La Casa Usher
Una educazione intellettuale. Saggi su di sé, su Foucalt e su altro
Alessandro Fontana
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2018
pagine: 160
Il volume nella prima parte configura una vera e propria autobiografia intellettuale di Alessandro Fontana, sullo sfondo di una ricostruzione storico-genealogica di vicende e vicissitudini teoriche e politiche che potrebbero essere valide per un'intera generazione. Prosegue con una selezione di scritti distribuiti nell'arco di circa quarant'anni, che mantengono una grande validità pedagogica. La seconda parte infatti comprende gli scritti su Foucault, del cui progetto filosofico e storico, teorico e genealogico, Fontana ha dato conto criticamente, senza tradirne la complessità e la problematicità. Nella terza parte sono selezionati testi dedicati a Deleuze e ad altro. Leggere i testi che Fontana ha dedicato a Foucault e a Deleuze ci pare un'urgenza in un tempo in cui il loro pensiero viene sempre più assimilato alle regole dei saperi e dei discorsi dominanti, da quelle dell'Accademia a quelle della comunicazione giornalistica.
Canovacci di iconografia. La regia pensata: lezioni aperte verso una nuova disciplina teatrale
Arnaldo Picchi
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2017
pagine: 458
Come descrivere e condividere il lavoro teatrale? Parlarne è difficile. Ma nei suoi 35 anni in scena e in cattedra Arnaldo Picchi mira proprio a questo: a immaginare la regia. Sceglie l'iconografia - il dialogo con le immagini - come prassi per disciplinare il lavoro teatrale, dotandolo di un lessico, sistemi di ricerca e criteri di scelta. Con Picchi l'iconografia diventa teatrale perché "tutte le immagini sono teatrali"; tutti i testi sono "immagini in potenza"; ogni allestimento nasce da "un immaginario in comune". L'iconografia teatrale è la regia pensata: non più mera documentazione del teatro già fatto, bensì strumento di orientamento nel Bilderatlas del teatro da farsi - modo di prepararsi, allenamento alla visione, sapere/vedere.
Pensare il teatro. Nuova teatrologia e performance studies. Culture teatrali 2017
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2017
pagine: 291
Esistono molte differenze fra la nuova teatrologia, ossia gli studi teatrali contemporanei di matrice europea-continentale, e in particolare italiana, e quelli anglosassoni-nordamericani arruolabili sotto le insegne dei "performance studies". Tuttavia si rintracciano anche numerosi punti di contatto, sui quali è interessante approfondire un dialogo che si è già timidamente avviato sulle due sponde dell'atlantico: uno di questi consiste sicuramente nel privilegiare in entrambi i casi i processi rispetto ai prodotti, da un lato, e ai sistemi astratti, dall'altro. Potremmo dire, per essere più precisi, che la nuova teatrologia considera le opere, siano esse testi o spettacoli, soprattutto dal punto di vista processuale e delle pratiche che le fondano, ovvero dal punto di vista performativo. Il che la porta a mettere l'accento, come fanno appunto anche i performance studies, sugli aspetti performativi dei fenomeni teatrali. Il presente numero di "Culture teatrali" è dedicato in gran parte alla documentazione del convegno "Thinking the theatre - New theatrology and performance studies", promosso proprio intorno a questi temi dalla CUT - Consulta Universitaria del Teatro e svoltosi presso l'Università di Torino nel maggio 2015. La sezione monografica ospita i contributi presentati al convegno da alcuni studiosi internazionali e una serie di rapporti sulle diverse sessioni di lavoro, a firma dei rispettivi curatori. Completa il volume una sezione di saggi, alcuni dei quali si pongono anch'essi nell'orizzonte dell'indagine sui metodi e le teorie caratterizzanti gli studi internazionali di teatro e performance: fra questi, una riflessione sulla nuova centralità dello spettatore, all'insegna del primato dei processi e delle pratiche; un'indagine sulla importanza decisiva delle abilità mimetiche nell'evoluzione della mente umana, a partire dalle teorie del neuroscienziato Merlin Donald; un excursus sulla storia della disciplina in Argentina; una ricognizione della teatrologia canadese dal punto di vista dell'intermedialità e dell'interdisciplinarità. Infine, vengono pubblicati uno studio sulle modalità d'approccio espresse dalla critica rispetto al fenomeno del teatro sociale d'arte e una indagine sulla persistenza dei processi narrativi all'interno della scena post-drammatica.
Carte semiotiche. Le immagini del controllo. Visibilità e governo dei corpi
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2017
pagine: 255
Visibilità e controllo. Nella loro interazione si dispiegano molte delle pratiche quotidiane, delle ossessioni securitarie e delle tattiche di resistenza che attraversano il mondo contemporaneo, punto estremo di quell'ideale disciplinare ottocentesco al quale Michel Foucault ha dedicato celebri pagine. Un tema che, oltre le pieghe dell'attualità cogente, ben si presta a saggiare l'efficacia diagnostica delle scienze della significazione e a valutare l'orizzonte epistemologico dell'interazione tra semiotica, estetica e teoria critica. Il volume si articola in tre sezioni, che individuano altrettanti ambiti di indagine: il plesso disciplina-sorveglianza come chiave di lettura delle politiche del controllo, le pratiche che ne sostanziano le funzioni nel quotidiano, le rappresentazioni che di esse ci forniscono le arti. La suddivisione non designa distinte aree tematiche o tipologie discorsive, ma gli snodi di una complessa mappa di problemi, oggetti e messe a fuoco sul rapporto fra il soggetto, le costrizioni esterne che determinano la sua condotta e il regime di visibilità e conoscibilità in cui questa si staglia. I contributi qui raccolti compongono dunque una costellazione variegata ma coesa nelle metodologie e nel campo d'indagine, all'interno della quale le posizioni si compenetrano e si completano reciprocamente attraverso un percorso che contempla oggetti (dal web ai flussi migratori, dal cinema alla topografia urbana, dalle pratiche corporee a quelle riabilitative), tempi e spazi differenti.
La regia teatrale in Italia, oggi. Culture teatrali 2016
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2017
pagine: 299
Al termine di una sfolgorante parabola artistica di oltre cinquant'anni, il 21 febbraio 2015 Luca Ronconi ci ha lasciato. Proprio in ragione dell'influenza esercitata dal grande regista sui processi di trasformazione della scena italiana di fine millennio, questa scomparsa sembra caricarsi di un forte valore simbolico. Cadendo, di fatto, in concomitanza col processo di profonda revisione critica delle pratiche registiche oggi in atto nel segno di un superamento o quanto meno di un indebolimento della nozione classica di regia, l'uscita di scena del Maestro par quasi diventare una metafora del tramontare di un mondo e del parallelo schiudersi di nuovi orizzonti. Pensato come omaggio alla "ricerca infinita" di Ronconi, questo numero di «Culture Teatrali» si propone così di tracciare un bilancio delle esperienze registiche nazionali odierne, interrogando il passato e il presente della regia italiana nel tentativo di indovinarne il futuro. Sul filo degli interventi qui raccolti, la crisi e le trasformazioni della regia contemporanea sono esplorate nei loro risvolti più disparati: la storicizzazione e l'analisi teorica del trasmutarsi delle pratiche sceniche odierne dialoga con la ricognizione delle corrispondenze tra regia e coreografia, con la mappatura delle emergenze registiche al femminile elette a campo di indagine privilegiato per lo studio dei nuovi codici di messa in scena e soprattutto con una analitica inchiesta intorno ai modi contemporanei della regia nel teatro per musica. Le interpretazioni degli studiosi cedono quindi il passo alle testimonianze degli artisti: in un intreccio vertiginoso di intuizioni, presagi e ricordi, ventitré campioni del nostro teatro, giustapponendo le loro impressioni, ci consegnano un suggestivo ritratto a più mani della regia oggi secondo gli uomini di scena. In perfetta continuità con le "anatomie registiche" della sezione monografica, la parte extramonografica della rivista ospita due preziosi contributi pensati per far luce sull'esperienza de reenactment e sul processo di rifondazione degli studi teatrali italiani.
Vado a prendermi gioco del mondo. Dal folle in Cristo a Bisanzio e in Russia al performer contemporaneo
Tihana Maravic
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2016
pagine: 239
Il folle in Cristo è una figura complessa. È allo stesso tempo un buffone, un profeta, un guaritore, un convertitore, un visionario. Il folle prende alla lettera le parole di san Paolo della Prima lettera ai Corinzi: si finge matto cercando l'insulto e il disprezzo, gira nudo e affamato per le vie della città, cerca di essere schiaffeggiato e maltrattato e fa di tutto per passare come "spazzatura del mondo". Abbandonata la vita solitaria e ascetica del deserto, decide di recarsi in città per "prendersi gioco del mondo" e smascherarne le falsità. In questa "antologia della sacra follia", il lettore viaggerà nel Medioevo bizantino e russo, tra i deserti dell'Egitto e della Siria, arriverà a Costantinopoli e terminerà il suo percorso a Kiev e a Mosca. Maravic mette in relazione la contraddittoria e paradossale figura del folle in Cristo con il teatro contemporaneo. I vari aspetti tipologici del 'salos' e dello 'jurodivyj' (forme della sacra follia nel Cristianesimo Ortodosso) sono avvicinati a immaginari strettamente teatrali: nel Teatro iconico viene studiata l'immagine del santo folle come entità passiva, simile a un attore-figura dotato di un corpo kenotico che si fa icona; nel Teatro come epifania dell'Altro il santo folle è messo in relazione con il trickster e con il buffone sacro; nel Teatro come trasformazione si scopre la sua natura apocalittica e filosofica. Questo studio restituisce vitalità a un custode di una conoscenza antica e dimenticata e serve da veicolo per una lettura filosofica e antropologica dell'arte attoriale e della funzione del performer.
Carte semiotiche. Strategia dell'ironia nel web
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2016
pagine: 180
Le cosiddette "pratiche ironiche" sono sempre più diffuse in rete e costituiscono un aspetto ormai peculiare della comunicazione. Queste prendono forma dagli utenti generatori di contenuti e contagiano (si tratta di pratiche virali) i vari ambiti del web. In esse si annidano nuove strategie di significazione e di produzione di senso che interessano la ricerca in campi disciplinari contigui come l'estetica, la filosofia del linguaggio e la semiotica. In questi ultimi anni le forme dell'ironia nel web si stanno trasformando in un vero e proprio modello retorico-comunicativo, una strategia che basa la sua efficacia sulla potenzialità semplificatoria nel lavoro intertestuale e sulla facilità con cui offre nuove prospettive di lettura, capaci di porre in risalto aspetti impliciti e non rilevati degli stessi fenomeni che "aggredisce" ironicamente. Le prospettive di analisi e i casi scelti dagli autori nei diversi interventi portano un contributo decisivo per l'interpretazione non solo del fenomeno dell'ironia, ma del sistema web nel suo complesso, delle pratiche comunicative attuali che si caratterizzano per nuovi paradigmi e nuove modalità espressive. L'intento è quello di delineare i fattori che caratterizzano l'uso dell'ironia in rete, di indagare le forme in cui si palesano questi contenuti e, soprattutto, di mostrare come la strategia dell'ironia rappresenti una linea di tendenza davvero preponderante nelle pratiche web.
Braccianti just in time. Raccoglitori stagionali a Rosarno e Valencia
Anna Mary Garrapa
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2016
pagine: 183
Rosarno è un piccolo comune calabrese emerso nelle cronache nazionali per la rivolta dei braccianti africani avvenuta nel 2010, che ha reso note le condizioni di vita e di lavoro degli immigrati impiegati nelle aziende agrumicole locali. A Rosarno, come in tante altre campagne d'Italia, sono migliaia i braccianti immigrati che raccolgono frutta e verdura di stagione. Lavorano sotto il controllo di "caporali", a nero o con contratti irregolari, e alloggiano in abitazioni di fortuna, spesso molto lontane dai centri abitati. L'autrice, con un'intensa ricerca sul campo, si è immersa nella dura realtà quotidiana del lavoro agricolo, nei progetti di vita di questi lavoratori e nelle avversità che incontrano continuamente. Non siamo davanti solo a uno straordinario reportage, perché Anna Mary Garrapa unisce l'inchiesta sociale alla ricostruzione della filiera economica dei prodotti agricoli, di cui gli immigrati costituiscono la parte più vulnerabile. Garrapa non si limita a studiare il caso calabrese, ma si spinge fino in Spagna, nelle pianure che circondano Valencia. Le aziende spagnole di agrumi vengono spesso descritte come un modello competitivo e virtuoso, lontano dalle difficoltà delle imprese calabresi. Eppure le forti somiglianze tra le due realtà che l'autrice scopre sono illuminanti per comprendere le tendenze in atto della "rivoluzione agroalimentare" e lo sfruttamento degli esseri umani e della terra.
La terza avanguardia. Ortografie dell'ultima scena italiana. Culture teatrali 2015
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2015
pagine: 301
Questo numero si apre con un'ampia sezione monografica dedicata ai nuovi linguaggi della scena attuale: il teatro degli anni Dieci del nuovo millennio o, più comunemente, degli "anni Zero". Un teatro difficilmente classificabile, malgrado le etichette coniate per tentare di mettere ordine nel rutilante presente artistico. In questo senso gli interventi e gli studi di caso qui raccolti non si limitano a indagare le tendenze in atto, tanto meno enunciano dei meri orientamenti estetici, bensì articolano un percorso storico-critico in grado di restituire una rappresentazione plastica dei teatri presenti. Esito di un monitoraggio costante e di un tenace affiancamento di gruppi e artisti, questa raccolta ambisce a fornire coordinate che intreccino differenti piani e discorsi, tra cui quello strettamente organizzativo, con particolare interesse per quei luoghi di produzione e invenzione del nuovo che fanno di certi festival vere e proprie factories. Gran parte dell'interesse per quest'ultimo decennio di teatro riguarda infatti la storiografia della contemporaneità e i suoi rapporti con quello che è stato chiamato il Novecento teatrale. Da qui il titolo proposto, non senza un pizzico di deliberata provocazione: la terza avanguardia. Dopo le prime avanguardie storiche e la ripresa postbellica del filo interrotto con le seconde, la terza avanguardia apre a un nuovo, imprevedibile tempo del teatro.
Carte semiotiche. Immagini che fanno segno. Modi e pratiche di rappresentazione diagrammatica nelle informational images
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2015
pagine: 204
Diagrammi, mappe e grafici sono sempre più presenti, sulla scena mediale e nella vita quotidiana, sull'onda della necessità di dominare la complessità del mondo contemporaneo. Oggetti visivi diversi ma accomunati dall'essere informational images, per dirla con James Elkins, ovvero capaci di veicolare dati e concetti. Pur essendo molto diverse dalle rappresentazioni classiche di stampo figurativo, queste immagini hanno comunque un grande potere: quello di rendere visibile l'invisibile. Un tema, questo, su cui si interrogano la teoria delle immagini, i media studies, gli studi di cultura visuale e la semiotica, interessati al rapporto tra rappresentazione e linguaggio e allo statuto della rappresentazione diagrammatica nei confronti di quella pittorica. I contributi qui raccolti ruotano intorno a questo dibattito, a partire da approcci disciplinari diversi e da più oggetti di analisi - dalle interfacce videoludiche all'arte contemporanea, dal mapping nel cinema alle immagini scientifiche, dalle pratiche progettuali in architettura alla rappresentazione del territorio. Senza dimenticare la lezione di Guattari e di Deleuze sul diagramma, su cui Fabbri si sofferma nel suo saggio, e le riflessioni di Manovich su cosa significa, oggi, visualization.
Non gli ho detto del quadro di Oxford
Carlo Titomanlio
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2015
pagine: 295
Londra, 1970: il romanzo di un'ossessione inizia quando il giovane e inesperto mercante fiorentino Angelo Morganti acquista dall'enigmatico antiquario Benjamin Kahn, al prezzo di sole 1200 sterline, la Continenza di Scipione, tela attribuita ad Antoon van Dyck. Affare d'oro o truffa? E perché il venditore è stato così remissivo nella trattativa? Sembra l'avvio di un krimi o di una detective story e invece no. Dietro a un maquillage narrativo che attrae e incuriosisce, c'è una vicenda reale e clamorosa, una polemica che ha diviso e ancora divide critici, accademici e addetti ai lavori (molti di questi compaiono nel libro, profili e nomi di fantasia che lasciano forse far intravedere figure vere, sicuramente verosimili). Il segreto rivelatore è nel titolo: "Non gli ho detto del quadro di Oxford" è, in realtà, una frase estrapolata dalla lettera con cui, nella fiction, l'antiquario londinese che cede il Van Dyck a Morganti informa il proprio figlio dell'avvenuta vendita del dipinto. E il suo silenzio è colpevole: davvero, infatti, nella Picture Gallery del Christ Church College di Oxford, a tutt'oggi, si trova un quadro che viene presentato al pubblico come la Continenza di Scipione. Ma allora il quadro di Morganti è una copia? Oppure uno dei due non è ciò che viene dichiarato?
Glossario di regia. Cinquanta lemmi per un'educazione sentimentale al teatro
Arnaldo Picchi
Libro: Libro in brossura
editore: La Casa Usher
anno edizione: 2015
pagine: 412
Quella di un manuale in forma di glossario è la scelta che permette all'autore di elaborare un ricchissimo discorso sulla regia e sul senso del teatro dentro il nostro tempo, estraendo i propri materiali sia dalle note di lezione che da quelle di allestimento. Questo impianto aperto viene sviluppato, dopo la scomparsa di Picchi, da Massimiliano Briarava, suo collaboratore per molti anni e anch'egli docente e regista. Enciclopedico come i "Frammenti di un discorso amoroso" di Barthes, accademico come le "Lezioni americane" di Calvino, il "Glossario di regia" di Arnaldo Picchi è un'educazione sentimentale al teatro, in 50 lemmi da attraversare con la propria necessità o curiosità: il linguaggio è coinvolgente, interlocutorio e divulgativo, lo stile è mosso e intimo, la scrittura fonde scienza e poesia in un gesto vitale, una spinta a coinvolgere tutti in un gioco serio, un gioco vero, un vero e proprio "laboratorio per le idee".

