione possibile, diversa dalla propria. La seconda: aggiungere a ogni affermazione un 'se così si può dire', facendo spazio a quella di altri, anche non espressa. La terza: mettere un tempo di 'sospensione' tra la domanda e la risposta. La quarta: secondo un detto rabbinico, occorre insegnare alla propria lingua a dire 'non so', per non essere presi per mentitori." (Gabriella Caramore)
10,00 9,50

Sulla Pasqua

Paolo De Benedetti

Libro

editore: Morcelliana

anno edizione: 2001

pagine: 64

6,00 5,70

Le dieci parole di Dio. Le tavole della libertà e dell'amore

Paolo Ricca

Libro

editore: Morcelliana

anno edizione: 1998

pagine: 240

"Non c'è nulla di certo nella Bibbia, ma bisogna fare un percorso per capirlo. Mi sono valso di tante voci importanti... è un elenco lungo che va da Mosè a monsignor Ravasi. Mi ha aiutato Paolo Ricca." (Roberto Benigni)
17,00 16,15

Detti dei padri (dal Talmud)

Detti dei padri (dal Talmud)

Paolo De Benedetti

Libro: Copertina morbida

editore: Morcelliana

anno edizione: 2011

pagine: 96

Con Paolo De Benedetti ci troviamo davvero in un "luogo di incontro per sapienti". Dove la sapienza, come spiega lui stesso in questo libro, non è un conoscere intellettuale elargito dall'alto, ma una modalità dell'ascolto e della parola, dell'interrogazione e del dubbio, dell'ironia e della compassione. Una sapienza riconoscibile nel piccolo trattato dei Pirqè avot, o Detti dei padri, che è una collezione di massime sapienziali e morali raccolte nella Mishnà (il nucleo di compilazione della legge orale che ha dato luogo al Talmud). I "padri" sono autori vissuti, all'incirca, tra l'epoca di Esdra (IV secolo a.e.v.) e il II secolo dell'era volgare. Anche se si tratta di autori diversi vissuti in epoche diverse, ciò che sorprende è una uniformità di stile, una modalità di suscitare attenzione e di ricondurla all'insegnamento della Torà. Uno stile in cui riconosciamo lo stesso Paolo De Benedetti, nell'esercizio vivo e gioioso della conoscenza: quasi a tracciare una "catena della ricezione" che, di generazione in generazione, passa dalla Torà ai detti dei padri, alla tradizione rabbinica, giungendo nei secoli fino a noi. (Gabriella Caramore)
10,00

Moby Dick o l'ossessione del male

Moby Dick o l'ossessione del male

Barbara Spinelli

Libro: Copertina morbida

editore: Morcelliana

anno edizione: 2010

pagine: 128

Chi conosce Barbara Spinelli come commentatrice politica del quotidiano "La Stampa" non resterà del tutto sorpreso nel vederla alle prese con un testo letterario, una sorta di monumento della parola, il Moby Dick di Herman Melville, libro di superba architettura e dalla scoperta ispirazione teologica. Non di rado nei suoi articoli ricorre al testo biblico, consapevole che quell'antico strato della memoria d'Occidente sostiene ancora il nostro fragile presente. Basta guardare un po' più in là e un po' più a fondo rispetto a quello che comunemente si è disposti a fare. Proprio Moby Dick - la grandiosa epopea della ricerca umana e della sua dannazione - è, forse, il libro più capace di sollecitare questa essenziale attitudine dell'intelligenza di Barbara Spinelli: la sua capacità d'immergersi sotto la crosta dell'ovvio, sotto la superficie di un'attualità squillante e fin troppo perentoria, nuovo idolo che sovrasta le nostre vite e talvolta, svuotandole, le domina; la sua capacità di scavare nella natura del molteplice, per graffiare l'idolatria dell'Uno, che "ha affascinato sempre la mente umana".Facendo rotta con Achab, navigatore di tenebre, Barbara Spinelli ci accompagna dentro lo spazio di una lotta mortale, dove la ricerca della verità, la lotta - contagiosa - contro il male, e la sopravvivenza di una schiuma di bene altro non sono che il poema della nostra vita.
10,00

Gesù di Nazareth. Passione morte resurrezione

Gesù di Nazareth. Passione morte resurrezione

Enzo Bianchi

Libro: Libro in brossura

editore: Morcelliana

anno edizione: 2010

pagine: 96

Enzo Bianchi non concede nulla al rumore delle mode o ai rituali della comunicazione mediatica, che, negli ultimi anni, hanno fagocitato anche i più diversi temi della fede impoverendoli o svuotandoli. Sceglie il terreno più difficile da calcare, ma anche quello di più vitale importanza per la storia e per la fede. Si rimette dunque sulle vie della Palestina dell'epoca di Gesù, ripercorre le rive del Giordano e del Mar Morto, scava i diversi strati della composita religiosità del tempo, accogliendo l'ipotesi di un Gesù vicino, come d'altra parte lo era Giovanni Battista, al movimento essenico e alla comunità di Qumran. I "delitti" compiuti da Gesù, le azioni "blasfeme" in cui si compendiano la sua vita e il suo insegnamento sono tutti gesti di libertà e di misericordia. Ma Gesù ferisce il corpo della tradizione e la struttura del potere religioso, colpisce il suo cuore recidendo il sistema di connessioni attraverso cui esso si riproduce: la Legge, il legame con la Terra e quello con la Famiglia, il Tempio. Questi sono gli elementi che sostengono la tradizione, e qui batte la parola di Gesù, qui passa il vento impetuoso della sua proposta di libertà, che spezza questi legami liberando lo Spirito rimastovi imprigionato. Per questa libertà Gesù viene condannato e messo a morte. Una libertà che le fedi, impigliate nella trama vischiosa della storia, non sempre sono state capaci di sostenere.
10,00

Lutero mendicante di dio

Lutero mendicante di dio

Paolo Ricca

Libro: Libro in brossura

editore: Morcelliana

anno edizione: 2010

pagine: 192

Paolo Ricca "traghetta" i pensieri di Lutero sulla vita del credente a un pubblico vasto, eterogeneo, vario. Vediamo emergere dalle brume di una storia che affonda nei chiaroscuri del Medio Evo, ma che si affaccia tragicamente alle soglie della modernità, il gesto audace di Lutero di ricominciare daccapo a porsi le domande della fede: e chiedersi in quale Dio, alla fine, il credente ripone la sua fiducia; e come si deve atteggiare, il cristiano, di fronte a questo Dio e di fronte alla propria vita; e su che cosa fonda la propria fede; e che fare delle colpe che inevitabilmente lo dominano; e se abbia un senso la mediazione del clero tra Dio e la creatura; e da chi debba farsi condurre, ciascuno di noi, nelle scelte della propria vita. In fondo, come si vede, le domande di Lutero sono quelle che ogni credente si pone.
18,00

Le luci di Shabbat

Le luci di Shabbat

Benedetto Carucci Viterbi

Libro: Libro in brossura

editore: Morcelliana

anno edizione: 2009

pagine: 80

Memoriale della creazione e della libertà - e per questo cuore della vita ebraica - il sabato (Shabbat) acquista nelle parole di rav Benedetto Carucci Viterbi il sapore di una conoscenza che cerca di dar conto di quale sia il rapporto di Dio con le sue creature, di quale "progetto" abbia Dio stesso per tutta l'umanità. Rav Carucci Viterbi si addentra nel significato dei versetti biblici, nei movimenti della vita quotidiana, nella sapienza di maestri antichi e moderni, per cercare di avvicinare il lettore alla complessità della celebrazione del sabato, ma anche alla sua assoluta centralità nella vita degli ebrei di tutti tempi. L'immagine, proposta da Abraham Joshua Heschel, del sabato come di una "architettura del tempo" è sufficiente a farci comprendere anche l'insegnamento antiidolatrico racchiuso nell'idea del sabato. Le pietre si consumano, le case costruite sulla terra sono destinate a crollare, a ritornare polvere. Sulla polvere non è possibile edificare qualcosa di eterno. Pretendere di farlo sarebbe sovvertire l'ordine delle cose, idolatrare lo spazio. Il sabato, dice Heschel, è fatto "per celebrare il tempo", non per idolatrare un luogo. (Gabriella Caramore)
8,00

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