La Vita Felice: Le voci italiane
Lo strano diario di un tramviere. Poesie per un nuovo inizio
Salvatore Sblando
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2020
pagine: 88
Impegnato da sempre nel diffondere e propagare poesia altrui, Sblando preferisce modulare i propri versi nel silenzio: autore discreto e riservato intesse i propri testi avvalendosi di un'osservazione attenta di ciò che avviene fuori e dentro sé, ponendo il suo narrare in contesti ampiamente condivisibili per situazioni ed emozioni. La raccolta propone scenari riferiti alla città dove vive (Torino) con onde di ritorno verso la terra di origine (Sicilia) e ad altri ambienti visitati e vissuti; importanti gli interrogativi sulla società, sulla scrittura e sull'amore: tema sul quale si innesca superbamente il rapporto con il padre. Sblando, fedele a se stesso, non ricerca effetti strabilianti ma cura la parola per renderla efficace, pulita, fluida, mai ridondante o superflua. A volte solo delicatamente avvolta da fili di fumo di un sigaro.
Il mare mi ha deposto dalla croce. Mediterraneo
Giovanni Bracco
Libro
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2019
pagine: 92
“Ho proposto ad alcuni immigrati che sono ospiti a Milano di esprimere pensieri, desideri. Mi premeva conoscere il loro punto di vista. Così è nata la sezione Lettere che introduce questo libro, con testimonianze pubblicate nelle traduzioni dal francese, dall’arabo, dall’inglese. È la migliore, la più toccante prefazione che io potessi desiderare per un libro che raccoglie una sfida: filtrare attraverso lo sguardo della poesia lirica aspetti della maggiore tragedia del nostro tempo: civile, economica, politica. Queste poesie sono dedicate anche a loro: Mame, senegalese; Imane e Mohamed, dal Marocco; Zeren, tibetana. Migranti, che apre la raccolta, immagina di dare voce ad alcuni sventurati protagonisti di questa tragedia. Il Mediterraneo è diventato l’incolpevole carnefice e un immenso cimitero per migliaia di persone che aspiravano a una vita migliore o, semplicemente, a una vita. [...] Urne è l’esito, in poesia, di una campagna epigrafica condotta, sul finire degli anni Settanta, da mio padre. Ho provato a coniugare i contenuti letterari e iconografici di alcune urne cinerarie superstiti, avvalendomi dei suoi studi, per fare riaffiorare qualche voce: erano, i più, liberti, schiavi affrancati, ai quali era affidata la gestione, insieme ai servi, delle ville e delle relative aziende agricole. Lavoravano per conto dei proprietari che erano, in qualche caso, gli stessi imperatori. Molti erano stati tratti dai mercati oltremare degli schiavi. Nel Mediterraneo fioriva il traffico di esseri umani. Sono passati solo venti secoli...” (dalla nota dell'autore)
La donna albero e altri animali
Anna Spissu
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2025
pagine: 96
"'La donna albero e altri animali' si sviluppa attorno a una forte idea centrale, un motivo conduttore che si articola in modo conseguente. Possiamo intendere la “donna albero” come protagonista o narratrice. Ma il suo ruolo è ancora più complesso: le due diverse entità si relazionano e sovrappongono trasformandosi, talvolta fondendosi, in una metamorfosi tra storie e identità diverse. Più estesamente in tutta l’opera si verifica una fusione tra diversi regni della natura e all’interno di questo crogiolo si dipanano storie e singole entità. Se volessimo riferirci alla figura retorica qui più rappresentativa potremmo pensare alla sinestesia come passaggio tra diversi sensi e percezioni che riguardano umani e animali, terra e cielo. Uno dei motivi conduttori della raccolta è rappresentato dalle nuvole, sia come elemento atmosferico e simbolico considerato specificamente sia come rete di fili che percorrono e sostengono la trama. Ci ricordano l’impermanenza degli eventi, il loro essere distribuiti in stagioni atmosferiche e negli elementi del paesaggio, piante o animali, oppure storie personali. L’autrice rappresenta, incarna verbalmente ambienti e storie con uno spettro ampio che si muove dal lirismo di alcune atmosfere legate alla natura secondo le suggestioni del romanticismo letterario e visivo a un tono introspettivo e rivelatore che dà voce al «mondo silenzioso delle cose»." (dalla prefazione di Luigi Cannillo)
Il mondo accade
Claudia Azzola
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2025
pagine: 64
"Il poemetto si sviluppa nel dormiveglia di una notte, e prende forma dalla medioevale ballata o ballatetta, in strofe e in endecasillabi, «lo strumento poetico ideale della nostra lingua» secondo Ungaretti, e a volte, decasillabi. [...] Realtà individuale, stato di abbandono psicologico negli anni d’infanzia e di prima gioventù, oscurità di ingiustizie d’origine, ma anche la tinta gentile di figlia, madre, compagna, amica. A contendere il caldo rifugio della memoria e degli affetti è la realtà di universali incomprensibili accadimenti, tra buona pace e buona vita e attualità feroce, formalizzata anche in metafora. [...]" (dalla postfazione dell’autrice).
Ma d'ogni cosa resta un poco
Roberto Veracini
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2025
pagine: 92
"Questo libro dà conto di un doppio smarrimento: quello del senso della società umana, del mondo in cui ci troviamo a vivere e della Storia, e quello più strettamente individuale del senso della propria vita. Lo si può vedere come un lungo e sofferto cammino di elaborazione in vista di un superamento e di ricerca di una possibile risposta. Roberto Veracini dice che si tratta del suo libro “più intimo e più politico”. In effetti in esso coesistono, o meglio quasi vi si contrappongono, un aspetto intimistico che ripercorre la vita dell’Autore, partendo dalle figure dei genitori e risalendo attraverso l’infanzia, il ragazzino che è stato, e poi attraverso l’adolescenza su su fino al fiorire della giovinezza, alla sua ricchezza di fermenti, di speranze, di gioiose aspettative e succhi e germogli, e un aspetto in senso lato “politico” che diventa grido di dolore e di denuncia. In questo cammino, il poeta, al di là dell’omologazione e dell’appiattimento, dello straniamento che oggi soffocandoci sembra voler annientare tutti quei valori che sono tuttavia tuttora profondamente radicati nel profondo della nostra umanità, cerca di recuperare una qualità si spera indistruttibile della Persona tentando una ricostruzione del Senso a partire dalle radici. E dando così voce a un bisogno, oggi, di tutti noi." (dalla prefazione di Donatella Bisutti). Postfazione di Daniele Luti.
L'in/cubo Rubik
Vincenzo Lauria
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2025
pagine: 68
"Nel leggere questa corposa raccolta] fin dall’inizio mi sono entusiasmata per le visioni o quadri astratti pieni di colori e di linee che si fanno notare anche al di là dell’introspezione (oppure è proprio parlando della complessità del sentire che occorre disegnare e fermare sulla pagina quello che è forte impatto sfuggente). Certamente viene fuori un moderno San Sebastiano avvolto nel turbine delle sue frecce che sa rielaborare e fermare, traendone insegnamenti, orrori e bellezza. È ben resa la complessità delle situazioni adoprando chiarezza e velatura mentre si costruisce un ben preciso piano architettonico. Coerente è il segno disegnato dalle parole per un quadro complesso, dove l’intimo si fonde con la natura, in domande. Spiccano le geometrie del corpo e dell’anima, dei vuoti e delle fiabe, della fuga e dell’esserci mentre si percepisce il rifiuto dell’odiosa menzogna. La poesia è anche spazio siderale, un non luogo dove l’universo assorbe i passi del quotidiano in apnea. L’acqua è un altro elemento che ricompone i frantumi in mari aperti mentre l’in/cubo odia i sogni a morte. È un testo sincero che cerca nella scrittura il suo senso, come l’autore che ha questo dono." (dalla prefazione di Liliana Ugolini)
La matita di Modigliani
Marvi Del Pozzo
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2025
pagine: 100
"La mia matita è fatta di parole, non di grafite. Nella prima sezione, ho cercato di tratteggiare in pochi versi le caratteristiche peculiari di persone reali, tutte a me familiari... cerco l’anima delle persone amiche. La seconda sezione è incentrata su testi di poesia “civile”; componimenti di osservazioni assolutamente sentite, ma puramente personali: poesie più articolate nella forma e nell’espressione, come richiesto da situazioni politico-sociali che viviamo purtroppo quotidianamente nel mondo ai nostri giorni. Ritengo che la poesia di oggi non possa essere che testimonianza civile. Il poeta non è un’isola felice: ha il dovere di interpretare i problemi del suo tempo. La terza sezione, Canti scompigliati, rappresenta in pieno la mia natura disordinata, un po’ severa e un po’ selvaggia, tendente talora all’apollineo, talora al dionisiaco; si susseguono impressioni di paesaggi, lettere ad amici, ricordi di un passato magari lontano, lapidarie considerazioni su situazioni contingenti, che possono essere per altri forse di poco conto, ma che io ho reputato rilevanti per me. Ho voluto in questa sezione affiancare a bella posta forme stilistiche e registri diversi, perché i momenti di scrittura non sono mai uniformi e le parole si compongono, come la musica, in modo vario, come lo spirito spira e impone. Le parole del poeta sono trasportate via dal vento, libere come semi all’aria e l’autore non saprà mai se attecchiranno o no in terreno fertile: può solo sperare che qualcuno le raccolga e da lì quel qualcuno parta per andare oltre." (dalla prefazione dell’autrice)
Taccuino
Vittoria Fonseca
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2024
pagine: 56
"La poesia di Vittoria appare generosamente confidente. In una apparente semplicità, la sua parola si affranca dal simbolico e con slancio emotivo si consegna al rischio di riportarne il senso alla sua origine e di tornare a essere nella sua pienezza, pur nelle assenze e nelle lontananze, quell’attimo e quel sussulto di immanente perenne presente. La sua poesia non è fatta solo di nostalgia, non cristallizza il tempo, non confina le singole vicende in bolle di memoria e non imprigiona il pensiero nel ricordo, ma nell’albore del suo autentico ri-dire partorisce il passato, ogni volta, ed è sempre una ri-nascita, in carne e anima. La poetica di Vittoria, con le sue rime, allitterazioni e assonanze, possiede una grande forza evocativa e una reale forza di gravità verbale, pienamente in grado di sostenere la luce interiore da cui trae origine. Come una piuma sul baratro, la sua poesia sa essere contrappeso alla verticalità del vivere, porta a dimora le peregrinazioni dell’umano cammino." (dalla prefazione di Claudio Ongarato)
Mi troverai vivo
Antonio Corona
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2024
pagine: 68
"Mi troverai vivo è il guanto di sfida lanciato alla vita che, con ostinazione, pone l’uomopoeta di fronte a prove stremanti, gravide di turbamenti e afflizioni. La parola poetica è l’arma affilata da Antonio Corona per affrontare la ferita originata dal duro contatto con la malattia, con il carcere e la delusione sentimentale e per riuscire a vedersi come altro rispetto alla propria sofferenza. L’autore affronta il dolore in un corpo a corpo, utilizzando una parola attenta e fendente, per esserne poi attraversato in una sorta di atto di purificazione. È una parola che lascia il segno, una spada che oltrepassa il mero sfogo emozionale. [...] Mi piace evidenziare come il linguaggio di Antonio Corona sia variato rispetto alle opere precedenti, apparendo volutamente più ambiguo, come a richiedere al lettore l’impegno a cercare la propria verità. Il poeta ha acquisito maggiore consapevolezza della necessità del non detto in poesia, cedendo al suo fascino nella composizione del verso, rinunciando alla comodità di una parola facile e avvilita. In una sostanziale omogeneità stilistica, a parte qualche inserto prosastico, Corona mantiene un registro lessicale compatto e non sfrangiato." (dalla postfazione di Rosanna Frattaruolo)
Insolvenze
Francesco Cagnetta
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2024
pagine: 64
«Con la raccolta Insolvenze ho provato a dare uno spaccato del percorso di vita di un quarantenne e, forse, di gran parte della mia generazione. Molti dei miei coetanei, infatti, hanno genitori claudicanti e non hanno figli; ciò significa un passato incerto e un futuro mai iniziato o già finito; le possibilità sono buchi sigillati in un muro di cemento. Da queste riflessioni emerge un forte senso di smarrimento e frustrazione, in un continuo rimando tra passato e futuro. L’interruzione e la rottura dei legami primordiali riconducono al tema delle insolvenze, a tutto quello che volevamo e dovevamo essere e fare e non è stato compiuto. Insolvente per vocazione.»
Dal lazzaretto
Luigi Cannillo
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2024
pagine: 76
"Una raccolta, questa ultima di Cannillo, che è dedicata «a noi, così pochi, che n’usciamo a salvamento», per mantenere l’esergo manzoniano citato, ma anche alla controparte di coloro che non sono sopravvissuti, e non può che essere una dedica che è anche il motivo e la forza aggregante della riflessione – ancora tutta in dimensione umana – di cui il Lazzaretto, e la sua ombra secolare, si fa specchio. Ed è una riflessione, certamente, che si pone «a futura memoria», dialogando con le epoche della storia e le età dell’individuo, arrivando perfino a parlare ai bambini che sono nostri genitori, sapientemente mescolando il tutto in quello che sembra fascinosamente un flusso unico e mai nettamente dicotomico tra queste identità temporali e, quasi, alle due reazioni dello stupore per il luogo/ simbolo. Siamo noi, infatti, rimasti, ad ammirare le vestigia – vieppiù funeste e connotate di un cielo ancora così simile a quello manzoniano – di un nostro passato che resta vicino, anche e non solo in figura geografica, comunque esemplificate dai luoghi natali e adolescenziali limitrofi, ma anche delle nostre auto-narrazioni, poetiche e letterarie; ancora noi, «Figure in posa sulla spianata/ mentre del vecchio Lazzaretto resta/ ormai solo il colonnato nord», che guardiamo le nuove case costruite a «battezzare il Novecento», riflessi in quelle finestre dove rifletterci e riflettere su chi siamo, adulti restati «a distanza», forse dal tempo, dalla storia, che riflettono su cosa rimane del dolore di gioventù così come delle sue antiche vestigia, anche storico-letterarie, del passato, proprio e, probabilmente, anche collettivo." (dalla prefazione di Davide Romagnoli)
Lettere da quarantena
Guido Tracanna
Libro: Libro in brossura
editore: La Vita Felice
anno edizione: 2024
pagine: 52
"In questi componimenti ha la meglio l’ironia, spesso anche il sarcasmo, che si risolvono in un gioco, anche in uno sberleffo, rivolti alla stessa poesia: concepita come il ricettacolo della bellezza e del sublime. Nel susseguirsi di rime inattese, di vaghe allitterazioni, di metafore che sfidano l’incongruo e il banale, di anglicismi ricorrenti, l’autore racconta e svela l’uomo zampettante in un mondo aspro e confuso. Un tale uomo pure persegue un’idea di libertà, ma una tale libertà travalica il possibile e si smorza nella scontentezza e nella delusione. La scrittura in versi di Tracanna è carica di umori e questo la rende mobile e fluente: da ciò derivano toni e cadenze che alleggeriscono il disagio e lo sprezzo, e si concedono talvolta, per certi accenti, alla compassione e alla tenerezza. [...] Quando poi Tracanna rifiuta tanto «le magnifiche/ e progressive sorti» quanto «il sole dell’avvenire», possiamo convenire che la sua Musa, appassionata anche nella negazione, abita questo nostro presente e ne soffre e lo condanna, ma non smette di procedere verso una nuova fruttuosa consapevolezza." (dalla prefazione di Elio Pecora)