Salerno Editrice: Piccoli saggi
Alessandro al bivio. I Macedoni tra Europa, Asia e Cartagine
Lorenzo Braccesi
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2020
pagine: 232
E se Alessandro fosse arrivato a Cartagine? Se i Macedoni avessero oltrepassato il canale d’Otranto e, con Annibale, un secolo dopo, si fossero diretti verso Roma? La storia non si fa con i “se”, eppure è concretamente esistita la possibilità che Alessandro avanzasse contro Cartagine prima di dirigersi a Oriente. Lo dimostra in questo libro Lorenzo Braccesi, tra i massimi storici dell’antichità. L’autore indaga l’espansione macedone con una nuova chiave di lettura: quella di un circolare progetto di conquista, che viene qui inteso come il sogno di Filippo di allargarsi allo spazio mediterraneo. Tale padre, tale figlio dunque. Le gesta dei Macedoni – indomabile popolo di stirpe greca, originario di un piccolo territorio periferico dell’area balcanica – vengono intese come un’unica grandiosa impresa durata due secoli. Dalla Macedonia comincia dunque la conquista del mondo, che avrebbe dovuto cingere sotto un unico dominio i Balcani e, attraverso il controllo dei canali adriatici ed ellespontici, l’Asia, l’Europa e Cartagine. Il grande sogno nasce con Filippo, sarebbe diventato il bivio di Alessandro e dei suoi successori.
Venezia prima di Venezia. Mito e fondazione della città lagunare
Giorgio Ravegnani
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2020
pagine: 159
Come è nata Venezia? E quando è cominciato l’insediamento dell’uomo in laguna? Dove fu posata la prima pietra di fondazione, a Rialto come vuole la tradizione, oppure a Torcello dove sorge la prima basilica? È difficile rispondere a queste domande perché realtà e mito si confondono nei racconti degli storici medievali sulle origini di Venezia. L’unica cosa veramente certa è che la città nacque bizantina e tale si mantenne per alcuni secoli. Ma i Veneziani (o “Venetici” come li chiamavano i Bizantini) elaborarono già nel X secolo una leggenda, secondo cui la loro città sarebbe stata fondata in «un luogo deserto, disabitato e paludoso» al tempo dell’invasione di Attila, quando cioè il re unno devastò la terraferma veneta distruggendo Aquileia e altri centri minori. Il racconto era destinato a nobilitare l’origine della città lagunare, facendola derivare da un avvenimento drammatico che colpiva fortemente l’immaginario collettivo. Ma la realtà era diversa: i Veneziani non si insediarono in territori deserti e la migrazione ebbe luogo in un lungo arco di tempo. Le isole in cui si sarebbe formata Venezia erano infatti abitate già in epoca romana. Un lento processo avrebbe dunque portato l’arcipelago a diventare una delle piú grandi potenze del Mediterraneo.
Napoleone deve morire. L'idea di ripetizione storica nella Rivoluzione francese
Francesco Benigno, Daniele Di Bartolomeo
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2020
pagine: 196
A pochi giorni dal colpo di stato del 18 brumaio (9 novembre 1799) Napoleone raccontò di essere scampato a un attentato di alcuni deputati armati di « stiletto ». In realtà, nessuno in quell'occasione aveva trovato il coraggio di sfoderare il pugnale di Bruto, come invece vorrebbe l'iconografia coeva, che ritrae il presunto tentativo di omicidio di Napoleone alla stregua di un mancato cesaricidio. Il continuo rimando fra passato e presente ha segnato in profondità la Rivoluzione francese, piú di quanto la storiografia sia stata disposta ad ammettere. Per i protagonisti dell'evento rivoluzionario il richiamo alla storia fu un'indispensabile bussola per orientarsi in un presente drammatico. Gli avvenimenti infatti apparivano loro la ripetizione ineluttabile di fatti storici già avvenuti, la messa in scena di un'antica tragedia, magari destinata un giorno a divenire farsa, come dirà Karl Marx. L'idea che la storia si ripete fu un modo per dare senso a una realtà incerta e in vorticoso cambiamento, nonché un tentativo di predire ciò che sarebbe potuto accadere. Si affermava un modello potente che avrebbe segnato lo svolgimento della lotta politica e delle rivoluzioni a venire.
Alla morte del re. Sovranità e leggi di successione nell'Europa dei secoli XVII-XVIII
Marcello Verga
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2020
pagine: 184
«Il re muore, ne occorre un altro; le elezioni lasciano degli intervalli pericolosi […]. Si è resa la corona ereditaria in alcune famiglie e si è stabilito un ordine di successione che impedisca ogni disputa alla morte del re. Cosicché […] si preferisce rischiare di avere per capi dei bambini, dei mostri, degli imbecilli piuttosto che avere da disputare sulla scelta dei buoni re» (J.-J. Rousseau, Contratto sociale). Questo saggio ricostruisce i dibattiti, gli scontri e le tensioni che accompagnarono la gestazione delle leggi di successione, tra la metà del Seicento e la metà del secolo successivo: dalla Danimarca all’Inghilterra della Gloriosa Rivoluzione, dalla Russia di Pietro I alla Francia di Luigi XIV, dalla Spagna borbonica ai domini asburgici, alla Toscana nel passaggio dai Medici ai Lorena. Nel contesto dei dibattiti sulla sovranità e sul rapporto tra sovrano e popolo, da Pufendorf a Hobbes, a Locke, il volume ripercorre la storia d’Europa tra XVII e XVIII secolo per cercare di comprendere il contributo che le leggi di successione dettero alla “costituzionalizzazione” del rapporto tra dinastia, popolo e territorio.
Le cento novelle contro la morte. Leggendo Boccaccio: epidemia, catarsi, amore
Franco Cardini
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2020
pagine: 156
Le epidemie, come le carestie e le guerre, sono un ricorrente flagello del genere umano, eppure "non tutto il male viene per nuocere". Sono antiche compagne e, per certi aspetti, anche e soprattutto efficaci maestre. Possono insegnarci il coraggio, la solidarietà, la prudenza, la prevenzione, l'igiene, e addirittura – paradossalmente – l'ottimismo. Possono stimolare l'arte, la musica, la fantasia. Perfino far nascere l'amore. Nella Firenze del 1348 un'"allegra brigata" di giovani, tre ragazzi e sette ragazze, decide, per sfuggire al contagio che sta devastando Firenze, di "far comunità" rifugiandosi in luoghi ameni e salubri; là, per non soccombere all'angoscia provocata dalla "moría", viene stabilita tra loro la regola di raccontarsi a vicenda, in dieci diverse giornate, una novella ciascuno. Dieci protagonisti, dieci caratteri che emergono dalla narrazione, dieci forme di progressiva "catarsi", di liberazione dalla paura. Una splendida psicoterapia di gruppo. Tale il messaggio del Decameron di Giovanni Boccaccio, che questo libro ripropone per i giorni nostri, secondo una particolare chiave di lettura. La lettura di un medievista per il dramma postmoderno iniziato nei primi mesi del 2020.
Gioventù rivoluzionaria. Bordiga, Gramsci, Mussolini e i giovani socialisti nell'Italia liberale
Luca Gorgolini
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2020
pagine: 296
Al momento della sua fondazione nel gennaio 1921, il Partito Comunista presentava un gruppo dirigente composto da giovani uomini che avevano compiuto il loro apprendistato politico negli anni compresi tra la guerra di Libia e la conclusione del primo conflitto mondiale. Alla costruzione del PCI contribuí attivamente la Federazione Giovanile Socialista: fu il culmine di un percorso di maturazione politica e ideologica che i giovani socialisti italiani avevano intrapreso a partire dalla vigilia dell’avvio dell’impresa tripolina voluta da Giolitti, ingaggiando una dura battaglia interna contro la compagine riformista. La vicenda di questa gioventú rivoluzionaria viene ricostruita attraverso le biografie politiche dei suoi maggiori protagonisti: Vella, Bordiga, Tasca, Gramsci, Togliatti, Terracini, Fortichiari, Grieco, Leonetti. E lo stesso Mussolini, il quale ebbe una parte importante nello spingere la Federazione Giovanile lungo la strada del massimalismo rivoluzionario. La leva di giovanissimi militanti e dirigenti che si formò nel corso del primo conflitto mondiale, facendo propria la causa della rivoluzione bolscevica, avrebbe poi segnato il travagliato dopoguerra italiano.
Dalla parte del mare. Tobino e la Versilia del Novecento
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2020
pagine: 196
Gli scritti raccolti in Dalla parte del mare, nel quadro del progetto della Fondazione «Mario Tobino» su Cultura, letteratura, arte nella Toscana nordoccidentale dall’Ottocento al Duemila, si affacciano su Viareggio, patria dello scrittore che tanto rilievo ha avuto per la storia della marineria tra Ottocento e primo Novecento e per il sorgere del nuovo orizzonte della vacanza marina già verso la fine dell’Ottocento e poi nel Novecento. Ecco la Viareggio descritta, attraversata, amata dalle opere di Tobino, la Viareggio “popolare” del carnevale, le vicende del glorioso premio letterario «Viareggio», fondato da Leonida Rèpaci, presenze di intellettuali italiani in vacanza tra gli anni ’20 e ’30 del Novecento, l’attività dei due grandi giornalisti lucchesi Pannunzio e Benedetti, il cinema del viareggino d’adozione Mario Monicelli, Viareggio come set cinematografico, i fasti della musica leggera nei celebri locali della zona. Scritti di Alessandro Bratus, Franco Contorbia, Simona Costa, Carlo Alberto Di Grazia, Giulio Ferroni, Emiliano Morreale, Nunzio Ruggiero, Simone Villani.
L'Armenia perduta. Viaggio nella memoria di un popolo
Aldo Ferrari
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 183
Viaggio storico, artistico e letterario attraverso i luoghi perduti della millenaria civiltà armena, rimasti fuori dai confini dell'odierna, minuscola, Repubblica d'Armenia. Si tratta di monti, laghi, monasteri, fortezze e intere città, dove solo la memoria, talvolta supportata dalla precaria sopravvivenza di monumenti in rovina, parla di una presenza armena ancora viva e palpitante poco più di un secolo fa, prima di essere violentemente annientata dal genocidio del 1915. Questa Armenia perduta, che si trova oggi in Turchia, Iran e Azerbaigian, è presentata nel suo secolare percorso storico, secondo il significato e l'importanza che essa possiede all'interno di una cultura antichissima, fino ai nostri giorni, dove appare irreversibilmente privata dell'elemento umano. I capitoli che compongono questo volume sono incentrati sul contrasto stridente tra un passato di multiforme creazione culturale e un presente fatto di assenza, silenzio e negazione. Il lettore troverà la guida a un paradiso perduto nelle mappe ma vivo nella memoria di un popolo. Prefazione di Antonia Arslan.
Le custodi del potere. Donne e politica alla fine della Repubblica romana
Francesca Rohr Vio
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 268
Nell'antica Roma le donne non ebbero mai accesso alla carriera politica. Il modello di comportamento proposto alle matrone dal periodo arcaico fino all'età imperiale le escludeva da qualsiasi partecipazione alla vita della comunità, identificando nella casa la sede appropriata delle attività femminili. Nondimeno, tra la fine del II e il I secolo a.C., periodo segnato da lunghe guerre civili, gli uomini disertarono le sedi tradizionali della vita istituzionale, e sempre più di frequente le residenze private divennero il luogo delle decisioni e le matrone si sostituirono ai loro uomini, intervenendo in questioni di stato. In circostanze eccezionali portarono le proprie istanze anche all'esterno, nei luoghi tradizionali della politica e pressoché esclusivamente maschili: le strade di Roma, il foro, gli accampamenti militari. Diversi i contesti e le modalità della loro azione: la stipula o lo scioglimento di accordi matrimoniali, gravidi di ripercussioni politiche; l'educazione dei figli ai valori familiari e collettivi; la custodia della memoria gentilizia; il consiglio ai propri uomini su questioni di interesse comune; le incursioni nella vita militare. Esito di un periodo connotato da tratti di emergenza, tali iniziative non segnarono una svolta nella prassi politica romana; tuttavia l'intervento normalizzatore di Augusto, sedate le guerre civili e instaurato un nuovo modello di governo, tenne conto di queste esperienze, che influenzarono la condizione e l'azione delle donne della famiglia imperiale.
Emily Brontë
Paola Tonussi
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 408
Nella vita di Emily Brontë accadono pochi fatti reali: tutto accade nella forza della sua immaginazione e nei silenzi invalicabili dietro i quali lei osserva l'esterno. E cosí estorce racconto dal vento e dall'erica, dall'amato paesaggio di brughiera che non vorrà mai lasciare: il «mio mondo interiore» o il «dio dentro il mio petto» delle grandi liriche generano anche quel romanzo unico e sconvolgente che è Wuthering Heights. Di là dal mito letterario creato dopo la sua morte, l'intreccio tra vicenda biografica e concezione dell'opera, l'equilibrio tra realtà e passione, l'attualità di una giovane donna che lotta per essere «se stessa» e «libera», emotivamente e spiritualmente, ci restituiscono una straordinaria voce lirica. La sua vita breve, difficile ed estatica tocca il lettore moderno con un senso di perdita e insieme d'immensità e potenza, perché Emily sussurra al nostro orecchio l'aspirazione alla felicità e il fuoco delle paure: «Con le dita sporche / d'inchiostro, sorregge mondi illimitati», ha scritto Rosie Garland. E quei «mondi illimitati» Emily Brontë ha saputo - questa biografia lo racconta - annodarli alla terra mortale e farcene dono.
Bisanzio prima di Bisanzio. Miti e fondazioni della nuova Roma
Tommaso Braccini
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 184
L'undici maggio del 330 Costantino fondò la sua Nuova Roma, meglio nota come Costantinopoli. Il sito della nuova capitale, tuttavia, aveva già una storia lunghissima, che iniziava dalla preistoria e proseguiva con la colonia megarese di Bisanzio, cruciale emporio sul Bosforo e inespugnabile avamposto contro i barbari. Il corpus arcaico di miti e leggende che circondava quest'antico insediamento, di cui i testi antichi ci hanno conservato tracce preziose, si trovò all'improvviso proiettato su un palcoscenico mondiale: retori, poeti, storici fecero a gara nel nobilitare queste tradizioni e nel costruire, nel passato di Bisanzio, una serie impressionante di presagi della futura grandezza. La propaganda imperiale trasformò così l'eroe fondatore Bisante, nipote di Zeus, in un nuovo Romolo, e la dea Ecate, protettrice della città negli assedi, sembrò anticipare il ruolo che sarebbe stato attribuito alla Vergine. E allo stesso tempo, gli antichi monumenti che rimanevano di questo passato remoto furono avvolti da leggende che li dipingevano come talismani incantati dalla magia degli antichi sapienti. Quando i Turchi infine conquistarono Costantinopoli, nel 1453, ereditarono e rielaborarono ulteriormente questo patrimonio di miti, ipotizzando una serie vertiginosa di fondazioni e rifondazioni che iniziava con Salomone per culminare nella nascita di Istanbul. In queste pagine viene rievocata questa "storia leggendaria" di Bisanzio, una costruzione culturale che è in corso ancora oggi.
Con il senno e con la spada. Il cardinale Albornoz e l’Italia del Trecento
Francesco Pirani
Libro: Libro in brossura
editore: Salerno Editrice
anno edizione: 2019
pagine: 240
Due sono i protagonisti di questo libro: il cardinale castigliano Gil Albornoz e l'Italia, in cui il cardinale fu inviato dai papi di Avignone dal 1353 al 1367. In quegli anni Albornoz assunse il ruolo di indiscusso protagonista nella storia politica e militare e seppe riorganizzare profondamente lo Stato della Chiesa, tanto che nella tradizione storiografica ne è considerato il secondo fondatore, dopo Innocenzo III. L'autore non propone una biografia tradizionale d'impianto cronologico, bensì indaga gli ambiti nei quali si svolse la missione di Albornoz per tentare una sintesi, che consenta di comprendere meglio i cambiamenti nella storia d'Italia. Sia sotto il profilo politico, nella costante ostilità verso i Visconti di Milano, sia per l'aspetto militare, nell'urgenza di una Penisola invasa dalle truppe mercenarie europee, o nella riconfigurazione dei poteri all'interno dello Stato della Chiesa, l'attività di Albornoz fu vigorosa. Se il suo ruolo di legato dei papi avignonesi si poneva sul solco di una tradizione che percorre tutto il Trecento, è indubbio però che la sua forte personalità e la sua personale visione sulla realtà italiana seppero dar vita ad assetti e soluzioni innovative. Il libro indaga luci e ombre di questa vicenda, talora complicata dai difficili rapporti fra Albornoz e i papi di Avignone, e valorizza al contempo il ricco lascito ereditario del cardinale: il Collegio di Spagna di Bologna, istituito dal cardinale nel suo testamento, è infatti il più antico collegio universitario italiano che abbia conosciuto una vita ininterrotta fino ad oggi.