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Oltre Edizioni: Letture del mondo

La peste. La concessione della primavera al tempo del Covid

La peste. La concessione della primavera al tempo del Covid

Pino Casamassima

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2021

pagine: 270

Con La peste, Pino Casamassima, torna a confrontarsi con la narrativa. Tra autobiografia e invenzione l’autore, giornalista e scrittore di lungo corso, ci racconta la storia di un anno segnato da una pandemia, che ha sconvolto le persone riducendole al loro passato. Di fronte a sirene ululanti, fra gli affetti strappati dalle case con gli stipiti delle porte segnati dalle unghie e quegli sguardi portati via e mai più rivisti, insegue la memoria di un’altra vita, di un amore maledetto, di una vendetta. Con una scrittura secca, emozionante, il lettore viene trascinato nel vortice di una vita spezzata, un omicidio, una colpa mai scontata. Un romanzo che non si scorderà facilmente.
18,00

Tutto ciò che vidi. Parla Maria Paquinelli. 1943 - 1945 fosse comuni, foibe, mare

Rosanna Turcinovich, Rosanna Poletti

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2020

pagine: 400

Rosanna Turcinovich Giuricin e Rossana Poletti hanno raccolto, ordinato e commentato i documenti, gli scritti, relazioni, note che Rosanna Pasquinelli, la donna che nel 1947 per protestare contro le decisioni degli Stati vincitori della seconda guerra mondiale decisero di assegnare l’Istria e Fiume alla Jugoslavia uccise con un colpo di pistola il generale inglese Robert De Winton a Pola. Le due autrici hanno per settimane compulsato e studiato i manoscritti contenuti in una cassa custodita per decenni in una banca triestina su mandato di Monsignor Antonio Santin, allora vescovo della città giuliana. Gli originali, le copie, le relazioni, le annotazioni, tutto vidimato da avvocati e notai che presero in consegna il materiale di cui questa è una prima parte, la più sofferta, la storia di una tragedia vissuta in trincea che, come scrive Ezio Giuricin nella sua introduzione: “può trovare una spiegazione solo se contestualizzata, inserita nella complessa temperie storica e politica dell’Istria alla fine del secondo conflitto mondiale”.
21,00 19,95

L'indicibile inverno. Una storia bipolare

L'indicibile inverno. Una storia bipolare

Benedicta Froelich

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2020

pagine: 426

"L'indicibile inverno. Una storia bipolare" della scrittrice italosvizzera Benedicta Froelich è la storia di Apsley Cherry-Garrard, membro della spedizione "Terra Nova" in Antartide, scelto da Robert Falcon Scott nel 1910 per il ruolo di assistente biologo. A Cherry-Garrard toccò la sorte di essere l'unico superstite di quell'impresa nel corso della quale il Capitano Scott, nella marcia di rientro al campo base, perse la vita insieme ai membri della spedizione, tanto che, affetto com'era da sindrome "bipolare" o, se vogliamo, depressiva, per essere appunto sopravvissuto alla spedizione, si trovò in seguito afflitto da un disagio psichico talmente forte e prevaricante da perseguitarlo per tutta la vita, fino a scatenare in lui addirittura il grave attacco di catatonia dei suoi anni maturi. Nel romanzo, il compito di scriverne la storia Benedicta Froelich lo affida a Frida, una ragazza a sua volta affetta da sindrome bipolare, mettendo così a contatto il suo malessere con quello di Cherry-Garrard, dando vita a una sorta di testimonianza della sua empatia e solidarietà nei confronti di quell'uomo. Ciò le consentirà di essere così ricettiva verso il suo dramma da raccontarlo specchiandosi in lui e, a sua volta, introiettando il personaggio dentro di sé, così trovando la propria salvezza e liberazione. Il risultato è un'opera che coniuga avventura e malattia, passato e presente, vita e morte.
21,00

Pierrot le fou. Storia del bandito che leggeva Boris Vian e della sua donna

Pierrot le fou. Storia del bandito che leggeva Boris Vian e della sua donna

Massimo Novelli

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2020

pagine: 206

Chi era Pierre Carrot, più conosciuto con il soprannome di Pierrot le fou, considerato dalla polizia francese il nemico numero uno? Ce lo racconta in questa straordinaria e avvincente biografia Massimo Novelli, giornalista torinese di lungo corso, autore fin qui di libri dedicati a significative figure della storia minore e della letteratura come Guido Seborga, Renzo Novatore, Sante Pollastro, Stefano Terra e altri. Pierrot le Fou, il personaggio che il regista Jean-Luc Godard fece rivivere nel film del 1965 “Il bandito delle 11” nella interpretazione di Jean-Paul Belmondo, ritorna qui nella veste di protagonista delle cronache degli anni che vanno dal 1940 al dopo guerra con la leggenda delle sue imprese, del suo amore per la bella Katia e della sua incerta uscita di scena. Massimo Novelli ce ne fa un ritratto a tutto tondo sullo sfondo dell’epoca, quello degli esistenzialisti, delle caves, di Juliette Greco, Sartre e Boris Vian, che lui, tra una rapina e l’altra, tra un carcere, una fuga e l’altra, ha attraversato.
16,00

Quel delitto del '56

Quel delitto del '56

Mario Quattrucci

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2020

pagine: 138

È il 19 febbraio del '56, prima domenica di quaresima, Roma imbiancata, quartiere Appio-Latino. Alle 7 del mattino un tramviere, mentre attraversa il ponte che passa sopra la ferrovia vede per caso, addosso al muretto, un cumulo di neve dal quale spunta qualcosa di nero. Per curiosità si avvicina, scosta la neve e si rende conto che il nero è un cappotto, una manica, e poi vede una mano e infine un viso… il viso di un uomo che si scoprirà essere morto ammazzato, ucciso da un colpo di pistola. Nei pressi abita anche un maresciallo dei carabinieri, chiamato dal portiere, a sua volta avvisato da una guardia notturna che il tramviere aveva incrociato al momento della scoperta del cadavere. Il maresciallo accorre, si porta dietro pure una macchina fotografica del figlio, appassionato di queste cose, e fotografa il morto. Poi arrivano, dal vicino commissariato, i poliziotti e, poi, i carabinieri, ma nel giro di poco tempo, il maresciallo fotografo verrà a sapere che le indagini non sono più affare loro e che tutto passa in mano ai servizi segreti… Chi era quell'uomo ammazzato? E perché tanto interesse da parte dei Servizi? E perché, ancora, la sua morte è stata poi gabbata come suicidio se al maresciallo è apparso chiaro, vedendo il cadavere, che l'uomo era stato ucciso e solo dopo portato nel luogo del ritrovamento? Il maresciallo, uomo valoroso, decorato in guerra e per la sua partecipazione alla Resistenza, non si rassegna ai risultati ufficiali, vorrebbe indagare, anche perché, una volta sviluppata la pellicola, mostrando la foto del morto al figlio, questi ricorda di aver visto quell'uomo frequentare la vicina sezione del PCI e tutto lascia credere, a un certo momento, dal racconto del figlio, che il cadavere sia stato appositamente lasciato lì, a due passi dalla sezione comunista. Vorrebbe indagare e, infatti, indaga per conto suo, scoprendo che – sono gli anni della guerra fredda, del "pericolo comunista" – probabilmente l'uomo è un infiltrato, tant'è che a un certo momento il maresciallo viene richiamato e invitato – un invito che è un ordine, se non addirittura una minaccia - a lasciar perdere le sue personali indagini… Non ha lasciato perdere Mario Quattrucci, figlio di quel maresciallo, che con "Quel delitto del '56" ci consegna una testimonianza e una rivelazione insieme, che ha tutti i crismi di un grande giallo, avvincente e scritto in uno stile personalissimo che ricorda il Gadda di Quer pasticciaccio brutto de via Merulana. Un giallo che, dopo tanti anni, fa luce su un delitto rimasto insoluto fino ad oggi.
14,00

Passaggi in Grecia. Sulle tracce della storia moderna

Passaggi in Grecia. Sulle tracce della storia moderna

Claudia Berton

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 330

Un libro di viaggio attraverso la Grecia, in particolare il Peloponneso, con i suoi straordinari siti archeologici, le sue coste ricche di storia e bellezze naturali, la sua gente ospitale. La Grecia vista con gli occhi di Claudia Berton, raffinata cultrice di viaggi e di storia, capace di coniugare sapienza e cultura con la leggerezza di una scrittura che rende felice il lettore nel suo approdo a questo libro, per il quale vale la citazione di Charles Dickens, che la stessa autrice ha posto come epigrafe allo stesso: "Questo libro non vuol essere che una serie di riflessi – vere ombre sull'acqua – di luoghi che hanno, in maggiore o minor grado, un'attrattiva per l'immaginazione di moltissimi; di luoghi fra i quali la mia ha vissuto per anni e anni…"
21,00

Navi, porti, bordelli. Vita di marinaio. Dall'Adriatico al Sudamerica

Navi, porti, bordelli. Vita di marinaio. Dall'Adriatico al Sudamerica

Giacomo Scotti

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 350

«La storia che mi accingo a narrare mi sembra più interessante di un romanzo, ma non è un romanzo. È il racconto dei fatti salienti della vita di un uomo di mare che ne passò di cotte e di crude sia in mare che sulla terraferma. Ma l'eccezionalità del racconto, a parte le numerose avventure, ora divertenti ora drammatiche, sta nel fatto che con esso scorrono tutti gli eventi salienti del secolo scorso. Dalla rivoluzione russa all'avvento del fascismo e del nazismo, dagli anni del proibizionismo alla crisi del '29, dai drammi delle migrazioni per le Americhe alla guerra nel pacifico e così via, fino al dopoguerra. Il protagonista è un dalmata, anzi lo era, perché dal 10 febbraio 1998 le sue spoglie riposano nel cimitero di Fiume, la città marinara nella quale – dopo una gioventù tutta avventurosa "poté crearsi una famiglia ed ebbe un porto di approdo per oltre mezzo secolo, gli ultimi anni di una lunga e spericolata vita protrattasi per nove decenni".» (Giacomo Scotti)
18,00

C'ero una volta

C'ero una volta

Benedetta De Vito

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2019

pagine: 80

Benedetta De Vito è una scrittrice e giornalista che, per quanto ancora giovane, ha avuto una vita ricca di esperienze, sentimentali e professionali, che l’hanno segnata sicuramente nel bene. Ma c’era qualcosa in lei che, lo sentiva, non andava, un senso di imperfezione che voleva assolutamente correggere. “La mia vita era in fiamme” scrive. Così si è messa in viaggio, in cerca di una meta della quale lei stessa non aveva idea. Poi l’incontro con Beata Elisabetta Canori Mora e quindi con Santa Caterina, che l’hanno instradata nella fede, donandole la pace del cuore. Questo libro è il racconto della sua ricerca, in un confronto con le due sante che è molto coinvolgente sul piano esistenziale e culturale anche per un non credente. Perché, se è vero che la religione cattolica le ha offerto gli strumenti per condurla alla fede, è anche palese che, come leggeremo attraverso la sua prosa non esente da momenti di alta poesia, l’autrice non la vive come un piatto già pronto e cucinato come per la maggioranza dei fedeli che la seguono, ma in lotta continua col dubbio. L’itinerario percorso da Benedetta De Vito, per altro molto colto, presso le bambine di Dio, ci ha dato un libro molto bello proprio per questa lettura personale e profonda che anche il più laico di noi può apprezzare per la luce di verità che trasmette, segnando un cambiamento dopo il quale poter dire, mutuando, per la sua storia, dall’inizio di tutte le favole “C’ero una volta”.
16,00

Non ne sapevo niente. Serbia 1995, Danube Mission le rivelazioni di un Basco Blu

Ernesto Berretti

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2018

pagine: 288

Era il 1995. Con pusher e navi, sul Danubio si tentava ancora di violare l’embargo contro l’ex Jugoslavia in guerra. Gli unici controlli erano fatti dai Baschi Blu della UEO. Ed Ernesto Berretti era uno di loro. E, come racconta, non sapeva niente della guerra nei Balcani, al pari di altri suoi commilitoni. La base della Missione era a Calafat, a sudovest della Romania appena uscita dalla dittatura di Ceausescu. Lì si viveva a ritmi slabbrati come elastici di vecchie mutande. Se Calafat fosse stato un pugile, sarebbe stato stretto alle corde (il Danubio) dal suo avversario (i Rom); sarebbe finito al tappeto malamente; e l’arbitro (lo Stato) non avrebbe iniziato la conta. Solo i secondi al suo angolo (i soldati della Missione) avrebbero potuto salvarlo, gettando la spugna. Calafat era destinato a vivere una vita senza vittorie. Come Dana, Adrian, Florin, Agatha, Magda e Whiter: vite senza vittorie, le cui figure sono ben tratteggiate dalla penna dell’autore, che ben s’immerge, con grande forza e resa emotiva nella situazione del tempo, così anche raccontando la vita, il lavoro, i rischi dei soldati in missione all'estero, lontano da casa. Lo fa a tutti noi, che non ne sappiamo niente.
16,00 15,20

Indagine su Eichmann. Il boia nazista, nel dopoguerra, nascosto per anni in Italia. La storia, i luoghi, i complici

Indagine su Eichmann. Il boia nazista, nel dopoguerra, nascosto per anni in Italia. La storia, i luoghi, i complici

Fabio Galluccio

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2018

pagine: 140

Il boia nazista, nel dopoguerra, nascosto per anni in Italia. La storia, i luoghi, i complici Articoli, libri, trasmissioni televisive hanno sempre affermato che Adolf Eichmann, subito dopo la guerra sia fuggito in Argentina. Invece per ben quattro e più anni uno dei maggiori responsabili operativi dello sterminio degli ebrei nella Germania nazista visse nascosto e indisturbato in Italia, e precisamente in località dell'Appennino tosco-emiliano, in centri dove maggiore fu lo scontro tra i nazifascisti e i partigiani. A indagare su questa pagina di storia e interessi più o meno criminali che complicità nazionali e internazionali hanno fatto sì che venisse rimossa ci ha pensato Fabio Galluccio con le armi, se non del ricercatore di professione, con quelle di un ostinato democratico amante della verità , dando così vita a un saggio che ha i contorni del giallo, tanti e tali sono i misteri nei quali si è imbattuto e che avvolgono il soggiorno italiano di Eichmann dal 1946 al 1950. L'autore non si sottrae nel denunciare complicità , ragioni di stato e le implicazioni, non secondarie, del Vaticano, con verità finora inedite al cui gioco del silenzio l'autore si è ben guardato di stare.
13,00

Il paese degli orchi. Crescere una figlia difficile

Lorella Chechi

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2018

pagine: 290

Dopo il primo anno di vita la figlioletta aveva manifestato comportamenti rigidi e scoppi di rabbia incontrollabili. Mostrava la sua collera graffiando, dando testate alle persone oppure scagliandosi contro il muro. Era risultato sempre arduo sospendere i suoi isolamenti, convincerla a obbedire senza energiche resistenze da parte sua. La bambina non aveva mai mostrato una naturale motivazione per la condivisione, per l'interazione con gli altri, per imparare cose nuove. Si isolava anche in classe o quando si trovava in compagnia di qualche amichetto. Durante i primi anni della scuola dell'infanzia era stata attratta dalla manipolazione, ma piano piano l'interesse era diminuito e alla fine scomparso quasi completamente. Allo stesso modo, in un breve lasso di tempo era svanita anche la passione per i colori. Mentre i bambini iniziano a comunicare ancor prima di saper parlare guardando quello che fanno le persone che li circondano, condividendo esperienze, pensieri ed emozioni, Elena non aveva mai imitato nessuno. Non tollerava le proibizioni e non accettava gli insegnamenti, neanche dalla mamma. Le sue reazioni erano spesso esagerate, i rinforzi sembravano inutili e anticipare le crisi non era sempre possibile. Con il trascorrere del tempo la diversità tra la figlia e gli altri bambini era sempre più evidente: non giocava, i giochi erano insignificanti e senza finalità , i tempi di attenzione duravano pochi secondi, mugolava in continuazione non trovando piacere in nulla di sensato e funzionale. Inoltre, cresceva il suo disagio, e l'incapacità di comprensione la rendeva irrequieta e poco disponibile a qualsiasi tipo di proposta. Era ostinata a seguire quella sua logica spesso incomprensibile. Negli ultimi tempi, per esempio, quando nella loro abitazione iniziava a regnare l'oscurità della sera, Paola si doveva armare di tutta la sua pazienza dal momento che Elena preferiva rimanere avvolta dalle tenebre invece di accendere l'interruttore.
16,00 15,20

Giocando a scacchi nei gulag di Tito. L'odissea di un giovane fiumano

Giocando a scacchi nei gulag di Tito. L'odissea di un giovane fiumano

Emilio Stassi

Libro: Libro in brossura

editore: Oltre Edizioni

anno edizione: 2017

pagine: 180

«Portare la carriola era il lavoro più pesante perché bisognava spingere in salita e in certi tratti correre su tavole traballanti. Alle carriole in legno erano state inoltre rialzate le sponde e portavano quasi il doppio del carico. Venivano chiamate jeep. Spesso mi impegnavo in questo lavoro perché mi dava modo di giocare a scacchi – alla cieca – con un detenuto jugoslavo che incrociavo ogni tanto e che faceva parte di chi sa quale desetina. Le mosse d'apertura le facevamo al primo incrocio, raggiungendo di solito una posizione teorica nota ad entrambi. Poi seguivano le altre, una per una, qualche volta con una proposta aggiuntiva: "Se rispondi con la Torre in ciotto, io gioco il Re in accauno." Il ritorno era in discesa e quindi potevo pensare alla partita. L'invisibile scacchiera stava appoggiata sulla carriola e la vedevo perfettamente, come se fosse vera, e non era difficile valutare la posizione e fare le analisi necessarie. Un giorno stavamo giocando l'attacco Richter-Rauzer della Siciliana e nel corso del mediogioco ero venuto a trovarmi in una posizione molto promettente. A un tratto si udì, nelle nostre vicinanze, un crepitare di spari. Le carriole, le vanghe, le pale, rimasero paralizzate e un brivido freddo percorse l'intero schieramento. Si trattava di un tentativo di fuga verso l'al di qua o verso l'aldilà ? Le probabilità di riuscita erano pochissime perché la zona era quasi piana e solo in lontananza verdeggiava una linea d'alberi. Forse strisciando tra l'erba alta. Ma una volta individuati non c'erano più speranze. Il grande meccanismo si rimise in moto con una certa lentezza mentre il Cavallo nero della morte batteva i suoi zoccoli nella testa di tutti. Tornai con il pensiero alla partita, anche se non era facile trovare la giusta concentrazione. Attesi invano la sua mossa. Forse, dopo quel trambusto, aveva cambiato attrezzo di lavoro. Forse aveva tentato la fuga, verso qualche forma di libertà .»
15,00

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