Tullio Pironti: Saggistica
Sopra le macerie. Alle origini del più grande polo industriale del Mezzogiorno: i lavoratori e l'Alfa Romeo di Pomigliano
Aniello Cimitile
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2021
pagine: 293
Lo stabilimento Alfa Romeo Avio di Pomigliano d'Arco, impiantato celermente in clima prebellico, sembrava nato giusto per essere distrutto, prima dalle mine naziste e poi dalle bombe alleate del 1943. Le maestranze, oltre seimila, erano state tutte licenziate e era già in esecuzione il piano di recupero e trasferimento al Nord di materiali e macchine salvate. Accadde invece che Ferruccio Parri, primo Presidente del Consiglio dell'Italia Repubblicana, alla sua prima visita al Mezzogiorno, come primo atto, venne a rendere omaggio ai circa cinquecento lavoratori che, dalle macerie, avevano rimesso in piedi i primi reparti, salvato e messo in funzione oltre trecento macchine, testardamente difese da ogni tentativo di portarle via. Rimettere in piedi l'embrione produttivo del futuro polo industriale di Pomigliano non bastava, bisognava anche realizzarne le premesse culturali e sociali. Un drappello di ex braccianti, contadini, muratori, artigiani e garzoni di bottega, trasformati da pochi anni di fabbrica in "operai metalmeccanici", si assunse la grande missione storica di essere il motore primordiale e locale di un mondo nuovo. Furono quei nuovi soggetti sociali gli unici a volere a e votare, a Pomigliano d'Arco, per la Repubblica. Giorno dopo giorno, la loro azione trasmigrò l'antica società rurale in quella nuova e industriale. Accamparono diritti e migliori condizioni di vita di contadini e lavoratori, alimentarono lotte e movimenti, valori e principi di cultura operaia avanzata, crearono nuove relazioni e modelli di vita sociale, fondarono ex-novo il proprio Partito, organizzarono il Sindacato in fabbrica e la Camera del Lavoro sul territorio. Furono i pionieri sia della società sia della sinistra industriale pomiglianese. Cammino esaltante, ma anche tormentato: pagato a caro prezzo, quotidianamente, fra scomuniche, rappresaglie e repressioni, fra resistenza del "vecchio" e contrapposizione di un "nuovo" ostinatamente diverso da quello che si voleva costruire. Storie individuali destinate a perdersi nella nebbia del tempo e che invece governarono ragioni e sentimenti, riflessioni e passioni. Infine, su questo drappello di operai generosi, perfino audaci "fabbri" del proprio destino, si è abbattuta la scure ingiusta di un oblio collettivo.
Le langage des émotions. Melange en l'honneur de Giovannella Fusco Girard
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2020
pagine: 633
Il caso Cirillo. La trattativa Stato-BR-camorra
Carlo Alemi
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2018
pagine: 262
È la sera del 27 aprile del 1981 quando Ciro Cirillo, assessore regionale ai Lavori Pubblici della Regione Campania, viene sequestrato nel garage di casa, a Torre del Greco, da un commando di cinque uomini appartenenti alle Brigate Rosse, capeggiati da Giovanni Senzani. Nel conflitto a fuoco che segue perdono la vita l'agente di scorta di Cirillo, il brigadiere Luigi Carbone, l'autista Mario Cancello, e viene gambizzato Ciro Fiorillo, segretario dell'assessore. Ex presidente della Regione, democristiano "doroteo" molto vicino ad Antonio Gava, Cirillo è uno degli uomini politici più addentro ai meccanismi del potere; da qualche mese, inoltre, è diventato presidente della Commissione incaricata di gestire gli appalti del post-terremoto del 1980. Lo Stato annuncia la linea dura: come già per Aldo Moro tre anni prima, non tratterà con le BR. Cirillo verrà rilasciato dopo 89 giorni di prigionia, all'alba del 24 luglio, in un palazzo abbandonato di via Stadera, a Poggioreale. La liberazione era stata annunciata il giorno prima da un comunicato, in cui i rapitori dichiaravano che a sobbarcarsi l'onere del riscatto - un miliardo e 450 milioni di lire - era stata la Democrazia Cristiana, suscitando un enorme scandalo, nonché l'immediata smentita da parte dei familiari, che si assunsero la totale responsabilità di quel pagamento. La stessa liberazione fu costellata da episodi controversi, come quello per cui Cirillo, invece di essere tradotto in Questura, come da disposizioni della magistratura, venne portato a casa, dove vano sarà il tentativo di interrogatorio da parte dell'adora pubblico ministero di Napoli Libero Mancuso, causa stato di semincoscienza ascrivibile a shock - salvo poi colloquio personale, a porte chiuse, con Antonio Gava e Flaminio Piccoli, esponenti di spicco del partito. Fin da subito emersero dubbi anche in merito alla cifra pagata per il riscatto: si vociferava, infatti, che l'ammontare fosse stato pattuito grazie all'intercessione della camorra, cui sostanzialmente si doveva il merito del rilascio, e che la Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo - il più sanguinario capo camorra dell'epoca - ne avesse incassato almeno una metà: la somma sarebbe stata messa insieme da un gruppo di imprenditori edili, "amici"della DC - legati a doppio filo a Cirillo per questioni di appalti - e i"colloqui" tanto con funzionari dei Servizi Segreti che con esponenti politici, si sarebbero svolti direttamente nell'"allegro" carcere di Ascoli Piceno, in cui era detenuto "'o Professore", per il tramite di faccendieri senza scrupoli. Inizia così quella che il presidente emerito Giorgio Napolitano ha definito «una delle pagine più nere dell'esercizio del potere nell'Italia democratica»: il sequestro è destinato infatti a divenire uno dei più clamorosi casi politici e giudiziari degli anni bui della Repubblica Italiana. A indagare sul caso Cirillo è il magistrato Carlo Alemi che, in qualità di giudice istruttore, diventa protagonista di alcune delle vicende più oscure e sanguinose degli anni di piombo, conoscendo e interrogando i personaggi più ambigui implicati nelle intricate trame della politica, della malavita organizzata, del terrorismo rosso e dei Servizi Segreti, fino a divenire, suo malgrado, inconsapevole agnello sacrificale. Gli elementi che si intrecciano nella sua ricostruzione sono tanti: fatti di cronaca nera, crimini mafiosi, ipotesi investigative, tentativi di depistaggi da parte di organi dello Stato, sparizione di documenti, misteri irrisolti, testimonianze scottanti, raggiri politici. Servizi deviati. È Alemi l'autore della straordinaria istruttoria condotta sul caso, affidatagli il 1°settembre del 1981 e conclusasi il 28 luglio del 1988, con il deposito della sentenza-ordinanza di 1.534 pagine destinata a fare Storia, un j'Accuse che scatenerà una vera e propria tempesta politica in Parlamento... Presentazione di Luigi Necco. Prefazione di Franco Roberti.
«Io sono un uomo di mondo...». Incroci di linguaggi e culture nell'arte comica di Totò
Libro
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2021
pagine: 162
Immaginare l'uscita di un nuovo titolo su Antonio de Curtis, in arte Totò, può essere un'operazione affascinante, ma al tempo stesso rischiosa. La bibliografia fino a oggi prodotta per investigare i molteplici tratti del suo profilo umano e artistico – la vita privata, le sue ascendenze nobiliari, le sue caratteristiche di attore teatrale e cinematografico, le sue funamboliche acrobazie linguistiche, le sue apparizioni televisive, il suo talento comico, la sua produzione poetica e le sue composizioni in veste di autore e interprete di canzoni – è talmente vasta che diventerebbe impresa ardua individuare aspetti e dimensioni di questa popolare icona della comicità non ancora attraversati da uno sguardo critico. Il volume curato da Paolo Sommaiolo, però, non si sottrae a questa sfida, proponendo i contributi di due Giornate di Studio, tenutesi il 28 e il 29 aprile 2017 all'Università degli Studi di Napoli "L'Orientale", nel corso delle quali alcuni docenti hanno dato vita a un vivace e stimolante dibattito da cui sono emerse interessanti prospettive per esplorare il "fenomeno Totò" da inconsuete angolature. L'intento era quello di sollecitare uno sguardo plurimo e una varietà di approcci tra la vocazione multiculturale degli insegnamenti impartiti all'"Orientale" e la multiforme vena umoristica della maschera di Totò, anch'essa connotata da una forte impronta multiculturale. Nelle tre sezioni di "Io sono un uomo di mondo…" si scopriranno insoliti intrecci, seguendo le tracce di Totò in contatto con modelli di culture straniere, in versioni della sua comicità doppiate o sottotitolate per la circolazione all'estero dei suoi film, in rapporto con gli eventi cruciali della storia del Novecento. La prospettiva d'indagine si allarga alle implicazioni filosofiche e di natura etico-politica che si possono trarre dalle sue interpretazioni attoriche e alle sue prove di scrittura, provando a rintracciare le dinamiche della sua recitazione e le prerogative che hanno determinato il successo della sua maschera comica.
Diario di bordo. Un anno di scuola in carcere nei pensieri di una prof e degli studenti della classe accanto
Antonella Ferri
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2019
pagine: 160
Gli autori di questo volumetto, scritto da «tante penne e matite», hanno nomi diversi: c'è una "prof", animata dalla passione per un lavoro cui è giunta quasi per caso, e ci sono detenuti diventati studenti, in virtù o "per colpa" degli errori commessi; da un lato, dunque, una persona che non smette di interrogarsi sul senso della propria azione quotidiana quale strumento rieducativo, dall'altro uomini e ragazzi che attraverso pensieri — talvolta ironici, talvolta seriosi — si rivolgono a qualcuno che sentono come punto di riferimento. Nasce così l'idea del diario di bordo, una strategia didattica che diventa gioco con l'intento di mantener vivo un rapporto educativo, ma soprattutto umano, compromesso dall'imprevisto avvicendarsi dei docenti. Il diario diventa allora un mezzo "leggero" attraverso cui raccontare a più voci un anno di scuola in carcere, di vite in bilico tra momenti di disagio e serenità rubata alle celle, attraverso pagine che mettono in luce gli intenti tanto di chi insegna che di chi impara. "Diario di bordo" racconta la volontà di ri-costruzione, le aspettative non sempre ripagate, le attività che spingono alla crescita personale e gli abbandoni. È la testimonianza della solitudine di scelte sbagliate e quella di un mestiere che si confronta anche con chi ritiene ingenua fatica insistere sulla via della conoscenza con chi ha imparato troppo presto la ferocia della strada. Le parole diventano così specchio, anche dal punto di vista ortografico, di un mondo troppo spesso ignorato, mostrando quanto sia importante educare alla tolleranza, al senso civico e alla legalità, magari anche alla comprensione della bellezza che può rendere qualsiasi uomo libero.
L'industria che salva il paese
Antonello Di Mario
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2019
pagine: 192
«Leggendo questo ultimo lavoro di Antonello Di Mario si ha l’impressione di ripercorrere le cronache di una guerra di trincea, in cui si lotta con ogni strumento – dagli obici ai morsi – per guadagnare un palmo di terra, una cima in mezzo a una pietraia dove è impossibile nascondersi, o per difendere una posizione strategica conquistata tra mille difficoltà. Occuparsi di lavoro è difficile; difendere quello che c’è è impresa ardua, moltiplicarlo una meta che tutti vorremmo che fosse raggiunta, anche se nessuno sembra sapere come. Complesso il ruolo del sindacato, intrappolato in un presente un po’ senza respiro; pressante e angosciante perché ci sono di mezzo le vite di persone concrete per le quali il lavoro è l’unica risorsa. Bisogna trovare una strada o delle strade per consentire a tutti non tanto di avere un reddito quale che sia, ma di potersi guadagnare da vivere – come si diceva una volta – e costruire su questo il proprio progetto di vita. Allargando un poco lo sguardo, come si può fare su un vasto panorama da un osservatorio che lo sovrasti, potremmo vedere e ricordare come, da almeno un paio di secoli, la lotta per il lavoro, per un lavoro giusto, ben retribuito, dignitoso, salubre, protetto sia stato l’impegno caratteristico e distintivo del nostro popolo. Dalle leghe contadine e dalle Società di mutuo soccorso in poi, la nostra coscienza democratica e civile si è sviluppata su questo terreno, coinvolgendo grandi masse di popolo in una lotta di liberazione che è anche essa – come la Resistenza e la lotta al nazifascismo – alla base della nascita della Repubblica italiana e ispirazione certa della nostra bella Costituzione. Chissà se questa storia di tutti noi, e il ruolo che ha avuto il movimento operaio e sindacale, è ancora interpretata come una forza identitaria viva, a cui attingere per guardare con rinnovata fiducia e impegno al compito inderogabile di immaginare e creare una nuova stagione del lavoro. Senza questo la vita delle persone è a rischio, e anche la nostra cultura democratica, che non è sfoggio di slogan o di idee, ma consapevolezza di essere parte di una storia difficile e bella, animata, generazione dopo generazione, da gente comune che non si è arresa di fronte a difficoltà apparentemente insormontabili e ad avversari potenti. Il libro di Antonello, così incalzante e bagnato di concretezza, ci avvisa dell’urgenza di rimetterci in marcia insieme, pensando all’oggi, al domani e al dopodomani, forti di ciò che siamo stati e che possiamo, se lo vogliamo, sempre essere.» (dal Post scriptum di Agnese Moro) Prefazione di Carmela Barbagallo. Presentazione di Paolo Pirani. Introduzione di Enrico Marro.
Giordano Bruno torna a casa
Giuseppe D'Alessandro
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2018
pagine: 142
"L'anelito alla pace, di Dio e dell'uomo, ci riporta in noi superando le derive e le frammentarietà alle quali l'esistenza sovente è esposta. I prati erbosi della pace divina, le sorgenti alle quali ci abbeveriamo sono sostanza ed essenza della vita divina dell'essere che dinamicamente e continuamente si evolve e nella quale siamo immessi. Di fronte alla cieca violenza del potere riluce la testimonianza di Giordano Bruno, che nel suo coraggio saldo proclama la co-appartenenza dell'umanità all'immenso della vita infinita. II suo tornare a casa è quello di ogni uomo che, nella ricerca inesauribile del senso dell'esistenza e nel trovarlo, annuncia l'unione inscindibile del divino e dell'umano. Antonio Maione proietta unitari i fili dell'esperienza nella novità permanente del presente-futuro, nella morbidezza dell'ascolto e nella proposta di un'esistenza altra, alimentata dal soffio dello Spirito che riprende in sé la fenomenicità e la installa nell'eterno." (Giuseppe D'Alessandro)
Quando Napoli andava a vela. Racconti di mare e di un tempo che fu
Carlo Franco, Paolo Rastrelli
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2018
pagine: 197
«Per definizione Napoli è una delle tre capitali della vela agonistica italiana. Le altre due sono Genova e Trieste. Questo dato, che si ottiene sommando le medaglie e i trofei conquistati con le capacità organizzative e strategiche dimostrate nel corso dei decenni, viene accettato senza discutere. Anche dalle città che restano ai piedi del podio. Il mondo della vela, pur tanto variegato e mai in pace con se stesso, rispetta, insomma, il patto non scritto che scandisce il tempo e le vocazioni di ognuna delle tre capitali; e così Genova è la città degli armatori, Napoli è la culla dei timonieri e Trieste la roccaforte dei marinai. Le differenze, se si scende nel dettaglio, sono minime, ma rispecchiano i caratteri delle persone e le etnie dei luoghi. Questo scenario ha subito modificazioni solo per effetto di eventi straordinari; pochi, per la verità, ma tutti oltremodo significativi. Il più rilevante è all'origine di questo libro. Il cortocircuito avviene quando un guardiamarina di Lussinpiccolo, Agostino Straulino - uno degli eroi della pattuglia di ardimentosi che violarono Gibilterra - viene assegnato alla base navale di Napoli e resta immediatamente folgorato dalla qualità e dall'umanità dei marinai di Santa Lucia con cui divide il sonno e la fatica degli allenamenti, finendo col diventare uno dei più forti timonieri di ogni tempo. A quel punto la storia della vela si fa leggenda. Impastata di sudore e passione popolare, non più solo passerella per vip e luccichio di mondanità. Nord e Sud che si uniscono all'ombra di una vela, cullati dal mare del Golfo più bello del mondo. Non si può chiedere di più al caso, e infatti il sodalizio è durato nel tempo e ancora oggi è una delle pietre miliari della storia della vela sportiva. [...] Napoli aveva le carte in regola per diventare la Newport d'Europa, vale a dire una grande "città della vela", portatrice di un grande progetto sportivo, sociale e occupazionale, ma l'obiettivo non è stato centrato. Ora è finita nelle retrovie della storia e mostra di voler rinunciare a un primato che era - ed è ancora - alla sua portata. Il tempo della resa, però, non è ancora giunto, e Napoli potrebbe di nuovo stupire il mondo: ne sono convinti anche a Genova e a Trieste. Gli amici-nemici di sempre». Quando Napoli andava a vela ripercorre le tappe di questa storia e si fa metafora di una città perennemente in bilico tra bene e male, ma ancora capace di sorprendere per la sua creatività.
L'ultimo contratto. Diario metalmeccanico
Antonello Di Mario
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2017
pagine: 212
Un contratto realizzato tutti insieme ha senza dubbio una valenza politica superiore a quella dei contratti precedenti. È ciò che è accaduto ¡1 26 novembre 2016 in Confindustria, a Roma, tra Flm, Fiom, Uilm e Feder-meccanica-Assistal. Il biennio economico del 3 luglio 2001 e quello normativo del 7 maggio 2003 furono firmati solo da Firn e Uilm, insieme a Federmeccanica e Assistal, senza la Fiom. Iniziò una fase di divisioni tra i lavoratori nelle fabbriche, ma anche nell'opinione pubblica, e con reciproche accuse sui giornali. Si doveva stare per ore al telefono col proposito di spiegare ai cronisti, che dovevano pubblicare il giorno dopo un "pezzo", le ragioni di una parte rispetto all'altra. La situazione si ricompose tra le tre sigle sindacali solo tre anni dopo, quando furono firmati unitariamente i rinnovi contrattuali di categoria del 19 gennaio 2006 e del 20 gennaio del 2008. In seguito tra i metalmeccanici si ripresentarono le avversità. Flm e Uilm firmarono le intese contrattuali del 16 ottobre 2009 e del 5 dicembre 2012; la Fiom no. Il 26 novembre 2016 è avvenuta l'ufficiale ricomposizione in ambito sindacale, con la sigla apposta da tutti e tre i sindacati sull'ultimo contratto di categoria. Molto è cambiato nel mondo dei metalmeccanici negli ultimi tre lustri. Ma il cambiamento è stato ancora più evidente rispetto a quanto accaduto negli anni Settanta. A quei tempi il movimento sindacale ebbe diversi meriti, come il superamento di divisioni pregresse e la nascita di nuovi movimenti di partecipazione e di decisione, dalle assemblee di fabbrica al sindacato dei consigli. Nel 1971 i sindacati metalmeccanici diedero vita alla Flm, la rappresentanza unitaria della categoria, mentre da parte imprenditoriale venne costituita Federmeccanica. Il contratto dei metalmeccanici, rinnovato nell'aprile del 1973, dopo sei mesi di trattative e 140 ore di sciopero pro-capite dichiarate, pose al centro dell'intesa l'inquadramento professionale e le 150 ore di permesso retribuito per il diritto allo studio, un fatto di assoluto rilievo per l'epoca. Dopo il riconoscimento legislativo dello Statuto dei Lavoratori, avvenuto quattro anni prima, ancora una volta l'operaio veniva inquadrato essenzialmente come persona e come cittadino sul luogo di lavoro. In quegli anni, caratterizzati dalla crisi petrolifera, nella fabbrica si determinò un'ampia concezione dei diritti che coinvolse anche realtà sociali e istituzionali.
Diabete e sport. Una grande sfida che parte da Napoli
Carlo Franco
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2017
pagine: 122
Se un diabetico, che ha la vita scandita dall'insulina, riesce a "salire", con altri che soffrono dello stesso male, sul tetto del mondo e a guardare tutti e tutto, malattia compresa, dall'alto in basso, il mondo deve gioire: il più è fatto. In attesa della soluzione definitiva che la scienza ricerca, noi tutti abbiamo acquisito un dato che per secoli ci siamo ostinatamente rifiutati di considerare: il diabete si cura, prima ancora che con l'insulina, con uno stile di vita più dinamico e volitivo, con un'alimentazione adeguata e con la pratica costante di un'attività fisica. Anche agonistica, anche esasperata, purché, naturalmente, controllata dal medico. Detta così, può sembrare una banalità; eppure, abbattere questo muro è costato decenni di lavoro e di scontri, anche all'interno della comunità scientifica - che in alcuni casi si è mostrata refrattaria, al pari della signora napoletana da cento chili e passa, a cui è difficile, se non impossibile, far acquisire il messaggio che 'o piccirillo cresce meglio e più sano con qualche chilo di maccheroni e qualche tonnellata di rnerendine in meno. Dall'alto del Kilimangiaro, a 6.000 metri di altezza e in un'atmosfera sublime e rarefatta, la banalità diventa un messaggio di importanza centrale. Strategica, addirittura. Ecco, questo libro si propone di proseguire, ad altezza d'uomo, questa straordinaria battaglia. E lo fa partendo dalla testimonianza edificante di uno dei padri della Diabetologia moderna, Andrea W D'Agostino, che ha vinto a Napoli una battaglia epocale, sgretolando, se non abbattendo, il muro delle prevenzioni, quando non dell'ignoranza. E vuole raccontare che l'impresa è riuscita perché gli allievi, con il dottor Gerardo Corigliano in primissima linea - sul Kilirnangiaro è salito anche lui, nonostante un attacco di "mal di montagna" - hanno messo in pratica la lezione del maestro. La storia dei 25 anni dell'ANlAD - "Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici" - è questo. Ed è il libro.
Che il diavolo benedica i Pulcinella! Cronache napoletane, scientifiche e non, dell'astronomo von Zach
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2016
pagine: 331
In questo libro si raccontano le avventure napoletane del barone Franz Xaver von Zach, astronomo tra i più famosi del suo tempo. Ungherese di nascita, ma cittadino europeo, si innamora di Napoli, e soggiorna per alcuni mesi del 1815 prima a Capodimonte e poi a Mergellina. Sono momenti decisivi per l'Osservatorio Astronomico di Capodimonte, la cui costruzione inizia nel novembre del 1812 grazie alla perseverante azione del ministro Giuseppe Zurlo e dell'astronomo Federico Zuccari, che convincono il re di Napoli, Gioacchino Murat, a finanziare l'opera. A von Zach è assegnato il compito di suggerire l'acquisto dei migliori telescopi per il costruendo Osservatorio e di tutte le attrezzature scientifiche necessarie a un centro di ricerca destinato a divenire uno degli osservatori più importanti d'Europa. Ma questa è solo metà della storia. Dal terrazzo del "casino di delizie" di Mergellina, von Zach osserva non solo il cielo, ma anche le vicende dolorose e drammatiche di quel 1815 che cambiò le sorti dell'intera Europa. Dopo aver incontrato Napoleone all'isola d'Elba, von Zach è testimone della caduta del regime murattiano e della restaurazione del regno borbonico; vive con terrore i moti di piazza e le esecuzioni sommarie, commenta la tragica fine di Murat e il ritorno alla monarchia dei Borboni. L'inedito carteggio di von Zach con l'astronomo Barnaba Oriani - che in questo volume viene riproposto integralmente - fornisce una testimonianza diretta di quel periodo storico.
Le amiche che non ho più. Lucia, Federica, Roberta
Francesca Carollo
Libro: Libro in brossura
editore: Tullio Pironti
anno edizione: 2016
pagine: 132
"Ho scritto questo libro non per accusare qualcuno, ma per tentare di proteggere qualcuno. L'ho scritto perché le donne si ricordino sempre di tenere gli occhi ben aperti, quando qualcosa non va con i loro mariti, con i loro compagni o, più semplicemente, perché sappiano sempre essere vigili. La mia esperienza nella cronaca - e queste tre inchieste ne sono testimonianza mi porta ogni giorno a osservare con attenzione quanto succede attorno a me, alle mie amiche, alle donne delle storie che seguo, e a riflettere su quanto siamo esposte, spesso senza rendercene conto, a pericoli. Non è un monito, il mio libro, ma lo specchio di un pezzo del nostro Paese, in cui non siamo abbastanza tutelate. C'è del giallo, c'è inchiesta, c'è racconto di verità a cui ho assistito, ma soprattutto c'è cuore."