Limina
Le parole del futuro. La ballata di Nichi Vendola
Gianluca Arcopinto
Libro: Prodotto composito per la vendita al dettaglio
editore: Limina
anno edizione: 2010
pagine: 67
L'emozione che nasce dalla rabbia. La sfida impossibile. La parola che genera il sogno. La fiammella di speranza che si accende. L'orgoglio di essere dalla parte di chi perde. Il respiro irregolare dei bambini. La gioia di avere vinto, per una volta. La guerra da cui può rinascere la vita.
Tutti figli di San Martino. Storia di un ralley diventato leggenda
Beppe Donazzan
Libro: Libro in brossura
editore: Limina
anno edizione: 2010
pagine: 134
Alla riunione della Bissano Corse, il giovedì sera alla Birreria Ottone, non mancava l'accenno alla salita del Manghen. Se ne parlava tutto l'anno, con rispetto. E più si avvicinava l'evento del San Martino e più quel nome diventava magia. Un luogo sperduto, che sembrava lontano da raggiungere. Nessuno sapeva che era una strada militare scavata sui costoni del Lagorai, teatro di violenti scontri tra austriaci e italiani, durante la prima guerra mondiale. Quel puntino sulla carta geografica, quota 2047 metri sul livello del mare, era, invece, l'obiettivo assolutamente certo della spedizione nei giorni del rallye. Un viaggio, perché di vero e proprio viaggio si trattava, che pianificavamo con mesi di anticipo. Non appena filtravano le prime notizie sul percorso e sugli orari di passaggio... Per tutti era un sogno, il sogno di allora... Era come a Pamplona, una corrida a quattro ruote...
Da Maradona a De Laurentiis. Trionfi, crack e rinascita della Società Sportiva Calcio Napoli
Manuel Parlato
Libro: Libro in brossura
editore: Limina
anno edizione: 2009
pagine: VI-137
Il racconto di trent'anni di Calcio Napoli, anni tra i più emozionanti, beffardi e travagliati della storia del Club azzurro, divisi a metà tra gioie e dolori. Dalla tribolazione di salvezze agguantate all'ultima giornata ai trionfi dell'epoca maradoniana, che regalerà il primo storico scudetto, il 10 maggio 1987. Dalla scalata inarrestabile all'Olimpo del calcio alla discesa negli inferi della B, dal ritorno tra le grandi alla notte in cui il suo campione, Diego Armando Maradona, trovato positivo all'antidoping, deve abbandonare la città come un ladro. Inizia in quel momento il declino inesorabile della squadra, inserita in una città storicamente invischiata in un mare di problemi: camorra, delinquenza, disoccupazione. È il 1991. Orfano di Maradona, l'argentino con la faccia da scugnizzo che l'ha preso per mano e condotto prima a sfidare e poi a vincere lo strapotere delle squadre del Nord, inizia il decennio più amaro del Club. Un tracollo vertiginoso, tra i drammatici bilanci in rosso e la svendita totale dei talenti nel tentativo di evitare il crack economico-finanziario. Sono gli anni del passaggio, alla guida del Napoli, da Feriamo a Corbelli, poi a Naldi, imprenditore del settore alberghiero. Ma la musica non cambia e O Club è ingoiato da un buco di 80 milioni di euro. Ma proprio quando sembra inevitabile la rinuncia al sogno, l'arrivo del produttore cinematografico Aurelio De Laurentiis. Da qui riparte sfida per risalire di nuovo le vette del calcio che conta.
Da Kinshasa a Las Vegas via Wimbledon. Forse ho visto troppo sport
Rino Tommasi
Libro: Libro in brossura
editore: Limina
anno edizione: 2009
pagine: VIII-302
Si può a ragione sostenere, infatti, che Rino Tommasi rappresenti uno di quei felici e sempre più rari casi in cui lavoro, divertimento, competenze e esperienze di vita perdono i loro tradizionali confini di separazione. Innamorato dello sport in quanto tale lo ha praticato, lo ha promosso, lo ha raccontato, lo ha commentato, dedicandogli tempo, intelligenza, energie, studio, talento. Nato a Verona nel 1934 e laureato in Scienze Politiche con una tesi sull'organizzazione internazionale dello sport, è stato negli anni Sessanta il più giovane organizzatore pugilistico nel mondo, il primo in Italia. Discreto tennista, è stato per quattro volte campione italiano universitario, partecipando a tre Universiadi e conquistando due medaglie di bronzo, una in singolare a San Sebastian nel 1955 e una nel doppio misto nel 1957 a Parigi. Ha iniziato la carriera giornalistica a "Tuttosport", quindi è stato inviato della "Gazzetta dello Sport", per la quale scrive ancora, oltre che per il "Gazzettino" di Venezia e il "Tempo" di Roma. Nel 1981 è stato il primo direttore dei servizi sportivi dell'appena nato Canale 5 e nel 1991 il primo direttore dei servizi giornalistici di Telepiù. Da giornalista ha seguito 12 edizioni dei Giochi Olimpici, per la televisione ha commentato più di 400 incontri valevoli per un titolo mondiale di pugilato, 7 edizioni di Super Bowl e 135 tornei del Grande Slam. Attualmente commenta il pugilato per il canale digitale Dahlia TV.
Epopea ultrà
Giuseppe Manfridi
Libro: Libro in brossura
editore: Limina
anno edizione: 2009
pagine: VI-254
Dai secondi anni Ottanta all'inizio del nuovo secolo e oltre. Nell'arco di un ventennio il mondo del calcio è profondamente cambiato, com'è cambiato quello dei suoi fedeli e la maniera di officiarne i riti. "Epopea ultra" è una storia che attraversa queste trasformazioni raccontando le crescite e i drammi di destini paralleli. Da quello di Vincenzo, nome di battaglia Vinz, capotifoso carismatico quand'era ragazzo e padre appassionato quando si avvicina ai cinquanta, a quello di Angelo, un agente di polizia che ha legato la sua vita alla fragile Carmela e alla piccola Teresa, una bimba per la cui sorte sarà costretto ad affrontare lotte durissime. I due uomini, entrambi raccontati nei loro passaggi di età, non si conoscono, non sanno nulla l'uno dell'altro, ma il giorno in cui le loro strade si incroceranno, l'evento si rivelerà fatale. Un'Italia sdrucita e malata fa da sfondo alle loro vicende. Un'Italia divenuta territorio di caccia per forze brutali che si aggirano ad attizzare violenza laddove se ne offra la minima occasione. Un'Italia in cui politica di basso conio e connivenze malavitose aggrediscono alle radici lo slancio puro di una passione che ancora vorrebbe vedere proiettati nel simbolo di una maglia i colori del sogno.
Gli occhi tristi della Pantera Nera. Vita di Eusebio da Silva Ferreira
Andrea Bacci
Libro: Libro in brossura
editore: Limina
anno edizione: 2009
pagine: VI-117
Eusebio Da Silva Ferreira è l'icona vivente del calcio portoghese. Ma non solo. E stato l'unico giocatore europeo che negli anni Sessanta ha potuto essere paragonato al grande Pelé. Eusebio, come semplicemente è passato alla storia del calcio mondiale, era un ragazzo africano di una colonia portoghese, il Mozambico, che a diciannove anni arrivò con il suo carico di sogni e speranze in una delle più forti squadre europee, il Benfica. Figlio di un bianco portoghese e di una donna nera, Eusebio ha incarnato per quindici anni il calcio lusitano nella sua essenza finora irripetibile: dotato di un fisico potente e compatto, di un dribbling in velocità al limite della perfezione, di un tiro preciso e micidiale che ne ha fatto uno straordinario realizzatore di gol di rara bellezza. Come un romanzo la sua giovinezza e la sua camera, i suoi gol e le sue imprese. Rimarrà tutta la vita il ragazzo semplice con i piedi per terra, la Pantera Nera con gli occhi tristi e il cuore rivolto alla città africana in cui era nato. Una pantera arrivata dalla savana per dare spettacolo e far sognare i tifosi, ma stretta in uno stadio come in una gabbia. Segnare tanti gol e portare la sua squadra alla vittoria era il suo destino. E la sua condanna.
C'era una volta il buio. La dura lotta di Giacobbe Fragomeni
Valerio Esposti
Libro: Libro in brossura
editore: Limina
anno edizione: 2009
pagine: 97
Il 24 ottobre 2008 Giacobbe Fragomeni vince il titolo mondiale Wbc della categoria massimi leggeri. Con questa vittoria il pugile milanese ha raggiunto un traguardo a cui ambiva da anni, coronando una carriera di sacrifici e sofferenze. Aveva iniziato a boxare all'età di 21 anni per lasciarsi alle spalle un'esistenza segnata da drammi personali e familiari. L'incontro casuale con il pugilato gli cambierà per sempre la vita. Nei Dilettanti vince titoli e campionati a livello internazionale; nei Professionisti, nonostante un gravissimo infortunio, diventa un campione e l'icona vivente del riscatto per chi è cresciuto, come lui, in un quartiere di periferia. Oltre i successi sportivi, la boxe gli regalerà, grazie alla passione e alla disciplina, la vittoria nella sua personale sfida contro la vita di un tempo. L'autore ripercorre le tappe fondamentali di questo straordinario percorso, umano e sportivo, - che per il suo epilogo potremmo definire "una favola dei nostri giorni", - attraverso gli incontri, le interviste, i colloqui con il protagonista, e che hanno trovato nel tempo un filo conduttore: raccontando la sua carriera di pugile, Giacobbe riesce a far emergere quel buio in cui si era smarrita la sua vita passata. Rivelarlo è una scelta consapevole, e possibile, perché si tratta di un passato che non esiste più. Quella che ne viene fuori è una storia cruda, dura, ma anche esaltante, di una rinascita, di un ragazzo allo sbando diventato un grande atleta, ma soprattutto un uomo.
Quel Roma-Liverpool di un mercoledì da cani
Massimiliano Graziani
Libro: Libro in brossura
editore: Limina
anno edizione: 2009
pagine: VIII-132
"Incassato il ko ce ne tornammo a casa. L'uscita dallo stadio era una processione mesta. Si sentiva solo la risacca di caffè Borghetti che scorreva sotto i piedi della gente che sciamava. Il tintinnio dei cilindretti di plastica che rimbalzavano sull'asfalto, passando dì piede in piede, in una continuazione subliminale di partita. Attraversammo tutta la città a piedi. Tiravamo come i protagonisti di 'The Day After', sopravvissuti a un disastro emotivo. Ci muovevamo in una metropoli cristallizzata nel momento del rigore decisivo, li tiro finale di Kennedy era straripato dallo stadio con lo stesso effetto dell'eruzione su Pompei. lungotevere, Circo Massimo, Terme di Caracolla e poi tutta la via Cristoforo Colombo fino alla Piera dì Roma. Arrivammo a casa che era quasi mattina. Al Circo Massimo, davanti al megaschermo dal quale avevano seguito la partita in centomila, c'era Antonello Venditti che avrebbe dovuto celebrare il trionfo. Suonava e cantava lo stesso, malgrado la tristezza, ma noi decidemmo di non fermarci. Tornammo a casa, io e mio fratello, senza dire una parola. Camminavamo sulla Cristoforo Colombo deserta, e tenevamo ancora strette fra le dita le bandierine gialle e rosse distribuite in curva prima della partita perla coreografia. Una per mano, come due segnalatori pronti a indicare la posizione di una improvvisata pista di atterraggio. Eravamo ancora con la testa sul prato dell'Olimpico prima del tiro di Kennedy". Prefazione di Bruno Pizzul.
Quando il Milan era un piccolo diavolo
Sergio Taccone
Libro: Libro in brossura
editore: Limina
anno edizione: 2009
pagine: XI-98
Il volume racconta ed analizza il periodo più difficile della storia rossonera: gli anni dal 1980 al 1983, le stagioni della doppia retrocessione in B: la prima per lo scandalo del calcio-scommesse, l'altra dopo un campionato caratterizzato da un'impressionante mediocrità. In mezzo alle due discese del Milan nel purgatorio calcistico, s'inserì la conquista della Mitropa Cup, trofeo ignorato nella bacheca di via Turati, fatto cadere nell'oblio perché conquistato nella settimana della seconda retrocessione. Nel libro di Taccone sfilano personaggi di un calcio non ancora fagocitato da un esasperato show-business o da spezzatini di calendario per esigenze televisive. C'è Franco Baresi, ai primi anni della lunghissima e trionfale carriera. Nonostante quel triennio allucinante, decise di rimanere al Milan, legandosi a vita con il club rossonero a differenza di Fulvio Collovati, tra i pilastri rossoneri dalla fine degli anni Settanta, che nel 1982 scelse l'Inter. Tirando le somme ebbe ragione Baresi, la cui fedeltà al Milan venne ripagata con la messe di titoli nazionali e internazionali conquistati tra il 1988 e il 1996. C'è lo scozzese Joe Jordan, detto "lo squalo", arrivato nell'estate del 1981, primo straniero a vestire la casacca rossonero dopo la riapertura delle frontiere, subito amato dai tifosi che in quelle stagioni da incubo seguirono la squadra con l'entusiasmo delle annate trionfali. Le vicende calcistiche s'intrecciano con quelle umane.
Come nessuno. Adrian Mutu, la consacrazione di un fenomeno
Matteo Morandini
Libro: Libro in brossura
editore: Limina
anno edizione: 2009
pagine: VI-152
Che cosa fa la differenza tra un campione e un giocatore normale? La classe, senza dubbio, il talento, i trofei vinti, ma questi sono ingredienti che possono non bastare. Perché puoi anche essere un fenomeno in mezzo al campo, ma perderti quando i riflettori dello stadio si spengono e si accendono quelli della fama, della gloria facile, delle amicizie sbagliate. E puoi cadere da quelle altezze e non avere poi la capacità per rialzarti, per rimettere sullo stesso binario il campione e l'uomo, il talento e la responsabilità che questo comporta. Tutto questo e molto di più è Adrian Mutu, campione indiscutibile, arrivato giovanissimo in Italia dalla provincia sperduta della Romania con le stimmate del predestinato, l'erede di Hagi consacrato nella provincia italiana a suon di gol e giocate sopraffine e poi caduto nella polvere di una Londra che doveva essere un sogno ed è stata un incubo. Un campione che si è rialzato più forte di prima, tornato in Italia grazie a Luciano Moggi, che di lì a poco sarebbe finito nel fango di Calciopoli ma che non ha mai dubitato delle potenzialità di "Adi". Un campione che, per strani incroci che solo il destino può architettare, sarebbe diventato il Fenomeno con la effe maiuscola arrivando a Firenze grazie alla caduta in serie B dell'odiata (dai fiorentini) Juventus, riabbracciando il suo "maestro di vita" Cesare Prandelli.
Perché Pato. La storia di un futuro campione
Giancarla Tenivella
Libro: Libro in brossura
editore: Limina
anno edizione: 2009
pagine: VIII-313
Ha quasi vent'anni ma è dotato di un talento rarissimo, e a dispetto della sua giovane età è serio e responsabile. Non ancora maggiorenne ha fatto innamorare di sé mezzo mondo calcistico dimostrando di avere tutte le caratteristiche per diventare un grande campione. Dall'approdo all'International di Porto Alegre alla Nazionale verdeoro fino alla trattativa che lo ha portato al Milan. Con tutti i retroscena che hanno visto l'abile dirigente rossonero Leonardo, suo talent scout, battere la concorrenza di Chelsea, Inter e Real Madrid, riuscendo a portare il giovane astro carioca in Italia, dove ha potuto finalmente incontrare Ronaldo - idolo di Pato bambino, - oltre Kakà, Ronaldinho e tanti altri fuoriclasse. Lo stesso Ancelotti dopo i primi allenamenti si è lasciato andare a una dichiarazione forte: "Siamo di fronte a un vero e proprio fenomeno, trascinerà il Milan a grandi successi e un giorno vincerà la classifica dei capocannonieri". Un autentico presagio, visto che al debutto a San Siro contro il Napoli ha siglato un magnifico gol. Solo il primo di una lunga lista, uno più bello dell'altro. Bambino maturato precocemente anche attraverso l'esperienza di un dramma personale, oggi la sua vita sembra una favola, allietata pure dalla romantica storia d'amore con la giovanissima attrice brasiliana Stephany Brito, diventata proprio in questi giorni sua moglie. (Prefazione di Darwin Pastorin)
Daniele de Rossi. Il mare di Roma
Tonino Cagnucci
Libro: Libro in brossura
editore: Limina
anno edizione: 2009
pagine: 213
"Daniele riceve col cuore. Roger, stop di petto, ricevuto. E lo dà alla curva. Cosa? Il pallone, il suo cuore, un altro mondo possibile. Un'emozione. De Rossi diventa il mare. Sale, s'ingrossa, cresce, tracima, straripa, dilaga, inonda, fuoriesce. Canta tutte le libertà stonate che sono le più belle, percorre ogni girotondo, urla e parte per la rivoluzione lasciando i bambini a casa per il bene del mondo; è la fanfara e la banda prima dell'ora di cena d'estate, la scuola chiusa per la finta bomba, i colori dell'edicola, il ritorno dalla prima vacanza da grande, l'ultimo autogrill prima di casa, Push dei Cure ballata di notte sui ghiacci, una scena notturna di Se mi lasci ti cancello, un valzer suonato dai Sex Pistols, Disorder dei Joy Division... E quello che racconta la sua corsa verso i tifosi della Sud. Quando è così il calcio è una bella cosa, è una bella cosa vedere un'emozione. De Rossi bacia la maglia della Roma con quella fretta, quella furia e quell'ansia che solitamente si hanno quando capitano potenziali disgrazie..."