Scienze e Lettere: Il novissimo Ramusio
Italia-Libia: i luoghi dell'archeologia, dagli archivi all'impegno sul campo. Italy-Libya: archaeological landscapes, from archives to fieldwork
Libro: Copertina morbida
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2022
pagine: 184
«ISMEO - Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l'Oriente è lieto di aver attivamente partecipato all'organizzazione, insieme alla Fondazione MedA - Mediterraneo Antico - ETS e all'Archivio Centrale dello Stato, della mostra Italia-Libia: i luoghi dell'archeologia, dagli archivi all'impegno sul campo. La mostra Libia-Italia: un'archeologia condivisa, frutto della cooperazione tra la rappresentanza diplomatica italiana a Tripoli, il Dipartimento di Antichità della Libia (DoA), la Fondazione MedA - Mediterraneo Antico, fu inaugurata nel settembre 2021. La seconda edizione del catalogo della mostra tripolina, incentrata tanto sull'operato delle missioni quanto sulla ricostruzione delle personalità che hanno contribuito allo sviluppo della ricerca e alla tutela, viene oggi presentata con questo volume nel quadro della mostra-conferenza sulla collaborazione italo-libica in campo archeologico, Italia-Libia: i luoghi dell'archeologia, dagli archivi all'impegno sul campo. [...] Crediamo in conclusione di aver dimostrato, secondo uno dei tanti paradigmi possibili, quanto la cooperazione nel campo dello studio e della valorizzazione delle fonti documentarie, sia testuali sia grafiche e fotografiche, preluda a stimolanti prospettive di condivisione scientifica, verso le quali bisogna sempre più incanalare l'interesse delle istituzioni italiane e libiche, in vista di una interdisciplinarietà e complementarietà scientifica tra le due sponde del Mediterraneo che ha tutti i presupposti per produrre risultati concreti di grande rilevanza.» (dall'introduzione di Adriano V. Rossi - Presidente ISMEO)
Il pozzo del destino. Vita di Celadet Alî Bedirxan
Mehmed Uzun
Libro: Copertina morbida
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2022
pagine: 368
«Con l'edizione italiana di Il pozzo del destino di Mehmed Uzun (1953-2007), presentiamo un nuovo volume nella serie di letteratura kurda la cui realizzazione è stata resa possibile grazie a un progetto coordinato dal- l'ISMEO - Associazione internazionale di studi sul Mediterraneo e l'Oriente, coeditore del presente volume, e dall'Istituto internazionale di cultura kurda (Roma)[...]. Il pozzo del destino è un romanzo storico incentrato sulla biografia di Celadet Alî Bedirxan, personaggio chiave del Novecento kurdo. Come nota nel suo saggio introduttivo Francesco Marilungo, il giovane kurdologo italiano che ha egregiamente tradotto e curato il romanzo, in esso viene a crearsi una sorta di sovraimpressione fra le figure di Bedirxan e Uzun: il secondo scrive il romanzo che il primo avrebbe voluto scrivere e non ha potuto. Dopo il processo del 1976, quando Uzun capisce che solo dall'esilio potrà essere utile alla causa, sulla via che lo condurrà in Svezia si trattiene ancora per qualche settimana a Damasco, per una sorta di immersione finale nel passato plurisecolare delle migrazioni kurde. [...] Attraverso la sua prosa e i suoi ragionamenti, Uzun indica nella lingua, strumento della narrazione collettiva, l'unica via di riscatto, l'unica possibilità di rompere l'isolamento. È un compito che generazioni di letterati kurdi - da Eh- medê Xanî a fine Seicento fino ai fratelli Bedirxan nella prima parte del Novecento e a Sharko Bekas nell'epoca a noi contemporanea (si veda in questa stessa collana: L. Schrader, Sherko Bekas. Scintille di mille canzoni, Il Novissimo Ramusio 4, Roma 2017) hanno sentito come compito principale dello scrittore kurdo, vale a dire il contributo alla creazione di una letteratura nazionale in una varietà linguistica comprensibile al maggior numero possibile di Kurdi.» (dall'introduzione di Adriano V. Rossi, Presidente ISMEO)
Tu
Mehmed Uzun
Libro: Copertina morbida
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2022
pagine: 232
La pubblicazione del volume che oggi qui si presenta è stata resa possibile grazie a un progetto coordinato dall'ISMEO - Associazione internazionale di studi sul Mediterraneo e l'Oriente, coeditore del presente volume, e dall'Istituto internazionale di cultura kurda (Roma). Una presentazione storico-linguistica del Kurdistan e del popolo kurdo, preziosa per orientarsi in un ambito molto poco noto al grande pubblico italiano nei suoi aspetti culturali, e forse più o meno confusamente conosciuto in quelli politici, di cui oggi la grande stampa internazionale si interessa attivamente, dovuta a Daniele Guizzo, si può leggere in un volume precedente di questa stessa collana (Matteo De Chiara e Daniele Guizzo, Fiabe e racconti popolari del Kurdistan, Il Novissimo Ramusio 1, Roma 2014). Il XX secolo, e ancor più l'inizio del XXI, ha visto i Kurdi di almeno tre stati sovrani ergersi a protagonisti in una regione nevralgica del Medioriente, un tempo intercapedine tra l'impero ottomano. Impero russo e Iran, oggi al centro di interessi economici che, se da un lato sottolineano la potenziale ricchezza di questa parte del mondo, dall'altro contribuiscono a metterne ancora più in difficoltà l'autonoma esistenza quotidiana. La versione italiana di "Tu" costituisce la prima traduzione diretta di un romanzo dal kurmanji all'italiano.
Altari nella Sabbia. L'area culturale di Abu Erteila
Eugenio Fantusati, Marco Baldi
Libro
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2022
pagine: 200
Catalogo della mostra Roma, Museo delle Civiltà 15 aprile-11 giugno 2022.
Simorgh. Trenta interviste con iranisti italiani. Volume 2
Libro
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2022
pagine: 212
«I primordi degli studi iranistici in Italia risalgono alla seconda metà del Sedicesimo secolo. Nel tempo, con l'incremento quantitativo e qualitativo dei dipartimenti universitari e dei centri di ricerca, si è andato formando il grande mosaico di studi specialistici che attualmente connota questo ambito disciplinare. Per iniziativa dell'Istituto Culturale dell'Iran in Italia tre anni or sono è stato elaborato il progetto "Simorgh. Trenta interviste con iranisti italiani" con il proposito di intensificare ed ampliare la collaborazione con gli studiosi impegnati nei vari campi della cultura persiana - linguistico, letterario, storico, storico religioso, archeologico, ecc. -, progetto che, con lo stesso titolo, prevedeva la pubblicazione di tre volumi, ognuno dei quali comprendente dieci interviste. Scopo del progetto è appunto quello di evidenziare l'impegno dei singoli studiosi coinvolti e la struttura della loro ricerca, al contempo tracciando una sorta di mappa topografica dell'intera iranistica italiana così da renderla nota agli interessati sia in Italia sia nel mio Paese. Il primo volume è stato pubblicato nel 2020 in coedizione con ISMEO - Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l'Oriente e nel 2021 ne è stata presentata in Iran la traduzione in fârsi grazie alla collaborazione con la casa editrice Al-Hoda.» (dall'introduzione di Mohammad Taghi Amini, Direttore Istituto Culturale dell'Ambasciata della R.I. dell'Iran)
Gandhiji. Bapu of his people
Verrier Elwin
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2021
pagine: 124
Jiroft. La civiltà che non c'era
Massimo Vidale
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 252
"Questo libro racconta il contributo italiano e specificamente di ISMEO alle prime, pioneristiche fasi della scoperta della civiltà di Jiroft (molto probabilmente l’antico paese di Marhaši delle fonti mesopotamiche). Come in ogni inizio, a incertezze e passi falsi si sono accompagnati colpi di fortuna e improvvisi squarci di luce. Il contributo italiano, come narrano le stesse pagine di questo libro, è un episodio della prosecuzione delle ricerche – tanto innovative quanto vigorose – lanciate dall’IsMEO tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso nelle valli interne del margine est dell’Altopiano iranico. In questa vasta e inesplorata regione, Giuseppe Tucci, e successivamente Gherardo Gnoli avevano ipotizzato l’esistenza di importanti radici preistoriche della civiltà iranica; intuizioni ben presto intensificate e avvalorate dal decennio di fortunati scavi condotti da Maurizio Tosi nel bacino endoreico del Sistan (1967-1975). La sua scoperta della ‘Città Bruciata’ (Shahr-i Sokhta) avrebbe per sempre dilatato le quinte della prima urbanizzazione dell’Asia Media ai margini del Balocistan, vasta e frastagliata cerniera geopolitica tra Iran e subcontinente indo-pakistano. Il panorama di fitti legami e scambi, di avventure politiche, di mutua condivisione di ontologie e tecniche tra Mesopotamia, Iran e India antica che sta emergendo negli ultimi anni identifica nella civiltà di Jiroft-Mar?aši un protagonista importante, sino a due decadi addietro quasi dimenticato. La scoperta in loco di tavolette (e altri supporti) con iscrizioni del III millennio AEC, con tutte le difficoltà del caso, promette ulteriori sviluppi. La nostra Associazione internazionale è oggi lieta e orgogliosa di aver affiancato noti studiosi iraniani, come Youssef Madjidzadeh e Mansour Sajjadi, e la Cultural Heritage, Handicrafts and Tourism Organization of Iran (ICCHTO) in questa nuova fase di eccezionali scoperte archeologiche, che meritano di essere conosciute dal pubblico italiano in parallelo alle altre grandi culture del Vicino e Medio Oriente antico." (dalla prefazione di Adriano Rossi - PRESIDENTE ISMEO)
Simorgh. Trenta interviste con iranisti italiani. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 280
“Il presente libro è il risultato di otto interviste condotte in video, sulla base del programma dell’Archivio Orale della Biblioteca Nazionale dell’Iran, e di due interviste per iscritto, commissionate dall’Istituto Culturale dell’Ambasciata della R.I. dell’Iran. Da tempo era mio desiderio personale intervistare le personalità accademiche italiane che hanno speso una parte consistente della loro vita in ricerche e studi sull’Iran. Volevo farli conoscere ad un pubblico più vasto fuori dal mondo universitario e divulgare la loro esperienza. Già avevo fatto delle interviste pubblicate sui giornali iraniani, tra cui l’intervista alla Prof.ssa Bianca Maria Scarcia Amoretti, al Prof. Angelo Maria Piemontese, alla Dott.ssa Felicetta Ferraro, ex Addetto Culturale dell’Ambasciata italiana a Teheran, e all’ex Ambasciatore Roberto Toscano. Perciò, quando il Dott. Akbar Gholi, Direttore dell’Istituto, mi ha chiesto se potevo dedicarmi a queste interviste, ho accettato di buon grado ma senza valutare l’impegno che richiede ogni singola intervista. Per spiegarmi meglio, vorrei elencarne le fasi: contatti preliminari e opera di convincimento per far accettare la proposta, la fase più lunga di attesa, scambi e-mail, telefonate, ecc.; studio del personaggio, lettura del suo curriculum, dei campi di sua competenza ed interesse; preparazione di un primo elenco di domande da sottoporre all’intervistato, per farle eventualmente correggere, modificare o aggiungerne altre; concordare la data, l’ora e il luogo dell’intervista che in genere dura all’incirca 4 ore, di cui 2 per l’allestimento che serve all’operatore e 2 per le riprese; trascrizione dell’intervista, invio per la revisione di tutto e l’approvazione finale; Traduzione in fârsi per l’edizione persiana. Malgrado tutti gli intervistati sapessero parlare in fârsi, ho preferito l’italiano per consentire loro di esprimersi più compiutamente nella lingua madre. Il lettore troverà che, dopo alcune domande iniziali quasi uguali per tutti, vengono poste ad ognuno domande specifiche nel suo campo di competenza. Nella preparazione delle domande sono stato aiutato molto dal Dott. Mahiar Samavish, mentre le riprese sono opera del Sig. Amir Ali Alaie e mi sento in dovere di ringraziare entrambi. Nella scelta delle domande, ho cercato di dare la possibilità ad ognuno degli intervistati di presentare l’ambito delle sue ricerche e interessi come meglio credeva, e mi sembra di essere riuscito in questo intento. Devo ringraziare tutti loro per avermi aiutato in questo lavoro. A mio avviso, queste interviste sono importanti per due motivi: 1. aiutano noi Iraniani a conoscere meglio la nostra storia e tutte le persone, iraniane o straniere, che dedicano i miglior anni della loro vita alla ricerca e allo studio; 2. aiutano gli amici italiani e stranieri a conoscere meglio la storia dell’Iran, che indissolubilmente è legata alla storia dell’umanità, e non assoggettarsi alle propagande negative del momento. Il caso ha voluto che uno degli intervistati, il Prof. Adriano Rossi, Presidente di ISMEO, si sia interessato al progetto e abbia deciso di favorirne la pubblicazione”. (Abolhassan Hatami)
Il grande viaggio. La missione giapponese del 1613
Teresa Ciapparoni La Rocca
Libro
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2020
Tu
Mehmed Uzun
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2019
pagine: 220
La pubblicazione del volume che oggi qui si presenta è stata resa possibile grazie a un progetto coordinato dall’ISMEO – Associazione internazionale di studi sul Mediterraneo e l’Oriente, coeditore del presente volume, e dall’Istituto internazionale di cultura kurda (Roma). Una presentazione storico-linguistica del Kurdistan e del popolo kurdo, preziosa per orientarsi in un ambito molto poco noto al grande pubblico italiano nei suoi aspetti culturali, e forse più o meno confusamente conosciuto in quelli politici, di cui oggi la grande stampa internazionale si interessa attivamente, dovuta a Daniele Guizzo, si può leggere in un volume precedente di questa stessa collana (Matteo De Chiara e Daniele Guizzo, Fiabe e racconti popolari del Kurdistan, Il Novissimo Ramusio 1, Roma 2014). Il XX secolo, e ancor più l’inizio del XXI, ha visto i Kurdi di almeno tre stati sovrani ergersi a protagonisti in una regione nevralgica del Medioriente, un tempo intercapedine tra l’impero ottomano. Impero russo e Iran, oggi al centro di interessi economici che, se da un lato sottolineano la potenziale ricchezza di questa parte del mondo, dall’altro contribuiscono a metterne ancora più in difficoltà l’autonoma esistenza quotidiana. La versione italiana di "Tu" costituisce la prima traduzione diretta di un romanzo dal kurmanji all’italiano.
Antico Siam. Lo splendore dei regni Thai. Mostra celebrativa per il 150° Anniversario del Trattato di Amicizia e Commercio tra Italia e Thailandia (Roma, MuCiv - Museo delle Civiltà, 18 maggio - 30 settembre 2019)
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2019
pagine: 184
Era il 3 ottobre del 1868 quando i due ministri plenipotenziari delegati dai sovrani d’Italia e del Regno di Siam, oggi Thailandia, concludevano e firmavano a Londra il “Trattato di Amicizia e Commercio” fra il Re d’Italia ed il Re del Siam, la cui ratifica giungerà per la parte italiana nel gennaio dell’anno successivo. L’Italia era da poco diventata uno stato unitario ed il governo risiedeva a Firenze, capitale “provvisoria” prima della presa di Roma del 20 settembre 1870. Il Regno di Siam, riunificato da circa un secolo, sviluppatosi nel XIX secolo intorno all’isola di Rattanakosin, che diventerà l’attuale Bangkok, modernizzato grazie al forte impulso dato dal re Rama IV, “Padre della Scienza e della Tecnologia”, si apriva all’Europa conservando gelosamente e tenacemente la sua indipendenza contro le mire espansionistiche del colonialismo occidentale. Ricordando tutto questo, le celebrazioni del 150° anniversario del primo trattato e dell’avvio di stabili relazioni diplomatiche tra i due Paesi, hanno visto, dall’ottobre del 2018, numerose iniziative di carattere culturale organizzate sia in Italia che in Thailandia. Portato a Roma dalla Reale Ambasciata di Thailandia presso il Teatro Argentina (7 Maggio 2018), è stato memorabile lo spettacolo, nell’esecuzione dei danzatori del Ministero della Cultura thailandese, Khon: Danza Classica Siamese (forma teatrale in maschera ispirata al poema epico Ramakien), che l’UNESCO proprio nel 2018 ha iscritto nella Lista del Patrimonio Culturale Intangibile dell’Umanità. Gli eventi culturali che l’Ambasciata d’Italia ha nel corso dell’anno organizzato a Bangkok e altre città thailandesi per le celebrazioni del 150°, inoltre, sono stati una settantina ed hanno rappresentato il meglio del made in Italy, dall’arte all’archeologia, dalla cucina alle arti performative. Il Museo delle Civiltà, coerentemente, ha voluto cogliere la fausta ricorrenza, in collaborazione con l’ISMEO – Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente, per allestire una mostra, dal titolo ‘Antico Siam: lo splendore dei regni Thai’, in cui due dei quattro musei recentemente confluiti nel Museo delle Civiltà, ovvero il Museo preistorico etnografico “Luigi Pigorini’ e il Museo d’arte orientale ‘Giuseppe Tucci’, per la prima volta espongono congiuntamente le proprie collezioni d’arte siamese, fornendo un quadro che risulterà impressionante ed emozionante non solo per gli spettatori italiani. Dopo che una mostra di antica arte thailandese, prevalentemente costituita da sculture buddhistiche, con opere provenienti da musei thailandesi, ebbe luogo a Firenze nel lontano 1964, il momento ci è parso opportuno non soltanto per far riscoprire al pubblico italiano il fascino di una cultura antica e unica nel panorama vastissimo delle culture dell’Asia, ma anche per promuovere e valorizzare l’originale, variegato e ancor poco noto patrimonio artistico Thai che il Museo delle Civiltà conserva nelle proprie collezioni. Ci pare questo il modo migliore per sottolineare come due paesi di così antica cultura come la Thailandia e l’Italia possano trovare proprio su questo piano i più robusti fondamenti e le più convincenti ragioni per consolidare e rafforzare i già ottimi rapporti reciproci, imparando vicendevolmente a conoscersi meglio e ritrovando forse anche insospettate somiglianze e vicinanze.