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Il Pozzo di Giacobbe: Aloisiana

Sulle frontiere dell'umano. Interpretazioni esclusive e inclusive

Libro

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2015

pagine: 224

Nella prospettiva del Convegno ecclesiale di Firenze In Gesù Cristo il nuovo umanesimo, gli studi raccolti in questo volume partono da un punto di vista comune: l'esistenza marginale di Israele, e in esso delle prime comunità di credenti in Gesù, rispetto ai popoli e alle culture con cui si e dovuto confrontare per consolidare e vivere la propria identità. Interrogano perciò la Bibbia e altri scritti della tradizione giudaica e cristiana sui diversi momenti del dibattito sull'umano al confine tra culture e prospettive differenti. Affrontano dunque il tema della frontiera, della sua funzione e del suo attraversamento come spazio di incontro e coabitazione e come apporto peculiare a una definizione dell'"umano" e del suo rapporto con il divino. Sono inquadrati da un intervento storico introduttivo, che traccia le coordinate su cui collocare le varie interpretazioni bibliche, e da uno studio ermeneutico conclusivo, che rilancia la ricerca nella prospettiva del conflitto delle interpretazioni. In particolare mettono a fuoco le tendenze esclusive e inclusive che caratterizzano l'agire umano nell'incontro, e molte volte nello scontro, alla ricerca o affermazione di un'identità etnica, culturale e religiosa. Abitando un mondo in cui spesso siamo più preoccupati a difendere i confini e poco attenti ad abitare le frontiere, siamo condotti all'interno di un dibattito o confronto dialettico tra interpretazioni diverse che attraversano l'uno e l'altro Testamento.
20,00 19,00

La «consolazione senza causa precedente» come modello per l'atto di fede. Un'applicazione del metodo trascendentale di Karl Rahner agli Esercizi spirituali di sant'Ignazio di Loyola

Nicola Soldo

Libro

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2019

pagine: 256

Che cosa vuol dire credere? Cosa accade quando l'uomo compie un atto di fede? Esso ha sì come motivo ultimo e fondante la Rivelazione, ma, in quanto atto umano, si esprime attraverso il soggetto esistenziale, attraverso la sua storia, i suoi affetti, la sua memoria, la sua libertà e razionalità, la sua apertura radicale al Mistero. Come può, allora, ciò che è infinito trovarsi nell'esperienza limitata della contingenza? Questa domanda nasce nella modernità, nel momento in cui la ragione, sancendo progressivamente la sua autonomia dalla conoscenza metafisica nelle forme della tradizione Scolastica, non riconosce più nella Trascendenza l'unica fonte del sapere e dell'esperienza. Mentre le soluzioni a tale problema sono andate nella direzione di una conciliazione a posteriori dell'aspetto razionale con quello trascendente dell'atto di fede, il nostro autore propone una nuova prospettiva. Individuando nell'interpretazione rahneriana della "consolazione senza causa precedente" (cioè di quella mozione interiore di cui si tratta nelle Regole degli Esercizi spirituali di sant'Ignazio di Loyola) la stessa struttura trascendentale dell'atto di fede, lo ricomprende come autoattuazione del soggetto credente nel suo rapporto sintetico-originario con l'oggetto categoriale del credere. Così la tensione-frattura tra aspetto contingente e trascendente della fede viene risolta nel dinamismo della "percezione eccedente" dello spirito umano.
22,50 21,38

Creati creativi. La creatività dell'uomo tra immagine di Dio e discernimento

Salvatore Purcaro

Libro

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2019

pagine: 208

Il discernimento è riproposto nell’attuale cammino ecclesiale come dinamica necessaria dell’esistenza credente e metodo nella prassi pastorale. Si pensi alle Assemblee sinodali sulla famiglia e sui giovani; al Magistero di papa Francesco. Tuttavia, sebbene già dal Vaticano II sia auspicato un ritorno all’esercizio della coscienza personale ed ecclesiale, permangono riserve circa l’autonomia morale, quale costitutivo dell’agire etico. Di conseguenza appare il pericolo di una fallacia: in linea teorica si riconosce la possibilità razionale dell’uomo, ma sotto il profilo morale ci si limita a valutare la correttezza di un’azione dalla giustezza del procedimento e dalla conformità alle norme. Riflettere sull’agire intenzionale, dunque, colloca la riflessione sugli atti umani tra l’ordine morale, la serietà del capire/decidere in coscienza e il ruolo di Dio in questo impegno di responsabilità. È chiamata in causa l’identità stessa del discernimento, che rischia di ridursi a espediente sofistico per dilazionare situazioni complesse o per differire decisioni spigolose. Discernere è attraversare la decisione per giungere alla scelta; si tratta di un presupposto e non di un correlato. Nel testo si analizzano diverse prospettive argomentative con il supporto di J. M. Aubert ed E. Chiavacci e di altri teologi post-conciliari. L’enciclica Veritatis splendor afferma che «la legge di Dio non attenua né tanto meno elimina la libertà dell’uomo, al contrario la garantisce e la promuove» (n. 35), la vera autonomia è dono creazionale ed effetto della redenzione. L’uomo, pertanto, è creato capace di partecipare alla sapienza divina e in questa relazione, razionale e storica, è abilitata la sua creatività nel mondo.
20,00 19,00

«Gesù il Nazareno, il crocifisso è risorto!» (Mc 16,6). Il racconto drammatico della passione di Gesù nel vangelo di Marco (14,1-16,8)

Libro: Libro in brossura

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2018

pagine: 232

Come leggere il racconto della passione nel vangelo di Marco (Mc 14,1-16,8)? Perché il racconto della Passione e morte di Gesù nel secondo vangelo si differenzia nettamente dal resto della narrazione? È opera dell’evangelista Marco o si può ipotizzare una fonte pre-marciana a cui l’evangelista avrebbe attinto? Cosa dire dei personaggi, di Gesù e dei discepoli, come si muovono nella trama del racconto? Questi sono alcuni degli interrogativi che Emilio Salvatore affronta nello studio sincronico e diacronico del racconto della passione nel vangelo di Marco (Mc 14,1-16). Dopo averne indagato le principali chiavi interpretative offerte dall’esegesi contemporanea, l’Autore ne offre una ricostruzione dal punto di vista della tradizione, dando consistenza all’ipotesi di una fonte pre-marciana e mostrandone i trend di sviluppo secondo vari stadi collocabili in diversi contesti di rielaborazione. Decisiva è la lettura del testo nell’attuale configurazione narrativa, che ne individua la duplice trama di risoluzione/rivelazione intorno alla quale i personaggi si dispongono in un sistema chiaramente intellegibile secondo due assi tematici: quello del riconoscimento e quello della corresponsabilità circa la morte di Gesù di Nazaret. Il narratore, attraverso molteplici segnali, spinge il lettore ad esercitare una corretta epistemologia, in modo tale che, costituito spettatore, questi possa essere in grado di riconoscere in Gesù l’identità messianica; il lettore deve riconoscere la fedeltà di Dio, nella risurrezione del Figlio e verificare/trasformare la sua fedeltà discepolare. L’analisi si conclude individuando le istanze teologiche del racconto (alla luce dell’influsso paolino e petrino), che ne permettono la collocazione nella traiettoria tra kerygma e vangelo e la valorizzazione in quanto già effettivo εὐαγγέλιον, ossia vangelo del Nazareno, crocifisso e risorto.
20,00 19,00

Il cristiano come memoria e speranza. Lo statuto storico dell'esperienza cristiana nella «meditazione teologica» di Giovanni Moioli

Pierpaolo Arabia

Libro

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2017

pagine: 392

Gesù di Nazareth è l’avvenimento-verità della storia e la sua può essere definita come una storicità assoluta o singolare. Questa determina, secondo Giovanni Moioli, la storicità paradossale del cristiano. Infatti l’esperienza che il cristiano vive nella storia è determinata dal riferimento ineludibile a un evento passato, di cui egli è costituito “memoria” nello Spirito. Tuttavia proprio la normatività e la definitività dell’evento Cristo conferiscono al cristiano anche il senso della relatività di questa storia e dischiudono davanti a lui l’orizzonte di un futuro che rappresenta il compimento delle promesse di Dio. Ciò fa del senso dell’escatologia un elemento discriminante dell’esperienza cristiana. Viene così a delinearsi la posizione paradossale del cristiano dentro la storia: egli guarda a Gesù di Nazareth come alla verità normativa della propria esperienza e di questi viene costituito “memoria” nell’oggi storico; allo stesso tempo egli vive nell’attesa di un futuro che non è sinonimo di ignoto ma ha i contorni del Dio di Gesù. Proprio per questo il cristiano è, contemporaneamente, “memoria” e “speranza”. Il percorso all’interno della «meditazione teologica» del Moioli si snoda, in questo volume, attorno a tre assi portanti: l’individuazione del nucleo incandescente del pensiero del teologo milanese nell’idea decisiva della “singolarità” di Gesù; l’instaurazione di un dialogo, attorno a questo nucleo, tra le due forme principali della teologia unitaria di Moioli, la teologia sistematica – in particolare la cristologia e l’escatologia – e la teologia spirituale; la messa a tema di un dato sensibile che accomuna le due forme della teologia moioliana e che fa emergere tutta la singolarità cristiana, ossia lo statuto storico della fede.
34,00 32,30

L'eucarestia «cuore» della Chiesa. Per un modello eucaristico di Chiesa a partire dal Concilio Vaticano II

Agostino Porreca

Libro

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2017

pagine: 624

Il presente studio di carattere ecclesiologico-sistematico vuole elaborare linee che, partendo dall’idea dell’Eucaristia come «cuore» della realtà ecclesiale, conducano e approdino, grazie all’approfondimento e all’ermeneutica dei dati conciliari, a un possibile modello “eucaristico” di Chiesa. Si inquadra l’ecclesiologia eucaristica, che rappresenta uno dei possibili approcci allo studio della realtà ecclesiale – approccio non esclusivo né escludente – all’interno dell’ecclesiologia di comunione così come è andata a delinearsi a partire dal Sinodo dei Vescovi del 1985, perché è il modello spesso indicato come proprio del Vaticano II. Punto di partenza è lo studio di quel legame indissolubile ed osmotico che intercorre tra Eucaristia e Chiesa e che trova espressione nel noto adagio: «la Chiesa fa l’Eucaristia e l’Eucaristia fa la Chiesa». L’Autore guarda alla liturgia nel suo tratto costitutivamente ecclesiogenetico e, dopo aver osservato la “natura” eucaristica della Chiesa, nell’orizzonte della sacramentalità, inizia a pensare “eucaristicamente” anche le sue strutture. Il modello eucaristico di Chiesa riconosce la centralità e l’importanza del sinodo nel suo legame interiore con la sinassi eucaristica. L’Eucaristia, evento sinodale per eccellenza, si rivela essere il modello più adeguato della figura sinodale di Chiesa.
45,00 42,75

Il verbo si fa carne. L'umano come luogo di incontro con Dio in Gesù Cristo

Libro

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2015

pagine: 304

In continuità con le istanze espresse dal Concilio Vaticano II e in ascolto delle sollecitazioni di Papa Francesco, i docenti della Sezione San Luigi della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale si interrogano sulla rilevanza dell'umano come luogo di incontro con Dio in Gesù Cristo, in vista del prossimo Convegno Ecclesiale di Firenze sul nuovo umanesimo. Filosofia e Teologia costituiscono vie privilegiate per la comprensione dell'umano nella misura in cui non pretendono di partire da definizioni statiche e astratte, ma interrogano l'esperienza e la storia in cui Dio stesso ha posto la sua dimora. Intenzionalità della coscienza, esercizio del discernimento, riconoscimento della presenza di Dio nelle ferite dell'umano, ascolto e interpretazione dei dialoghi di Gesù, scoperta del volto divino-umano della Chiesa costituiscono piste di riflessione per riconoscere in Gesù Cristo la pienezza dell'umano e nell'uomo l'efficacia della presenza di Gesù Cristo. Un invito a leggere in modo non ingenuo la complessità del presente e al tempo stesso una provocazione a riconoscere i segni dei tempi senza cedere a fughe collaterali o letture dimissionarie.
26,00 24,70

Il racconto biblico. Narrazione, storia, teologia

Libro

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2015

pagine: 168

Perché tanti racconti nella Bibbia? Come mai la modalità narrativa sembra la via privilegiata della rivelazione ebraico-cristiana per dire Dio e per lo stesso comunicarsi di Dio agli uomini? La Bibbia testimonia una narratività di Dio che si manifesta tanto negli eventi di Israele quanto nelle vicende del suo Messia e di ciò che da lui si è originato. Si Deus, tunc narrabilis: il mondo biblico è consapevole dell'importanza del racconto, in tutte le sue varie e ricche articolazioni, per condurre l'uomo dentro il mistero di Dio e del Suo regno. Il "ritorno alla narrazione" e la riscoperta della sua preziosità pedagogica e mistagogica si sono manifestati in modi e ambiti diversi negli ultimi cinquant'anni, con notevoli ricadute sugli studi biblici e sulle metodologie esegetiche. A tale riscoperta è dedicato il presente volume, che raccoglie i contributi del Convegno "Il racconto biblico. Narrazione, storia, teologia" organizzato dal Settore Biblico della Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale (sez. San Luigi) in memoria del compianto prof. Antonio Fanuli C.M. La sfida intrapresa dai contributi raccolti - a firma non solo di biblisti esperti di analisi narrativa ma anche di studiosi di teologia e cristologia provenienti da diversi atenei italiani è stata duplice: da un lato tracciare un primo bilancio dell'apporto dell'analisi narrativa agli studi biblici e alla riflessione teologica negli ultimi decenni.
16,50 15,68

L'incontro con il passato. Storiografia e filosofia della storia in Bernard Lonergan

Giuseppe Guglielmi

Libro

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2015

pagine: 232

Nel corso della sua attività di studioso, il filosofo e teologo canadese Bernard Lonergan (1904-1984) maturo progressivamente la convinzione che la teologia dovesse abbandonare la Denkform scolastica per fare i conti con la ricerca storico-critica e con la sua interpretazione delle fonti cristiane. Nel suo sforzo di armonizzare tutti gli elementi dell'eredità cristiana, sosteneva infatti Lonergan, la teologia del passato non aveva compreso che la molteplicità dell'eredità cristiana non costituiva un problema logico o metafisico, bensì storico. A ciò egli intese rispondere con Method in Theology (1972), opera in cui portò a compimento il progetto intrapreso con Insight (1953): stabilire un metodo trascendentale in grado di fondare i singoli metodi usati nei vari campi del sapere. Lonergan articolò questo metodo in alcune specializzazioni funzionali, tra cui la History che aveva la finalità di stabilire - facendo leva sul giudizio razionale - come si erano realmente svolti gli avvenimenti del passato. Dallo studio delle caratteristiche e degli obiettivi che Lonergan ascrive all'interpretazione e alla storia (il controllo del significato, la posizione subordinata dell'interpretazione, il carattere estatico dell'intelligenza storica, la centralità del giudizio), si evince però che il suo vero interesse non è consistito tanto nella considerazione della storia concreta quanto nell'elaborazione di una teoria della storiografia da collocarsi entro un quadro metodologico più ampio.
20,00 19,00

Persona e Chiesa: un sentiero interrotto. Indizi per un personalismo ecclesiologico

Nicola Salato

Libro

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2013

pagine: 272

Il legame fra persona e Chiesa è uno dei temi oggi meno esplorati, ma potenzialmente tra i più fecondi del panorama teologico contemporaneo. Persona e Chiesa s'includono a vicenda: la Chiesa implica la persona come suo fondamento, la persona implica a sua volta la Chiesa quale destinataria dell'autocomunicazione definitiva di Dio in Gesù Cristo. In virtù di questo reciproco 'condizionamento' si comprende che la persona non è una realtà esterna alla Chiesa, ma un suo momento con-costitutivo. Le radici di tale correlazione affondano nell'humus biblico e si propagano, grazie a quei potenti mediatori culturali che furono i Padri della Chiesa, fino ad emergere in maniera potente nel dibattito filosofico-teologico del secolo breve. La presente ricerca si propone di svolgere un'analisi dei motivi e delle tematiche che hanno caratterizzato il cammino di formazione del concetto, talvolta, 'paradossale' di persona, mettendo in evidenza i suoi riflessi in ambito ecclesiologico, lungo un percorso analitico che tenterà di incrociare le tematiche maggiormente significative. La trama del volume si sviluppa nell'intento di porgere, a chiunque affronti questo sentiero, un'indicazione che collochi il percorso in un alveo ben definito, fino a suggerire, come esito naturale, tracce utili per una sua possibile rivisitazione sistematica.
24,50 23,28

Autorità contestata e confermata. Ambizione umana e progetto divino nella storia di Core, Datan e Abiram (Nm 16)

Enzo Appella

Libro

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2013

pagine: 368

La storia raccontata nel c. 16 di Nm è il 'resoconto' della contestazione capeggiata da Core, Datan e Abiram contro l'autorità di Mosè e Aronne durante la traversata del deserto. I ribelli, con argomenti apparenti, mettono in dubbio la legittimità della loro guida e insinuano il sospetto che Mosè e suo fratello si siano attribuiti da sé, sin dall'inizio, l'autorità e il potere che ne deriva. La reazione divina non tarderà a manifestarsi nella punizione più drastica e impressionante del cammino esodale. Il presente studio riabilita il testo, affrancandolo dal giudizio di maldestra compilazione di fonti e incoerente intreccio di tradizioni, e, attraverso le tappe dell'analisi narrativa, fa emergere l'importanza teologica e la perenne attualità del racconto. La sua strategia, infatti, stabilisce ironicamente che chi aspira disonestamente al comando terreno 'scende' vivo sottoterra, e chi brama un potere spirituale che non gli compete 'sale' al cielo bruciato come un sacrificio. La ricostruzione del complesso processo editoriale del testo, poi, permette di situarlo nel contesto storico più ampio della formazione del Pentateuco. In particolare permette di percepire la contemporaneità del dibattito teologico sull'autorità, focalizzando gli elementi che caratterizzano la comunità in relazione alla mediazione umana dell'autorità divina.
28,50 27,08

Felix culpa. Il peccato originale in Anselmo d'Aosta e Tommaso d'Aquino. Confronto sul rapporto tra cristologia e antropologia

Giadio De Biasio

Libro

editore: Il Pozzo di Giacobbe

anno edizione: 2023

pagine: 416

Il peccato originale in Anselmo e Tommaso è stato un nodo teologico architettonico e strategico. Per entrambi è stato retroilluminato dall’analisi cristologica, diventando così un vero nexus mysteriorum, capace di illuminare, fecondare e interconnettere alcuni misteri di fede: vita intra ed extra trinitaria, rapporto anima-corpo, incarnazione, staurologia, soteriologia, mariologia, escatologia. L’inedito confronto sul rapporto tra cristologia e antropologia ha evidenziato come nei due Dottori della Chiesa la colpa antica sia stata compresa come felix culpa, nell’orizzonte euristico e megalogico della sovrabbondanza di grazia, offerta per noi dal Cristo incarnato, crocifisso e risorto.
38,00 36,10

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