Zandonai
Suppliziario salgariano
Libro: Copertina morbida
editore: Zandonai
anno edizione: 2011
pagine: 97
Tra coraggiosi ribelli, intrepidi capitani di navi in burrasca e combattenti formidabili, la fantasia di Salgari ha generato personaggi destinati a sedurre generazioni intere di lettori, e a diventare icone, quando non di moralità, almeno di una certa attitudine nei confronti dell'esistenza. Ebbene, è proprio di tali eroi senza macchia e della loro allure che il Suppliziario rifiuta di dar conto - salvo qualche rara eccezione - con rigorosa fermezza. I protagonisti di questi settantotto impressionanti episodi, infatti, sono poveri sventurati e feroci criminali, tronfi sovrani e umili servitori, comparse spesso anonime accomunate da una parentesi di agonia o da una fine straziante. Dopo oltre un secolo di assoggettamento ai più noti compari, essi ricevono un meritato tributo qui, in questo catalogo di spaventevoli supplizi, selezionati tra le pagine sahariane più truculente ed efferate. È a loro, oltre che alla memoria del "re dell'avventura", che questo repertorio della crudeltà umana è dedicato, nella speranza che il sovrano distacco del suo indimenticato autore possa rappresentare un valido antidoto all'imperante voyeurismo. Con un'introduzione di Santi Urso.
Guerra senza battaglie. Una vita sotto due dittature
Heiner Müller
Libro: Libro in brossura
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 370
A oltre quindici anni dalla morte, Heiner Müller resta, insieme a Bertolt Brecht, il maggiore drammaturgo tedesco del Novecento e tra i più acuti interpreti delle travagliate sorti del proprio Paese, prima e dopo la svolta del 1989. "Una vita sotto due dittature", come recita il sottotitolo di questa intensa autobiografìa, riassume il percorso di un artista multiforme e controverso, che dopo l'inquieta giovinezza nella Germania hitleriana ha attraversato, da protagonista suo malgrado, l'intera vicenda storica della DDR, dalla nascita fino al clamoroso tracollo. La sua vita e la sua opera si rivelano emblematiche per indagare il complesso rapporto fra un intellettuale del suo calibro e il potere, da cui è scaturita una singolare commistione di atteggiamenti opposti: fedeltà e dissenso nei confronti del regime, vocazione al conflitto e opportunismo strategico. Dal suo racconto - conciso e quasi epigrammatico, ricco di aneddoti e battute fulminanti - affiora via via, in un gioco straniante di maschere, l'autoritratto di un Paese, la DDR, schiacciato tra utopia e repressione, prigioniero di illusioni e inganni che l'autore svela con implacabile lucidità. Un Paese amato e odiato, contro il quale Müller ha combattuto, con le sole ma affilatissime armi del paradosso e dell'ironia, un tipo di guerra particolare, quella che non prevede battaglia.
Fino all'ultimo respiro
Rade Serbedzija
Libro: Libro in brossura
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: XI-440
"L'ultimo decennio jugoslavo ha avuto le sue stelle e le sue icone culturali. Per la letteratura c'era Danilo Kis e per il teatro Rade Serbedzija". Parola di Miljenko Jergovic. Tuttavia Serbedzija non è stato soltanto un indimenticabile Amleto e un intenso Re Lear, un geniale interprete di Brecht e Ibsen, né si è limitato a prestare il suo volto e il suo sguardo ipnotico ai più importanti registi jugoslavi prima di approdare a Hollywood. Talento poliedrico, artista istrionico e ribelle, Serbedzija ha attraversato gli anni cruciali della Jugoslavia da protagonista, sempre sopra le righe: dalla Primavera croata alle irriverenti esibizioni davanti ai gerarchi di Partito; dagli incontri con Krleza, suo padre spirituale, ai vecchi amici travolti dalla deriva nazionalistica; dall'urlo disperato della Sarajevo assediata alla sofferta fuga all'estero e al ritorno da "traditore". E la sua vicenda artistica e umana si è a tal punto intrecciata alla storia di un Paese che non esiste più, da trasformarsi nella biografia di un'intera nazione, schiacciata dalle sue stesse utopie. Forse per questo il grande attore riesce a raccontarci con vivezza - e senza mai ripararsi dietro una maschera di cinismo - che cosa significhi essere rimasti orfani del proprio Paese, della propria storia personale, sentirsi estranei e soli ovunque, anche "a casa". E che cosa significhi il coraggio di una vita da autentico mattatore, sempre alla rincorsa, voluttuosa fino all'ultimo respiro. Prefazione di Miljenko Jergovic.
Mia è la vendetta
Friedrich Torberg
Libro: Libro in brossura
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 83
In una nebbiosa giornata di novembre del 1940, sul molo del New Jersey, un uomo attende i suoi amici provenienti dall'Europa. Più volte la sua attenzione è attratta dalla figura scarna e curva di uno straniero sulla quarantina che si aggira inquieto nella sala arrivi e sul pontile di sbarco, trascinando vistosamente la gamba sinistra. Quando gli chiede chi stia aspettando, lo straniero risponde che sono tanti, settantacinque, quelli che dovrebbero arrivare, eppure non giunge mai nessuno. A tormentare lo straniero è il ricordo degli eventi accaduti poco tempo prima in un lager nazista sul confine olandese, dal quale è fuggito. Il comandante del campo Wagenseil sceglie una vittima dopo l'altra tra gli ottanta ebrei lì rinchiusi, e tortura le sue prede nel corpo e nell'anima al punto che esse decidono di darsi la morte. Nella baracca in cui i prigionieri si ritrovano ammassati si accende il dibattito fra due gruppi contrapposti: gli uni - rappresentati dal candidato rabbino Joseph Aschkenasy - ritengono di dover andare incontro al proprio ineluttabile destino lasciando la vendetta a Dio, gli altri pensano invece sia opportuno reagire. Perché mai non aggredire l'aguzzino durante i suoi interrogatori e, dato che non c'è via di scampo, non trascinare anche lui nella morte? In questa narrazione, pubblicata nel 1943 durante l'esilio negli Stati Uniti, Torberg porta ai suoi più radicali esiti il dramma della non resistenza ebraica e il tema della legittima difesa.
È morto Tito
Marica Bodrozic
Libro: Copertina morbida
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 121
La morte di Tito, osservata da una prospettiva infantile, è l'evento da cui prende origine questa raccolta di racconti, tuttavia Marica Bodrozic sa sottrarsi a ogni luogo comune e vincolo politico, a ogni testimonianza forzata sulla perdita della patria o sul sanguinoso disgregarsi della Jugoslavia, consacrandosi poetico, malgrado tutto - per riprendere la celebre affermazione di Danilo Kis, amatissimo maestro, la cui influenza è qui palpabile. Marica Bodrozic riesce a dar voce con sorprendente naturalezza alla meraviglia e allo sgomento di una bambina che osserva gli abitanti dei villaggi dalmati, l'aspro paesaggio che li circonda e la spietatezza del loro destino. A catturare il suo sguardo consapevole e innocente al tempo stesso, attento a ogni vibrazione segreta, sono uomini perduti e donne abbandonate, creature alla ricerca di un'identità e di una casa, emigrati per i quali la scrittrice riesce a costruire una dimora di parole, un luogo dove riecheggi la loro unicità, una casa dove essi possano, almeno per un momento, fraternizzare e incontrarsi.
Freelander
Miljenko Jergović
Libro: Libro in brossura
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 192
Quando tutto nella vita è andato storto, come al professor Karlo Adum, vedovo e pensionato, il quale ormai fa affidamento solo su una buona e vecchia Volvo che in trent'anni non lo ha mai piantato in asso, è forse giunto il tempo di mettersi in viaggio, e di portare con sé una pistola. Al volante della sua fedele amica, il professore percorre i chilometri che separano Zagabria da Sarajevo, la città natale da cui manca da quasi mezzo secolo. Davanti ai suoi occhi sfilano rovine, campi minati, ciminiere arrugginite e i bizzarri abitanti di una terra che non gli appartiene più. In questo pungente e disincantato romanzo on the road dominano, esplosivi, gli slanci, gli sdegni, le ossessioni e lo spirito ilare di un autore come Jergovic, che quando scrive mette in gioco l'intera esistenza.
Kapò
Aleksandar Tisma
Libro: Libro in brossura
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 325
Alla follia della distruzione che impera nel lager c'è chi si è adattato e ha accettato di ritardare la propria morte affrettando quella altrui: il kapò. In questo straordinario romanzo Tisma descrive - con potenza letteraria e un rigore documentario- la caparbia vitalità e la forza animalesca che consentono a Vilko Lamian, ebreo battezzato e assimilato, di sopravvivere a Jasenovac e Auschwitz cambiando identità e trasformandosi nel kapò Furfa. Ora, dopo la guerra, tormentato dal ricordo dei suoi misfatti e dal terrore della vendetta postuma della storia, ma soprattutto ossessionato dalla figura di una delle sue vittime, Helena Lifka, si mette sulle tracce della donna, convinto che solo lei possa giudicarlo e magari assolverlo. Tisma indaga qui - sollevandosi nettamente al di sopra di ogni contingenza e con una sensibilità lancinante nel registrare il frantumarsi dell'identità - ciò che resta di un uomo quando è costretto ad attingere alle sue estreme risorse, a scacciar via da sé ogni timore e senso di pietà. E la sua opera è prodigiosamente all'altezza del compito: ferisce, viviseziona, scuote le certezze, ci tiene all'erta contrastando l'oblio.
Microliti. Testo tedesco a fronte
Paul Celan
Libro: Copertina morbida
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 172
"Microliti sono, pietruzze appena percepibili, lapilli minuscoli nel tufo denso della tua esistenza - e ora tenti, povero di parole e forse già irrevocabilmente condannato al silenzio, di raccoglierli a cristalli? Rifornimenti sembri attendere - donde dovrebbero venire, di'?" Così Paul Celan descrive nel 1956 i suoi frammenti in prosa, siano essi aforismi sulla natura della poesia e sull'identità ebraica, o sapidi apologhi che hanno come bersaglio la società letteraria, o ancora narrazioni fulminanti ed emblematiche. Il tentativo di riunirli in un libro - tentativo a cui il poeta stesso rinunciò in vita - è riuscito solo, con grande fatica e altrettanto amore, alla generazione successiva. Nel presente volume i microliti celaniani vengono resi, in prima traduzione mondiale, nella loro nuda e fatidica sequenza cronologica. E sprigionano così, a immagine pura della pura vita che li generò, tutta la lapidaria forza della scrittura di Celan.
La città nello specchio
Mirko Kovac
Libro: Copertina morbida
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 393
In questo intenso "notturno familiare" Kovac ci trascina in un tempo e in un luogo perduti, la propria infanzia e giovinezza nella Jugoslavia socialista, con l'intento - ora tenero, ora crudele - di prendere congedo da ogni forma di nostalgia. Recuperando dagli scrigni della memoria un lirico mosaico di voci e personaggi, ci racconta, tra l'altro, di un antico specchio di famiglia che in alcune speciali occasioni, per un breve istante al calar del sole, riflette l'immagine di Dubrovnik, l'antica Ragusa, città eterna e irraggiungibile. Ne scaturisce un autentico epos, che procede per erosioni ed ellissi, quasi per archetipi, con uno stile rapsodico e visionario che ricorda due grandi maestri della narrazione affini a Kovac: Ivo Andric e Danilo Kis. Fedele alla turbolenta ricchezza dei mondi che descrive, l'autore forza i limiti dell'autobiografia e attinge al vasto repertorio della tradizione orale, elaborando una "poetica balcanica" degna della migliore letteratura contemporanea.
Ludwig
David Albahari
Libro: Copertina morbida
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 125
Due scrittori belgradesi, un tempo amici inseparabili, sono ora avvinti da un odio incontenibile. Il primo, Ludwig, un vanaglorioso ex autore di best-seller di fama internazionale, in pieno declino fisico, continua a essere idolatrato dal pubblico e dalla critica, e a calcare come una star la scena letteraria e mediatica. Il secondo è l'anonimo io-narrante di questo sofferto e incalzante monologo, un perdente di talento ma in profonda crisi creativa, quasi predestinato al ruolo di cavalier servente dell'amico, più istrionico e spregiudicato di lui. Un morboso gioco delle parti che culmina nell'acquisto di una pistola e in un inganno dalle tinte paradossali: l'appropriazione indebita di un libro mai scritto, il plagio di un'opera soltanto immaginata. E una città come Belgrado, provinciale regina del kitsch e della stampa scandalistica, feroce e umanissima al tempo stesso, è la cornice perfetta di questo grottesco intrecciarsi di verità e finzione. Chi è il traditore e chi il tradito?
La casa perduta
Marianne Gruber
Libro: Copertina morbida
editore: Zandonai
anno edizione: 2010
pagine: 83
I ribelli e laconici protagonisti delle due storie che si affiancano e si intrecciano in questo volume, fin quasi a formare un romanzo, sono colti in un momento di non ritorno, nel pieno dello scontro con una realtà non più accettabile e non più redimibile. Hanno ormai scelto di lanciare una sfida assoluta che si concretizzerà in un gesto estremo di rivolta e cancellazione. E al fondo di ogni loro sofferenza parla una voce che non si placa, che nessun compromesso o conformismo riesce a soffocare, una voce che è anche quella del paesaggio vasto ed essenziale del Burgenland, il lembo d'Austria al confine con le steppe ungheresi dov'è ambientato il libro. Una terra battuta dai venti o incendiata dalla canicola che plasma a sua immagine anime scettiche, irrequiete, non lusingate da facili consolazioni o sentimentalismi. E la scrittura di Marianne Gruber, tagliente e poetica, è all'altezza del compito, proprio perché trae il necessario dal basso, là dove si radica, senza aggiungervi nulla di superfluo.