Cesati: Resoconti di letteratura italiana
Arti transitabili. Letteratura e cinema
Thea Rimini
Libro: Copertina morbida
editore: Cesati
anno edizione: 2021
pagine: 186
I rapporti inter artes hanno da sempre caratterizzato il discorso culturale e ancor di più contraddistinguono quello contemporaneo, aperto a nuovi strumenti comunicativi. La capacità di un'arte di transitare in un'altra è l'assunto da cui muove questo libro, in cui due sono i linguaggi "in movimento" ad essere presi in esame: la letteratura e il cinema (e in un caso anche il teatro e la televisione). Una prima parte è dedicata agli autori polivalenti - registi/scrittori e scrittori/registi (Malaparte e Sorrentino) - mentre una seconda è consacrata all'adattamento cinematografico di opere letterarie (da Basile a Svevo passando per Manzoni e Boito). In entrambe le sezioni un ruolo fondamentale e innovativo è svolto dall'analisi delle sceneggiature, spesso inedite. Adattamenti, echi, rifrazioni: i confini tra parola e immagine sono assai duttili e questo volume ambisce a dimostrarne ancora una volta la straordinaria permeabilità.
«Non ho scritto che un romanzo solo». La narrativa di Italo Svevo
Massimiliano Tortora
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2019
pagine: 168
L’ipotesi che sorregge questo libro è tanto semplice quanto economica. Per tutta la vita Svevo si è interrogato unicamente su un problema: il rapporto che lega e contrappone razionale e irrazionale, unità e caos, ordine e istinto. È il problema centrale del modernismo europeo, ossia, limitando lo sguardo al contesto italiano, dei primi trent’anni del Novecento; un problema però che non nasce dall’oggi al domani, ma trova le sue prime forme di gestazione già nel XIX secolo. E proprio i germi culturali di questa incubazione vengono prontamente colti da Svevo nei due romanzi di esordio, e poi, una volta deflagrati, eletti a principale oggetto di riflessione nella narrativa degli anni Venti. I sette saggi ripercorrono questa riflessione sveviana, che è caratterizzata da una progressiva evoluzione e non da rotture e scarti. È del resto lo stesso Svevo a rimarcarlo, quando nel 1927 scrive a Enrico Rocca: «non ho scritto che un romanzo solo in tutta la mia vita».
Su Tasso. Altri studi e note di lettura
Claudio Gigante
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2025
pagine: 136
Tra filologia e critica, i capitoli del libro affrontano questioni diverse in relazione con la figura e l’opera di Torquato Tasso. Si inizia con due contributi dedicati ai dialoghi: il primo sul mito di Lorenzo il Magnifico nel Ficino overo de l’arte, il secondo sull’identità misteriosa del personaggio eponimo del Conte overo de l’imprese. Nel terzo capitolo viene proposta l’interpretazione di un epigramma di Luca Scalabrino, una delle poche persone davvero intime di Tasso, una figura di primo piano, dal punto di vista intellettuale e umano, della sua biografia. Al poema eroico nel Rinascimento – alla svolta costituita dalla Gerusalemme liberata nel sistema dei generi e alla ripresa nella critica letteraria del primo Ottocento (a proposito del romanzo moderno) di questioni discusse tre secoli prima – sono consacrati il quarto e il sesto capitolo, mentre il quinto è destinato all’analisi della “funzione Omero” nelle varie vasi del percorso creativo di Tasso. Chiude il volume un contributo sulla duplice redazione di una lettera del poeta alla granduchessa di Toscana.
Anatomia dell'epica da Tasso a Graziani
Tancredi Artico
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2024
pagine: 301
Anatomia dell’epica da Tasso a Graziani è il tentativo di svincolare il poema eroico tra la Gerusalemme liberata e la metà del Seicento dal paradigma crociano del “fallimento” Barocco. Il volume interroga oltre sessanta prove della narrativa in versi tra Cinque e Seicento (e, in margine ad esse, i paratesti: poetiche, trattati e commenti) sui versanti dell’unità del racconto, dell’inventio e dello stile per tracciare il percorso di un genere tra accettazione, resistenza e revisione dei modelli (non solo Tasso, ma anche Ariosto e Marino). All’origine della dilagante moda dell’epica vengono ravvisate tre direttrici critiche: l’assimilazione della modernità nel racconto storico-verisimile, l’integrazione dei nuovi modelli (quello diegetico di Tasso e quello stilistico di Marino), l’arricchimento dell’idea tassiana di racconto con nuovi strumenti. Ciò che emerge è la straordinaria vitalità di un genere ingiustamente considerato al tramonto e che, al contrario, si dimostra ancora capace di produrre testi degni di attenzione e di studio.
La funzione S. E altri esperimenti di critica sveviana
Riccardo Cepach
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2023
pagine: 174
«Svevo è una macchina per pensare». Così l’autore del presente libro sintetizza l’oggetto del suo studio. A un secolo dalla pubblicazione del capolavoro di Italo Svevo, La coscienza di Zeno (1923), Riccardo Cepach propone un’indagine serrata sulla “macchina” narrativa del grande scrittore triestino, puntando a rivelarne i meccanismi più segreti. I capitoli del libro costituiscono infatti altrettanti “esperimenti” critici intorno a questioni cruciali – il tempo, la memoria, la narrazione di sé – relative all’opera maggiore e più in generale alla narrativa sveviana. Il saggio che dà il titolo al volume propone un’ipotesi seducente, scaturita dal meccanismo narrativo stesso della Coscienza: e se il Dottor S., “curatore” inattendibile del romanzo, avesse alterato il dettato di Zeno? L’ipotesi permette all’autore di individuare una costante sotterranea della narrativa sveviana.
«Queste mie carte argute». Sei studi su Giuseppe Parini
Riccardo Donati
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2023
pagine: 144
Il volume affronta lo studio dell’opera in prosa e in versi di Giuseppe Parini da una prospettiva multiculturale e interdisciplinare. I saggi qui raccolti interrogano l’elemento letterario attraverso il confronto con altri saperi che sottilmente lo innervano, toccando questioni che spaziano dalle implicazioni morali e filosofiche adombrate nel testo-soglia del Giorno al nesso tra estetica e pedagogia delineato dal professore di Brera. Le peculiarità del discorso satirico pariniano sono indagate attraverso un confronto con Erasmo da Rotterdam, William Hogarth e altre figure maggiori del contesto europeo. Tre studi sono specificatamente consacrati al dialogo tra le arti: si analizzano il rapporto, dalle valenze anche metaletterarie, con la dimensione architettonica all’interno del poema maggiore; i prelievi dall’ambito figurativo “basso” nella Notte; le suggestioni della statuaria neoclassica nelle tarde Odi. Ne emerge un profilo originale, e in parte nuovo, del più significativo poeta italiano del Diciottesimo secolo.
Le passioni del metodo. Le teorie, le poetiche e le narrazioni di Federico De Roberto
Giovanni Maffei
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2017
pagine: 375
La riflessione sulla letteratura di Federico De Roberto, per la sua ricchezza e l'originalità, è stata tra le più notevoli in Italia negli ultimi due decenni dell'Ottocento, e fa corpo con la straordinaria produzione narrativa, illuminandone l'intima problematicità e gli andamenti razionali. Dall'esordio novellistico de "La Sorte", nel 1887, al vertice de "I Viceré", nel 1894, il narrare di De Roberto è sempre mediato dai teoremi di un «metodo» -scienza sui generis dell'arte - temprato negli anni meditando la lezione degli autori che riteneva maestri: Leopardi, Baudelaire, Flaubert, Zola, Verga, Bourget, Maupassant. Era attrezzato per affrontare, mentre ne assimilava l'audacia sperimentale, le aporie della scuola naturalista: ma sul terreno giusto e più nuovo, senza concedere nulla agli spiriti di restaurazione (anche politica) degli idealisti. Giunse a una diversa scienza del romanzo, aperta e duttile, nella quale la ragione che pianifica e l'avventura dell'invenzione s'integrano perfettamente, in un sistema appassionato e appassionante. Seguì con attenzione, dalla sortita zoliana alla crisi finesecolare, il fervido dibattito francese sul romanzo e sulle questioni etiche e sociali che venivano associate ai destini letterari: un insieme di discorsi in conflitto che interessò scrittori e pubblici di tutta Europa e che nella sua saggistica (come nelle correlate pratiche creative) si riflette lucidamente. È uno specchio in cui troviamo cose note e volti di cui non avevamo sospettato la rilevanza. Sicché, mentre dice di De Roberto, questo libro è anche una panoramica per certi versi inedita, e parla più in generale del transito dell'arte del racconto, in Italia come altrove, verso i territori della modernità novecentesca.
Rappresentazione e memoria. La «quarta» guerra d'indipendenza
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2017
pagine: 229
L'idea della guerra che coronava o addirittura legittimava l'epopea risorgimentale circolava per ragioni culturali e spesso anche di tradizione familiare (è il caso di Luigi Pirandello e di molti ufficiali censiti da Adolfo Omodeo; è il caso di Carlo Emilio Gadda, che nel giugno 1916 intitolava «guerra per l'indipendenza» una sezione del suo Giornale di guerra), provocando pure, per converso, prese di distanza sdegnose. Scopo di questo libro non è certo dibattere sulla legittimità di una definizione - «"quarta" guerra d'indipendenza» - che faticherebbe ovunque a trovare consensi e che non ha mai avuto vita facile ai piani alti della storiografia: gli autori si sono piuttosto proposti di indagare, da prospettive e con sensibilità diverse, sul legame che per molti intellettuali, prima e dopo l'atteso «bagno di sangue», esisteva tra Risorgimento e Grande Guerra in termini di adesione (convinta o strumentale), di rigetto, di polemica o semplicemente di fastidio, nella convinzione che compito degli storici della cultura non sia né l'esaltazione delle differenze né la predilezione per le varie forme di continuità, ma lo studio dei nessi e delle relazioni, anche di natura simbolica.
Danteum. Studi sul Dante imperiale nel Novecento
Martino Marazzi
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2015
pagine: 177
Lungo il corso del Novecento - e con particolare intensità nel periodo fra le due guerre - Dante è stato letto come un autore "imperiale": intellettuale interprete, attraverso la sua poesia e il suo pensiero, di una visione autocratica del potere; celebrarlo diventò presto una delle forme di espressione del consenso di massa. Di quella vicenda critica si ricostruiscono i caratteri e il significato, soffermandosi sulla rete di rapporti e interessi attiva dietro il progetto del Danteum, un Tempio da erigere su via dei Fori Imperiali a Roma su disegno di Lingeri e Terragni. La disfatta di quel modello si può misurare con l'assai diverso dantismo che fiorì, come estremo atto "umanistico", nei campi di concentramento. Ma anche in altri contesti reinterpretare Dante venne a significare una ricerca di identità culturale e un'autoattribuzione di autorità: si propone quindi di rileggere la presenza di Dante fra i letterati italoamericani come una delle forme più peculiari di affermazione della dignità della loro cultura. Il volume si chiude con un'ampia discussione della fertile scena degli studi danteschi americani, i quali testimoniano come non a caso il settore umanistico del più strutturato apparato educativo dell'Occidente mostri di considerare centrale, per la propria strategia culturale, un autore come Dante che rappresenta tuttora un modello di riferimento per un'interpretazione "imperiale" del sapere.
Ciò che ritorna. Gli effetti della guerra nella letteratura italiana del Novecento
Giancarlo Alfano
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2014
pagine: 221
Guerra e letteratura sono congiunte sin dall'inizio della civiltà occidentale, e in un duplice modo. Da un lato c'è infatti l'"Iliade", il grande racconto della guerra guerreggiata, con la descrizione degli scontri armati e l'esaltazione dell'eroismo individuale; dall'altra c'è l'"Odissea", la narrazione di quanto sia lungo e complesso il ritorno, di quanto complessi siano gli effetti della guerra. "Ciò che ritorna" ripercorre quasi cento anni di letteratura italiana (1919-2005), analizzando il modo in cui il romanzo e la poesia hanno rappresentato la continuità, se non la contaminazione tra il tempo e gli spazi dei combattimenti e il tempo e gli spazi della pace. Da Svevo a Bontempelli, Borgese e Gadda; da Pasolini e Testori a Caproni, Sereni e Raboni; da Pavese a Calvino, D'Arrigo e Fenoglio: i narratori e i poeti italiani si sono confrontati con la complessità della vita del dopoguerra, in cui c'è sempre qualcos'altro, qualcosa di inafferrabile e inquietante, che torna con colui che ritorna dalla guerra.
La nazione necessaria. La questione italiana nell'opera di Massimo d'Azeglio
Claudio Gigante
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2014
pagine: 142
Massimo d'Azeglio è uno degli emblemi decaduti del Risorgimento: se nel clima postunitario era considerato uno dei personaggi simbolo della stagione dell'indipendenza e dell'Unità, oggi è più spesso ricordato per le sue perplessità sulla spedizione garibaldina e lo scetticismo variamente manifestato sull'integrabilità del Mezzogiorno al nuovo Regno d'Italia. Scopo di questo libro, fondato in larga parte su un'analisi dei testi letterari e politici di d'Azeglio, è da un lato collocare l'opera di d'Azeglio nel suo contesto, riconoscendo i meriti della sua feconda attività di pubblicista senza nasconderne i limiti e le contraddizioni; dall'altro ricostruire le fasi del suo pensiero, dall'entusiasmo patriottico (e unitario) di prima giovinezza sino al disincanto delle prose mature: nella convinzione che l'Unità sia un valore e che ogni attività letteraria spesa per approssimarsi a tale valore debba essere storicizzata con rispetto.
L'«antiqua damigella». Dell'ironia nell'«Orlando furioso»
Franco Musarra
Libro: Libro in brossura
editore: Cesati
anno edizione: 2013
pagine: 273
Questo studio sull'ironia nell'"Orlando Furioso" di Franco Musarra mostra, seguendo le linee dei "mali d'amore" e delle "ambizioni politiche e sociali", come il grande poema dell'Ariosto sia "più avanti" del proprio tempo e partecipi del vitalissimo movimento verso la modernità, pur essendo nato nella società cortigiana del primo Cinquecento, e non vada letto e considerato come opera ad essa "organica". Attraversando il poema con la lente dell'ironia, ne mostra la ricchezza umana e linguistica, la molteplicità di livelli che s'intrecciano e si nascondono. Il lettore ha l'impressione che il meraviglioso mondo del testo gli sfugga costantemente, se non ne coglie le implicazioni più profonde in piani che chiedono di essere distinti, ma che contemporaneamente si negano, quasi rifiutando di farsi afferrare. Nella sorprendente capacità di muovere personaggi, di creare combinazioni e sorprese, Ariosto mostra, sorridendo, illusioni, menzogne, sotterfugi, ipocrisie, artifici sociali del suo tempo, attuali ancora oggi.