Scienze e Lettere: Il novissimo Ramusio
Fiabe e racconti popolari del Kurdistan
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2015
pagine: 200
Giuseppe Tucci. La Grande Dea dell'India e altri scritti
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2025
pagine: 212
Contiene scritti di A. Filigenzi, R. Gnoli, L.M. Olivieri, F. Scialpi.
Sparks of Light from the Zagros. The Sacred Landscapes of the Yezidi and Yarsan Communities (University of California, Irvine Jordan Center for Persian Studies and Culture, 2-8 February 2025)
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2025
pagine: 144
Microcosmografie. Mirza Bidil e la natura nel Seicento indo-persiano
Stefano Pellò
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2025
pagine: 208
“Microcosmografie. Mirza Bedil e la natura nel Seicento indo-persiano” di Stefano Pellò, che qui presentiamo, è la prima monografia apparsa in una lingua occidentale sulla poetica e sulla filosofia della natura di uno dei maggiori rappresentanti della cultura indo-persiana dell’età mughal, Mirza Abda-al-Qader Bidel. Microcosmografie riprende il tema scarciano della “Persia barocca” con l’obiettivo di superarne gli aspetti puramente impressionistici ed estetizzanti: una delle principali novità del volume è la lettura comparata della filosofia naturale di Bidel con autori come Bruno e Campanella, per la cui ricezione nel mondo di lingua persiana si tracciano inediti percorsi nel viaggio dei testi, dal regno di Napoli all’India mughal attraverso l’Iran safavide. Da questo punto di vista, il lavoro di Stefano Pellò è un rilevante contributo alla ricostruzione degli interscambi culturali all’interno della vasta area euro-asiatica avvenuti certo a partire dall’affermarsi del mondo moderno, e probabilmente anche molto prima. Il volume guarda, al contempo, all’opera bideliana nel suo proprio contesto sudasiatico, con attenzione agli addentellati estetici e culturali con il mondo di lingua e di cultura sanscritica, incluso quello hindu di dizione persiana, e alla tradizione filosofica brahmanica tradotta dal sanscrito al persiano dalla fine del ‘500 in poi. Penso infine sia importante far notare anche che il volume contiene una notevole quantità di materiale testuale persiano (in prosa e in poesia, spesso tradotta da manoscritti inediti e rare litografie indiane) tradotto e analizzato per la prima volta, non solo a firma di Bidel ma anche di autori cruciali per la “Persia barocca”, come Sa’eb-e Tabrizi, e di importanti figure della scuola bideliana che mettono in relazione in modo originale la sua poetica filosofica con i territori del pensiero e della devozione indiana. (dalla premessa di Adriano V. Rossi, Presidente di ISMEO)
Swat archaeology. From Tucci to the present
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2025
pagine: 372
La ricerca, l'avventura e l'amicizia. Corrispondenze tra Giuseppe Tucci, Francesca Bonardi, Luciano e Tullio Petech, Sven Hedin, Étienne Lamotte
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2024
pagine: 152
Le prime relazioni culturali tra l'Iran e la Nuova Italia. La fotografia iraniana e italiana dell'Ottocento. Catalogo della mostra (Palazzo Mattei di Paganica, Istituto della Enciclopedia Italiana 15-21 febbraio 2024)
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2024
pagine: 112
"Le relazioni tra Iran e Italia hanno radici antiche che si consolidarono durante il periodo della dinastia safavide (XV secolo) grazie alle missioni italiane giunte alla corte di Persia. Elementi comuni quali il ricco patrimonio culturale e la straordinaria longevità delle rispettive civiltà hanno contribuito a stringere un rapporto che trova suo obiettivo primario nel consolidamento della pace e dell’amicizia tra i due popoli. La dinastia Qajar, fondata da Agha Mohammad Khan Qajar, governò la Persia per quasi centrotrenta anni, dal 1794 al 1925, rappresentando un periodo molto importante e delicato nella storia dell’Iran, che vide l’avvicinamento e la combinazione tra modernità e tradizione. Le testimonianze a noi giunte confermano il legame tra l’arte e politica e l’espansione delle relazioni tra la Persia e l’Occidente, la cui influenza, particolarmente forte con l’avvio della rivoluzione industriale, finì per condizionare diversi ambiti della società iraniana segnando l’arrivo della prima ondata del modernismo nel Paese, al pari di quanto avvenuto altrove nel mondo. In questo periodo diversi fattori, quali i frequenti viaggi dei sovrani persiani e dei membri della corte in Europa, nonché la partenza di studenti iraniani per l’Occidente e la contestuale presenza di cittadini europei – turisti, diplomatici, militari, uomini d’affari – in Iran, contribuirono al rafforzamento delle relazioni internazionali. Naseroddin Shah credeva in uno sviluppo del Paese che si giovasse anche degli scambi con l’Occidente. Nel corso dei suoi quasi cinquant’anni di regno, in tre diverse occasioni – nel 1873, 1878 e 1889 – visitò alcuni Paesi occidentali – primo sovrano persiano a farlo –, quali Russia, Germania, Belgio, Gran Bretagna, Francia, Svizzera, Austria e Italia, per conoscere la civiltà e la tecnologia occidentale; le sue osservazioni sono riportate nei suoi diari di viaggio. Nel corso dei suoi viaggi all’estero conobbe la macchina fotografica, per la quale sviluppò una grande passione, e decise di diffonderne la conoscenza in Iran invitando artisti europei, fra i quali alcuni italiani, in modo da avviare un processo di documentazione fotografica dei palazzi e della corte, e insegnare l’arte della fotografia agli Iraniani [...]" (dall'introduzione di Mohammad Taghi Amini Direttore dell’Istituto Culturale dell’Iran, Roma)
Vincenzo Bianchini. Medico, scrittore, poeta e artista
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2024
pagine: 264
"Majid Lashkari, che con grande cura e impegno si è dedicato a raccogliere voci e testimonianze che dessero luce alla vita e all'opera di Vincenzo Bianchini, si domanda nel Prologo di questo libro il perché in Iran si sia perduto il ricordo di questo medico-poeta-artista viterbese, che a quel Paese è legato indissolubilmente per scelte di vita, affetti familiari e attività professionali e artistiche. La stessa domanda dovremmo porcela anche noi: perché oggi in Italia o anche solo a Viterbo, sua città natale, nessuno, o quasi nessuno, ha mai sentito parlare di questo uomo dai multiformi interessi, dell'"Etrusco errante" che, al di fuori degli schemi convenzionali, ha vissuto la sua vita come "passaggio nella strada del mondo", disseminando questa strada di messaggi di amore verso gli esseri umani e verso la natura e di sgomento e preoccupazione per la condizione e il destino di questi e di quella, con una straordinaria unitarietà di linguaggio composito fatto di azioni, parole e immagini? È questa la ragione che ha spinto l'ISMEO a pubblicare l'edizione italiana dell'opera di Majid Lashkari, prima ancora che questa fosse pubblicata in lingua persiana e in lingua inglese. E che sia io a curare questa edizione non è un caso. Le ricerche per ricostruire la vita fuori dall'ordinario di Vincenzo Bianchini e renderla nota al pubblico nascono parallele e indipendenti in Iran e in Italia. In Iran, Majid Lashkari, spinto da curiosità ed entusiasmo, si mette all'opera per i motivi che lui stesso ci racconta nel Prologo. In Italia, a Viterbo, all'interno del corso di Storia del viaggio e dei viaggiatori in Medio Oriente, attivo presso il Dipartimento di Scienze umane, della comunicazione e del turismo dell'Università degli studi della Tuscia e da me tenuto, Vincenzo Bianchini è stato trattato più volte come autore di Acqua del diavolo, un appassionante libro di viaggio e di esperienze di pratica medica in Iran, pubblicato nel 1962. Dalle sue parole è scaturita la voglia di saperne di più. Le ricerche in rete e l'incontro con Paolo Bianchini, regista cinematografico e figlio di Vincenzo, hanno permesso un grande passo avanti nella difficile raccolta del materiale documentario per ri¬costruire l'esperienza umana vissuta in profondità da un uomo che ha agito in diverse aree del mondo (Europa, Asia, Africa) spinto da una concezione universalistica e spiritualistica dell'esistenza e alla continua ricerca di aree desolate e difficili, dove prendersi cura e restituire dignità ad una umanità emarginata e priva di voce propria." (dall'introduzione di Ela Filippone)
Dizionario pashto-italiano
Matteo De Chiara
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2024
pagine: 316
Il pashto è una delle principali lingue della famiglia iranica, parlato da diverse decine di milioni di persone nell’area afghano-pakistana. Migliaia di migranti che parlano questa lingua sono coinvolti, oggi come in passato, in un esodo diffuso in tutto pianeta, circostanza, questa, che rende particolarmente necessari strumenti conoscitivi quali grammatiche e dizionari. Dopo i primi studi europei condotti a partire dal XIX secolo, è con il linguista norvegese Georg Morgenstierne, attivo nella parte centrale del XX secolo, che gli studi pashto hanno visto il loro massimo sviluppo. In Italia, Alessandro Coletti provò, negli anni ’80, a rendere più accessibile questa lingua al pubblico italiano, ma i suoi lavori non hanno avuto sostanziale diffusione. Sono perciò lieto di accogliere nella collana Il Novissimo Ramusio il primo dizionario bilingue pashto-italiano apparso in Italia, ricco di oltre 15.000 lemmi, rappresentativi del lessico realmente utilizzato dalla maggioranza dei parlanti, comprendente cioè quelli che Tullio De Mauro chiama “lessico fondamentale, lessico di alto uso e lessico di alta disponibilità” (T.D.M., La fabbrica delle parole, Torino 2005). (dalla Prefazione di Adriano V. Rossi, presidente ISMEO)
Diario di viaggio in Persia (1617-1623)
Pietro Della Valle
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2023
pagine: 588
Il volume che presentiamo con il titolo di “Diario di viaggio in Persia (1617-1623)” contiene un’ampia porzione del Diario dei viaggi che Pietro Della Valle tenne con esemplare ricchezza di dettagli dei suoi itinerari attraverso il Medio Oriente nella prima metà del diciassettesimo secolo. Come spiega nell’Introduzione il curatore, Mario Vitalone, quello del Diario è un testo parallelo (in un certo senso la “brutta copia”) alle diverse edizioni delle "Lettere", inviate da Della Valle all’epoca della sua permanenza in Oriente all’amico Mario Schipano e rielaborate per la pubblicazione dall’autore stesso all’atto del suo ritorno in Italia, in una forma letterariamente curata in parte secondo i canoni dell’epoca, in parte secondo uno stile personale che rappresenta un notevole e originale esempio di narrativa di viaggio, un genere che si andava formando in quegli anni in Italia ed in Europa. Il principale interesse del testo del Diario deriva dalla circostanza che Pietro, all’atto della pubblicazione delle Lettere, dovette modificare la sua prima versione di vari avvenimenti per motivi di opportunità sia politica sia letteraria, e quindi molti dettagli, anche di ragguardevole rilevanza storica, sono conservati solo grazie alla loro trattazione nel Diario. La sezione del Diario qui pubblicata si affianca, per importanza, a quella relativa ai territori anatolici e al Levante ad amministrazione ottomana, e a quella relativa all’India, di cui Della Valle visitò nel 1623-1624 quasi tutta la costa occidentale, rientrando via mare in Italia, che Il Novissimo Ramusio programma di pubblicare a non lunga distanza di tempo dal presente volume, sempre sotto la responsabilità dello stesso curatore. Mario Vitalone, formatosi alla scuola napoletana dell’Orientale negli anni Ottanta con una preparazione iranistica a vasto raggio, ed esperto dei luoghi della valliani, oltre che per i suoi originari studi, anche per la conoscenza diretta avutane durante il suo lungo soggiorno in Iran, ha curato il volume con ricchezza di dettagli, preparando un commento con numerosi indici e un apparato di oltre mille note; la bibliografia finale può considerarsi la più completa e aggiornata, sia pure nell’àmbito dell’ormai cospicua produzione relativa a Della Valle, e comprende opere apparse dalla metà del Seicento fino all’anno in corso.
Lessico delle iscrizioni reali sumeriche
Massimo Maiocchi
Libro: Libro in brossura
editore: Scienze e Lettere
anno edizione: 2023
pagine: 680
Il progetto del presente «Lessico delle iscrizioni reali sumeriche» si è concretizzato grazie alla collaborazione tra l’Unione Accademica Nazionale, l’Università Ca’ Foscari di Venezia e l’ISMEO, che hanno sostenuto l’attività di ricerca con specifici finanziamenti. In particolare Ca’ Foscari e ISMEO (attraverso la propria redazione lessicografica e il fondamentale supporto finanziario derivante dai due progetti quinquennali “Studi e ricerche sulle culture dell’Asia e dell’Africa: tradizione e continuità, rivitalizzazione e divulgazione” [MIUR] e “Storia, lingue e culture dei paesi asiatici e africani: ricerca scientifica, promozione e divulgazione” [MUR]) hanno contribuito a cofinanziare l’assegno di ricerca postdottorale pluriennale che ha reso possibile all’autore concentrarsi nell’arco di poco più d’un biennio sul manoscritto in forma definitiva. Conformemente alle linee generali del progetto, il lavoro di ricerca e redazione, affidato al Dott. Massimo Maiocchi e da lui condotto con encomiabile dedizione e competenza, è stato volto a produrre un dizionario facilmente consultabile, sintetico e al contempo estremamente accurato, relativo a uno specifico e fondamentale settore della documentazione sumerica come quello delle iscrizioni reali che offrono la prima espressione dell’ideologia della regalità e della memoria storica. La composizione e la stampa del volume sono state rese possibili grazie all’esperienza lessicografica ISMEO e a una apposita linea editoriale dedicata finanziata nell’ambito dei citati progetti MIUR e MUR. Contributi alla stampa sono inoltre stati elargiti dall’Union Académique Internationale, che inizialmente, molti decenni orsono, promosse l’intera iniziativa, come proprio quindicesimo progetto di ricerca (1951 e 1971). A tutti questi enti e a tutti coloro che vi hanno operato con vari ruoli va il più sentito ringraziamento dei direttori della Serie. Contributo scientifico fondamentale è stato quello del Prof. Dr. Gebhard Selz, che ha revisionato il dizionario non solo con l’acribia che deriva dalla sua straordinaria competenza nella lingua sumerica e profonda conoscenza della produzione testuale sumero-accadica, ma anche con fine sensibilità per le rese linguistiche in lingua italiana. L’autore del volume e i curatori della serie gli sono grati per la generosa e solerte attenzione al progetto, il suo insostituibile contributo e l’amichevole dialogo sui numerosi difficili aspetti della lingua sumerica. Nella fase finale della redazione un’ulteriore preziosa revisione dei lemmi è stata condotta dal Prof. Lucio Milano, che si ringrazia per la generosa disponibilità e il sapiente contributo in una materia complessa e inusuale in lingua italiana.