Officina Libraria: Saggi in officina
Orazio Borgianni. Bilanci e nuovi orizzonti
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2022
pagine: 256
Orazio Borgianni (1574-1616) fu senza dubbio uno dei protagonisti della scena pittorica europea d'inizio Seicento, avendo segnato in modo determinante il linguaggio di numerosi artisti attivi nella capitale papale e nella penisola iberica. Fu proprio il suo modo di dipingere, che coniuga Correggio e Tintoretto con Greco e Caravaggio, a fornire linfa vitale a quei pittori che durante il secondo e il terzo decennio del secolo aggiornarono il naturalismo di matrice caravaggesca per fornire un’alternativa moderna all’avanzare del classicismo dei bolognesi e poi del barocco. Al termine della mostra Orazio Borgianni. Un genio inquieto nella Roma di Caravaggio, curata da Gianni Papi e inaugurata a Palazzo Barberini il 5 marzo 2020, le Gallerie Nazionali di Arte Antica hanno organizzato una giornata di studi incentrata sulla vita e sulle opere del pittore romano, attivo nell’Urbe e in Spagna tra la fine del Cinquecento e i primi due decenni del secolo successivo. Il volume raccoglie i contributi dei maggiori specialisti di Borgianni e del suo contesto culturale, presentando al pubblico nuove ricerche e riflessioni critiche sollecitate dalla prima monografica dedicata all’artista.
Maurizio Fagiolo dell'Arco critico militante 1964-1980
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2022
pagine: 464
Da Bernini a de Chirico, dalla festa barocca a Balla passando per Domenichino e la Scuola romana. Il nome di Maurizio Fagiolo dell'Arco richiama subito i suoi pionieristici studi, sull'arte del Seicento come sul Novecento italiano e internazionale. Eppure egli è stato anche un formidabile critico militante, tra anni Sessanta e Settanta al centro delle ricerche più vitali non soltanto romane. Mario Schifano, Franco Angeli, Mario Ceroli, Pino Pascali, Giulio Paolini, Giovanni Anselmo sono alcuni coetanei dei quali si è fatto interprete consegnandoci pagine ancora oggi illuminanti per capirne il lavoro. "Rapporto 60. Le arti oggi in Italia" è il libro che, nel 1966 a ventisette anni, ne ratifica l'impegno nel presente. Questo volume raccoglie per la prima volta un'antologia dei suoi contributi in ambito critico. Pagine licenziate in occasioni diverse - la recensione di una mostra, il saggio in catalogo, la risposta a un'inchiesta - che trovano unità in quelli che poi sono i tratti distintivi del loro autore: la sicurezza del giudizio, la necessità di parlar chiaro, le intuizioni combinate a una scrittura veloce ma sempre aderente alle opere. Lette tutte insieme offrono il ritratto di una figura complessa, le cui passioni per l'antico e il contemporaneo interferiscono di continuo tra loro. 1964-1980: oltre quindici anni di strenuo lavoro. Dagli entusiasmi giovanili alle crisi portate dal Sessantotto. Dalla fiducia - sincera ma non incondizionata - nei linguaggi della modernità all'abbandono della militanza. In mezzo l'amore per la ricerca filologica che a metà Settanta lo fa scoprire a se stesso «archeologo dell'avanguardia».
Proto-industrial Architecture of the Veneto in the Age of Palladio
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2022
pagine: 288
Il successo della carriera architettonica di Andrea Palladio (1508-1580) è in gran parte dovuto a uno straordinario momento della prosperità nella terraferma veneta, sia in città che in campagna: un boom dovuto in larga misura ad una rivoluzione manifatturiera fin ora poco studiata. Per la prima volta, questo libro mette in luce l'architettura di queste proto-industrie, in particolare legate alla produzione di tessuti (lana, seta), all'estrazione mineraria e metallurgica, alla fabbricazione di carta e ceramica, alle segherie e alla concia delle pelli. L’impennata delle domande di brevetto al Senato veneziano evidenzia, in parallelo, gli enormi progressi tecnologici del periodo, sia in termini di efficienza produttiva che di qualità del prodotto finito. Gli edifici proto-industriali sopravvissuti in ogni area del Veneto, studiati con sopralluoghi e ricerche d’archivio, testimoniano di un uso efficiente dell’energia idraulica e di processi meccanici ad alto rendimento. Lo sfruttamento dei corsi d’acqua, una fonte di energia pulita e rinnovabile, e la costruzione di complessi produttivi con materiali naturali e rinnovabili hanno molto da insegnare al mondo di oggi.
Donatello berlinese
Neville Rowley
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2022
pagine: 184
Donatello (1386 circa-1466) è stato uno dei più grandi artisti del Rinascimento italiano, al quale sono stati dedicati numerosi studi monografici nel corso dei secoli. L'importanza di alcune opere, tuttavia, ha portato gli studiosi a concentrarsi prevalentemente su un numero limitato di creazioni, spesso monumentali, a Firenze o in altre città italiane, tralasciando in parte una produzione mobile che ha molto contribuito alla fama dell'artista nel suo tempo. Un eccezionale nucleo di tali opere è stato raccolto dai musei statali di Berlino grazie a uno studioso, Wilhelm (von) Bode (1845-1929), conoscitore straordinario e agguerrito esperto delle pratiche del mercato dell'arte. La maggior parte di questo insieme si trova tuttora a Berlino, ma la storia tragica del Novecento ha portato alla distruzione o alla dispersione di alcune opere - come due importanti sculture recentemente riscoperte nel Museo Pus?kin di Mosca a seguito delle ricerche di Neville Rowley, curatore a Berlino e autore del presente libro. Rowley ripercorre qui la storia di Donatello a partire dalle opere conservate nel suo museo, spaziando con naturalezza dalla Firenze del Quattrocento alla Berlino prima ottocentesca e poi occupata dall'Armata rossa. Accanto ai capolavori consacrati, come la Madonna Pazzi o il Putto con tamburello, compaiono opere ingiustamente trascurate e talvolta scambiate per falsi, ma anche il San Giovanni Battista di bronzo e la Flagellazione marmorea ritrovati a Mosca nel 2015. Questo libro non è né una nuova monografia su Donatello né un catalogo delle opere donatelliane di Berlino, e neppure una storia dei musei berlinesi: è un po' tutto insieme, in una volta sola.
Le Sacrifice du Christ. Peinture, société et politique en Italie centrale, entre Renaissance et Réforme
Valentina Hristova
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2022
pagine: 424
Tra la fine del XV secolo e la metà del XVI secolo Firenze e Roma vedono fiorire una moltitudine di pitture sul tema del Cristo morto. Da Botticelli a Vasari, passando per i capolavori di Raffaello e Pontormo, queste magnifiche scene di compianto rimangono incomprese. Dove erano state viste? Chi erano stati i promotori? Più in generale, in che modo la rinascita di questi temi nell'Italia centrale può rivelarsi utile per chiarire un momento importante della creazione e della storia della mentalità europea del rinascimento? Questi sono i temi analizzati nel volume. Trasgredendo gli schemi degli studi di iconografia in senso stretto in favore di un approccio interdisciplinare, si analizzano le declinazioni visive di un soggetto universale come la morte di Cristo nell'ottica di un vero fenomeno storico. Pertanto, non sorprende che lo studio di forme e stili intersechi costantemente questioni fondamentali come le condizioni di esposizione e di visibilità, nonché la storia della pietà e delle istituzioni italiane alla vigilia della separazione radicale tra cattolici e protestanti. Tra antropologia sacra, reti di mecenatismo senza precedenti e affari diplomatici di alto livello, questo volume offre una riflessione stimolante sulla spiritualità, la cultura e le trasformazioni politiche specifiche di un territorio e un periodo tra i più fertili - ma anche tra i più tormentati - nella storia e nell'arte dell'Europa moderna.
Frontiere. Arte, luogo, identità ad Aosta e nelle Alpi occidentali 1490-1540
Stefano De Bosio
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2021
pagine: 336
L'arco alpino occidentale tra Quattro e Cinquecento è un'area di vivace circolazione di persone, manufatti e idee. Frammentata dalle griglie interpretative emerse con i moderni Stati-nazione, questa regione si è imposta tra i laboratori di metodo della storia dell'arte italiana del secondo Novecento. Ma come affrontare lo studio del locale oggi, in un'epoca percorsa da rivendicazioni identitarie, istanze europee e spinte globaliste? Esplorando su nuove basi la cultura figurativa della Valle d'Aosta, questo librone indaga i molteplici legami con altri centri delle Alpi e della pianura padana, da Lione a Ginevra, da Chambéry a Casale Monferrato. A emergere è una visione inedita dello spazio culturale alpino nella sua complessità, nonché una riflessione di metodo sugli schemi interpretativi e sulle metafore - spaziali e non - adottati dalla storia dell'arte nel suo operare e fare storia.
Tra patria particolare e patria comune. L'architettura e le arti a Bologna 1534-1584
Maurizio Ricci
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2021
pagine: 192
La storiografia artistica, e quella architettonica in particolare, hanno riflettuto solo in parte sulla duplice natura del reggimento bolognese e sulle intersezioni tra il governo centrale e quello locale. Un aspetto particolarmente importante nel caso della produzione di opere d'arte, sia mobili che immobili, ove una committenza varia e differenziata per riferimenti politici e culturali influenza in maniera sensibile l'esito finale. Il richiamo alla tradizione, alla 'patria particolare', affermato in termini di programmi, stile, tecniche e materiali, entra così in una dialettica significativa con le novità provenienti dall'esterno, soprattutto dalla communis patria, Roma, grazie al confronto tra modelli e linguaggi favorito da spostamenti, migrazioni ed eventi di rilievo internazionale, frequenti nel caso della capitale pontificia e della seconda città del suo Stato. Basti pensare all'ingresso di Giulio II a Bologna (1506), all'incontro tra Leone X e Francesco I (1515), a quello tra Clemente VII e l'imperatore Carlo V (1529-1530), avvenimenti considerevoli non solo sul piano politico, o al contestato trasferimento a Bologna, in palazzo Sanuti, delle sedute del Concilio di Trento (1547). Pure i principali cantieri pubblici - la chiesa civica di San Petronio e la cattedrale di San Pietro, ma anche il palazzo del Legato - sono occasioni di costante confronto tra le differenti maniere. Una serie di saggi, affidati ad autori di formazione diversa, analizza il cinquantennio compreso tra l'ascesa al soglio pontificio di Paolo III Farnese (1534-1549) e la comparsa in palazzo Fava dell'opera dei Carracci (1584), che segna un momento di forte discontinuità, come spesso è stato osservato, con la tradizione figurativa precedente.
La colonia Olivetti a Brusson. Ambiente, pedagogia e costruzione nell'architettura italiana
Gabriele Neri
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2021
pagine: 239
Il volume, promosso dall'Archivio del Moderno dell'Accademia di architettura, Università della Svizzera italiana, ha come oggetto la Colonia Olivetti di Brusson, in Valle d'Aosta, costruita alla fine degli anni Cinquanta su progetto degli architetti Leonardo Fiori e Claudio Conte. Esempio emblematico delle politiche sociali promosse da Adriano Olivetti nel secondo dopoguerra, la Colonia di Brusson rappresenta un caso di studio eccezionale per diversi motivi, innanzitutto architettonici. I progettisti furono infatti selezionati dopo un concorso in due fasi che vide la partecipazione, nel 1956-1957, di oltre trenta professionisti, tra cui spiccano i nomi di Carlo Scarpa, Marcello D'Olivo, Vico Magistretti, ecc. L'analisi dei progetti in gara offre dunque uno spaccato dell'architettura italiana all'alba del miracolo economico, chiamata a cimentarsi con temi complessi e innovativi. Da un lato, il contesto alpino richiese una profonda riflessione sul rapporto tra architettura moderna e ambiente naturale di riferimento, negli anni in cui la montagna diventa luogo di fruizione di massa, con profonde ricadute sul paesaggio e sul linguaggio architettonico. Dall'altro lato, l'aggiornamento delle teorie educative e dei programmi pedagogici seguiti dalla Olivetti, implicarono la completa ridefinizione di una tipologia - la colonia - che il fascismo aveva fortemente caratterizzato durante il Ventennio a fini propagandistici. La ricerca dell'autonomia del bambino, contrapposta alla concezione massificata dell'individuo nei decenni precedenti, generò infatti - sulla scia di numerosi esperimenti coevi - un rinnovamento pedagogico che ebbe profondi influssi sull'architettura delle colonie.
La collezione Chiaramonte Bordonaro nella Palermo di fine Ottocento
Claudio Gulli
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2021
pagine: 256
Nel panorama del collezionismo siciliano, ambito di studi ancora inesplorato, il senatore Gabriele Chiaramonte Bordonaro (1835-1914) è una figura d'eccezione. Il libro indaga il percorso culturale di questo collezionista-amatore, con particolare attenzione ai dipinti da lui raccolti. Rampollo di una delle famiglie più ricche dell'isola, la cultura e il gusto di Bordonaro si formano fra Roma, Firenze e le capitali europee. Più di quattromila opere e oltre quattrocento dipinti vanno a costituire una collezione dove spiccano opere che si possono oggi attribuire a Giotto, Sandro Botticelli, Anton Van Dyck. A Palermo, nel 1892, Bordonaro commissiona all'architetto Ernesto Basile un ampliamento della sua villa, per ospitare la sua crescente collezione. Le fotografie eseguite dalla ditta Alinari nel 1897 restituiscono gli ambienti di questo museo privato, che diventa un punto di riferimento conoscitori e studiosi di passaggio a Palermo nei primi decenni del Novecento. Gli scambi con Bernard Berenson, Adolph Goldschmidt, Gustavo Frizzoni, Hermann Voss, Adolfo Venturi, e tanti altri grandi nomi della storia dell'arte del tempo, spingono Bordonaro ad aggiornare i suoi inventari e a studiare le nuove personalità artistiche messe in luce dai conoscitori. La vita di Bordonaro, documentabile attraverso ricevute d'acquisto, fotografie d'epoca, appunti sulle opere, lettere e interventi parlamentari, attraversa l'Italia di Garibaldi e quella di Crispi. Senatore della Destra storica, Bordonaro interviene anche nel dibattito sulla tutela, da «proprietario» deluso dalla politica nazionale e difensore dei suoi interessi. Da leggere come un romanzo, il libro riporta alla luce una notevole collezione storica di primitivi, nel contesto della stagione dorata di Palermo.
Giorgio Vasari. Luoghi e tempi delle «Vite»
Barbara Agosti
Libro: Libro in brossura
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2021
pagine: 192
Le "Vite" di Giorgio Vasari, pubblicate a Firenze nel 1550, sono la pietra fondativa della storia dell’arte quale ancora oggi la intendiamo, nei suoi strumenti e metodi essenziali. Seguire il filo dell’attività del pittore aretino nei molti diversi contesti italiani in cui fu operoso (Roma, Bologna, Venezia, Napoli, Firenze e tanti centri della Toscana...), e considerare la sequenza dei viaggi, i rapporti con i committenti (principi della terra e della Chiesa come i Medici o i Farnese, ma anche ordini religiosi, collezionisti e mercanti), gli amici, il mondo degli umanisti e dei letterati (ad esempio Pietro Aretino, Andrea Alciato, Annibal Caro...), i tempi e i modi di lavoro, permette di fare luce sulla maturazione della dirompente impresa storiografica vasariana, sulla sua impostazione e sulle sue ragioni critiche. A fronte della radicale novità segnata dalla prima edizione dell’opera, concepita dall’autore in un momento precoce del suo percorso, profondamente differenti sono i criteri e le aspirazioni cui corrisponderà la rielaborazione del testo in vista della edizione molto ampliata del 1568, ormai del tutto allineata ai valori del principato mediceo. La nuova versione delle "Vite" prende corpo infatti nell’ultima stagione trascorsa da Vasari alla corte fiorentina, quando si consolida la sua posizione di regista della politica culturale di Cosimo I, con il coordinamento del grande cantiere architettonico e decorativo di Palazzo Vecchio, la fabbrica degli Uffizi, la strumentalizzazione del culto di Michelangelo appena scomparso, e “quella grande operazione di riduzione all’ombra dell’assolutismo granducale della tradizionale anarchia degli artisti che va sotto il nome di fondazione dell’Accademia del Disegno”, secondo una memorabile definizione di Giovanni Previtali. Questa nuova edizione, oltre ad aggiornamenti del testo, include una vasta bibliografia ordinata cronologicamente che permette di seguire lo sviluppo degli studi e fa emergere da una parte la consolidata fortuna nazionale ed internazionale di Vasari scrittore e dall’altra la solo recente attenzione alla sua attività pittorica e architettonica.
Gustave Dreyfus collectionneur et mecene dans le Paris
Alice Silvia Legé
Libro
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2019
pagine: 192
Nel corso della sua vita, il collezionista parigino Gustave Dreyfus (1837-1914) raccoglie nel suo appartamento in boulevard Malesherbes più di milleseicento opere d'arte rinascimentali. Le sculture di Desiderio da Settignano e Francesco Laurana, i dipinti attribuiti a Jacopo Bellini e a Botticelli, un impressionante numero di medaglie e placchette rendono la collezione Dreyfus una delle più importanti d'Europa. Appassionato amateur d'art, Dreyfus è un personaggio chiave dei salotti intellettuali della sua epoca: conosce la marchesa Arconati-Visconti, Edmond de Goncourt, la principessa Matilde Bonaparte, i Camondo e i Rothschild. Frequenta Adolfo Venturi e il giovane Bernard Berenson, e numerosi uomini d'arte come Auguste Rodin, Gabriele D'Annunzio e Jules Massenet. Dietro le quinte del Louvre incontra Charles Ephrussi, Léon Bonnat e numerosi celebri conservatori come Clément de Ris e Philippe de Chennevières. Grande viaggiatore, sviluppa un gusto eccezionale che gli permette di approfittare di ogni occasione per arricchire la sua collezione, sostenuto dagli illustri consigli di Alfred Armand e di Wilhelm von Bode.
L'autunno della maniera. Studi sulla pittura del tardo Cinquecento a Roma
Libro: Copertina morbida
editore: Officina Libraria
anno edizione: 2018
pagine: 188
Attraverso alcuni contributi monografici, il volume racconta una stagione ancora poco esplorata della pittura romana, stretta tra lo splendore del pontificato di Paolo III Farnese e i rigori della Controriforma. Agli artisti coinvolti, più o meno celebri e di differente provenienza (Francesco Salviati, Leonardo Grazia da Pistoia, Jacopino del Conte, Giulio Mazzoni, Girolamo Siciolante da Sermoneta, Pompeo Cesura, Lorenzo Sabatini, Antonio Lafréry e Cristoforo Roncalli), spettò il compito di tramandare alla seconda metà del secolo l'intreccio tra la persistente tradizione raffaellesca e il mondo creativo del vecchio Michelangelo, spingendo le risorse formali della cultura manierista fino alle estreme conseguenze e creando così le premesse per l'avvento del naturalismo.