Le Lettere
Il bianco della luna
Nino De Vita
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 240
Quando un poeta si antologizza non fa soltanto una scelta delle sue poesie più riuscite o conosciute, ma si impegna a fornire al lettore le coordinate di un percorso che nel tempo ha assunto la forma di un dialogo col proprio mondo interiore e con la realtà che lo circonda. È il caso di questo volume di Nino De Vita. De Vita propone una selezione personale e al tempo stesso esemplare, partendo dalla prima raccolta, Fosse Chiti, per arrivare fino alla più recente, Tiatru, concludendo con una scelta di inediti che anticipa la direzione attuale della sua poesia. "Il bianco della luna" schiude le porte a una visione del mondo che nasce da uno dei suoi tanti ombelichi: per il poeta la contrada siciliana di Cutusìo, il cui lessico dialettale permea l'opera, che diventa così lo scrigno di parole altrimenti a rischio di perdersi senza memoria. Prefazione di Emanuele Trevi.
I fiaschi
Francesco Targhetta
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 178
Usciti in forma quasi clandestina, "I fiaschi" di Francesco Targhetta sono diventati negli anni un libro di culto, l'atto di nascita. In tanti si sono riconosciuti in questa straniante collezione di bevute e fallimenti (secondo il doppio significato del titolo), autodenigrazioni e slanci di rivolta, raccontati con amara quanto coinvolgente ironia. Il libro torna ora arricchito di un'ampia sezione inedita, che illumina di luce nuova l'intera raccolta. Prefazione di Raoul Bruni.
Admirabile commercium. La divinizzazione nei padri della Chiesa
Giordano Frosini, Andrea Vaccaro
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 366
“Admirabile commercium” è la formula che i padri della chiesa idearono per sintetizzare il cuore del messaggio cristiano, ovvero lo ‘scambio miracoloso’ tra il divino e l’umano, per cui Dio assunse la natura umana, affinché l’essere umano potesse divinizzarsi. Uno scambio ben impari, tutto a vantaggio dell’umanità e realizzato solo per amore e per grazia. A partire da Ireneo di Lione, la ‘formula dello scambio’ è divenuta, nei primi secoli, la carta d’identità dei cristiani. È forse giunto il tempo di rivalutarla. Oggi che i tratti ‘transumanisti’ di immortalità e onnipotenza vengono invocati con particolar prepotenza, il recupero del concetto cristiano di ‘divinizzazione’ è la preziosa risposta della teologia al desiderio più profondo che abita da sempre l’animo umano. Come è da intendere questa divinizzazione? A quale realtà allude? Nessuno può rispondere a questi interrogativi meglio dei padri della chiesa greci e latini, di cui questo libro offre, per la prima volta nella pubblicistica italiana, una ricognizione globale. Prefazione di Giuseppe Lorizio.
Autunno in Sardegna
Ernst Jünger
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 100
Il volume raccoglie tre testi, "San Pietro", "Serpentara" e "Autunno in Sardegna", uniti da un filo rosso agli scritti dedicati alla Prima guerra mondiale che hanno reso famoso Ernst Jünger. Egli approda in Sardegna animato da quella stessa volontà di rinnovarsi interiormente tramite la fuga da una civiltà moderna "lontana dalla terra" che lo aveva condotto sui campi di battaglia. Certo, Jünger è un testimone del suo tempo troppo lucido per non accorgersi che la Sardegna è un microcosmo arcaico prossimo al tramonto, in cui si vanno già moltiplicando i segni della modernità e dunque dell'"annessione alla tecnica planetaria". Tuttavia, l'Isola offre ancora la possibilità di aprirsi un varco verso la pienezza di vita della natura: Sardinia sive natura, si potrebbe quindi dire, dato che l'Isola è vissuta come un tripudio di forme e colori in cui si manifestano la potenza e la fecondità di una natura risacralizzata nel segno dell'immagine archetipica della Grande Madre. Uomini e fiere perdono, così, sotto gli occhi di Jünger, contorni netti per prendere parte ai "ludi bellici ed amorosi di partner animali nel sogno della vita".
Contro i ladri di libri. Maledizioni & anatemi
Lucio Coco
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 100
Il furto dei libri ha rappresentato nella storia sempre un rischio per qualsiasi biblioteca o libreria. Per questo motivo proprio per proteggere i libri da ladri e malintenzionati in tutte le epoche, oltre alle solite precauzioni (chiavi, armadi ecc.) sono stati escogitati metodi più inusuali come il ricorso ad anatemi e maledizioni. Alcune di queste, venate da una sottile ironia oppure latrici di neppure tanto velate minacce, sono state raccolte in questo libro che rappresenta per il tema e l'argomento un vero e proprio unicum editoriale. Con una nota di Edoardo R. Barbieri.
T. S. Eliot, Eugenio Montale e la modernità dantesca
Ernesto Livorni
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 160
La poesia di T. S. Eliot e quella di Montale sono cresciute agli occhi della critica letteraria soprattutto italiana secondo criteri di affinità che trovavano i loro punti fermi nell’esempio fornito da Dante a tanto modernismo inglese e statunitense, oltre che a quello italiano. Il libro si propone di esplorare alcuni capisaldi comuni alle poetiche dei due poeti in questione in rapporto alla lezione dantesca secondo tre direzioni fondamentali, raccolte nei tre capitoli che compongono il libro. Il primo capitolo affronta “le ragioni di affinità`” che hanno contribuito ad una lettura critica concentrata sulle similarità e sui punti in comune dei due poeti. Il secondo capitolo discute non soltanto la poesia dell’oggetto così come viene proposta da Eliot e da Montale, ma anche la questione della poesia stessa come oggetto del fare poetico. Il terzo capitolo prende in considerazione la congiunzione del motivo del viaggio come esplorazione da parte del soggetto verso la conoscenza di se stesso e del motivo della donna come forma di conoscenza dell’alterità per eccellenza. Chiude il libro un breve capitolo sulle traduzioni effettuate da Montale di alcuni componimenti di Eliot.
Gli egoisti
Federigo Tozzi
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 110
Nel corpus narrativo di Federigo Tozzi un romanzo come "Gli egoisti" rivendica una posizione singolarmente originale. Affidandosi di nuovo alla scrittura e proiettandosi in un personaggio protagonista come il musicista Dario Gavinai, Tozzi aggiorna un proprio impegno allegorico, rappresentativo e decifrante, messo al servizio delle esigenze di quel "romanzo interrogativo" così ben delineato, nelle sue mappe storiografiche di afferenza italiana ed europea, da Giacomo Debenedetti. Redigendo "Gli egoisti" Tozzi scrive in effetti un ulteriore capitolo del suo ideale, unico, grande romanzo a sfondo autobiografico: la propria «vita scritta». L'elemento desunto dall'esistenza, letterariamente dislocato e rivissuto, investe in primo luogo, come di consueto, un inetto in balia delle sue velleitarie e insoddisfatte attitudini artistico-creative e dei suoi ambigui sentimenti. In un'ambientazione delle vicende non più senese ma romana, anche l'intero cast delle presenze convocate dalla trama rimanda puntualmente alla vita dello scrittore: da Albertina Marelli al Carraresi, dal Papi al Giachi. L'accertabile derivazione autobiografica non impedisce tuttavia a Tozzi di trascenderla e sublimarla in arte, facendo del racconto di una contrastata storia d'amore - una storia d'amore inaspettatamente a lieto fine e proiettata sugli espressionistici scenari di una Roma di primo Novecento - una rigorosa indagine delle profondità della psiche.
Procedete nello spirito. Sermoni
Niccolò Cusano
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 150
Quella di Niccolò Cusano (Cues, o Kues, sulla Mosella, 1401 - Todi, 1464) fu una personalità poliedrica eccezionale. Dottissimo umanista, giurista, diplomatico, matematico, studioso di scienze della natura, filosofo - da molti considerato il padre della filosofia moderna - egli fu però soprattutto un teologo, erede della grande tradizione mistica medievale germanica, che proprio con lui sviluppò tutta la sua potenza speculativa. Se la riscoperta dell'importanza delle sue opere per la filosofia e la scienza moderna è cosa relativamente recente - dai primi del XX secolo - recentissima è quella del corpus dei Sermoni, imponente non solo per il numero, quasi trecento, ma anche per il valore teologico: ciascuno di essi, infatti, pronunciato in volgare tedesco ma poi ampliato e rielaborato in latino, è un vero e proprio piccolo trattato teologico. I Sermoni sono però innanzitutto testimonianza di quell'indefesso impegno pastorale che Cusano, vescovo di Bressanone, poi cardinale del titolo di San Pietro in Vincoli, sentì per tutta la vita come dovere primario. Conscio della crisi della cristianità del suo tempo, e persuaso, insieme, della sostanziale armonia tra filosofia e religione, Cusano cercò infatti di portare avanti una radicale azione riformatrice della Chiesa in capite et membris, in accordo con i papi Eugenio IV, Niccolò V, e soprattutto con l'amico Enea Silvio Piccolomini, papa Pio II. La riforma auspicata, come è noto, non vi fu; sempre a partire dalla mistica medievale tedesca, una ben diversa - lacerante - Riforma avverrà però comunque, mezzo secolo più tardi. Sono qui presentati, in prima traduzione italiana, dieci tra i più interessanti Sermoni predicati da Cusano tra il 1428 e il 1459, dunque lungo tutto l'arco della sua vita religiosa, in Renania, nella diocesi di Bressanone e a Roma.
«Uomo di penna e di pennello». Il doppio talento di Ardengo Soffici
Ruben Donno
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 345
Nel corso degli anni l'attività pittorica dell'intellettuale Ardengo Soffici è stata studiata separatamente da quella letteraria, e con maggiore attenzione. Questo studio, per la prima volta, desidera invece evidenziare la stretta aderenza e l'evidente influenza del doppio talento dell'artista di Poggio a Caiano, e il modo in cui egli subì il fascino delle nuove correnti artistiche italiane ed europee del Novecento. Il volume indaga approfonditamente la figura dello scrittore-pittore dal punto di vista del doppio talento, mettendo in parallelo i problemi teorici del visivo e del letterario alla luce delle influenze fiorentine, italiane ed extraeuropee, soprattutto francesi, che agirono sulla sua formazione. Soffici ne emerge così come una figura necessaria e imprescindibile, punto di snodo e, al contempo, di approdo, per comprendere le dinamiche artistiche, figurative e letterarie che si affacciavano al nuovo secolo e la loro interazione con il nuovo concetto di modernità. Prefazione di Valter Leonardo Puccetti. Postfazione di Floriana Conte.
Quaderno del nulla e altri testi
Dina Ferri
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 270
Dina Ferri, primonovecentesca «poetessa pastora » delle campagne senesi prematuramente scomparsa poco più che ventenne, era abitata dalla poesia. Il suo "Quaderno del nulla", apparso per la prima volta postumo nel 1931, che qui si ripubblica accompagnato da suoi testi inediti finora del tutto sconosciuti, lo dimostra. È certo che una morte troppo prematura non consentì alla voce della Ferri di dispiegarsi e sviluppare compiutamente un graduale e articolato percorso di crescita e affinamento del suo dono, ma già quello che il suo libro e i testi a esso affiancabili propongono al lettore è sufficiente a situare in maniera significativa e indelebile la sua figura e il suo operato nel panorama della poesia italiana di primo Novecento. Spetta di diritto all'«incompiuto canto» di Dina Ferri questo posizionamento storiografico culturalmente fondato, accertabile sulla base di quelle stesse conoscenze letterarie (la poesia di Pascoli in primis) di cui la giovane poteva disporre e che la sua produzione rende di primo acchito apprezzabili. Un pascolismo a sfondo naturale dipendente in primo luogo da Myricae che alla Ferri era possibile originalmente rivivere a contatto con la sua natura, secondo la propria quotidiana esperienza di contadinella vissuta tra i campi, i boschi e le pareti della sua casa (un «povero casolare da presepe» secondo Aldo Lusini). Una ragazza dedita al pascolo e alle fatiche rurali prima ancora che agli estetici lavori di ricamo che tanto le piacevano e a quella scrittura rivelatasi presto, per lei, come lo spazio espressivo d'elezione. (dall'Introduzione di Marco Marchi). Pubblicato postumo nel 1931 per le cure di Piero Misciattelli presso la casa editrice Treves di Milano, il "Quaderno del nulla" di Dina Ferri comprendeva una scelta di poesie e prose attinte da un quaderno su cui la Ferri aveva via via trascritto dai suoi elaborati scolastici ricordi, storie e impressioni della sua vita trascorsa fra i lavori dei campi e le amate letture. Alla riproposta della prima storica edizione del libro, questo volume affianca un nucleo consistente di testi finora inediti tratti dal testimone autografo superstite del "Quaderno del nulla" custodito nell'archivio di famiglia. Introduzione di Marco Marchi.
Gigliola Curiel. Una vita nella moda
Gaetano Castellini Curiel
Libro: Copertina morbida
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 219
Gigliola Curiel è stata una delle più importanti stiliste italiane del dopoguerra. Una donna forte, temprata dalle difficoltà, affascinante e corteggiata, geniale e capace. La sua vita si intreccia con i più emblematici avvenimenti storici del nostro Paese e con le maggiori personalità del mondo culturale italiano. Nipote di Ortensia, famosa sarta triestina, e sorella di Eugenio Curiel, partigiano e Medaglia d'oro al valore militare, Gigliola cresce spensierata in una città multietnica, circondata dall'intellighenzia triestina, tra cui Saba e i cantanti del Politeama. Fin da piccola, si appassiona alla moda e decora i suoi quaderni di scuola con schizzi di vestiti che fa realizzare dalle sarte della città. Siamo negli anni del delitto Matteotti quando il fascismo comincia a consolidare il suo potere e presto tutto il Paese dovrà fare i conti con i piani di Mussolini. Nel 1938, in seguito alle leggi razziali e alla prematura morte del padre, la famiglia Curiel è costretta a lasciare Trieste, sparpagliandosi per il Paese. Stabilitasi a Roma negli anni della guerra, Gigliola grazie all'aiuto di un amico, si trasferisce all'Hotel Plaza, sede delle SS, dove crede che nessuno verrà a cercarla. In quei giorni confusi, sotto le bombe che flagellano la apitale, Gigliola è costretta a barcamenarsi tra il suo sogno di lavorare nella moda e le necessità della guerra. Dopo l'arresto del fratello Sergio, sarà costretta a fuggire di nuovo, in attesa che gli alleati liberino la città. Sarà prima a Todi, poi in Campania, dove tramite il fratello fornirà aiuto ai partigiani che sostengono l'avanzata alleata. Qui conosce Nino Brozzetti. I due si innamoreranno perdutamente dando vita a una storia passionale e tormentata. Gigliola, una donna forte e determinata, continuerà nel suo progetto e nel 1945, al termine della guerra, tornerà a Milano per fondare la sua casa di moda. I successi del marchio Curiel furono numerosi. La stilista, amata dalle grandi dame milanesi, apprezzata anche da Camilla Cederna, diventerà in breve tempo una delle più seguite della città e i suoi vestiti sfileranno più volte alla prima della Scala. Gigliola è imprenditrice dinamica e capace ma dovrà fare i conti anche con le figlie, Gabriella, nata dall'amore con Nino e soprattutto Raffaella che ormai diciottenne passa sempre più tempo in sartoria. Raffaella ha il carattere testardo e determinato della madre che, dopo alcuni anni di litigi, metterà alla prova la figlia, affidandole una collezione.
La religione della libertà e altre conferenze americane su Europa e umanismo
Lauro De Bosis
Libro: Libro in brossura
editore: Le Lettere
anno edizione: 2020
pagine: 140
Il volume raccoglie alcuni scritti saggistici di Lauro de Bosis (1901-1931), già tradotti e pubblicati nel 1948 da Gaetano Salvemini, con note di Mario Vinciguerra, per la collana “Biblioteca Leone Ginzburg (Documenti e studi per la storia contemporanea)” dell’editore De Silva di Torino. È arricchito inoltre da un’appendice con le lettere finora inedite indirizzate da de Bosis a Benedetto Croce tra il 1924 e il 1930. Il titolo del libro riproduce quello scelto da Lauro per una delle sue conferenze americane, chiaramente ispirato alla “Storia d’Europa nel secolo decimonono” di Croce, che de Bosis fece in tempo a leggere negli Atti della Accademia di Scienze Morali e Politiche dove apparvero nella primavera del ’31 alcune anticipazioni, e in modo particolare il primo capitolo dell’opera:” La religione della libertà”. Si intende in questo modo richiamare l’attenzione su una straordinaria figura di antifascista prossima a scivolare nell’oblio, sulla sua leggendaria fama di violatore del cielo fascista di Roma, sulle idealità e sulla filosofia in cui metteva radici la sua azione, sulla sua matura statura di oppositore ad ogni forma di totalitarismo – di destra e di sinistra –, sulla sua lodevole funzione di ambasciatore della “civiltà italiana” negli Stati Uniti, sulla sua lungimirante intelligenza cosmopolitica e internazionalistica, anticipatrice per molti versi del futuro europeismo. Prose lucide e vibranti, realistiche e epiche al tempo stesso, a testimonianza del valore ideale della “civiltà italiana” ancora oggi tutelata dalla Lauro de Bosis Postdoctoral Fellowship istituita presso la Harvard University.

