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ABE: Regno di Napoli in più epoche

Santo Masaniello. La rivolta di Tommaso Aniello nella collana de Il Regno di Napoli in più epoche. Gli spagnoli della dinastia degli Asburgo d'Austria (1598-1647)

Santo Masaniello. La rivolta di Tommaso Aniello nella collana de Il Regno di Napoli in più epoche. Gli spagnoli della dinastia degli Asburgo d'Austria (1598-1647)

Libro: Copertina morbida

editore: ABE

anno edizione: 2009

pagine: 80

Gli Asburgo si insediano a Madrid con Filippo III che siede un vicerè a Napoli e uno a Palermo. Chiese corrotte ricche d'argenti danno vita alla fuga sugli eremi. Nasce l'Incoronta del Beato Giulio da Nardò col rinnovamento dei Carafa e San Pietro a Cesarano di Mugnano con Trabucco. A Napoli si fonda l'Oratorio dei 4 altari per i più potenti, ma il popolo è oppresso dalle tasse, specie nei feudi. Da qui i moti di fronda e la rivolta di Masaniello contro il Viceré d'Arcos. Dal partito frondista napoletano di Genoino e Vitale, ai 3 giorni da guappo di Tommaso Aniello, Capitano che si svenge per un po' di pesce alla Duchessa. Viene assassinato e la rivolta scoppia in tutto il regno con La Pelosa e D'Alessi, masanielli siciliani.
24,00

Moda, miseria e tasse nel settecento napoletano 1734-1759

Moda, miseria e tasse nel settecento napoletano 1734-1759

Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2021

pagine: 144

La gonnella di saia imperiale delle popolane e la preziosa mobilia delle case palazziate. Un contrasto che si fece evidente con la fine degli Asburgo, quando Carlo III prese possesso di Napoli e poi l'abbandonò. Gli autori ripercorrono un viaggio nella nuda e cruda realtà dell'epoca, fatta di nobiltà decaduta e coloni sopraffatti dalla miseria. I feudi, depauperati da avvocati e medici, figli degli ex baroni, divennero ulteriore preda dei propri erari, i quali, lasciando il popolo all'austerità delle feste comandate, presero a sfoggiare i damascati tarlati.
35,00

Al tempo dei Caracciolo 1709-1734

Al tempo dei Caracciolo 1709-1734

Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2021

pagine: 144

Avellino fu una città vescovile della provincia di Principato Ulteriore del Regno di Napoli, il cui feudo era divenuto di proprietà privata della Casata Caracciolo, ormai padroni di tutto il Principato e di mezza Lucania. Facevano eccezione i luoghi pii dipendenti dalla provincia Diocesana di Benevento o da altri istituti, come nel caso dell'Ospedale di San Tommaso, appartenuto a Montevergine, o del monastero di San Paolo, accosto alla Casina del Principe, dipendente dall'eremo dell'Incoronata di Sant'Angelo a Scala. Ai Principi avellinesi era piaciuto circondarsi di altrettanta nobiltà, fin da quando scelsero di risiedere a Napoli. L'ex metropoli del Regno divenne per loro un motivo in più di sfarzo, ma solo per partire alla conquista del potere e raggiungere i nuovi padroni della dinastia d'Austria. Non fu difficile, ai Caracciolo, spendere e spandere, di padre in figlio, fino a diventare titolari della carica di ministro plenipotenziario del Viceregno di Napoli, sfidando corruzione e nemici, ora sventando attentati, ora commettendoli, ma sempre per amore del bello, del lusso, dello sfarzo, di quel pavoneggiarsi di cui erano pregne le corti locali post-rinascimentali. Non erano poi così lontani i tempi in cui Giambattista Manso, Marchese di Chianche e di Bisaccia diveniva amico di Torquato Tasso, al quale fu dedicato uno dei Dialoghi, quaranta anni prima che i Principi Caracciolo scoprissero il celebre scrittore napoletano Gianbattista Basile, autore de Lo Cunto de li Cunti (libro improntato sugli usi e costumi irpini), nominandolo Governatore di Avellino. Fu allora che cominciò l'arrampicata...
35,00

Juana La Vecchia. Giovanna D'Aragona regina di Napoli. Voglia di Rinascimento. Volume 2
30,00

Re Ferrante il Pidocchio (1442-1465). Il regno di Napoli (la rotta di Sarno)

Re Ferrante il Pidocchio (1442-1465). Il regno di Napoli (la rotta di Sarno)

Libro: Copertina rigida

editore: ABE

anno edizione: 2010

pagine: 80

È Re Ferrante colpito dalla congiura dei baroni fomentata dall'Orsini, principe di Taranto e zio della moglie Isabella de Clermont di Lecce. La Regina incontrò segretamente il parente per dissuaderlo ma il Re ricevette una sonora lezione agli Aragonesi. Era il 6 luglio del 1460 quando si ebbe la sommossa in cui persero la vita Simonetto dei Simonetti e gran parte dei capitani nella Rotta di Sarno. Le truppe vennero disfatte il Re fu spogliato del Regno, restandogli la sola signorìa di Napoli. La Regina Isabella, del sangue della casa dei Chiaromonte del cavalier Tristano riunì i baroni napoletani nella chiesa di S. Pietro per avere un prestito e pagare anche i debiti del marito chiamato Ferdinando Il Pidocchio, il quale aveva impegnato agli Sforza di Milano perfino la corona che portava sul capo.
12,00

La fuga di re René. Renato d'Angiò (1435-1442). Il regno di Napoli

La fuga di re René. Renato d'Angiò (1435-1442). Il regno di Napoli

Libro: Copertina morbida

editore: ABE

anno edizione: 2010

pagine: 64

Combatté fino allo stremo l'avversario Alfonso d'Aragona, al fianco della moglie Isabella di Lorena, per ricondurre il regno di Napoli all'obbedienza. Giunse dalla Provenza per cercare di godersi il Rinascimento Napoletano tentando in tutti i modi di restare nella capitale, magari fra una passeggiata allo zoo del serraglio e una tarantella,ma fu costretto alla famosa fuga sul Partenio,che lo condurrà a Lucera e a L'Aquila. Dopo mille peripezie, alla scoperta di cibi tradizionali, bevendo vino nei cicinielli di creta e assaggiando le frattaglie di agnello che gli vennero servite nella Rocca di Benevento durante le cene conviviali, tornò alle sue giostre e alle Pastorelle musicate sulla Loira. Sono pagine tratte da Diari e Giornali dei cronisti dell'epoca che ripercorrono fedelmente le conquiste di René, facendoci scoprire un uomo che dedicò la sua vita all'ordine militare della Mezzaluna, ma anche ai libri, riscrivendo le regole di giostre e tornei solo per la felicità dell'amata Isabella.
24,00

Golpe di Cavour. La fine del Regno delle Due Sicilie annesso alla Stato di Sardegna e del Piemonte di Torino (1859-1861)

Golpe di Cavour. La fine del Regno delle Due Sicilie annesso alla Stato di Sardegna e del Piemonte di Torino (1859-1861)

Arturo Bascetta

Libro

editore: ABE

anno edizione: 2009

pagine: 144

Francesco II Borbone, alias Franceschiello, fu l'ultimo sovrano sul trono di Napoli. Regnò poco e con un Governo retrò, osteggiato dallo zio filo-francese Principe Luigi, mentre cominciavano le istruzioni al Comitato Unitario di Benevento e Garibaldi era già in Sicilia. Promulgò Statuto, amnistia per i moti del 1848, ma lo zio tradì con un colpo di stato democratico. Mentre Garibaldi si nominava Direttore del Movimento "Ordine" e poi Dittatore sebbene osteggiato da tre traditori filo-cavouriani: LL., GG. e BB. Ma gli Ammiragli e Governo tradiscono, lo Zio del Re è per un altro Golpe. L'esercito di Flores è in ritardo rispetto a Turr, seguono i massacri di Ariano e Montemiletto. È la fine per l'ex Re che si rifugia a Roma e fomenta il brigantaggio, osservando inerme l'annessione allo stato di Sardegna al fianco del Papa che perse Benevento, sebbene inviarono De Crescenzo a costituire il Comitato di Portici.
24,00

Candide fiamme 1556-1598. Dal viceré La Cueva al viceré Guzman d'Olivares

Candide fiamme 1556-1598. Dal viceré La Cueva al viceré Guzman d'Olivares

Arturo Bascetta

Libro: Copertina morbida

editore: ABE

anno edizione: 2008

pagine: 80

24,00

Pane di terra. Napoli sotto i viceré da Ripacorsa a Cardona fra il 1504 e il 1519
24,00

Vendette da papa. I viceré di Napoli da Lannoy a Toledo

Vendette da papa. I viceré di Napoli da Lannoy a Toledo

Arturo Bascetta

Libro

editore: ABE

anno edizione: 2006

pagine: 80

24,00

Capitani di ventura. Consalvo di Cordova e la disfida di Barletta (Bayard, Borgia ed altri)
24,00

Stregonerie beneventane: 1648-1665

Arturo Bascetta, Sabato Cuttrera, Fabio Paolucci

Libro: Libro in brossura

editore: ABE

anno edizione: 2021

pagine: 128

Il passaggio dagli Aragonesi agli Spagnoli, almeno nella parte del Principato Ultra fra Apice ed Ariano, avvenne quindi con molta incertezza per via di un'altra lunga parentesi dei Francesi. I notai arianesi, infatti, nell'anno 1502, dicono che il territorio era a loro assoggettato, una volta che i Francesi entrarono anche a Milano. Nel 1502 il notaio aggiunge al titolo di Re di Napoli anche quello di Re di Sicilia, come risulta al f.206, regnante serenissimo umilissimo ut x.mo domini nostro domino Ludovisio dei grazia rege Franchosis Neapolis, Sicilie, Hiberius e Mediolanum Duce. Di Luigi Re di Napoli e Re di Sicilia si parla sempre nell'aprile del 1502, al f.209: Anno Domini Millesimo quinquaginti Secondo regnant serenissimo humilissimo et xmo Domino nostro Domino Ludovisio dei grazia Franchosa e Neapoli Sicilia et hetu reges et mediolanj Duce regno vero regis...
30,00

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