Fondazione Ente dello Spettacolo
Federico Fellini. L'apparizione e l'ombra
Bruno Roberti
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2020
pagine: 224
Federico Fellini (1920-1993) è forse il cineasta italiano su cui si è scritto di più. Fiumi di pagine critiche, biografie, riflessioni sui suoi film. E probabilmente Fellini è il cineasta italiano che più si è “autoraccontato”, spesso con una immaginazione a briglia sciolta. I suoi disegni preparatori ai film e i quaderni in cui trascriveva e disegnava i suoi sogni fanno da controcanto ai racconti disseminati in migliaia di interviste e raccolti nel libro Fare un film. Una esuberanza immaginativa che si è rispecchiata nelle sue opere, tra una memoria autobiografica reinventata e una libera forma autoriflessiva, in cui il pubblico è interpellato, coinvolto insieme all’autore e ai suoi sogni (basti pensare a Intervista). Le suggestioni epocali e profetiche di molti suoi film hanno scandagliato un inconscio collettivo, non solo italiano. Le “luci della ribalta” lo hanno fin troppo illuminato, reso un “aggettivo vivente” (felliniano), avvolto, e forse irretito, dalla sua fama. Fatalmente ciò che del suo mondo è rimasto in primo piano sono forme e temi persistenti: l’universo femminile, il circo, l’infanzia, la visionarietà onirica, il fascino per il soprannaturale. Sembrerebbe non ci sia più niente di nuovo da dire su di lui. Eppure, in profondità di campo, si possono ancora intuire molte “zone d’ombra” che nelle immagini felliniane si accompagnano a improvvisi sprazzi di luce. Spesso nella sua espressività qualcosa si rivela in penombra e si illumina come forma-apparizione, ruotante in ciò che, a proposito di Fellini, Gilles Deleuze definisce immagine-cristallo. Questo libro prova a insinuarsi in queste pieghe, proprie della sua figurazione barocca, percorrendone le sinuosità labirintiche.
Cinema tra contaminazioni del reale e politica
Mirco Melanco
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2020
pagine: 452
Nel saggio si condensano circa vent’anni di studi e di corsi universitari in materie cinematografiche, si vuole decifrare il sottile confine che esiste tra politica e cinema in una dimensione del reale che ha delle specifiche valenze, legate soprattutto ai comparti storici nei quali i film sono stati prodotti, realizzati e “contaminati”. Un viaggio identitario all’interno del XX secolo che porta il lettore alla scoperta, alla rivisitazione o all’approfondimento di forme e modalità filmiche che hanno caratterizzato il percorso di alcuni autori cinematografici particolarmente legati all’epoca e alla realtà in cui sono vissuti, al punto da aver lasciato, con il loro patrimonio filmico, una testimonianza e una memoria indelebile di un passato altrimenti invisibile.
Michelangelo Antonioni. L’alienista scettico
Simona Busni
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2020
pagine: 236
Fin dalla sua affermazione nell’olimpo dei grandi autori del Novecento, sulla figura di Michelangelo Antonioni (1912 - 2007) pesa tutta una serie di clamorose etichette: è stato definito, tra le altre cose, il cineasta della borghesia, del neorealismo interiore, della malattia dei sentimenti, dell’incomunicabilità, dell’alienazione; il suo nome è stato inoltre associato alle categorie teoriche più disparate, spaziando dalla storia dell’arte alla letteratura, fino a lambire i territori della filosofia. E proprio dalla prospettiva filosofica intendiamo rileggere la modernità della sua opera, giocando con le parole e immaginando di dover fare il ritratto a uno spietato “alienista scettico”, ossia uno specialista del dubbio, un esperto osservatore di tutto ciò che è Altro, impegnato in estenuanti (e, pur sempre, inconcludenti) pratiche di identificazione, riferite sia alla realtà sia all’immagine stessa. Nonostante la questione dello sguardo risulti centrale nel suo cinema, paradossalmente, la condizione del regista di Blow-up (1966) è più simile a quella di un cieco, ossessionato dal voler comprendere – attraverso le soglie sinestetiche di una nuova percezione poetica – qualcosa che è già davanti ai suoi occhi.
Nero su bianco. La «Rivista del Cinematografo» nella storia del cinema italiano
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2018
pagine: 221
In occasione dell’anniversario dei 90 anni di pubblicazione della «Rivista del Cinematografo», la Fondazione Ente dello Spettacolo presenta una riedizione del volume Nero su bianco. Le politiche per il cinema negli ottant'anni della «Rivista del Cinematografo», aggiornata con due nuovi capitoli dedicati agli ultimi 10 anni della rivista e delle sue prospettive future. La «RdC» rappresenta, nel panorama dell’editoria cinematografica italiana, un caso unico per longevità, dal momento che attraversa novanta anni della storia italiana. Fondata nel 1928, essa intercetta, con modalità di volta in volta differenti, il multiforme interesse e impegno della Chiesa – tanto nelle espressioni del magistero, quanto in quelle delle iniziative di base – nei confronti del mezzo cinematografico. Il volume presenta una storia della rivista volta a comprendere quali idee di cinema emergano (e talora confliggano) sulle sue pagine negli anni, dalle origini del periodico ai nostri giorni. Il percorso cronologico diviene allora anche un percorso tematico, diviso in ampie e articolate aree di problemi distinte e insieme interrelate.
Rapporto cinema 2018. Spettatori, strumenti, scenari
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2018
pagine: 214
Il “Rapporto Cinema 2018”, rinnovato nella visione complessiva, è dedicato agli spettatori, agli scenari e alla progettazione strategica. Ad aprire il volume sono due approfondite analisi sul pubblico: la prima è una ricerca a cura dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo sui consumi culturali e sulla fruizione da parte della generazione dei “Millennials” per guardare al futuro del cinema; la seconda, condotta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, è un’indagine pilota sul rapporto fra terza età e cinema, che monitora la presenza in sala della popolazione “over 60”. Alle opportunità di finanziamento per il comparto cinema è invece dedicata la seconda parte del testo. La partecipazione a un bando rappresenta infatti una duplice occasione per una organizzazione culturale o un’azienda: non è solo alle risorse economiche che bisogna guardare, ma alla possibilità di ripensare la propria strategia e di incidere sulla vita culturale del Paese. Chiude il volume un capitolo sugli scenari presenti e prossimi, con contributi di studiosi del settore che disegnano un quadro estremamente ricco e diversificato, che parla di sviluppo e potenziali ricadute positive sull’intero “sistema Paese”.
La voce delle donne. Le sconosciute del melodramma, da Galatea a Lucia Bosè
Simona Busni
Libro: Libro in brossura
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2018
pagine: 280
Il melodramma è, senza dubbio, il regno delle "donne sconosciute": eroine dall'identità fragile, senza una voce per potersi esprimere, vittime dell'elusione d'amore e di un fato avverso che le condanna a un sacrificio ineluttabile e a una dimensione irrisolvibile di estraneità, rendendole incapaci di rapportarsi al mondo e di farsi riconoscere dagli altri. Si tratta di un vero e proprio mito di genere, che il cinema, il teatro e la letteratura tramandano da sempre attraverso generazioni di personaggi femminili: dalla Galatea del Pygmalion di Jean-Jacques Rousseau alle sconosciute del cinema popolare italiano degli anni Cinquanta – protagoniste dei film di Lattuada, Matarazzo e Antonioni –, passando per le eroine shakespeariane, le primedonne dell'Opera e le dive del cinema classico hollywoodiano. Ma chi sono veramente le donne del melodramma? Che cosa ci raccontano le loro storie di inconoscibilità? E in che modo queste voci femminili continuano, nonostante tutto, a parlare a noi spettatori cinematografici di oggi quando vengono riproposte sullo schermo?
A fil di spada. Pirati e spadaccini nel cinema italiano
Steve Della Casa, Nico Parente
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2017
pagine: 141
Il cinema d'avventure in Italia è la testimonianza non solo dell'esistenza di un genere popolare che, come altri (prima e dopo), ha dato forma a un vero e proprio filone. Ma soprattutto simboleggia un'importante palestra frequentata da nomi poi divenuti autorevoli di quel 'cinema di genere'. Cinquant'anni di avventure per viverne una: quella del cinema con protagonisti pirati e spadaccini 'made in Italy'. Dai titoli seminali a quelli inediti, questo volume ripercorre una storia unica e irripeti bile: quella del cinema in cappa e spada di casa nostra. Il volume si basa sulla attenta analisi di ogni film, ma soprattutto su una serie di testimonianze e di interviste raccolte negli anni che consentono di conoscere il vero modo con il quale questi film erano fatti, pensati, realizzati e prodotti. Uno sguardo inedito su un aspetto importante della storia del cinema italiano, sul quale manca qualsiasi approfondimento critico e conoscitivo nelle storie ufficiali del nostro cinema.
9/11 la 25° ora del cinema americano
Andrea Chimento
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2017
pagine: 356
Il libro 9/11, la 25a ora del cinema americano di Andrea Chimento parte dalla convinzione che l’11 settembre 2001 il cinema americano sia entrato in una nuova fase. Il fantasma dell’attentato ha agito in forme e stratificazioni diverse, modificando scelte narrative, formali e stilistiche. Prendendo avvio dai film che hanno messo direttamente in scena le immagini della catastrofe, il testo si articola in due ampie sezioni: la prima impostata come una diretta sull’“evento”; la seconda incentrata sul periodo successivo all’accaduto. Se da un lato, in quei film che lavorano per allegorie e simbologie dell’11 settembre è evidente il concetto di “ri-narrazione ossessiva”, dall’altro sono preponderanti nuovi modelli di raffigurazione dei cambiamenti, degli stati d’animo e delle (in)certezze da parte del cinema americano. Quindici anni dopo l’immagine dello schianto è ancora impressa nei nostri occhi come nella storia del cinema americano.
Rapporto 2014. Il mercato e l'industria del cinema in Italia
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2017
pagine: 600
Giunto alla sua ottava edizione, coeditato con il MiBACT, il Rapporto – Il Mercato e l’Industria del Cinema in Italia, si conferma punto di riferimento nel settore italiano dell’audiovisivo. Fondazione Ente dello Spettacolo e Istituto Luce-Cinecittà si sono impegnati a rendere questo Rapporto 2015 (elaborato sulla base degli ultimi bilanci approvati nel corso del 2016) ancora più ricco dei precedenti. Oltre alle testimonianze, provenienti dai protagonisti più autorevoli del panorama cinematografico italiano, il Rapporto 2015 apporta un rilevante contributo scientifico al racconto di un mondo che mette insieme l’industria con l’arte, il lavoro con la fantasia. Guardando al 2015, i numeri confermano segnali di miglioramento, soprattutto rispetto agli anni passati, con ricavi al botteghino in crescita del 10,78% rispetto al 2014. Sulla base degli ultimi Bilanci 2016.
Il cinema di Jane Campion dai cortometraggi a Top of the Lake
Anita Trivelli
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2017
pagine: 360
Il volume, un vero e proprio focus sul cinema di Jane Campion, prende in analisi l'intera filmografia della cineasta neozelandese autrice antipodean di ordalie esistenziali, sensibile agli aspetti formali del racconto filmico e dotata di un acuto sguardo antropologico. Il libro ricostruisce l'avventura cinematografica della regista neozelandese - dal background formativo (gli studi di antropologia, belle arti e cinema) alle molteplici influenze formali, culturali ed esperienziali rintracciabili nelle sue opere (letteratura, arti visive, fotografia, musica, fino al cinema stesso) -, ripercorrendo cronologicamente la sua opera e convocando per l'interpretazione le metodologie ermeneutiche elaborate sia dagli studi cinematografici (analisi testuale, semiotica, teorie femministe e di genere) sia da quelli culturalisti, letterari, postcoloniali e dell'antropologia visiva. Jane Campion esplora la relazione tra arte e vita indagando la qualità femminile nell'esperire il mondo, alla luce di una prospettiva anti-ideologica che delinea un immaginario femminile ribelle e autenticamente "altro". Alterità esibita in una visione tatti le delle cose e dei personaggi, seguiti nella loro vocazione nomadico-esperienziale, nella loro condizione di sradicamento e di esilio emozionale che sprigiona un'eversiva forza vitalistica.
Nuovo cinema tedesco (Junger/neuer deutscher film). Volume Vol. 17
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2015
pagine: 380
Questo volume raccoglie ed integra gli atti del Convegno Internazionale Nuovo Cinema Tedesco. Storia, figure, eredità svoltosi a Roma, all'Istituto Italiano di Studi Germanici, il 6 e 7 ottobre 2011. Con quelle giornate, costituisce l'ultimo tassello di un pluriennale progetto che in un ciclo di incontri internazionali si proponeva di ripensare alcune delle più significative e più note stagioni del cinema europeo cosiddetto della modernità: il neorealismo italiano, la Nouvelle Vague francese e appunto quel fenomeno articolato e complesso della storia del cinema del secondo Novecento che è stato il Nuovo Cinema Tedesco (Junger/Neuer Deutscher Film), la cui ampia parabola si compone, come noto, in un arco di tempo che dagli anni Sessanta - dall'ormai quasi leggendario proto-avvio di Oberhausen, nel 1962 - giunge fino alle primissime stagioni degli anni Ottanta del secolo scorso, nutrita da una eccezionale ricchezza di talenti, e di forme, di stilemi, di sguardi. Come già nelle altre stazioni di questa ideale trilogia, le giornate romane sul Nuovo Cinema Tedesco e questo libro che ne è derivato si sono dunque incaricati di rileggere in profondità quell'esperienza, di reinterrogare quel cinema per il tramite di angolazioni e prospettive differenti, di riaccostare i pensieri, le configurazioni, le posture - estetiche, culturali, politiche - che lo hanno abitato e descritto.
Ontologia del corpo nel cinema comico
Alessandro Cappabianca
Libro
editore: Fondazione Ente dello Spettacolo
anno edizione: 2015
pagine: 276
Questo libro non pretende certo di risolvere il problema filosofico del Comico, ma ne percorre le tappe attraverso la storia del cinema, tramite l'utilizzo del Corpo, dal muto alla commedia sofisticata, dalla farsa alla commedia all'italiana, fino al rapporto speciale dei comici con il cosiddetto cinema d'autore, e addirittura con la morte, avanzando una semplice ipotesi: il Comico è un formidabile rivelatore del non-senso generalizzato, e la risata è una reazione difensiva salutare, l'unica alternativa alla disperazione. Deleuze, a proposito di Nietzsche, ha parlato della potenza del Comico, ossia del necessario rapporto dell'arte con la gioia, per quanto i suoi contenuti possano essere tragici. Gioia? Sì, ma non di sostituire al senso un altro senso "più vero", bensì di rivelarne l'inestricabile vicinanza al non-senso: operazione di per sé tutt'altro che tranquillizzante. La resistenza del Comico (contro i poteri costituiti, ma anche contro le abitudini, i cliché, i più vari conformismi) si mescola spesso - specialmente in campo cinematografico a una funzione consolatoria, come è testimoniato anche dai grandi incassi che (non solo in Italia) accompagnano l'uscita di tanti film di questo genere. Ma non è solo questione di ridere, o sorridere, in maniera più o meno "intelligente". È importante la sopravvivenza nel cinema di residui delle antiche pratiche "basse", riguardanti il grottesco e la corporeità popolare, al di là della loro progressiva scomparsa.