Astrolabio Ubaldini: Civiltà dell'Oriente
Gli yoga tibetani del sonno. Illuminare la vita attraverso il sogno lucido
Andrew Holecek
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2020
pagine: 292
Il buddhismo tibetano ha esplorato gli stati di coscienza del sogno e del sonno per più di mille anni, con l’intento esplicito di comprendere a fondo la vita e la morte. Il sogno e il sonno svolgono un ruolo rilevante nel sentiero della crescita psicologica e spirituale, e possono essere usati come veicolo di liberazione e risveglio. È quanto rivela la preziosa tradizione filosofica e spirituale degli yoga tibetani, qui presentata e arricchita con le intuizioni e i metodi della moderna disciplina occidentale sul sogno lucido, la capacità di destarsi e rimanere pienamente coscienti all’interno di un sogno. Dapprima sono illustrate in modo semplice e accessibile le tecniche occidentali moderne e le tecniche orientali tradizionali per suscitare l’esperienza del sogno lucido. Attraverso queste pratiche e la coltivazione di alcune basilari meditazioni diurne, come la presenza mentale e la ‘forma illusoria’, il sogno lucido diventa un’adeguata introduzione all’esperienza dello yoga del sogno, l’unione con gli aspetti più profondi del sé. Le fasi dello yoga del sogno si dirigono al cuore dei luoghi più profondi e oscuri del nostro essere, agendo in modo diretto sull’‘ignoranza’, o sonno spirituale, che è alla radice del dolore dell’esistenza. In definitiva, il punto d’arrivo di tutte queste pratiche e della visione buddhista che le sottende è il risveglio dall’illusione che crea il samsara, il mondo convenzionale pieno di insoddisfazione e sofferenza, e il conseguimento del nirvana, l’illuminazione. Prefazione di Stephen LaBerge.
Il maestro zen Yunmen. La vita e i detti essenziali
Urs App
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2020
pagine: 214
Ai piedi del monte ‘Porta delle nuvole’ (Yunmen-shan), nella Cina meridionale, sorge un monastero fondato più di mille anni fa dal monaco chan Yunmen, che divenne famoso come ‘il maestro del monte Yunmen’. Yunmen Wenyan (864-949 circa) visse durante la tarda epoca Tang, il periodo classico dello zen cinese: un’epoca in cui avvenne un importante cambiamento nel rapporto tra maestro e discepolo. Invece di limitarsi a ripetere e commentare le parole del Buddha, i maestri stessi cominciarono a parlare, dimostrando l’insegnamento con l’azione: scherzando, raccontando aneddoti e parlando in gergo, senza farsi scrupolo di utilizzare il bastone e imprecare, in quello che diverrà lo stile tipico dello zen. Si dice che Yunmen avesse una memoria straordinaria e che fin da bambino fosse capace di ricordare interi testi buddhisti avendoli letti solo una volta. Dopo aver preso i precetti studiò con Muzhou e con Xuefeng, e insegnò a sua volta per trent’anni: nel 923 diede il via alla costruzione del monastero presso il monte Yunmen. Rimangono oggi due lastre di pietra dell’originaria struttura, le cui iscrizioni sono la fonte più importante per la biografia del maestro. I detti di Yunmen sono stati e sono tuttora fonte di ispirazione per generazioni di studenti dello zen cinese, giapponese e coreano. Urs App offre qui un’ampia selezione dai suoi discorsi e dialoghi, traducendoli per la prima volta a partire dalla “Raccolta di Yunmen”, redatta nel corso di diversi secoli sulla base delle note dei suoi studenti; la raccolta fa parte di una più vasta antologia intitolata “Raccolta dei detti dei saggi antichi”, del 1267. Arricchisce la selezione una lunga parte introduttiva, in cui App non solo illustra la vita e l’insegnamento di Yunmen, ma fornisce al lettore un quadro estremamente chiaro e approfondito del chan, progenitore cinese dello zen.
Mindfulness e insight. Il metodo Mahāsi
Mahasi Sayadaw
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2020
pagine: 256
Non un manuale in base al quale misurare il proprio livello di pratica, ma un metodo per sondare in profondità, passo dopo passo, la realtà dell’esperienza umana: è il materiale prezioso qui proposto dal grande erudito Mahāsi Sayadaw, tra gli storici maestri di meditazione attraverso cui il buddhismo cominciò a diffondersi in Occidente. Fondatore nel 1949 del Mahāsi Meditation Center a Yangon, in Birmania, ebbe un ruolo fondamentale nell’apertura della pratica meditativa ai laici e alle donne: nel suo centro si radunarono centinaia di allievi, laici e monaci, birmani e stranieri, che si dedicavano per periodi intensivi alla pratica della meditazione di visione profonda fondata sulla stabilità della presenza mentale (satipaṭṭhāna vipassanā). Il metodo di Mahāsi Sayadaw si distingue per la semplicità delle istruzioni, che lo rendono adatto anche a chi non dispone di una vasta conoscenza dottrinale degli insegnamenti del Buddha, e per la dettagliata chiarezza con cui insegna a monitorare la continuità della presenza mentale e il grado di concentrazione necessario a sviluppare la visione profonda. Vengono esaminati tutti i passaggi più importanti del cammino: vedere la correlazione tra corpo e mente; osservare la verità del cambiamento che si produce quando si nota il sorgere di sensazioni, pensieri ed emozioni; prendere atto della natura effimera di ogni cosa che viene vista, così come di chi la guarda; scoprire che non c’è nulla su cui contare, con tutta la paura e lo sconforto che ne segue; ed emergere infine nella vasta pace dell’equanimità. In Mahāsi Sayadaw, conoscitore profondo al tempo stesso della dottrina e della pratica buddhista, il riferimento ai testi canonici è costante: oltre ad essere autore di molti scritti in lingua pali e birmana, fu supervisore di un’autorevole edizione del Canone pāḷi, completa di commentari principali e secondari, ancora oggi ampiamente in uso e tenuta nella massima considerazione in tutto il mondo del buddhismo theravāda. Prefazione di Sharon Salzberg. Introduzione di Steve Armstrong.
Jo Mo. Donne e realizzazione spirituale in Tibet
Carla Gianotti
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2020
pagine: 206
In continuazione ideale con il volume "Donne di illuminazione", pubblicato dall'autrice in questa stessa collana, vengono qui tradotte per la prima volta dall'originale tibetano le brevi agiografie di ventiquattro jo mo, contenute in un testo non posteriore al XIII secolo intitolato "Storia delle ventiquattro jo mo". Discepole del noto maestro buddhista tantrico indiano Dampa Sangye (morto nel 1117), queste ventiquattro venerabili ebbero un posto particolare nella cerchia di discepoli e discepole che il maestro raccolse attorno a sé nel Tibet meridionale. Se pure nella tradizione buddhista tibetana il termine non indica un particolare stadio di ottenimenti spirituali, molte di queste jo mo furono adepte straordinarie, che condussero una vita di profonda devozione e preghiera, lontane dal mondo e dissimulando la loro vera identità. Dall'agiografia dedicata al maestro Dampa, poi, ci sono pervenuti alcuni 'canti spirituali' o 'canti di realizzazione' di particolare bellezza e finezza poetica, attribuiti a tre jo mo sue discepole, unitamente ad alcune istruzioni spirituali del maestro alle sue 'figlie del cuore'. Come scrive il bodhisattva Kunga, il discepolo di Dampa che avrebbe ricevuto direttamente dal maestro l'incarico di compilare la raccolta, "la Storia delle ventiquattro jo mo è un racconto assolutamente autentico, scritto come messaggio per le donne delle future generazioni". Tale messaggio assume una valenza particolarmente significativa se contestualizzato nell'orizzonte sociale e religioso in cui si dipanano le narrazioni delle jo mo: quello di una cultura che non ha tramandato, se non in rari casi, il sapere delle donne devote, e che dunque non ha purtroppo saputo fare memoria dell'esperienza delle donne per produrre tradizione spirituale. Solitamente chi non ha voce, non ha storia: la parola e la memoria sono un privilegio. Grazie a questi testi un'esile eco è giunta fino a noi, in margine.
Milarepa. Lezioni dalla vita e dai canti del grande yogin tibetano
Chögyam Trungpa
Libro: Copertina morbida
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2020
pagine: 304
Quella del grande yogin tibetano Milarepa (1052-1135) è una storia profondamente umana, paradigmatica della grande trasformazione che può compiersi grazie a una pratica autentica e all'incontro con un vero maestro. Milarepa non ebbe una vita facile: da bambino fu defraudato dei suoi beni dai parenti e subì ogni sorta di soprusi. Su istigazione della madre commise crimini terribili, ma la vendetta non gli diede alcuna gioia e lo rese un reietto agli occhi degli abitanti del villaggio. Dopo molti sacrifici riuscì a farsi accettare come discepolo da Marpa, che, spingendolo al limite e mettendolo continuamente alla prova, seppe guidarlo verso il risveglio. Dopo aver abbracciato la vita ascetica, raccolse intorno a sé molti studenti e cominciò a impartire insegnamenti spontanei a chiunque si recasse nel suo eremo, sotto forma di parole e di canti: quinto detentore del lignaggio kagyü (noto anche come Mah?mudr?), fu il primo ad aver studiato, praticato e insegnato unicamente in Tibet tale tradizione. Come Marpa aveva avuto un ruolo fondamentale nel trapiantare una tradizione indiana nel contesto tibetano, così Trungpa Rinpoche fu pioniere nell'introdurre gli insegnamenti della tradizione kagyü nel contesto moderno occidentale, nel corso degli anni settanta del Novecento. L'uso di un linguaggio colloquiale e la traduzione in inglese di testi e liturgie divennero i tratti caratteristici del suo approccio all'insegnamento: questo libro, basato su una serie di seminari tenuti tra il 1970 e il 1976, restituisce al lettore tutta la freschezza e l'intensità delle sue parole. Diviso in due parti, raccoglie nella prima parte i discorsi sulla vita, il lignaggio, la devozione, la pratica del ritiro e la Mah?mudr?; nella seconda i commenti di Trungpa ad alcuni canti di Milarepa.
Il monaco errante. Un viaggio nei bardo del vivere e del morire
Yongey (Rinpoche) Mingyur
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2019
pagine: 274
Una sera di giugno del 2011 Mingyur Rinpoche si allontana dal suo monastero di Bodh Gaya senza avvisare nessuno. Lascia soltanto una lettera, destinata ai suoi studenti e al suo anziano assistente, Lama Soto. "Quando leggerai questa lettera, avrò già iniziato il lungo ritiro che l'anno scorso avevo annunciato di voler intraprendere. Come forse saprai, sono sempre stato affascinato dall'usanza dei ritiri, fin da quando ero un ragazzino e vivevo alle pendici dell'Himalaya. Anche se non sapevo ancora meditare, spesso scappavo da casa e mi nascondevo in una grotta nelle vicinanze, dove mi sedevo in silenzio e recitavo mentalmente il mantra om mani padme hum. Anche allora sentivo il richiamo dell'amore per le montagne e per la vita austera degli asceti erranti". Ha così inizio un vagabondaggio che durerà quattro anni, nei quali Mingyur si confronterà per la prima volta con il mondo esterno senza godere degli onori riservati a un monaco della sua levatura. Dismettere i panni tradizionali per indossare quelli del sa-dhu non sarà semplice, ma permetterà al vagabondo di entrare in contatto con i sei bardo, le tappe del viaggio fra la vita e la morte, consentendogli di riconoscere con sempre maggiore chiarezza la realtà incondizionata. Una comprensione che passerà anche attraverso il corpo, segnato dagli stenti. Infatti, solo lasciando andare le false speranze che inducono a desiderare di essere a proprio agio nel corpo e nel mondo si può superare l'insoddisfazione e sostituire il desiderio con l'amore. E, come afferma Mingyur, "quando ami il mondo, anche il mondo ti ama". Per la comprensione però la pratica è fondamentale, e questo libro è un invito a coltivare i semi dell'illuminazione, a rendere fertile il campo della consapevolezza, permettendo ai livelli più profondi della saggezza di fiorire.
Fuoco bianco. Intuizioni e insegnamenti di un maestro advaita
Mooji
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2019
pagine: 320
Ogni brano rappresenta un'indicazione pratica che riporta la mente al silenzio, alla sua origine. Il testo nasce dalla trasmissione orale da maestro a studente, ma è stato poi rielaborato e curato da Mooji stesso, e riccamente illustrato con le sue pitture a china, per cui reca fin nei particolari l'immediatezza, l'efficacia, l'imprevedibilità e persino l'incongruità che si addicono all'armonia totale del risveglio. E quello spazio di calma, affetto incondizionato e comprensione lucida e vigile, che questi aforismi rendono evidente, non rimane una descrizione di qualcosa di lontano o irraggiungibile, ma diventa un'esperienza diretta per chi legge. Sia i detti brevi che i brani più lunghi portano i lettori assetati di verità alla stessa destinazione, cioè al riconoscimento della consapevolezza pura, della realtà assoluta, dell'essenza profonda di ogni essere vivente e di ogni universo. Questa comprensione sprigiona la pace, l'amore, l'appagamento e la felicità, che sono la meta di ogni ricercatore dello spirito.
Invecchiare. Guida per principianti
Ezra Bayda
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2019
pagine: 207
Prendendo le mosse dal proprio vissuto, Ezra Bayda propone una sorta di manuale di istruzioni per l'uso della terza età. Ma attenzione: chi è in cerca di uno di quei testi zeppi di risposte scontate e consigli buoni per chiunque è destinato a rimanere deluso. L'autore infatti non cerca affatto di nascondere, né al lettore né a se stesso, le difficoltà implicite nel processo dell'invecchiamento, e afferma persino che in alcune situazioni tentare di cambiare le cose può essere controproducente e trasformarsi in una lotta contro i mulini a vento: le forze e le persone care si perdono, c'è poco da fare; ma con l'aiuto della meditazione si può imparare ad affrontare la perdita e il lutto, entrando in contatto con queste difficoltà oggettive: la vecchiaia si può trasformare in uno stadio di rinnovamento grazie alla scoperta del valore della vita interiore, che è pari, se non superiore, a quello dell'esistenza esteriore. Il percorso proposto da Bayda si compone di tre parti: per prima cosa è necessario capire profondamente il territorio nel quale ci si trova, e da dove proviene la crisi che prima o poi tutti si trovano ad affrontare. Poi bisogna lavorare con le difficoltà, anche servendosi delle meditazioni proposte all'interno del volume: ansia, lutto, senso di solitudine e dolore fisico si possono affrontare con spirito di rinnovamento, aprendo la strada alla terza fase, improntata sempre più alla gentilezza e alla gratitudine. Non sarà un tragitto comodo, né semplice, ma comprendere che l'invecchiamento è parte dell'ordine naturale delle cose permetterà di compiere ogni passo con una leggerezza sempre maggiore, arrendendosi all'esperienza, presenti a qualsiasi cosa la vita abbia in serbo per noi.
Le radici dello yoga
James Mallinson, Mark Singleton
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2019
pagine: 480
L'enorme popolarità di cui gode oggi lo yoga in tutto il mondo ha comportato una sorta di metamorfosi: adattandosi a condizioni socioculturali lontanissime da quelle in cui ha avuto origine, esso ha finito per assumere una vita propria, svincolata dalla sue radici indiane. La quasi totale egemonia di un numero ristretto di sistemi basati sulla pratica posturale ha finito per determinare una visione ristretta e monocromatica di cosa sia lo yoga e di come esso operi, e ciò è ancora più evidente se confrontiamo questa visione con l'ampio spettro di pratiche presentate nei testi premoderni. Questa antologia intende rendere accessibile al lettore non specialistico una vasta gamma di testi, molti dei quali poco noti, risalenti a un'epoca che va dal 1000 a. C. al XIX secolo. Benché gran parte dei passi tradotti provenga da fonti sanscrite, comprende anche materiale proveniente da fonti in lingue quali il tibetano, l'arabo, il persiano, il bengali, il tamil, e così via. Questo ventaglio cronologico e linguistico rivela modelli e tratti di continuità che contribuiscono a una migliore comprensione degli sviluppi dello yoga, sia all'interno delle singole tradizioni sia tra una tradizione e l'altra. Il materiale qui presentato è principalmente di natura pratica, non filosofica. Benché lo yoga tradizionale non sia mai disgiunto da un particolare contesto religioso e dottrinale, o lo sia soltanto raramente, concentrare l'attenzione sullo yoga come veniva comunemente inteso nei vari sistemi permette di dare un quadro delle pratiche effettive seguite dalla maggior parte delle tradizioni. Gli undici capitoli che compongono il libro sono ordinati secondo tematiche specifiche in modo da rispecchiare le pratiche più importanti dello yoga (le posture, il controllo del respiro, i sigilli, i mantra, la meditazione) e i loro risultati (i poteri yogici e la liberazione).
La natura della mente. Le istruzioni sullo Dzogchen di Aro Yeshe Jungne
Patrul Rinpoche
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2019
pagine: 200
Aro Yeshe Jungne, vissuto in Tibet nel decimo secolo d. C., fu un grande maestro e diede origine a una serie di importanti lignaggi di trasmissione orale della sezione della mente dello Dzogchen. Tali insegnamenti, diffusi all'interno della scuola dei Nyngmapa, prosperarono per oltre tre secoli fino a quando, con l'affermarsi della tradizione dei terma, furono assorbiti da altri lignaggi di trasmissione orale. Solo nel tardo diciannovesimo secolo gli insegnamenti di Aro Yeshe Jungne furono salvati dall'oblio dal grande maestro e studioso Patrul Rinpoche, che li raccolse, curò e pubblicò in un unico testo. La chiara spiegazione della vera natura, il testo qui presentato con l'edizione tibetana a fronte, contiene le istruzioni di Aro che permettono di conoscere la natura della mente e di prendervi dimora, giungendo così alla realizzazione completa dello Dzogchen. Le istruzioni sono suddivise in nove categorie che corrispondono ai diversi livelli di maturazione spirituale dei praticanti, e costituiscono in sé una via completa. La seconda parte del libro raccoglie invece il commento al testo di Patrul Rinpoche di due grandi maestri nying-mapa, Khenchen Palden Sherab Rinpoche e Khenpo Tsewang Dongyal Rinpoche, che nel 2006 hanno dato una serie di lunghi insegnamenti sulla tradizione di Aro nel loro centro di ritiri in America. Questo commento, con le precisazioni fornite ai discepoli nelle sezioni di domande e risposte, rende perfettamente comprensibile, e praticabile oggi, in Occidente, questa antica via per il risveglio.
Dare il cuore a ciò che conta. Il Buddha e la meditazione di consapevolezza
Corrado Pensa, Neva Papachristou
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2019
pagine: 247
Il tema del momento presente è centrale in tutte le grandi tradizioni spirituali e concerne la capacità di stare il più possibile nel qui e ora. Tale capacità si sviluppa e allena attraverso la meditazione. Ma cosa significa davvero 'meditare' e in che senso si diventa 'consapevoli'? Gli autori, insegnanti di Dharma e meditazione "vipassana", offrono in queste pagine una risposta a tali interrogativi, illustrando i principi cardine del buddhismo con un linguaggio accessibile ma non per questo meno rigoroso e fedele. Si comprenderà allora meglio come, in virtù della pratica meditativa (applicata non solo in un contesto formale ma alla vita di tutti i giorni) sia possibile rendere la mente duttile e consapevole: renderla cioè capace di vedere la sofferenza mentale, riconoscere la sua portata nella vita e, soprattutto, comprendere quanto sia continuamente generata e alimentata dai cosiddetti 'inquinanti', cioè attaccamento, avversione e ignoranza. La meditazione, dunque, non solo aiuta a pacificare la mente, ma anche e soprattutto a educare la capacità di essere presenti nel qui e ora e di vedere le cose così come sono. In assenza di tale capacità, infatti, si tende a considerare vera solo la propria costruzione della realtà, rimanendo inevitabilmente vittime di confusione e sofferenza.
Affrettati piano. Il cammino interiore e la meditazione di consapevolezza: una strada per la felicità
Corrado Pensa, Neva Papachristou
Libro: Libro in brossura
editore: Astrolabio Ubaldini
anno edizione: 2018
pagine: 274
"Se siamo cari a noi stessi ci veglieremo solleciti giorno e notte". Queste parole del Buddha illustrano con chiarezza come la fiducia nel cammino interiore esorti a non perdere tempo e a dedicarsi con generosità alla pratica, e quindi ad affrettarsi. Ma la scelta del titolo pone anche l'accento sul fatto che il lavoro da svolgere non deve essere vissuto come un ennesimo dovere quotidiano, ma come un'opera d'arte alla quale l'artista si dedica con pazienza e premurosa attenzione. Quindi 'affrettarsi piano' è la chiave di volta per proseguire spediti, ma in modo graduale e accurato, sulla strada della felicità, mossi e sostenuti da una sempre più chiara e autentica intenzione di bene, verso se stessi e verso gli altri. La coltivazione della mente, la meditazione portata nel quotidiano, la trappola dell'egoismo, la libertà dell'amore, il coraggio, la paura, la felicità, la gratitudine e l'equanimità sono gli argomenti attorno ai quali Corrado Pensa e Neva Papachristou hanno costruito questo volume, volto a illustrare gli aspetti centrali dell'insegnamento del Buddha. All'interno di ogni sezione gli autori affrontano i temi che guideranno il lettore meno esperto alla scoperta delle basi essenziali del cammino interiore e permetteranno, a chi ha già una certa familiarità con la pratica di consapevolezza o mindfulness, di approfondire i temi fondamentali del buddhismo: la saggezza, l'amore, la compassione, l'etica e la meditazione.