Sellerio Editore Palermo: La memoria
Viaggiare in giallo
Alicia Giménez-Bartlett, Marco Malvaldi, Francesco Recami, Antonio Manzini, Gaetano Savatteri, Alessandro Robecchi
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 302
“Senza movente, senza indiziati, senza una logica apparente”. Questo commento dell'ispettrice Petra Delicado, nel racconto di Alicia Giménez-Bartlett, potrebbe funzionare da presentazione generale di questa antologia. Il delitto di viaggio è un classico della letteratura poliziesca, che ha sempre sfidato l'inventiva degli scrittori. Senza un luogo stabile e ripetute abitudini, fuori da strade e case conosciute, lontano da vicini invadenti, l'investigatore deve sfoderare tutta la sua astratta capacità razionale e la più pura intuizione per trovare il filo della matassa. Però, la novità è che oggi viaggiano tutti, il viaggio è di massa e quotidiano, non ci sono solo Orient Express e giri alle Piramidi in cui annidare degli eleganti misteri. Gli enigmi dell'indagine sono complicati, movimentati, resi anche più ironici, dall'estrema varietà capricciosa delle nostre offerte turistiche. E questa raccolta ne copre le più diverse tipologie. Ci sono crociere a prezzo stracciato, come quella in cui sono implicati i vecchietti del BarLume di Marco Malvaldi. Pullman di studenti pendolari in cui ritrovare cadaveri a pezzi, com'è il caso raccontato da Alicia Giménez-Bartlett. Gite in una Brianza sorprendentemente appartata, dove si avventurano i detective per caso di Alessandro Robecchi. Per seguire l'ultimo mistero della Casa di Ringhiera, Francesco Recami destina il piccolo Enrico al più avventuroso dei viaggi. Gaetano Savatteri trasferisce il suo “disoccupato di successo” da San Vito Lo Capo alla Praga d'oro, dentro un intrigo internazionale post Cary Grant. L'inspiegabile rapina da camera chiusa nel Frecciarossa su cui sale il Rocco Schiavone di Antonio Manzini, forse è quello che più si avvicina al classico. Così il viaggio, in questa nuova antologia di racconti, non è più la cornice che adorna di esotismo gli intrecci ma diventa la nuova situazione in cui impegnare i detective contemporanei creati da alcune delle più apprezzate penne del poliziesco.
Albert Savarus
Honoré de Balzac
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 228
Comparso in feuilleton nel 1842, Albert Savarus fu inserito da Honoré de Balzac nella "Commedia umana" tra le Scene della vita privata. La scena si svolge a Besançon, descritta come una cittadina militare bigotta e clericale. Vi si è installato da poco un giovane avvocato, Savaron de Savarus, che prepara minuziosamente la propria carriera in politica. Di lui si innamora una nobile giovinetta, Rosalie de Watteville, la cui importante famiglia, dominata dalla baronessa sua madre, sta preparando per lei un brillante matrimonio. Albert Savarus nasconde un segreto e ha l'imprudenza di scrivere un racconto, "L'ambizioso per amore" (interamente incastonato da Balzac dentro il testo principale), che narra della passione disperata di un Rodolphe per Francesca principessa romana. Una storia in cui si legge in trasparenza la vicenda stessa di Albert, profondamente innamorato di una aristocratica italiana. Rosalie, leggendo il romanzo, decifra l'enigma dell'uomo innamorato di un'altra, e da quel momento non trascura nessuna abietta azione abbastanza ingegnosa da rovinarne ogni disegno che possa allontanarlo da lei. "Albert Savarus" si presta a molte interpretazioni e di vario genere, biografico, letterario, psicologico. Balzac con il racconto nel romanzo che fa comporre al suo eroe gioca allusivamente con stili e mode a lui estranei. L'altro personaggio femminile, la piccola Rosalie, si rivela sorprendentemente abile e finisce, con la sua perversione, per accattivarsi le simpatie di chi legge. In questo modo riesce una sovrapposizione di diversi piani di realtà, che distanzia dal semplice realismo e trasmette vertigini decisamente moderne. La vicenda riflette la biografia amorosa del grande scrittore.
Berlino ultimo atto
Heinz Rein
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 883
Questo libro, pubblicato una prima volta nel 1947 poi dimenticato, è per tanti versi sorprendente. Tratta infatti la questione controversa della resistenza dei tedeschi al nazismo. Giorno per giorno, ora per ora si descrivono le ultime settimane della Berlino di Hitler, dalla metà di aprile del 1945. I quartieri, le grandi strade, i luoghi pubblici, i parchi, i mezzi di trasporto, come si trovavano sotto i colpi distruttivi dell'avanzata degli alleati. E i contatti, i colloqui, e tutte le strane situazioni di socialità che si creano nel rimescolio della catastrofe imminente. E i discorsi davanti ai portoni e nei negozi, le file per il cibo, le tessere del razionamento. E gli amori concitati. Le famiglie sfasciate o ricomposte. Ma tutto questo visto dalla strada e con gli occhi di un gruppo di clandestini. Sono disertori che fuggono la guerra e vanno poco a poco prendendo coscienza, semplici disperati emarginati dal totalitarismo, vecchi socialdemocratici o comunisti da sempre oppositori che per un decennio sono usciti ed entrati da carceri e campi di concentramento, credenti la cui coscienza religiosa si ribella, ebrei scampati, comuni cittadini che non ne possono più. Aspettano la fine; girovagano per la città distrutta in una specie di viaggio al termine della notte. Ma intanto cercano di sfuggire alla caccia di Gestapo e di SS, di sottrarsi agli occhi delle spie e dei delatori; e operano, ognuno come può, con sabotaggi o azioni di propaganda, per accelerare la caduta del terrore. Portatori di valori diversi e di opinioni divergenti, sanno anche instancabilmente discutere tra di loro, costruendo il romanzo delle idee degli antinazisti.
La congiura dei loquaci
Gaetano Savatteri
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 186
Una comunità in cui l'omertà è regola aurea improvvisamente comincia a parlare, ad accusare. Che gioco sociale c'è dietro, che concetto di giustizia? Nel novembre del 1944 a Racalmuto, il paese di Sciascia e di Gaetano Savatteri, viene ucciso il sindaco durante la passeggiata serale, di fronte a molti testimoni. Invece di tacere come norma e obbligo in tali circostanze, costoro diventano loquaci e tutti accusano uno zolfataro, un personaggio odioso soprannominato "Centoedieci", che presto viene giudicato e condannato. Eppure è tanto evidente a tutti la sua innocenza che ne nasce un detto nel paese: "Tantu paga Centoedieci". Sul fatto vero accaduto nel periodo torbido e confuso seguito allo sbarco angloamericano in Sicilia è costruito questo «romanzo senza passione» che vuole riflettere e scoprire. Con una Nota di Andrea Camilleri. Con una Nota di Andrea Camilleri.
Sparta e Atene. Il racconto di una guerra
Sergio Valzania
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 151
Il conflitto decisivo per l'egemonia sul mondo greco, che da Tucidide in poi si chiama «la guerra del Peloponneso», costituì il primo laboratorio della scienza storica. Pur tramandando una vicenda del V secolo a.C, lo scontro tra Sparta e Atene proietta assonanze e stridori che in modo recondito ma persistente riecheggiano qualcosa del mondo in cui viviamo. Una guerra prolungata senza un chiaro e circoscritto obiettivo, la cui posta era lo stile di vita greco. Un sistema geopolitico, centro del mondo di allora, che diventa il teatro di un conflitto assoluto tra due protagonisti della stessa forma di civiltà, la quale, da quel momento, inizia la sua decadenza. Avverte Sergio Valzania che ciò che ne sappiamo potrebbe essere in realtà una sopravvalutazione dei primi storici. Ma quella crisi di una civiltà all'apogeo consegna ai posteri figure da quel momento simboliche: Socrate e l'enigma del suo processo; Alcibiade e la sua vanità; la modernità di Lisandro; il «totalitarismo» dei Trenta tiranni; il complotto della mutilazione delle Erme; l'aliena potenza dei «barbari» persiani. Una galleria di archetipi dell'Occidente tale che la guerra tra Sparta e Atene ogni generazione la deve riraccontare. «Questo libro è piacevole, cattivante, leggero nel senso latino della "levitas", ma al tempo stesso documentato e rigoroso» notava Valerio Massimo Manfredi nella prima edizione del 2006. «Ci sono scritte cose che forse pochi avrebbero la pazienza e la curiosità di cercare nei testi originali, ma la mediazione di Valzania è rispettosa e mai banale anche se comprensibilmente attualizzante. L'autore vuole far capire al pubblico che in quell'antico libro ci sono insegnamenti vitali, ci sono considerazioni sorprendenti: problemi che ci assillano che già allora erano presenti e già allora furono affrontati da uomini come noi, animati dagli stessi sogni, dalle stesse passioni, e purtroppo anche dalla stessa stupidità».
La giostra dei criceti
Antonio Manzini
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 325
«Siamo carne da cannone, aveva detto René. Era vero. Carne da cannone. Gente che muore senza un senso, senza un'utilità. Che ha vissuto senza sapere, e senza sapere se ne va». Quattro malavitosi della più squallida periferia romana fanno una rapina che finisce nei disegni complessi della criminalità che conta. Parallelamente un'organizzazione di altissimi funzionari dello Stato ordisce un folle piano «Anno Zero» per eliminare il problema, delle pensioni. Sono i due ingranaggi, irrazionali quanto brutali nella loro efficienza, che muovono la giostra dei poveri idioti di vari livelli - dal piccolo criminale al boss camorrista, dall'inquietante generale all'alto burocrate, dall'impiegato dell'Inps che si sente un giustiziere alla fantastica ragazza innamorata -, tutti in lotta contro il loro destino insensato. Tragico e comico, noir che si scioglie in limpida e commovente poesia, thriller che offre lo spaccato di una società senza cuore, questo è il secondo dei molti romanzi pubblicati da Antonio Manzini. Con “La giostra dei criceti” siamo all'origine del suo avvincente modo di intrecciare storie; della sua prosa priva di ornamenti ma sorprendentemente musicale; soprattutto di quel pessimismo senza illusioni e di profondo amore che caratterizza il Rocco Schiavone dei romanzi successivi.
Le mani su Parigi
Dominique Manotti
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 241
Francia, 1985. Quinto anno di presidenza di Francois Mitterrand e sesto della guerra tra Iran e Iraq. Sulle montagne della Turchia precipita un aereo pieno come un uovo di missili francesi destinati clandestinamente all'Iran, paese sotto embargo internazionale. Chi c'è dietro l'incidente, e soprattutto qual è il messaggio: questo ci si domanda dentro la cosiddetta Cellula dell'Eliseo, il gruppo scelto a metà tra il servizio segreto e l'esercito privato a disposizione del Presidente. Siamo infatti nel pieno di un'altra guerra, quella permanente condotta dagli organismi ufficiali dello Stato contro il corpo separato che protegge Mitterrand e non si capisce quanto lo condizioni. Nulla di irreparabile, in fondo, per chi ha le mani su Parigi, nulla che non si possa aggiustare con un cinico negoziato. Ed in questo è maestro lui, il luciferino Bornand, ufficialmente Consigliere del Presidente, in realtà ragno al centro della tela della Cellula e testa del serpente del complesso militare industriale. Sennonché un incidente, l'omicidio di una prostituta curiosa, si mette di traverso sul suo cammino, che si riempie di cadaveri. Perché l'indagine sulla giovane morta finisce nelle mani dell'agente Noria Ghozali: è piccola, non bella e alle prime armi, ma con lei la vita ha un debito di giustizia.
Commedia nera n. 1
Francesco Recami
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 210
Un legame coniugale opprimente, un doppio vincolo, una prigionia psicologica che si trasforma inevitabilmente in una vera prigione dalla quale l'unica evasione possibile è il delitto. La storia narrata in questo romanzo potrebbe essere alla Patricia Highsmith, una relazione angosciosa che corre indissolubile verso l'abisso che aspetta. Solo che Recami ne fa una commedia nera, in cui si irride la morte perché la si teme, finché è la morte beffarda a prendersi gioco di tutti. La coppia: Antonio Maria Cotroneo, titolare di una avviata sartoria di famiglia, e Maria Antonietta, una prorompente bellezza ammirata da tutti. Ma questo durante il fidanzamento. Poi il matrimonio; e il corso dei rapporti reciproci spinge lui a seppellirsi in casa e lei a esercitare una tirannia sempre più assoluta, quasi sadica: come un maltrattamento familiare al femminile. Prepotente, virilmente razionale e violenta, infedele in modo provocatorio, pronta a chiudere ogni spiraglio di vita in una claustrofobia di una parte sola, quella del marito, mentre lei, la moglie, è impegnata in una vita professionale gratificante o addirittura prestigiosa. In questo rovesciamento paradossale degli stereotipi maschili e femminili di un malmatrimonio, cosa può fare Antonio Maria? Uomo «dilaniato, dimidiato, diviso, tra un essere pensante e razionale e un essere emotivo e attanagliato dalla paura», escogita prima fughe, poi piccole vendette, infine progetti omicidi, cervellotici esorbitanti e fallimentari quanto quelli del Coyote dei cartoni con cui ama identificarsi. Ma cosa succede a stuzzicare la morte? Con "Commedia nera n. 1" Francesco Recami inizia un ciclo centrato sui più correnti incubi sociali, con una struttura narrativa a teatro boulevardier, a commedia mondana, per divertire, cioè letteralmente per deviare i loro fantasmi, deformarli attraverso la comicità dell'equivoco e il paradosso del rovesciamento del buono con il cattivo.
La mossa del cavallo
Andrea Camilleri
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 257
"Il romanzo (pubblicato la prima volta da Rizzoli, nel 1999) è una combinazione di mosse ingegnose: una macchina scenografica a scacchiera. I suoi spazi mobili sono resi illusori dal tatticismo dei giocatori. Tutto succede, in questo «teatro» di manovre ingannatrici, senza che nulla appaia accadervi. Il macchinismo è in obbligo ora con la falsità, ora con gli sghembi della ragione. Il traffico delle apparenze è gestito, in tutti i casi, dalla contraffazione: canagliesca da una parte; dettata dalla disperata lucidità della ragione dall'altra. La partita è truccata. La verità è uno «scavalcamento», uno scacco matto che scombina. Sfugge sempre dietro l'angolo però. Ed è della stessa materia di cui sono fatti i sogni. 'La mossa del cavallo' è un giallo in forma di 'farsa tragica' (irresistibile con i suoi crescendi rossiniani); e in posa di romanzo storico accreditato dal saggio Politica e mafia in Sicilia (1876) di Leopoldo Franchetti. La vicenda si svolge, tra Montelusa e Vigàta, nell'autunno del 1877: ai tempi della Sinistra storica al governo, e dei malumori contro il mantenimento dell'odiosa tassa sul macinato. Un intero Libro delle mirabili difformità, prossimo al Bestiario, si è riversato in quel circo che è la provincia nella quale è stato precipitato, come dentro una ragnatela, l'ispettore capo ai mulini Giovanni Bovara: un ragioniere a cavallo, succeduto nell'impiego ai colleghi Tuttobene (dato in pasto ai pesci) e a Bendicò (abbandonato ai cani, come suggeriva il nome di familiarità gattopardesca). C'è una Gazza ladra, vedova allegra con tanto di tariffario; e c'è un Sorcio cieco (l'intendente di Finanza), che tutti chiamano scarafaggio «merdarolo» perché uso ad appallottolare e «interrare» le mazzette riscosse. Segue un prete sciupafemmine e strozzino, che il cugino vede come un «bùmmolo» con i manici ad ansa, riplasmato sul modello della donna pentolaccia di manzoniana memoria. Non mancano gli «armali» velenosi (l'avvocato Fasùlo e La Mantìa, vice del delegato Spampinato) che illecitamente hanno fatto «tana» delle carte più compromettenti dell'Intendenza. Nani, anche «a forma di botte», spilungoni, strabici e scimmieschi, errori di natura sempre, sono i corrotti sottoispettori scelti e pagati per non vedere i mulini clandestini degli evasori." (Salvatore Silvano Nigro)
Il denaro
Émile Zola
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 604
La speculazione internazionale ideata da Aristide Saccard, che Emile Zola racconta in questo poderoso e profetico affresco dell'economia finanziaria globalizzata, è tutt'altra cosa dal disegno di possesso di un avaro: è il sogno di rinascita e distruzione di un visionario assetato di vita. E in questo lo scrittore francese riesce a cavare l'essenza di quell'astrazione capitalistica, il denaro, l'argent (che ironicamente in francese significa anche argento), così come si sublima nel mercato delle borse: con la cui stranezza conviviamo familiarmente e che allora iniziava a prendere la sua forma di impalpabile mostro. Siamo nella Francia del Secondo impero, di Napoleone il piccolo, epoca d'oro per gli affaristi abbarbicati nella Borsa di Parigi, allora mercato del mondo. Un uomo piccolo dalle grandi ambizioni, Saccard, già rovinato da un passato tracollo, immagina un'immane impresa: la Banca Universale, finanziata da una massa di investitori allettati dal boom, e connessa alla costruzione di una rete ferroviaria intorno al recente taglio del Canale di Suez. Suoi compagni d'avventura sono un geniale ingegnere di ideali positivistici e una giovane vedova innamorata. Immediatamente si accende il fuoco speculativo, e Saccard è spinto verso il trionfo dalla crescente ebbrezza dei suoi anonimi finanziatori di varia fortuna. Ma un potente nemico domina meglio le leve dell'illusione e della crisi. Ispirato a una storia vera di euforia e di panico, del 1882, con personaggi costruiti fondendo insieme figure vere di banchieri, questo romanzo del 1891 si inoltra negli ingranaggi più dettagliati del sistema finanziario ed è considerato una precisa prefigurazione di eventi futuri e anche recentissimi. Ma questo quadro è delineato dalle storie minute di moltissimi personaggi, attraverso le loro speranze e i loro progetti di vita. Nella lotta fatale che si svolge tra l'affarista impetuoso e il suo gelido avversario banchiere, non manca il romanzesco e la suspense, il colpo di scena e il comico. E non manca nemmeno il romanzo di idee; i modi di pensare dei personaggi descrivono il nascere, in una società da poco uscita dalla supremazia del ceto sulla ricchezza, dei moderni cliché e dei dogmi correnti sul mondo degli affari.
La morte non è cosa per ragazzine
Alan Bradley
Libro: Copertina morbida
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 404
A Bishop's Lacey, il paesino addormentato dove dimora l'undicenne Flavia de Luce, qualche scompiglio e un po' di bizzarria sono portati da una strana coppia. Sono Rupert Porson e la compagna Nialla: un guitto che recita spesso quando parla e una maliarda dai capelli rossi, burattinai di fama televisiva, con il loro furgone pieno di marchingegni teatrali e marionette. Ma che ci fanno i due in quell'angolo di tradizione incastrato nella campagna inglese anni Cinquanta ? Davvero sono lì solo per recitare II fagiolo magico in parrocchia? A Flavia basta un'ombra di mistero per eccitarsi e le sue due passioni convergenti del delitto e della chimica trovano uno sfogo comune. E infatti è la chimica a offrirle il primo spunto per le sue scoperte indiscrete e curiose. Fuggendo ad ogni momento dal maniero semirovinato, dove il suo tempo trascorre tra il laboratorio, un litigio con le sorelle e un tè con il padre, incontra strane persone: una matta che gira per il bosco e sembra conoscere segreti, un tedesco ex prigioniero di guerra bello come un dio; orecchia di nascosto sospette conversazioni; apprende dal dolore insano di una madre la storia di un bambino morto impiccato. Fino a che si trova ad essere spettatrice di un'altra, clamorosa, morte, carica di un sinistro simbolismo, continuazione forse di un più antico enigma. «È normale a 11 anni essere inaffidabile» ma stavolta Flavia rischia grosso.
Uccidimi
Bill James
Libro: Libro in brossura
editore: Sellerio Editore Palermo
anno edizione: 2017
pagine: 324
Un sanguinoso conflitto a fuoco scoppia a turbare la pace criminale che regna nell'immaginaria città inglese in cui Bill James ambienta i suoi schemi polizieschi, ramificati come giochi di strategia o mosse di una partita a scacchi tra l'ordine e il delitto. All'Eton, un elegante locale che la mala usa come piazza di spaccio per gente bene, dei sicari freddano a pistolettate due clienti. Uno stupido errore, perché i proiettili avevano come vero bersaglio una giovane agente sotto copertura, pedina in realtà di un doppio gioco. Da questo imbroglio comincia una vertiginosa danza, in cui girano Naomi, l'infiltrata che ha sete di vendetta; i caporioni della polizia, divisi da segreti obiettivi sotto un dirigente imbelle; le due cosche cittadine in precario equilibrio tra accordo e tradimento; la criminalità «forestiera» dei colonizzatori londinesi potenti e sporchi di sangue in un modo impensabile per i provinciali. E ciascuno fa i suoi passi rispondendo o prevenendo o assecondando le mosse degli altri secondo calcolo e convenienza. E a volte per sentimento e senso di giustizia. La serie dei romanzi di questo gallese ex giornalista di nera che immagina drammi criminali come metafora del capitalismo thatcheriano anni Ottanta, ha come protagonisti poliziotti e boss mafiosi, con le loro comparse, che nel corso degli anni, intrigo dietro intrigo, amministrano un ordinato disordine come accorti manager del delitto. Intanto le loro vite private si svolgono quotidiane, affettuose, a romantiche, a pietose, a stressate, mentre qualcuno ogni tanto muore. E a fine lettura si ha la sensazione di aver partecipato a una simulazione pratica di teoria delle decisioni criminali.