Aletti editore: Oro narrativa

Un amore che trascende il senso del possesso ed è volto alla contemplazione del bello: è questo il filo conduttore per il racconto dei momenti salienti di una vita da cui traspare l'ammirazione convinta e istintiva della protagonista per gli oggetti preziosi e per la straordinaria creatività che l'uomo ha sempre dimostrato, sin dalla preistoria, nel creare monili e gioielli con l'oro e con le gemme. L'interesse inizia casualmente nell'infanzia e prosegue intatto attraversando fasi diverse che si succedono contemporaneamente agli eventi esistenziali, sino a concretizzarsi nell'approfondimento culturale e nella ricerca, nello studio della storia del gioiello, sull'uso che oggi se ne fa e sulle cause della sua diffusione nel mondo contemporaneo. Dalla narrazione inoltre non è mai disgiunta la correlazione con gli avvenimenti che, secondo la tradizione, vengono scanditi, nell'esistenza di una donna, dal dono di un gioiello, che sarà legato al ricordo di un momento particolare della vita. Come avviene per la protagonista e la sua “rosa d'oro”.

Ispirato alla "strage degli innocenti" e, ai motivi antropologici che la motivarono, indaga come dalla paura della morte sorge la mostruosa struttura del Potere, metaforicamente definito "Leviatano", ragion d'essere di ogni sopraffazione.

La storia di Tonio si dipana inizialmente nella Calabria di fine Ottocento, per scoprire un pezzo di vita rurale di quei tempi, che solo da pochi anni avevano visto nascere il Regno d'Italia, per poi spostarsi, in un intreccio di sorprese e di eventi inaspettati, in una Napoli ancora profumata di fiori e di mare. Improvvisamente e inaspettatamente il lettore si troverà poi catapultato in una storia di emigrazione di altri tempi, quasi improvvisata, nata a seguito di un colpo di fortuna ma, ciò nonostante, correttamente pianificata, forse persino più timorosa che rispettosa delle leggi dell'epoca, del paese natio come di quello accettante ma, comunque, sempre tenute nella debita considerazione. La forza della vita andrà quindi oltre il mare stesso, verso le prime industrie francesi, per ritornare in Italia, ai tempi in cui stava nascendo il fascismo e cavalcherà ancora il tempo, in una storia avvincente che attraverserà anche le due guerre mondiali e quelle coloniali, per giungere nell'Italia repubblicana del boom economico, concatenandosi ad altre vite e creandone di nuove.

I protagonisti delle cinque storie che compongono questa raccolta hanno tutti grosse gatte da pelare. Non sono certo esempi di virtù, partono immancabilmente con il piede sbagliato, imputano agli altri, al mondo che li circonda, disguidi interiori. Almeno ci provano, inseguono ossessioni, piccole o grandi, cercano di andare oltre la mera superficie delle cose, rischiando in proprio di naufragare al largo delle coste del comune sentire. Le parabole descritte sono diverse. Una storia prende le mosse dall'insoddisfazione personale, dalla noia esistenziale, che porta il protagonista ad improvvisarsi detective, a cacciarsi nei guai per il gusto di farlo, vivere un'emozione forte in prima persona; solo che la nuova esperienza pian piano lo divorerà da dentro, farà fioccare solo dubbi e nessuna certezza, lo sedurrà fino alla radice del suo ego, impedendogli di staccarsi, lo forzerà a costruire castelli di carta pur di protrarre il gioco, esili strutture abitate da fantasmi paranoici. Sono persone instabili, difettano di fiducia in loro stessi e negli altri, ma non sono affatto sprovvedute, sanno come forzare la mano, ed è questo il lato peggiore; possono perseverare a lungo nel farsi del male, perché sono orgogliosi e l'ultima cosa che farebbero è ammettere che gli altri hanno ragione.

Intrigo, trasgressione, passione, tutto ciò che Elena andava cercando... senza capire che avrebbe potuto riassumersi in una parola sola cioè “amore”. «Ho provato a scrivere un racconto sul mondo dell’hard, sulle passioni, sulle trasgressioni. Parlando delle fiere dell’hard, ormai sparite quasi del tutto, dove non è tutto poi così scandaloso, perché in fondo, parlare di sesso non dovrebbe esserlo un tabù. Nella vita, si fanno i conti sempre con la propria natura, e la propria natura, alcune volte, può svelare delle realtà sconosciute... Buona lettura.» (L'autrice)

Il dolore lacerante per la separazione matrimoniale, faticosamente accettata, genera in Carmen una forte depressione con conseguente perdita della voglia di vivere. Costretta dai familiari a intraprendere un percorso di analisi, la donna vi si avvicinerà con molta diffidenza. Durante tutto il ciclo di una psicoterapia, si verificheranno una serie di fatti che porteranno la donna dapprima verso uno stadio di esaltazione dell’umore, poi verso una grave ricaduta. Lei che aveva rigettato sin dall’inizio un tipo di approccio terapeutico, non potrà più fare a meno di farvi ricorso, anche se come ultima spiaggia. Con il sostegno specialistico, ripercorrerà i momenti di una tragica sera, le tappe di un dolore acuto per i giorni perduti. I passi graduali verso la consapevolezza delle origini di un malessere, riusciranno a chiudere positivamente un cammino di guarigione. Durante la psicoterapia, Carmen ripercorrerà la sua infanzia, l’adolescenza e le altre fasi della vita fino alla sera in cui tenterà il suicidio. Contemporaneamente al lungo ciclo di sedute, chiuderà la sua relazione con una sua amica molto intrigante, vivrà una storia con il problematico giovane praticante, incontrerà un personaggio misterioso. Infine, Carmen instaurerà la giusta relazione medico paziente che, attraverso l’evocazione di un ricordo, la condurrà verso la guarigione definitiva. Lo strumento di cui si avvale il medico per guarire Carmen è quello della ipnosi terapeutica.

Il principe azzurro. Una favola preferita ed un sogno daranno il via alle vicende dei vari protagonisti con accadimenti particolari che seguono dei disegni ben definiti. Il tema conduttore è l'amore: ci sono cuori che pulsano, amando e soffrendo in silenzio ed altri che, in antitesi, urlano con quanta più forza dispongono. L'amore perso e ritrovato, l'amore combattuto che troverà, nel suo tempo, il modo di manifestarsi e giungere al suo compimento. "Elizabeth tu credi nelle circostanze della vita? Pensi che se due anime arrivino a toccarsi siano destinate a ritrovarsi? Fosse anche dopo anni?"

L'autrice, da oltre trenta anni, insegna lingua inglese nelle scuole medie statali. Scrive questo volume pensandolo sia per gli addetti ai lavori, ai quali descrive come la sua didattica superi l'approccio grammaticale traduttivo e si ispiri al modello linguistico-comunicativo, sia per chiunque voglia costruire spazi di competenza comunicativa, di abilità nel capire e nel farsi capire. Per questo motivo, ribadisce l'importanza dell'imparare a parlare: chi non sa parlare, non riesce a parlare neanche con sé stesso. Chi produce solo parole elementari, produrrà solo pensieri elementari e la sua esperienza del mondo sarà limitata. Più si allarga e si espande il proprio linguaggio, e più si mettono le parole in azione, più si allarga e si espande l'orizzonte del proprio mondo. In questa cornice, l'autrice ci svela come la sua didattica ambisca a produrre parole, linguaggi, esperienza del mondo. Ci indica, pertanto, le tre aree di interesse a cui fa abituale riferimento, a partire dalla flipped classroom: il materiale di studio si prepara a casa ed i compiti si fanno in aula, tutti insieme, anche per poter superare in tempo reale gli eventuali errori. Vengono poi presi in esame anche l'impiego del CLIL, lo studio di materie insegnate direttamente in lingua inglese ed il reflective learning, un percorso di elaborazione consapevole delle esperienze personali dell'allievo. In un tale cambio di paradigma, che influenza le linee tradizionali di autorità in classe, appare determinante la personalità dell'insegnante, del quale, a fine volume, si analizzano gli stili di comportamento e le modalità relazionali con la classe. Utilizzando i modelli dell'analisi transazionale, si delineano quali parti di sé l'insegnante mette in gioco nel rapporto con l'allievo. Il pensiero complessivo che ispira il volume è la bellezza irrinunciabile di fare della scuola una comunità di apprendimento. Anche se non si ha idea di dove il percorso di crescita possa condurre e cosa possa fare incontrare, l'unica forte certezza è che si creeranno tante rotte, tanti sbarchi, tanti approdi. Approdi provvisori sempre e solo in noi stessi: il punto più importante da cui, volta per volta, poter ripartire.

Carla Sedelmayer è autrice di una silloge intesa come raccolta di scritti inediti, poesie, racconti, diari di vita quotidiana.