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Adelphi: Biblioteca filosofica

Segnavia

Martin Heidegger

Libro

editore: Adelphi

anno edizione: 1987

pagine: 544

55,00 52,25

55,00 52,25

La poesia di Hölderlin

La poesia di Hölderlin

Martin Heidegger

Libro

editore: Adelphi

anno edizione: 1988

pagine: 250

34,00

Lezioni 1932-1935

Ludwig Wittgenstein

Libro: Libro rilegato

editore: Adelphi

anno edizione: 2025

pagine: 321

Queste lezioni – qui pubblicate in italiano per la prima volta sulla base degli appunti di Alice Ambrose e Margaret Macdonald – sono essenziali per comprendere l’evoluzione delle idee di Wittgenstein, in particolare la lenta transizione dalla visione logicizzante del linguaggio che permeava il Tractatus a quella pragmatico-antropologica che dominerà le Ricerche filosofiche. La vivida testimonianza del suo pensiero in divenire, tuttavia, non esaurisce i motivi d’interesse di queste pagine, che ci offrono anche un punto di vista privilegiato su temi cruciali – e ancora oggi controversi – della filosofia del linguaggio novecentesca, come la critica dell’identificazione del significato di un’espressione linguistica con il suo riferimento, o il riconoscimento della dimensione intrinsecamente normativa della nozione di significato. Perno attorno al quale ruotano tutte le minuziose discussioni di Wittgenstein sono le sue convinzioni metafilosofiche: la concezione dell’origine e della natura dei problemi della filosofia, ricondotta alle confusioni che il linguaggio stesso genera; e l’individuazione degli obiettivi appropriati e dei metodi dell’analisi filosofica, radicalmente contrapposti a quelli delle scienze. Scopo della «buona» filosofia, ribadisce Wittgenstein ancora una volta, è infatti la chiarificazione dei pensieri – condizione necessaria non tanto per risolvere i tormentosi problemi della filosofia, quanto, più semplicemente, per dissolverli.
38,00 36,10

Metafisica concreta

Massimo Cacciari

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2023

pagine: 423

Metafisica: ecco la parola «davanti alla quale ognuno, più o meno, si affretta a fuggire come davanti a un appestato» (Hegel). Un fuggire che, a furia di decostruzioni, oltrepassamenti, dichiarazioni di morte o di inesorabile, fatale compimento nelle forme della razionalità scientifica, ha finito col diventare una sorta di habitus del pensiero contemporaneo. E tuttavia, ripercorrendo contropelo le filosofie classiche e i grandi sistemi del razionalismo moderno, così come le più ardite e recenti teorie della scienza, è possibile riscoprire ciò che di quel termine rimane inaudito: la tessitura che collega l’essente in quanto osservabile e determinabile allo s-fondo della sua provenienza e del suo imprevedibile avvenire; la relazione tra la theoría della cosa sotto l’aspetto della sua caducità, nell’ordine di Chronos, e quella che cerca di esprimerla nella sua relazione al Tutto e in tale relazione giunge a considerarla res divina. Nessun ‘al di là’, nessuna Hinterwelt, o mondo ‘dietro’ tà physiká, dietro il manifestarsi di Physis. Questo mondo, e il soggetto che intende conoscerlo conoscendo sé stesso, il cui essere-possibile non si arrende al Muro dell’Impossibile, esigono di essere interrogati anche secondo una tale prospettiva. Metafisica concreta, dunque, come Florenskij, scienziato, filosofo e teologo, voleva intitolare l’opera che avrebbe dovuto concludere la sua ricerca. Filosofia e scienza possono in essa ritrovarsi ed esprimere insieme, in forme distinte e inseparabili, l’integrità e inesauribilità della vita dell’essente.
38,00 36,10

L'inizio della filosofia occidentale. Interpretazione di Anassimandro e Parmenide

Martin Heidegger

Libro: Libro in brossura

editore: Adelphi

anno edizione: 2022

pagine: 313

Tenuto nel 1932 e dedicato all'interpretazione di Anassimandro e Parmenide – insieme a Eraclito i «pensatori iniziali» della filosofia occidentale –, questo corso universitario rappresenta una vera e propria cesura nel percorso di Heidegger dopo Essere e tempo, e si inserisce nella celebre «svolta» inaugurata dal saggio del 1930 sull'Essenza della verità. Compito della filosofia è ormai per Heidegger, impegnato nella ricerca di tale essenza, quello di rievocare la forza delle parole più elementari del pensiero delle origini – phýsis, alétheia, noûs, lógos – mediante una comprensione prefilosofica, cioè preplatonica e prearistotelica, del fenomeno della verità. Si tratta cioè di compiere quel passo indietro che permette di ripensare in modo ancora più iniziale l'inizio del pensiero occidentale, prima della soglia che dà accesso alla storia della metafisica: non già per operare una ricostruzione filologica e storiografica, ma nella prospettiva che tale «inizio più iniziale» possa essere «ripetuto» e, soprattutto, trasformato in un nuovo inizio, promosso da un'umanità futura in modo ancora più originario. Sicché, conclude Heidegger, «l'inizio non sta più dietro di noi, alle nostre spalle, bensì sta davanti a noi in quanto compito essenziale della nostra più propria essenza».
42,00 39,90

Concetti fondamentali della filosofia aristotelica

Martin Heidegger

Libro: Copertina rigida

editore: Adelphi

anno edizione: 2017

pagine: 441

L'interesse di Heidegger per Aristotele, testimoniato da questo corso universitario che il filosofo tenne nel 1924, si colloca nel periodo cruciale dell'elaborazione dell'analitica ontologico-esistenziale di Essere e tempo. In particolare, nell'analisi della Retorica aristotelica compaiono già, in nuce, alcuni 'concetti fondamentali della filosofia heideggeriana' - come "Dasein" (esserci) , "In-der-Welt-sein" (essere nel mondo) e "Befindlichkeit" (il sentirsi situato, la situatività, e anche la situazione emotiva) - destinati a lasciare un segno indelebile nella filosofia del Novecento. Ma, soprattutto, Heidegger si impegna qui - come raramente in seguito - in una brillante fenomenologia dei "pàthe", delle «passioni», e del ruolo determinante che esse svolgono nella vita e nell'esistenza dell'uomo. La messa in questione del tradizionale privilegio accordato agli atti intellettivi superiori che questo implica suggerisce l'idea che siano costitutivi dell'uomo, allo stesso titolo della ragione, anche gli elementi 'inferiori', quali la sensibilità, le affezioni e le passioni.
60,00 57,00

Stato, grande spazio, nomos

Carl Schmitt

Libro: Copertina rigida

editore: Adelphi

anno edizione: 2015

pagine: 527

Molto tempo prima che venisse coniato il semplicistico termine di "globalizzazione", Carl Schmitt aveva visto, con lucidità profetica, come "l'universalismo dell'egemonia anglo-americana" fosse destinato a cancellare ogni distinzione e pluralità spaziale in un "mondo unitario" totalmente amministrato dalla tecnica e dalle strategie economiche transnazionali, e soggetto a una sorta di 'polizia internazionale'. Un mondo spazialmente neutro, senza partizioni e senza contrasti - dunque senza politica. Per Schmitt non il migliore, ma il peggiore dei mondi possibili, sradicato dai suoi fondamenti tellurici. Fedele alla 'justissima tellus', Schmitt persegue invece l'idea che non possa esservi 'Ordnung' (ordinamento) mondiale senza 'Ortung' (localizzazione), cioè senza un'adeguata, differenziata suddivisione dello spazio terrestre. Una suddivisione che superi però l'angustia territoriale dei vecchi Stati nazionali chiusi, per approdare al 'principio dei grandi spazi': l'unico in grado di creare un nuovo 'jus gentium', al cui centro ideale dovrebbe tornare a porsi l'antica terra d'Europa, autentico 'katechon' di fronte all'Anticristo dell'uniformazione planetaria nel segno di un unico "signore del mondo". Certo è che la prospettiva di Schmitt, già delineata ottant'anni fa, appare oggi più attuale che mai, e il suo pensiero si conferma come essenziale per la lettura della nostra epoca.
60,00 57,00

La morte e la terra

Emanuele Severino

Libro: Libro rilegato

editore: Adelphi

anno edizione: 2011

pagine: 558

Per quanto grandi siano le speranze e le supposizioni umane," scrive Severino sulla soglia di questo suo nuovo libro "esse si accontentano di poco, rispetto a ciò da cui l'uomo è atteso dopo la morte e a cui è necessario che egli pervenga". Nel proseguire, con ammirevole rigore speculativo, quel temerario percorso filosofico che da "Destino della necessità", attraverso "La Gloria", è approdato a "Oltrepassare", Severino procede qui "risolvendo un problema decisivo, lasciato ancora aperto": se "la terra isolata dal destino è oltrepassata dalla terra che salva e dalla Gloria", nondimeno su "'questa nostra vita' - si potrebbe dire - incombe la morte, e continuamente vi irrompe". Sorge quindi un interrogativo ineludibile: "L'attesa della terra che salva continua anche dopo la morte (e che cosa appare in questo prolungarsi dell'attesa? sonno, sogni, incubi?), oppure con la morte ha compimento anche l'attesa?". Nell'architettura del grandioso edificio teoretico che il filosofo è andato solitariamente costruendo nel corso degli anni, "La morte e la terra" appare dunque un vertice dal quale lo sguardo si spinge oltre ogni confine, giacché Severino non teme di consegnare risposte definitive: "Avvicinarsi alla morte è avvicinarsi all'Immenso della terra che salva della Gioia".
52,00 49,40

L'intima mano. Europa, filosofia, cristianesimo e destino

Emanuele Severino

Libro: Libro rilegato

editore: Adelphi

anno edizione: 2010

pagine: 180

La formula vuota e ipocrita che denuncia l'attuale "crisi della politica" nasconde, in realtà, una crisi molto più profonda e inquietante, che accomuna "tutte le forze della tradizione occidentale": "una "intima mano", assolutamente più intima e terribile di quanto possa supporre Herder quando, volgendosi al "santo Cristo" e al "santo Spinoza", si chiede: "Quale intima mano congiunge i due in uno?". Nel suo nuovo libro, Emanuele Severino mette a fuoco con precisione questo grande occultamento, accompagnandoci nel "sottosuolo essenziale" del pensiero filosofico del nostro tempo. Severino ci mostra anzitutto la conflittualità e insieme la specularità di tali forze: l'incerta "identità europea", improntata dal duumvirato USA-URSS, ovvero il più potente "monopolio legittimo della violenza" dell'ultimo secolo; il marxismo defunto e un capitalismo incapace di offrire alternative all'incremento del profitto privato quale "scopo supremo" della società; il cristianesimo e l'Islam come opposti dogmatici accomunati da una rigida connotazione antimoderna; lo Stato e la Chiesa, distinti sulla base di un Concordato "ambiguo" che lede le ragioni di entrambi. Al tempo stesso, Severino rileva come tutte quelle forze convergano nell'asservimento a una "tecnica" modellata dal "sapere ipotetico" della scienza e fondata sul solo "valore della potenza", e dunque sintesi estrema dell'"errore" dell'Occidente: l'"agire" come un carattere separato dall'essere.
26,00 24,70

Contributi alla filosofia (Dall'evento)

Martin Heidegger

Libro: Libro rilegato

editore: Adelphi

anno edizione: 2007

pagine: 497

Quest'opera dall'aura esoterica - stesa tra il 1936 e il 1938 sull'orlo di una drammatica crisi filosofica e personale, ma pubblicata solo nel 1989 - è il tentativo più organico e coerente compiuto da Heidegger per riorganizzare il suo pensiero dopo la cosiddetta "svolta". Prende dunque forma un universo speculativo nuovo e sorprendente rispetto a quello di "Essere e tempo": entrano in scena l'interpretazione della metafisica come oblio dell'Essere, la diagnosi storico-epocale del nichilismo e della tecnica, il confronto con Nietzsche e con Hölderlin, la dottrina dell'"ultimo Dio" e di un "altro inizio" della storia. In realtà già alla fine del capolavoro del 1927 si profilava l'esigenza di rovesciare la teoria quasi trascendentale dell'Esserci per considerare non solo il suo puro autoprogettarsi, ma anche l'immemoriale e insondabile provenienza della sua finitudine dalla storia dell'Essere. Con il pensiero della "svolta", cui quest'opera dà corpo, Heidegger teorizza la coappartenenza di Essere ed Esserci in quell'"evento-appropriazione", "l'Ereignis", con cui l'Essere si affida all'Esserci in un'alternanza di donazioni e sottrazioni, concessioni e rifiuti, manifestazioni e occultamenti, che ritmano le "epoche" della storia.
60,00 57,00

Gorgia e Parmenide. Lezioni 1965-1967

Giorgio Colli

Libro: Libro rilegato

editore: Adelphi

anno edizione: 2003

pagine: 263

Tornare a filosofi come Gorgia e Parmenide implica una riscoperta, nella loro versione aurorale, delle categorie che hanno poi dominato il pensiero sino a oggi. Sotto le chiose rivelatrici di Colli, ogni pensatore entra in una rete di rapporti storici e epistemologici mobile e imprevedibile. Così Gorgia, anziché modello della "sapienza apparente" e "non reale" usata da "ingannatori" nemici dei filosofi, è un sofista nell'eccezione di "fisiologo" e di "fisico", e dunque capace di elaborazioni profonde ed eleganti, che culminano nella celebre tesi della "reductio ad impossibile". Quanto a Parmenide, Colli ne ripercorre le vertigini ontologiche indagando aspetti noti e nel contempo prospettando accostamenti arditi e illuminanti.
38,00 36,10

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