Marsilio: Biblioteca
La necessità degli apocalittici
Geminello Alvi
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2021
pagine: 464
«Quella dell'Apocalisse è realtà che sovverte tempo e spazio. Incarna un esperimento travolgente, come l'ebbe nella ricerca di uno spazio non euclideo Pavel Florenskij o anche quel Guido De Giorgio che invertì il tempo». Da anni studioso del testo più enigmatico delle Scritture, Geminello Alvi lascia che siano gli «apocalittici» e le loro esistenze, ancora prima delle loro idee, a interpretarne gli arcani, su cui - a partire dal mistero del suo autore e della sua lingua - esistono intere biblioteche. Con un procedere evocativo e musicale, intraprende un potente viaggio nella condizione umana che prende le mosse dal rinascere della gnosi cristiana tra Otto e Novecento, bacino inestimabile di vite dolorose e feconde, a cui Alvi ha sentito l'urgenza di ridare un posto nella storia del pensiero, ancor più oggi, quando «l'economia si vuole ormai teologia, e tutto confonde nella grevità che veste il creato e l'uomo di un utile inutile, ma sociale il più possibile». Eruditi, santi o spiritualisti, cultori di geometria, mineralogia, ebraico, greco, aramaico, astronomia, retorica, fisiologia, le loro «esistenze sono commento dell'Apocalisse migliore di ogni altro mai scritto». Robert Henry Charles, Henry Barclay Swete, Ernest Bernard Allo, Pierre Teilhard de Chardin, Albert Schweitzer, Urs von Balthasar, Rudolf Steiner, Aurobindo, H.G. Wells, Giacinto Scelsi, John Bright sono solo alcune delle figure interpellate in questa rapsodia di immagini. Lontano dalle semplificazioni, l'autore ci consegna l'esito di una ricerca decennale, un percorso legato alle radici dell'Occidente «di cui l'Apocalisse è un incubo disvelatore. Mister Hyde di Stevenson, il Leviatano di Hobbes, Marx o Hitler, i gas o le trincee della guerra mondiale, non sarebbero mai esistiti senza».
Rinascimento Babilonia. Una storia erotica dell'arte italiana
Luca Scarlini
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 208
Nessuna epoca moderna come il Rinascimento è stata altrettanto dedita alla trattazione teorica sull'amore. Per oltre un secolo, infatti, malgrado le intemperanze di Girolamo Savonarola, Voluptas è stata la dea di riferimento per le penne più aguzze, mai stanche di indagare il potere di Cupido, mentre intorno esplodeva la violenza dei conflitti e l'Italia era ostaggio delle potenze internazionali che si muovevano alla sua conquista. Il Cinquecento italiano è allo stesso tempo il secolo di Pietro Aretino e di san Carlo Borromeo, e la sua vicenda letteraria e artistica appare in orbita tra i tre poli ideali di Firenze, con lo splendore neopagano dei Medici, Roma, segnata dalla maestosa decadenza della corte papale, a lungo rimossa dall'afflato censorio della Controriforma, e Venezia. In una scorribanda colta e brillante nel Rinascimento italiano, Luca Scarlini ridà giustizia (e gusto) a un periodo che ha celebrato il trionfo del corpo, mettendo in scena una galleria di personaggi bizzarri e curiosi - cortigiani ed ermafroditi, timorati di Dio e di Eros - capaci di mescolare registri aulici e triviali. Passando da Siena, Venezia, Ferrara, con incursioni a Palermo, Napoli, Londra e Lione, l'autore traccia l'inedito ritratto di una fase cruciale della storia italiana. Pescando a piene mani nel repertorio narrativo votato ai sensi, ci consegna così un mosaico di istantanee dalla Siena agli albori del Rinascimento, palcoscenico dell'affermazione di una nuova letteratura erotica, alle sregolatezze dei pittori del Nord nella Roma barocca.
Auschwitz. Storia e memorie
Frediano Sessi, Enrico Mottinelli
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 608
La storia di Auschwitz non può essere affrontata senza una visione di insieme di tutto quanto il campo rappresenta e racchiude in sé. Oggi tenta di fornirla Frediano Sessi, in una poderosa opera che è il risultato di mezzo secolo di ricerche e lavoro sul campo, a contatto e in relazione con storici e ricercatori di tutto il mondo. Dalle radici storiche alla geografia della città, dalle origini dell'idea stessa di lager all'attuazione concreta dei progetti, dalla ricostruzione minuziosa della vita quotidiana alla topografia completa (gli alloggi e il lavoro) e questioni ancora poco affrontate, come la differenza di «genere» circa il trattamento e il destino differente dei deportati se uomini o donne. Il volume presenta e raccoglie tutte le nuove acquisizioni: mappe, fotografie inedite, metodi di sterminio e resistenza, analisi inedita dei processi e degli atti, con il commento delle sentenze più controverse. Vengono ripercorsi la nascita dei musei e i cambiamenti, fino agli ultimi anni e le nuove esperienze di visita al campo, per educare e formare le giovani generazioni al corretto trasferimento della memoria. Corredano la pubblicazione apparati e cronologie dettagliate e complete.
Il metodo. Volume 1
Sergei Michajlovic Eisenstein
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 512
"Il metodo" è l'ultima opera teorica di Sergej M. Ejzenstejn, lasciata incompiuta alla sua morte (1948). In queste pagine il regista riattraversa molti dei temi della sua riflessione, allo scopo di sciogliere i nodi teorici di una ricerca che accompagna costantemente la pratica artistica, da quella teatrale a quella cinematografica, senza dimenticare il disegno. Il risultato è un lavoro concepito per chiarire in via definitiva «il problema fondamentale» dell'arte: quello che, nella fattispecie, contiene il segreto del suo funzionamento o, per essere più precisi, della sua «efficacia». La messa a punto di un vero e proprio «metodo» consente a Ejzenstejn di svelare i meccanismi che regolano la vita di un'opera d'arte, dal momento in cui viene ideata fino a quello in cui entra in relazione con il suo spettatore. La tesi che si delinea è tanto chiara, quanto radicale: la forma di pensiero attivata dall'arte e dai suoi prodotti corrisponde, per struttura e funzionamento, a quella del pensiero primitivo. Il «metodo» di cui stiamo parlando diviene così uno strumento prezioso per scrivere, a partire dalla comprensione di una singola opera, non solo una più generale storia delle arti, ma anche una storia naturale delle forme viventi.
Le porte del mito. Il mondo greco come un romanzo
Maria Grazia Ciani
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 138
Lettrice, traduttrice e interprete della saggezza antica, già apprezzata narratrice, Maria Grazia Ciani ha interrogato per tutta la vita la lingua greca, custode del mito per eccellenza. Oggi ne incontra con occhi nuovi alcune figure e storie per consegnarcele in un libro che ci illumina e ci induce a riscoprire quanto ancora abbiano da dirci queste vicende che sembrano parlare del destino dell'uomo, come quella dello scudo di Achille. In una lettura vertiginosa dei testi fondativi della nostra civiltà, l'autrice li rivela come una straordinaria scuola del nostro essere umani, per riscoprire modelli di vita individuale e collettiva. Immagine dopo immagine si intrecciano e si inseguono temi, simboli, allegorie, piccoli miti, in cui ciascuno di noi può trovare l'interpretazione stessa di archetipi e termini presi a prestito dalla lingua greca. Sotto l'apparente astrattezza del «divertimento raffinato», un deposito di valori e memoria, imprevedibile e ricco di spunti.
Verdi a Parigi
Paolo Isotta
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 668
Quando Verdi conseguì il primo importante successo col "Nabucco", il genere di melodramma che s'era imposto era di origine francese, pur se fondato in prevalenza da italiani: il Grand-Opéra. La creazione di tale modello si deve ai sommi Cherubini, Spontini, Rossini; esso viene raccolto da Auber, Meyerbeer, Halévy, Donizetti. Ma Verdi ha una personalità di ferro. Pur influenzato dai predecessori, adotta il modello quale cornice esterna e lo riempie di contenuti stilistici, drammatici e psicologici soltanto suoi. Poi addirittura lo rovescia. Al tipico, al «caratteristico» e al diversivo sostituisce la sintesi, il nesso e la velocità drammatici. Al carattere stereotipo dei personaggi contrappone la irreproducibilità e la ricerca del Vero drammatico: non imitato bensì trasceso per mezzo dell'arte: la sua formula è «inventare il Vero». In ciò la sua creazione è coerente per decennî. Il suo successo lo fece quasi subito desiderare dall'Opéra di Parigi. Il maestro si concesse di rado a partire dal 1847, ma in francese sono alcuni dei suoi capolavori. Questo libro parte dai rapporti di Verdi con l'Opera francese, la cultura, l'ambiente e la società francesi, per tentare di fare del compositore un ritratto generale, estetico e anche politico: e di molti capolavori in qualche modo connessi con la Francia, a partire dalla "Traviata", fa una distesa narrazione e interpretazione.
Le potenze dell'anima. Vie alla riforma interiore dal disincanto al risveglio
Elémire Zolla
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2020
pagine: 237
Che cosa sono le potenze dell'anima? A questa domanda che suonò alquanto peregrina nell'atmosfera tumultuosa degli anni intorno al 1968 Elémire Zolla, allora quarantaduenne e al suo quarto libro del ciclo di critica sociale, si cimentò a rispondere per un'esigenza anzitutto personale: esplorare le falde del mondo interiore, lo si chiami anima, psiche, coscienza, sé, intelletto o spirito e lì dentro, nel groviglio di un sentire comunemente tormentato e diviso, cogliere la radice dell'infelicità, del disincanto, dell'indifferenza dell'uomo contemporaneo, anche però una via all'emancipazione, al risveglio di energie salutari esplorate nelle tradizioni del pensiero profondo in Oriente e Occidente. Nella Parte prima Zolla scruta la 'prigione' di un'esistenza del tutto esteriorizzata e appiattita, con enorme anticipo sulle avvenute dipendenze dalle tecnologie digitali; ricostruisce le antiche e dimenticate terapie della malattia psichica, dal dionisismo all'incubazione onirica, all'eros sublimato nella poesia stilnovistica. Scandaglia la topografia dell'interiorità nella raggiera di metafore che a essa alludono giacché «quando si vuole nominare una realtà invisibile bisogna obbedire alle leggi dell'analogia»: il vento, l'ombra, il custode, il soffio, il nagual. Nella Parte seconda Zolla ricostruisce la tassonomia delle facoltà dell'uomo interiore nei repertori delle antiche civiltà, dall'Egitto a Israele, al Tibet, all'India, alla Cina taoista, ai mondi greco, romano e cristiano. Un libro antesignano, come i tanti di Zolla sul contrasto insanabile tra i 'poteri' dominanti secondo la logica mondana e le 'potenze' interiori ribelli alla sottomissione.
Trattato delle piccole virtù. Breviario di civiltà
Carlo Ossola
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 120
Viviamo un'epoca in cui l'«assolo» sembra prevalere decisamente sul «vivere corale». Sebbene si sia ormai affermata la necessità di prendersi cura dei beni comuni, risulta però impossibile tutelarli senza fare appello a quelle virtù che riducono le pretese del singolo a favore dell'armonia dell'insieme. Carlo Ossola ci accompagna in un viaggio che è anche un dialogo con alcuni maestri delle «piccole virtù», esponenti del pensiero e della letteratura: da Cicerone e Lucrezio ad Alessandro Manzoni e Victor Hugo, da Carlo Goldoni a Giacomo Leopardi, da Emily Dickinson a Wislawa Szymborska, da T.S.Eliot a Georges Bernanos. Guida ideale lungo il percorso è il trattato settecentesco - che fa da appendice al volume - in cui Giovan Battista Roberti, compendiando secoli di civiltà europea, descrisse le «virtù sociali, utili a chiunque vive in società di altri viventi razionali». Nella consapevolezza che ricercare e praticare queste virtù non è altro se non, citando sant'Agostino, «scorgere in un fatto modesto i concetti comuni delle piccole come delle grandi realtà».
Roma/amoR. Memoria, racconto, speranza
Paolo Portoghesi
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 398
«Sembro provare odio», ha scritto Pasolini parlando di Roma, «e invece scrivo dei versi pieni di puntuale amore». È sulla scia di questo sentimento che Paolo Portoghesi ricostruisce il suo rapporto con la città eterna, scegliendo non a caso di includere nel titolo «Amor», palindromo di Roma e ritenuto per molto tempo il nome segreto della città. «Gettare un sasso nello stagno», scrive Portoghesi, «è sempre stato per me un gesto familiare e liberatorio. E i cerchi concentrici che si formano sulla superficie dell'acqua sono diventati forma simbolica nella mia architettura». È quanto si realizza anche in queste pagine: gettando un sasso nello stagno della memoria, l'autore dà vita a un viaggio che si sviluppa attraverso tre fondamentali dimensioni. Quella più intima, autobiografica, dagli schizzi giovanili di piazza Navona e delle opere di Borromini, all'esperienza al fianco di Ludovico Quaroni, Carlo Aymonino, Mario Ridolfi, Giulio Carlo Argan e Bruno Zevi, fino all'insegnamento universitario, agli incarichi istituzionali e alle attività più recenti. Quella professionale, tra sconfitte e successi, con progetti rimasti tali e altri portati a termine, come la Grande Moschea, il più esteso luogo di culto islamico in Europa, a pochi passi dal cuore della cristianità. Infine la dimensione onirica di una Roma immaginata e mai realizzata. Portoghesi getta nuova luce sul passato e le molte rinascite della «città della memoria», in un bilancio utile per affrontare le sfide di un futuro che non riguarda solo Roma, ma l'intero pianeta.
Ritorno in Russia. Discorsi e conversazioni (1994-2008)
Aleksandr Solzenicyn
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 234
«Venticinque anni fa siamo tornati in un nuovo Paese. Io incontravo quella società nella quale il volere della sorte mi aveva fatto nascere ma non crescere. Non avevo particolari associazioni d'idee col passato e neppure rappresentazioni del possibile futuro di quei luoghi. Ne facevo semplicemente la conoscenza. Ma per mio padre tutto era ovviamente molto più complicato. Nonostante la sua esperienza personale e la conoscenza del passato, sognava una Russia del futuro guarita dai suoi mali. Lo spiegava così: anche in assenza di evidenti motivi per essere ottimista, l'incontro di quell'estate con centinaia di persone gli aveva restituito forze e fede. Era tornato a casa, e la sua casa era quanto aveva di più caro. Nei successivi quattordici anni non era più uscito dai confini del Paese». Gli interventi, introdotti da uno scritto del figlio Ermolaj e curati da Sergio Rapetti, contengono le riflessioni che Aleksandr Solzenicyn maturò negli ultimi anni della sua vita, in cui la prima e pressante preoccupazione fu tornare a parlare con la gente, ricomporre il quadro della situazione economica e sociale della Russia, per riprenderne la narrazione da dove si era interrotta. Non smise di evidenziarne eccessi e contraddizioni, di proporre letture che dessero conto delle mille facce di quella società: nazionalismo, panrussismo e rapporto con l'Occidente. Come ebbe a scrivere Vittorio Strada, «in questo mondo imprevedibile Solzenicyn è un possibile orientamento tra i pochi superstiti. Leggerlo, tra consenso e dissenso, aiuta a vincere il vuoto dell'indifferenza e a cercare una via verso qualcosa che non c'è più o forse non c'è ancora».
Le tre vie. Soluzioni sovrumane in terra indiana
Elémire Zolla
Libro: Copertina morbida
editore: Marsilio
anno edizione: 2019
pagine: 102
In questo libro del 1995 Elémire Zolla tratteggia i cammini maggiori nei quali la sapienza indiana ha cementato le modalità di accesso a esperienze interiori di vetta, sia all'ombra della tradizione ortodossa che al di fuori di essa. Accade nella via scandalosa del Tantra, che addestra l'adepto a suscitare ritualmente sakti, l'energia dormiente. Ma anche nel solco brahmanico l'iniziando è chiamato a pratiche estreme, quella del discernimento impassibile della non-dualità nella via della conoscenza (jñana) e dell'ardore traboccante nella via del cuore (bhakti). Nonostante l'ampia diversificazione nel contesto sia erudito che popolare, i tre sentieri puntano all'affondo nell'esperienza metafisica in un'ininterrotta continuità dalla tradizione vedica arcaica attraverso il Vedanta non duale (advaita), i sistemi samkhya e yoga, le gnosi sivaita, visnuita e buddhista, migrata quest'ultima in Tibet e a oriente in Cina e Giappone. I capitoli sui legami tra l'India tantrica e le altre nazioni dell'Asia, sulla parentela di medicina e alchimia e sul combattimento meditativo di origine monastica completano un libro tra i più densi, impavidi e provocatori del lascito intellettuale zolliano.
L'invenzione delle nuvole. Lettera d'amore sull'arte e la poesia
Florian Illies
Libro: Copertina rigida
editore: Marsilio
anno edizione: 2018
pagine: 270
Perché la ricerca pittorica sul mutevole profilo delle nuvole può considerarsi un capitolo a sé nella storia culturale del XIX secolo? Partendo dall'Ottocento di Caspar David Friedrich, Florian Illies ci accompagna attraverso due secoli d'arte e letteratura, passando per l'espressionismo di Gottfried Benn, la tragedia della prima guerra mondiale interpretata da Georg Trakl e la pop art di Andy Warhol. Ad affascinarlo non sono solo le vite degli artisti e le loro opere: lo sguardo dello storico dell'arte è capace di trovare percorsi latenti, rimandi e simboli che gettano nuova luce sui segni del passato. Si scopre così, in una personalissima camera delle meraviglie, perché nel loro Grand Tour i pittori dell'Ottocento scegliessero di fermarsi in piccoli e dimenticati borghi italiani per studiarne la luce e il panorama, o in che modo, da Goethe in poi, il Vesuvio sia diventato un'ossessione per molti artisti tedeschi, fino a domandarsi se il Romanticismo non fosse davvero una malattia e, in tal caso, se fosse curabile. Nel racconto di Illies immagini quotidiane e luoghi d'elezione di scrittori e artisti riemergono pieni di luce, di colore, di struggente bellezza. In qualche modo, protagonista del volume è anche l'Italia, fonte d'ispirazione e di riflessioni per molti grandi interpreti della modernità, e con cui l'autore ha un legame particolare.