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Mauro Pagliai Editore: I maestri della luce in Toscana

Cafiero Filippelli. Giochi d'ombre oltre il vero

Francesca Cagianelli

Libro: Copertina morbida

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2011

pagine: 128

Cafiero Filippelli (1889-1973), dapprima partecipe dei fermenti dello storico Caffè Bardi, quindi membro del Gruppo Labronico, deve ascriversi a quegli innovatori della sintassi macchiaiola in direzione di un personale e suggestivo divisionismo, nonché del postimpressionismo. Sia nell'ambito delle mostre del Gruppo Labronico, sia nelle sedi dell'Internazionale degli Amatori e Cultori di Roma, della Biennale di Venezia, della Primaverile Fiorentina e della Quadriennale di Torino, Filippelli assurge alla fama di "mago degli interni", specializzato in effetti di luce artificiale. Spesso sottovalutato dalla critica anche in ragione di tale fama, l'artista viene ora finalmente riletto nella giusta complessità di una tempra creativa tutt'altro che univoca. Fedele certamente all'insegnamento fattoriano, saprà comunque trovare una formula personale dapprima grazie a una seducente rilettura delle avanguardie spagnole, in particolare Zuloaga, quindi, a partire dagli anni Trenta, tramite un'ambizione compositiva in linea con il Novecento Italiano.
12,00 11,40

Giovanni Bartolena. Un novecentista sulle orme della Macchia

Nicoletta Colombo

Libro: Copertina morbida

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2011

pagine: 128

Spirito libero e anarcoide, Giovanni Bartolena (1866-1942) traduce le proprie inquietudini in un'arte inconfondibile. Eredita dai grandi predecessori di area toscana, Fattori in primis, l'idea di un rapporto diretto col mondo da riprodurre, il senso etico dell'artista. Ne deriva un'arte "viva" in cui il vero è scoperto in tutta la sua ricchezza, anche negli aspetti più umili e quotidiani, in cui la semplificazione descrittiva porta alla spiritualizzazione del principio di realtà. Dai macchiaioli eredita anche il senso del colore. Colori caldi e puri stesi direttamente dai tubetti, con un impeto fisico che ha fatto supporre una sorta di preveggenza gestuale, se non addirittura una precorritrice meditazione tachiste. L'organizzazione dell'immagine gli giunge per via spontanea, senza studio, secondo una geometrizzazione dello spazio libera da ogni precetto e una modulazione della luce che crea un tempo statico. Il volume raccoglie circa un centinaio delle sue maggiori opere, pubblicate tutte a colori e a piena pagina. In apertura il saggio di Nicoletta Colombo "Un novecentista sulle orme della Macchia". Concludono l'opera un testo biografico e una bibliografia aggiornata. Prefazione di Sira Borgiotti.
12,00 11,40

Ulvi Liegi. Momenti del postimpressionismo in Toscana

Stefano Fugazza

Libro: Copertina morbida

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2010

pagine: 128

Tra i motivi prediletti della pittura di Ulvi Liegi (pseudonimo di Luigi Levi, 1858-1939) ci sono i parchi nella bella stagione, le marine, le vedute di Livorno. Una quotidianità senza enfasi fa da sfondo alla sua opera, senza che elementi perturbanti scalfiscano un mondo da cui sono escluse le asprezze dell'esistenza. Una produzione tutta in chiave intimistica, lontana dai temi propagati dalla cultura dominante, tanto compatta sul piano iconografico quanto variegata su quello della forma. Liegi adotta di volta in volta ritmi pacati o si concede a esperimenti più liberi, ai grafismi nervosi e alle audacie compositive di una scrittura elementare. Su tutto spicca il colore, mai steso in modo omogeneo ma per risaltarne le continue variazioni, via via sempre meno aderente al dato oggettivo, sempre più lontano dal realismo, in un aggregato coloristico fatto di dissonanze più che di accordi armonici. Il volume raccoglie circa un centinaio delle sue maggiori opere, pubblicate tutte a colori e a piena pagina. In apertura il saggio di Stefano Fugazza "Momenti del postimpressionismo in Toscana". Concludono l'opera un testo biografico e una bibliografia aggiornata. Prefazione di Sira Borgiotti.
12,00 11,40

Renato Natali. Un prestigiatore del coloere verso le avanguardie

Dario Matteoni

Libro: Copertina morbida

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2010

pagine: 128

Diviso tra il realismo toscano del secondo Ottocento e l'ambizione di procedere oltre la tradizione macchiaiola, Renato Natali (1883-1979) interpreta quel vento di avanguardia che, dalla Spagna e dalla Francia, arriva fino alla Toscana. La sua produzione, assai prolifica, attraversa quasi l'intero Novecento. Inizia all'insegna di una pittura visionaria che fa della sua Livorno una città di stridenti contrasti di luce, percorsa e animata da una folla oscura e indistinta. Le tele fissano in immagini scene raccolte in vicoli e angiporti, l'esigenza di modernità lo spinge in luoghi imprevedibili, verso l'ibrida vitalità di una città misteriosa e malfamata, nei cui meandri si aggira come un flâneur. Con gli anni la sua opera scivola verso una lingua più domestica, un dosaggio di luci e ombre che dal dramma pittorico approda a una dimensione più consolatoria, verso una sorta di narrazione pittoresca. Il volume raccoglie circa un centinaio delle sue maggiori opere, pubblicate tutte a colori e a piena pagina. In apertura il saggio di Dario Matteoni "Un prestigiatore del colore verso le avanguardie". Concludono l'opera un testo biografico e una bibliografia aggiornata. Prefazione di Sira Borgiotti.
12,00 11,40

Gino Romiti. Un realista sognatore tra terra e mare

Gino Romiti. Un realista sognatore tra terra e mare

Francesca Gagiamelli

Libro: Copertina morbida

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2009

pagine: 128

Astro del divisionismo livornese, Gino Romiti (1881- 1967) è forse, tra gli allievi spirituali di Giovanni Fattori, colui che seppe elaborare la disciplina dei rapporti tonali di memoria macchiaiola con talento innovatore. Inspiegabilmente sottovalutato da parte della critica toscana nonché italiana, Romiti seppe invece intuire le possibilità evolutive della macchia nel contesto di una pittura evocativa, ai limiti del simbolo. Di innegabile riferimento internazionale possono dirsi gli stupefacenti fondi marini, realizzati fin dagli anni Dieci, in alcuni dei quali si avverte addirittura l'eco futurista. Il volume raccoglie circa un centinaio delle sue maggiori opere, pubblicate tutte a colori e a piena pagina. In apertura il saggio di Francesca Cagianelli "Un realista sognatore tra terra e mare". Concludono l'opera un testo biografico e una bibliografia aggiornata. Prefazione di Sira Borgiotti.
12,00

Lorenzo Viani. Tra la Senna e le Apuane: l'apocalisse del segno

Enrico Dei

Libro: Copertina morbida

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2009

pagine: 128

A Dresda nel 1905 viene stilato il manifesto programmatico del gruppo Die Brüche (Il Ponte). Nello stesso anno Lorenzo Viani (1882-1936), espone al Regio Casinò di Viareggio, sua città natale, i primi lavori di timbro fattoriano e altri prevalentemente grafici, di atmosfera simbolista. Il suo personale espressionismo "intensivo", pur avendo l'aggressività primitiva e l'estrema convinzione anti-accademica, è ancora nella fase embrionale. L'artista si formerà come espressionista sulle rive della Senna, con uno stile contraddistinto dalla propria emotività anarcoide. Importanti, anzi determinanti, saranno gli incontri con le opere di Vincent van Gogh e la pittura dei Fauves. Al rientro in Italia il suo percorso si pone nei binari dell'avanguardia: la sua produzione entra di diritto tra le più significative del primo Novecento non solo italiano ma europeo.
12,00 11,40

Mario Puccini. Il colore dopo la macchia

Andrea Baboni

Libro: Copertina morbida

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2009

pagine: 128

Definito dalla letteratura critica "il Van Gogh livornese", Mario Puccini incarna la parabola dell'artista "selvaggio", anche a causa della parentesi esistenziale segnata, nell'ultimo decennio dell'Ottocento, dal ricovero nell'ospedale psichiatrico di Siena. Sostenuto e stimato dai protagonisti più illuminati del mercato artistico toscano dell'epoca, da Angelo De Farro a Romolo Monti, da Mario Galli a Gustavo Sforni, l'artista consegue progressivamente un proprio riscatto personale e professionale. Emblema della sua produzione, intrisa di violenti cromatismi e drammi sentimentali, possono considerarsi le numerose versioni delle scogliere del Lazzaretto di Livorno, trasfigurate da vortici di arancio infuocato.
12,00 11,40

Francesco Gioli. Un campione di eleganza spontanea

Francesca Cagianelli

Libro: Libro in brossura

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2009

pagine: 128

Dalle sale dell'Accademia di Belle Arti di Pisa e quindi di Firenze, fino al Salon di Parigi del 1875 e del 1878, Francesco Gioli arricchisce l'originaria matrice purista con gli aneliti del naturalismo europeo e dell'impressionismo. Costantemente critico nei riguardi di qualsiasi novità tecnica l'artista segue un proprio personale e moderato percorso di aggiornamento stilistico che lo conduce sullo scorcio dell'Ottocento alle soglie del divisionismo e del simbolismo. Nel corso del Novecento, lungi dal ristagnare nell'orbita del macchiaiolismo, Gioli saprà farsi interprete di un rinnovato linguaggio di eleganza disegnativa e grazia cromatica, con cui affrontare le consuete tematiche della figura e del paesaggio, stavolta nell'ottica di una più vibrante poesia.
12,00 11,40

Giovanni Lomi. Le trasparenze del Novecento

Elena Pontiggia

Libro: Copertina morbida

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2009

pagine: 128

La pittura di Lomi non ricerca la teatralità e ama soffermarsi su tutto quello che non è appariscente. I suoi paesaggi, le sue marine (che sono il suo soggetto più noto e più amato), le sue vedute della Vecchia Livorno, come quelle dei laghi lombardi, le sue campagne con greggi e pastori, i suoi angoli di cascinali dove qualche donna cuce all'ombra e nell'ombra, ci parlano di un'arte sommessa, che non persegue l'eloquenza o il clamore. Nell'ambito della tradizione macchiaiola della quale respira l'inclinazione al vero e la sincerità espressiva, Lomi si distingue per una particolare vocazione alla misura, evitando ogni tematica solenne, così come ogni aspirazione al sublime. Fondamentale, nel suo percorso artistico, resta la capacità di tradurre l'impressione in una rinnovata visione sintetica della realtà.
12,00 11,40

Plinio Nomellini. Il colore, La natura, il mito

Eleonora B. Nomellini

Libro: Copertina morbida

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2008

pagine: 128

12,00 11,40

Giovanni Fattori. Il vero tra forma, linguaggio e sentimento

Giovanni Fattori. Il vero tra forma, linguaggio e sentimento

Stefano Fugazza

Libro: Copertina morbida

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2008

pagine: 128

Giovanni Fattori (1825-1908) è considerato, a fianco di Silvestro Lega e Telemaco Signorini, il più importante esponente dei Macchiaioli e insieme uno dei più significativi pittori dell'Ottocento italiano. Documentò da un lato la realtà storica attorno a lui, in particolar modo le battaglie, dall'altro seppe registrare la bellezza della natura e la fatica del lavoro nelle campagne. Fu anche ritrattista fine nell'analisi psicologica dei soggetti, che troviamo sempre caratterizzati nei tratti dei volti come nelle posture dei corpi. Eccellente nella grafica, specialmente nell'acquaforte, che piegò a una sua maniera personale fatta di brevi segni che dialogano fino a formare figure, paesaggi, luci e ombre. Riguardo al suo modo di intendere la pittura scrisse: "Ho amato l'arte, e l'amo ardentemente tutt'ora. Credo fermamente che l'arte non abbia bisogno di pedanterie, ma di mezzi molto semplici in tutte le materie che devono servire a riprodurre, sia sulle tele, tavole ecc. tavolozza semplice, pochi colori: inutili i tanti che fanno il lusso dei dilettanti".
12,00

Oscar Ghiglia. Un mosaico di colori e di spazi

Emanuela Angiuli

Libro: Libro in brossura

editore: Mauro Pagliai Editore

anno edizione: 2013

pagine: 128

"In Italia c'è Ghiglia; c'è Oscar Ghiglia e basta" affermava Amedeo Modigliani da Parigi, volgendo lo sguardo agli artisti italiani operanti intorno ai primi decenni del 1900. Giudizio lapidario, carico di un valore profetico che adombra l'unicità del livornese Oscar Ghiglia (1876-1945), della sua personalità definita aristocratica e schiva, in realtà solitaria. Amico più che discepolo di Giovanni Fattori, con lui Oscar condivide un'affinità, una disposizione mentale, quella di pensare con il colore, di dare struttura sintattica alla visione artistica soltanto attraverso il colore che nelle diverse stagioni della sua arte diventa la cifra stilistica che lo imporrà al disopra delle maniere e dei localismi italiani. Il colore pensato nei luoghi dell'anima, plasmato sui corpi e sulle espressioni fortemente indagate nei ritratti, usato come architettura negli interni, incarnato nelle sensuali opalescenze di fiori e conchiglie, negli smalti dei vasi e dei fiori, si tramuta nell'opera di Ghiglia in linguaggio universale.
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