Mobydick (Faenza): Lunaria
Racconti irriverenti. Con testo inglese a fronte
Robert Louis Stevenson
Libro: Libro in brossura
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2009
pagine: 64
I diritti umani e le usurpazioni papali. Testo francese a fronte
Voltaire
Libro: Libro in brossura
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2008
pagine: 80
Not quite poetry
Katherine Mansfield
Libro: Libro in brossura
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2006
pagine: 96
Giudizi finali-Judicis finals (1960-1968)
Joan Fuster
Libro: Libro in brossura
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2006
pagine: 112
La mala misura. Antologia di bilance ingannevoli e pesi falsi
Libro: Libro in brossura
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2006
pagine: 112
Non sappiamo nulla della bilancia con la quale Shylock deve pesare la libbra di carne di Antonio nel Mercante di Venezia di Shakespeare. E nemmeno dei pesi falsi che il rothiano verificatore Eibenschütz scova nelle botteghe e nei mercati né dell'aureo strumento con cui Zeus nell'Iliade segue le sorti della guerra tra achei e troiani o dei piatti oscillanti che nel giorno del giudizio universale sapranno tener conto anche di una piuma o di un granello di senape. Convocata sulla scena di una storia per definire equamente gesti ordinari del commercio o per risolvere controversie legate alla pesatura, la bilancia riassume una ricca serie di suggestioni meccaniche ed emblematiche che ne fanno il simbolo della giustizia, il paradigma dell'equilibrio e un attributo del potere e della moderazione. Ma nella continua oscillazione dei suoi piatti essa può nascondere - e spesso nasconde - la frode e l'inganno, il disequilibrio e l'ingiustizia, tramutandosi nello strumento che asseconda la sopraffazione e minaccia la natura stessa delle relazioni umane. Destinata in primo luogo alle cose, la bilancia finisce per sostenere il peso dei corpi e, nel giudizio supremo, delle anime. Ma, anche in questo caso, la fiducia in un'equa pesatura deve fare i conti con la tentazione, tutta umana, di falsare il risultato.
Lirici fiamminghi. Testo olandese a fronte
Libro: Libro in brossura
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2005
pagine: 160
La poesia sud-neerlandese o fiamminga ha conosciuto due momenti di splendore: nell'età medioevale e nel secolo compreso tra il secondo Ottocento e il primo Novecento. La nostra antologia presenta sei eminenti lirici di quest'ultimo periodo. Apre la rassegna il sommo Guido Gezelle, la voce più alta espressa dal genio lirico neerlandese. Poeta di assoluto rilievo fu anche il simbolista e decadente Karel van de Woestijne, insuperato fabbro del parlar materno. Il dadaismo europeo trovò in Neerlandia il massimo esponente nel mitico Paul van Ostaijen, mentre si collega evidentemente all'espressionismo di marca austriaca lo struggente canto elegiaco di Maurice Gilliams. Da non dimenticare, infine, Jan van Nijlen e Richard Minne.
Temporale a settembre
Friedo Lampe
Libro
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2002
pagine: 96
L'autore presenta tante scene intessute le une nelle altre e che si dissolvono in modo cinematografico, tanti destini intrecciati e dispersi dall'esistenza che prendono forma nelle poche ore di un afoso pomeriggio in una città del Nord della Germania devastata e purificata da un violento temporale, vero e propio protagonista unificatore del romanzo.
Viaggio nei Pirenei e in Corsica
Gustave Flaubert
Libro
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2001
pagine: 128
Terminati gli studi superiori, Flaubert ottiene in premio un viaggio che compirà insieme ad un amico di famiglia, il dottor Jules Cloquet. Inizialmente del gruppo faranno parte anche la sorella del medico, Lise, e l'abate Stéphany. Alcuni giorni dopo la partenza per il sud della Francia, avvenuta il 22 agosto 1840, Achille Cléophas Flaubert scrive al figlio: "Approfitta del tuo viaggio e ricordati del tuo amico Montaigne che vuole che si viaggi per riportare principalmente l'indole delle nazioni e le loro usanze, e per 'sfregare' e limare il nostro cervello con quello degli altri. Va, osserva e prendi nota; non viaggiare come uno speziale né come un commesso viaggiatore".
L'affaire Dreyfus. Un errore giudiziario
Bernard Lazare
Libro: Libro in brossura
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2001
pagine: 96
Nato il 14 giugno a 1865 a Nìmes, Bernard Lazare partecipa al movimento del Parnasse, pubblica "Les entreprises politiques et littéraires" dove sostiene delle tesi fondamentalmente anarchiche, mentre Péguy lo definisce uno dei "più grandi profeti di Israele". Risulta difficile collocarlo in quel suo itinerario fatto di rotture e cambiamenti: parnassiano e simbolista, socialista e anarchico, sionista e agnostico, Bernarde Lazare fu soprattutto un combattente per la dignità e i diritti dell'uomo che, difendendo il capitano Dreyfus, ha voluto difendere anche la giustizia e la libertà. Purtroppo non riuscì a condividere la gioia della riabilitazione di Dreyfus: morì infatti nel 1903, dimenticato da tutti.
Ai margini della notte
Friedo Lampe
Libro
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2000
pagine: 144
Con una tecnica romanzesca ispirata al cinema, "Ai margini della notte" presenta la vita notturna - tra il crepuscolo e mezzanotte - nel quartiere del porto di Brema. Una pellicola in bianco e nero, in cui Lampe svolge davanti al lettore un fascio di esistenze parallele o allacciate: monelli scorrazzanti, madri preoccupate, doganieri in uniforme, ragazze facili, marinai, studenti universitari, vecchi che si spengono, artisti del varietà, lottatori... E per quanto breve sia la loro apparizione sulla scena, l'humour bremese di Lampe, riesce a rivelare il segreto e la diversità dei loro animi e la condizione umana di un microcosmo sul margine della catastrofe.
Liriche. Testo originale a fronte
Karel Van de Woestijne
Libro
editore: Mobydick (Faenza)
anno edizione: 2000
pagine: 96
L'opera lirica di Karel van de Woestijne rappresenta il contributo più consistente che la letteratura neerlandese ha recato al simbolismo e al decadentismo europeo. Imbevuto di cultura francese, il poeta fiammingo volle tuttavia esprimersi nella lingua della sua terra, a differenza di tanti suoi compatrioti che avevano adottato la lingua di Parigi. Il poeta ha denunciato la lacerazione dell'individuo che, diviso tra materia e spirito, non è in grado di comporre le sue contraddizioni e di acquietarsi nell'Assoluto.