I.S.R.Pt Editore
Farestoria. Società e storia pubblica. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2025
pagine: 190
La memoria, intesa come processo di costruzione sociale del passato, è da sempre al centro di complesse dinamiche politiche. Nel tempo, attori istituzionali e non (compagini statali, partiti, ecc.) hanno elaborato e riscritto le narrazioni storiche per legittimarsi, ricercare consenso, costruire identità collettive, giustificare la propria politica internazionale, attraverso provvedimenti sui programmi scolastici, interventi sul calendario civile, la creazione e/o lo smantellamento di siti della memoria, misure sulle attività di ricerca, ecc. Sono fenomeni che riguardano maggiormente i regimi autoritari, ma interessano pure Paesi e organismi sovranazionali, come l’ONU e l’UE, di matrice democratico-liberale. Le politiche della memoria hanno un impatto rilevante sull’attività degli storici. L’istituzione di giornate memoriali ha offerto ai public historians opportunità per ampliare il loro raggio d’azione tra la cittadinanza, nonché stimolato nuove piste d’indagine. Tuttavia, chi si occupa di storia ha in genere un peso marginale nel definire le politiche della memoria. Anzi, alcune commemorazioni istituzionalizzate e iniziative governative volte a orientare il ricordo del passato hanno comportato limitazioni al lavoro degli storici, specie quando questi cercano di decostruire narrazioni strumentali e fare luce sugli usi, spesso controversi, della memoria. Sarebbe però riduttivo parlare delle politiche della memoria limitandosi agli interventi degli organismi statali e sovranazionali. Infatti, assumono sempre più rilevanza iniziative sorte dal basso, per volontà di gruppi di cittadini più o meno organizzati, volte a dare voce a memorie marginalizzate e/o contrastare le narrazioni egemoni. Rivendicazioni memoriali che di frequente si saldano a istanze sociopolitiche. In queste iniziative gli storici, e non solo, hanno sovente un ruolo di primo piano, promuovendo pratiche di Public History atte a favorire una conoscenza del passato demistificata e la partecipazione del pubblico. Questo numero monografico di «Farestoria» offre una panoramica articolata – ma tutt’altro che esaustiva – sulle politiche della memoria, sugli usi politici e sulle manipolazioni della storia, sulle pratiche di memorial activism, sulle contese memoriali nel mondo contemporaneo. I testi restituiscono chiavi di lettura per studiare le modalità con cui il passato viene selezionato, narrato e mobilitato, ma anche approcci per orientarsi in un contesto attuale in cui la memoria è un terreno di scontro sempre più significativo.
Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 37-38
Libro: Libro rilegato
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2024
pagine: 272
Con questo numero doppio, la rivista chiude il quarto anno della sua nuova vita. Si tratta di un fascicolo ricco e particolarmente attento alla contemporaneità, come mostra - fin dalle prime pagine - la poesia di Fabio Franzin dedicata a Satnam Singh. Seguono il reportage di Patricia E. Sampaoli dall'Argentina di Milei e la scelta di pubblicare la traduzione italiana di un saggio dello storico israeliano Kobi Peled dedicato alle testimonianze orali e alle fonti d'archivio della guerra arabo-israeliana del 1948. La rivista ospita un ricordo di Giovanna Marini, recentemente scomparsa: alle parole di Stefano Arrighetti e Alessandro Portelli si accompagna un suo articolo del 1974, testimonianza della capacità di tenere insieme impegno politico, ricerca sul campo, competenze musicali. Gli articoli di Leonardo Galliani e Ilaria Bracaglia tornano a interrogarsi intorno al nodo di Genova 2001, mentre Davide Tidoni ci conduce tra i suoni e le parole di un piccolo e prezioso canzoniere No Tav. Valeria Rotili segna l'anniversario della Rivoluzione dei Garofani con la restituzione di una ricerca basata su interviste a importanti esponenti del mondo musicale e culturale portoghese. Rosalba Nodari torna con sguardo riflessivo al tema delle pratiche di ottava rima in Toscana, mentre Qendresa Shaqiri ci accompagna tra le pieghe della vita e dell'insegnamento di Cristina, insegnante della sperimentale Scuola-Città Pestalozzi di Firenze. La rubrica Saggi ospita un contributo di Virginia Niri sul tema delle disabilità migranti, tra fonti orali e community archives. Per le Interviste, Gilda Zazzara dialoga con lo storico delle migrazioni Joseph Viscomi. Nella rubrica dedicata al lavoro ospitiamo un contributo di Francesco Bonifacio sui rider, attraverso la storia di vita e la testimonianza di una rider di food-delivery. La rubrica Storie si arricchisce, infine, della voce di una nostra redattrice, Hilde Merini, che restituisce in maniera narrativa e originale un'esperienza di lavoro nel mondo dell'editoria. Il fascicolo è dedicato a Valerio Strinati, che ne è curatore insieme a Bruno Bonomo. Valerio ci ha lasciato improvvisamente a inizio dicembre, lasciando un vuoto che sarà impossibile colmare.
Farestoria. Società e storia pubblica. Volume Vol. 2
Libro: Libro rilegato
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2024
pagine: 146
Negli ultimi quarant'anni l'attenzione per la relazione tra scienze e imperi coloniali è divenuta sempre più ampia nell'ambito del dibattito storico. Già a partire dagli anni Ottanta la storiografia aveva iniziato a interrogarsi criticamente sulla validità del modello diffusionista di sviluppo della scienza fuori dal contesto europeo, proposto dagli studi di George Basalla; un modello che guardava al progresso scientifico come trasferimento unilaterale della conoscenza dal centro europeo al resto del mondo. Influenzate dalle prospettive marxiste e dagli studi di Michel Foucault, Edward Said e dei Subaltern Studies, le analisi si sono indirizzate, tra anni Ottanta e Novanta, sulla scienza e medicina come strumenti di consolidamento degli imperi coloniali - mezzi di sfruttamento dei territori di conquista e forze culturali di dominazione, anche se contestate e negoziate. A partire dagli anni Duemila, l'attenzione della storiografia si è progressivamente spostata sui problemi di circolazione, scambio e mobilità della scienza, indagata non più come sistema di sapere occidentale o solo come strumento dell'imperialismo europeo, ma come impresa di fabbricazione globale. All'analisi del dinamismo delle periferie si è sostituita un'attenzione per le reti, le interconnessioni e le pratiche quotidiane di produzione della conoscenza oltre le frontiere nazionali e imperiali. Questo numero di «Farestoria» si pone in continuità con le direzioni aperte da questi studi con l'obiettivo di riflettere in maniera organica sulla costruzione e consolidamento di pratiche scientifiche nel contesto dell'espansione d'oltremare italiana. Il numero promuove una riflessione attorno a due assi di ricerca: da una parte l'esame dei processi di costruzione della conoscenza all'interno di un paesaggio allargato, quello della circolazione e riformulazione di concezioni, pratiche e "oggetti scientifici" tra spazio coloniale e metropoli, come oltre le frontiere dei domini italiani, individuando differenze e fondamenti comuni con i saperi elaborati nel contesto di altri imperi. Dall'altra l'analisi delle pratiche scientifiche intese in senso largo, esaminate nelle loro connessioni con altri campi della società, con un'attenzione per le operazioni materiali e per il corredo tecnico che accompagnano il loro sviluppo. Il numero si concentra sul rapporto tra dimensione pubblica e strutturazione della conoscenza in situazione coloniale, sugli itinerari non lineari della sua formazione, sul corredo tecnico che ne permette la costituzione.
Farestoria. Società e storia pubblica. Nuova serie. Volume Vol. 1
Libro: Libro in brossura
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2024
pagine: 200
Negli ultimi anni si sono moltiplicate le esperienze di public history strutturate a partire dal rapporto fra storia, territorio e paesaggio, con proposte di trekking, passeggiate, visite immersive in luoghi specifici, aperture di sentieri e percorsi, realizzazione di scuole di storia nel paesaggio. Spesso si è trattato di attività sorte dal basso, per iniziativa di gruppi di cittadini e cittadine, comunità locali, scuole, associazioni, musei "selvaggi", gruppi di volontariato. Gli storici e le storiche, e gli enti e istituti storico-culturali, non sono sempre stati presenti fin dall'inizio in molte di queste esperienze, ma stanno rapidamente recuperando un ruolo avviando dialoghi orizzontali con le esperienze già in essere da un lato e costruendo proprie proposte e declinazioni per questo tipo di attività dall'altro. Non sfuggirà che ci troviamo davanti a forme di public history con un valore duplice, che esercitano una grande attrazione anche su studiosi e studiose. Costruendo e/o ricostruendo i nessi tra il passato e un territorio inteso come paesaggio umano in cui è iscritta la storia, queste forme di attività non si limitano alla semplice divulgazione ma stimolano l'avvio di percorsi di conoscenza e attivano forme di partecipazione e patrimonializzazione che si riflettono nella salvaguardia dei beni culturali e ambientali e nella presa di coscienza della storia e dei contesti ambientali come portatori di storia, fino a spingersi, in alcuni casi, alla "costruzione" di luoghi storici. Questa "attivazione" di risorse umane, culturali e ambientali è poi di stimolo alla ricerca storica, che trova qui non solo un terreno fertile per la sperimentazione di azioni di public history ma per la stessa ricerca storiografica, che viene messa in grado di attingere a nuove fonti (archivistiche, memoriali, demoetnoantropologiche ecc…) e stimolata a porsi nuove domande. Non è un caso dunque che intorno a queste attività, a monte o a valle, capiti di incrociare veri e propri progetti di ricerca o realizzazioni di libri. Questo numero di Farestoria prova a esplorare il fenomeno, passando in rassegna esperienze diverse, anche molto lontane tra loro, senza tralasciare la necessaria riflessione metodologica che apre nuovi scenari alla pratica storiografica ma anche soffermandosi sulla lunga durata di pratiche che a ben guardare hanno lunghe radici.
Il De Martino. Storie voci suoni. Volume Vol. 36
Libro: Libro rilegato
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2024
pagine: 236
La foto di copertina celebra il centenario della nascita del fondatore dell'Istituto Ernesto de Martino, l'intellettuale e militante socialista Gianni Bosio (1924-2024), a cui la rivista dedica uno speciale con articoli di Chiara Paris e Mariamargherita Scotti e il catalogo della mostra multimediale Racconti voci canti. Ascoltare Gianni Bosio a cent'anni dalla nascita. Dalla terza edizione del Festival delle Culture di Collelongo del Circolo Gianni Bosio arrivano il bel resoconto di Claudio Tosi e il vivace dialogo di Alessandro Portelli con Vinicio Capossela, mentre Giuliano Marotta e Giulia Zitelli Conti presentano l'esperienza Aiso della prima scuola di storia orale e public history nel paesaggio metropolitano di Roma, a Tor Marancia. Il numero si apre con una poesia di Fabio Franzin dedicata ad Anila Grishnaj, morta sul lavoro il 14 novembre 2023 a Pieve di Soligo. Un dono prezioso, come quello di Yuliia Chernyshova, che ci affida il racconto del suo incontro con una delle ultime sopravvissute a Ravensbrück, avvenuto nel cuore dell'Ucraina in guerra. Chiara Spadaro ci porta sui passi di José Saramago in Alentejo, mentre Antonio Fanelli prende spunto da un volume di recente pubblicazione per riflettere sul tema della popular music con un taglio antropologico originale e critico. Un taglio originale che caratterizza anche lo speciale dedicato al convegno Piccoli gruppi, azioni collettive, trasformazione dei costumi: variazioni sul tema di un passo di Andrea Caffi sulla socievolezza (Venezia, 6-7 ottobre 2023), con interventi di Daniela Perco ed Erika Valente, Giulia Brunello, Rosa Marzano. Per scandagliare le diverse forme di possibile restituzione delle interviste, il racconto/intervista di Clemente Bicocchi al burattinaio Mariano Dolci - tra storia del fuoriuscitismo, Resistenza, anarchismo e movimenti antiautoritari degli anni '60 - accompagna una parziale riscrittura del dialogo in forma narrativa all'ascolto di alcuni passaggi della registrazione originale. Per la rubrica Il lavoro si racconta, infine, Zoe Battagliarin ci porta alla scoperta del lavoro d'albergo - soprattutto femminile - nella provincia di Rimini, grazie a una serie di interviste condotte per la sua tesi di laurea dopo un'esperienza in prima persona nel settore.
Dio non paga il sabato. La defascistizzazione della provincia di Livorno (1943-1947)
Giovanni Brunetti
Libro: Libro rilegato
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2023
pagine: 260
Come si svolsero i conti col fascismo in provincia di Livorno? Chi vi diresse la "defascistizzazione"? Come venne realizzata? A che cosa giunse prima del celebre "colpo di spugna", cioè l'amnistia promossa dal guardasigilli Palmiro Togliatti, del 22 giugno 1946? Nella fattispecie, cosa accadde tra il 1943 e il 1947 agli ex fascisti? Quanti erano? Di cosa furono accusati? Queste sono solo alcune delle domande a cui il libro prova a rispondere, sviluppate in sincronia con il crescente interesse storiografico per l'argomento, in particolare sui modi, i tempi e le pratiche di quella che è stata giustamente definita la «transizione» politica italiana dal regime fascista alla Repubblica. L'analisi, condotta in larga parte su materiale archivistico, prende le mosse da quanto avvenne nel comprensorio labronico all'indomani del 25 luglio 1943 e da un esame delle reazioni della autorità pubbliche e della popolazione civile. Emerge da subito un diverso approccio al problema dei residui "umani" del regime, che si ripropose anche dopo la parentesi dell'occupazione nazifascista e l'arrivo degli angloamericani. Tra Alleati, Comitato provinciale di Liberazione Nazionale e Prefettura s'insinuò una nuova autorità pubblica, la Delegazione provinciale dell'Alto commissariato per le sanzioni contro il fascismo. Rivolta inizialmente solo verso l'epurazione amministrativa degli enti locali provinciali, riuscì lentamente ad allargare lo sguardo ed occuparsi delle sanzioni economiche e penali contro gli ex fascisti. Per la prima volta è stato possibile studiare a fondo l'attività della Corte d'assise straordinaria di Livorno, e quindi gli effetti pratici dei processi politici celebrati nell'immediato secondo dopoguerra nella provincia toscana. Da ultimo, la rapida liquidazione delle sanzioni contro il fascismo fece naufragare l'attività della delegazione, velocizzando il riassorbimento dei vari imputati nella compagine politica democratica locale e la nascita di una fitta rete neofascista in un'importante provincia della "roccaforte rossa" regionale.
La riserva mancata. Il Padule di Fucecchio fra crisi ambientale e difficile tutela (1970-1989)
Emilio Bartolini
Libro: Libro rilegato
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2023
pagine: 220
Nel 1976 Piero Malvolti, presidente della sezione valdarnese di Italia Nostra, pubblicò il volume "Fine di una Terra", nel quale raccolse vari contributi sull'interazione secolare fra uomo e natura che aveva plasmato i paesaggi del Padule di Fucecchio e delle colline delle Cerbaie. Contestualmente l'autore denunciava la devastazione prodotta dalle tumultuose trasformazioni che si verificarono nell'Italia del secondo dopoguerra. In ambito locale era venuto meno l'ordine sociale che per secoli si era retto sullo sfruttamento delle risorse dell'incolto palustre e la Valdinievole, investita da rapidi processi di industrializzazione ed urbanizzazione, era interessata da un grave problema di inquinamento idrico. Su scala globale nel 1971 era stata firmata la convenzione di Ramsar per la salvaguardia delle zone umide, riconosciute come patrimonio naturale di grande valore ecologico. Il volume ripercorre la storia della lotta per la tutela della più estesa palude interna dell'Italia peninsulare attraverso il materiale archivistico prodotto da esponenti dell'associazionismo ambientalista, una ricca pubblicistica di matrice tecnico-scientifica che ha costituito il retroterra di conoscenza sul quale si è impostato il dibattito sul destino del Padule e la stampa periodica e quotidiana locale, che quel dibattito l'ha ospitato. A 27 anni dall'istituzione della riserva naturale del Padule di Fucecchio si indagano le ragioni che hanno ritardato la nascita di un'area protetta, annunciata all'inizio degli anni '70 dalla provincia di Firenze e non realizzata nel 1989 dalla provincia di Pistoia alla fine di un lungo iter e di una faticosa concertazione.
Farestoria. Società e storia pubblica. Nuova serie. Volume Vol. 2
Libro: Libro in brossura
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2023
pagine: 140
Adottando una prospettiva multidisciplinare, il numero intreccia le specificità del caso regionale con le tendenze e le prospettive di ricerca dei Deindustrialization studies. Dialogando con una storiografia sempre più consistente e integrandola con indagini statistiche e archivistiche, i contribuiti hanno cercato di esplorare i modelli sociali, le forme di lavoro e le pratiche di memorializzazione che hanno sostituito o riconvertito gli spazi lasciati aperti dalla crisi della grande industria novecentesca. Ne affiora un quadro eterogeneo, segnato dal riemergere di istanze di conflittualità, dalle conseguenze sociali delle ondate di dismissioni, da percorsi di rilancio e di prospettiva e da legittimi interrogativi sulle eventuali peculiarità della deindustrializzazione toscana. Il tutto spingendo l'analisi all'interno di un dibattito di ampio respiro, capace di toccare quasi tutte le realtà provinciali e di conformare un passaggio importante per comprendere le evoluzioni della «deindustrializzazione» in Toscana, la sua dimensione percettiva e la tangibilità dei suoi riflessi - conflittuali, occupazionali, politici, produttivi e ambientali - sull'attualità.
Farestoria. Società e storia pubblica. Nuova serie. Volume Vol. 1
Libro: Libro rilegato
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2023
pagine: 128
I Game studies sono un fenomeno piuttosto recente per la ricerca storica in Italia, una realtà il cui esordio, sulla scia della Public History, porta con sé una serie di spunti di riflessione. La definizione stessa di gioco, ad esempio, occupa uno spazio notevole nel dibattito tra gli studiosi. Questo numero di «Farestoria» intende occuparsi del gioco entro diverse sfaccettature: come forma di "intrattenimento dotato di regole"; come strumento didattico; come mezzo di divulgazione o "nuovo media"; ultimo, ma non meno importante, come opera d'autore. Definizioni molto ampie, evocate in modo tale da riconoscere ai giochi funzioni e caratteristiche complesse e stimolanti per il dialogo tra storici e grande pubblico. La tipologia alla quale ci si rivolge è quella del gioco in tutte le sue declinazioni: gioco di ruolo dal vivo; video e table games; infine, esperienze virtuali con una componente ludica (prodotti quindi interattivi e partecipativi, ossia che prevedano l'interazione giocante). Tutti media attraverso i quali poter comunicare storia: un vantaggio, senza dubbio, ma anche una caratteristica problematica in certi casi. Tramite gli history games è infatti possibile interagire con il passato, talvolta trasformarlo o conoscerlo. Circostanze che rendono legittimo analizzare e riflettere sui contenuti e sulle narrazioni che i giochi a tema storico propongono: dalla raffigurazione, stereotipizzazione o accuratezza del passato rappresentato, oppure anche solo immaginato nel gioco, fino al rapporto che c'è tra il pubblico e l'idea che quest'ultimo ha del passato rispetto a quella che costruiscono le storiche e gli storici. A partire da questi aspetti, il presente numero monografico di «Farestoria» va ad indagare, con un'analisi ad ampio spettro, i giochi e i contesti ludici della nostra epoca per capire come essi interagiscono col passato, contribuendo a costruirlo nella sua percezione e conoscenza che se ne ha nella cultura di massa, e quale visione della storia offrono.
Area bombing. I bombardamenti anglo-americani sull'Italia durante la Seconda guerra mondiale
Costantino Di Sante
Libro: Libro rilegato
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2022
pagine: 184
La pubblicazione ricostruisce gli avvenimenti e le strategie utilizzate dagli anglo-americani nelle incursioni aeree sull'Italia durante la Seconda guerra mondiale. Il materiale documentario utilizzato, in gran parte inedito, ha confermato che la Penisola, anche se non con lo stesso impeto ed effetti distruttivi, fu sottoposta alle medesime strategie di area bombing (bombardamento a tappeto) sperimentate dagli Alleati in Germania e in Giappone. Grazie ai resoconti dei "Notiziari dell'Ufficio Contraerei", viene delineato un primo quadro complessivo degli attacchi aerei avvenuti in Italia tra il giugno 1940 e il marzo 1945. Questi provocarono il tracollo del "fronte interno" e l'indebolimento del morale della popolazione civile. Le relazioni stilate dall'"Ufficio" e dall'"Unione Nazionale Protezione Antiaerea" hanno consentito anche di comprendere quale fosse la conoscenza che le autorità militari italiane avevano dei metodi utilizzati dagli Alleati nella guerra aerea, quale fosse la capacità difensiva della contraerea e l'assistenza che le istituzioni italiane erano in grado di garantire ai sinistrati e agli sfollati. Nel volume sono riportate cartine, schizzi delle rotte degli aerei che effettuarono le incursioni e in parte quali furono le distruzioni e le vittime causate da alcuni dei principali bombardamenti sulle città italiane. Come caso di studio, con un ricco apparato fotografico, sono riportate le azioni aeree avvenute in Toscana dal giugno 1940 al settembre 1944.
Il De Martino. Storie voci suoni. Volume 33
Libro: Copertina rigida
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2022
pagine: 246
Con questo fascicolo la rivista «Il de Martino. Storie voci suoni» entra nel secondo anno della sua nuova vita. Alle spalle, un anno e mezzo di intenso lavoro redazionale, scambi proficui, discussioni fertili di idee e di prospettive per il futuro, culminate nella bella riunione - finalmente in presenza! - a Sesto Fiorentino, il 10 aprile scorso. Le presentazioni pubbliche dei numeri 31 e 32 hanno contribuito, inoltre, a stimolare il nostro impegno in una direzione aperta e dialogante con le molte comunità e i molti soggetti che si sono mostrati interessati alla proposta di guardare al contemporaneo «rimettendo occhi e orecchie sui territori», come scrivevamo un anno fa. A questo obiettivo rispondono senz'altro le preziose poesie di Fabio Franzin, poeta-operaio e operaio-poeta che ci porta la voce del distretto del mobile dell'Alto Livenza. «Una voce piena della rivoluzione deindustriale», la definisce Gilda Zazzara nella sua illuminante e altrettanto preziosa introduzione, mettendo sull'avviso il lettore: «può essere un po' urticante la sua opera per chi cerchi l'impegno, l'anelito di liberazione o anche una più tiepida fierezza del mestiere», ma questa è la cultura operaia della "periferia industriale" tra Veneto e Friuli. Il tema delle scritture - poetiche e letterarie - torna nel dialogo tra Luisa Passerini e Graziella Bonansea a partire dal romanzo di quest'ultima, Più che la notte, dedicato alla vicenda di Massimiliano Maria Kolbe: una densa conversazione tra due studiose, due storiche, intorno al tema cruciale del "dare parola" al passato, tra memoria, storia orale e letteratura. Il dossier tematico è dedicato al Vademecum per il trattamento delle fonti orali, presentato il 27 ottobre 2021 a Roma, con il contributo decisivo di Aiso: frutto di un lungo confronto interdisciplinare, il Vademecum - introdotto da Alessandro Portelli e presentato nei suoi punti qualificanti da Alessandro Casellato, Maria Francesca Stamuli e Silvia Calamai - è uno strumento fondamentale per tutti coloro che lavorano con le fonti orali e si occupano di archivi orali, e rappresenta un importante passo in avanti nella costruzione della "cassetta degli attrezzi" utile alla produzione e conservazione di fonti dalla forte complessità storica, metodologica e ontologica. Il ruolo rilevante degli archivi e, in particolare, la loro relazione con le fonti orali e sonore acquista un posto rilevante nella riflessione della nostra rivista grazie all'articolo di Virginia Niri.
Il centenario del Partito Comunista Italiano tra storia globale, locale e valorizzazione archivistica. Atti della tavola rotonda (Pistoia, 24 maggio 2021)
Libro: Copertina rigida
editore: I.S.R.Pt Editore
anno edizione: 2022
pagine: 72
Il volume raccoglie gli interventi che hanno animato la tavola rotonda organizzata il 24 maggio 2021 dall'Istituto storico della resistenza e dell'età contemporanea di Pistoia per riflettere sul Centenario della fondazione del Partito Comunista Italiano. In quella occasione l'Istituto ha puntato sulla valorizzazione delle differenze biografiche e anagrafiche degli invitati, cercando di dare conto degli approcci storiografici di più lunga data, ma anche di quelli maturati negli ultimi decenni. Il tentativo è quello di contribuire allo sviluppo di nuove linee di ricerca in campo storico-antropologico nello studio della storia del PCI. Quello che si propone è un proficuo intreccio tra punti di osservazione e metodologie differenti. È partendo da questo volume che l'Istituto spera di poter dare il suo apporto tanto per l'analisi delle vicende legate al più importante partito comunista dell'Europa occidentale, quanto per aprire spazi di confronto capaci di andare oltre specifiche ricorrenze.