Ombre Corte: Culture
Macchine desideranti. Capitalismo e schizofrenia
Gilles Deleuze, Félix Guattari
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2012
pagine: 157
Al suo apparire in Francia nel 1972, "L'anti-Edipo" suscitò un dibattito vivacissimo, che ben presto ebbe un'ampia risonanza anche in Italia, ma non solo. I suoi autori partivano da una critica alla psicoanalisi, accusata di prevaricazione autoritaria in difesa del capitalismo, ma non risparmiavano energiche bordate polemiche anche al freudo-marxismo, al lacanismo e ad alcune tendenze della cosiddetta antipsichiatria. Tuttavia, proprio per il tipo di impianto critico, il libro eccede di gran lunga l'ambito settoriale del discorso e della pratica psicoanalitica, come testimoniano ampiamente anche gli interventi e le conversazioni presentate in questo volume. Qui, senza sottrarsi alle critiche di studiosi e professionisti di diversi ambiti disciplinari (dalla psicoanalisi all'antropologia, dalla storiografia alla filosofia), Deleuze e Guattari si soffermano sui temi più significativi e dirompenti del loro primo lavoro in comune. Si tratta, in sostanza, di materiali che non solo accompagnano il libro (illuminandone struttura e finalità) ma ne approfondiscono anche alcuni snodi tematici e concettuali, tracciando ulteriori direzioni della ricerca, che in Mille piani, il secondo volume del loro lavoro su "Capitalismo e schizofrenia", avrà uno degli esiti più straordinari, sia sul piano filosofico che politico. Il volume raccoglie inoltre i "commenti" che il sociologo Donzelot e il filosofo Lyotard scrissero su "L'anti-Edipo".
Confini diamanti. Viaggio ai margini d'Europa ospiti dei rom
Andrea Mochi Sismondi
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2012
pagine: 253
Sutka, in Macedonia, è l'unica municipalità al mondo in cui i rom sono in maggioranza. Hanno un loro sindaco e un loro canale televisivo. Una coppia di italiani si imbatte nella comunità, si trovano a camminare per i suoi vicoli dissestati con il fiato sospeso, si sentono ridicoli e fuori luogo spingendo a fatica il loro passeggino Chicco con gli occhi sgranati. Eppure decidono di tornare. Per viverci. Insieme al loro bimbo ribaltano il rapporto: come migranti al contrario si fanno stranieri tra chi ovunque è straniero. Questa inversione permette loro di partecipare alle lunghe discussioni tra i membri della comunità, seguirne i rituali, confrontare i paradigmi, cercare di capire, fino a essere sostanzialmente adottati da una famiglia rom. L'autore racconta in prima persona l'evolversi di questo percorso, il progressivo svelarsi davanti ai suoi occhi di quella human network che da Sutka si dirama in tutta Europa lungo le strade dei familiari partiti. Incontro dopo incontro, i preconcetti portati inconsapevolmente dall'Italia - buonisti o razzisti che siano - sbattono contro la realtà, dimostrandosi insufficienti a comprendere la complessità di ciò che si mostra. Ciò che traspare è un'opzione aperta: la possibilità di concepire l'esistenza individuale, la pratica politica e la stessa storia in un altro modo. Un modo diverso, che non nasconde le sue contraddizioni e le sue miserie, ma evoca potenzialità spesso inespresse o in molti modi tarpate. Prefazione di Adriano Zamperini.
Oltre il pubblico e il privato. Per un diritto dei beni comuni
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2012
pagine: 219
Le questioni politiche più calde a livello globale, dall'accesso all'acqua e all'istruzione, alla privatizzazione degli spazi urbani, fino alla mercificazione del corpo e al controllo di internet, ruotano oggi intorno al tema dei beni comuni. Non a caso la difesa del comune è al centro delle pratiche e delle istanze dei movimenti che si oppongono al neoliberismo. La prospettiva di cambiamento racchiusa nella rivendicazione dei beni comuni non è però ineluttabilmente connessa alla fine del periodo capitalista della storia del mondo, ma può essere costruita sin da ora, a patto di avvalersi di uno strumentario teorico e pratico appropriato. Ineludibile allora il ricorso al potere conformativo del diritto. Avvalendosi del confronto con altri saperi - la filosofia, la sociologia, l'antropologia, l'economia - questo volume mira a individuare gli strumenti che il diritto attuale offre in difesa dei beni comuni per affrancarsi dall'idea di una modernità incapace di pensare le relazioni fra esseri umani e risorse oltre gli angusti confini della dicotomia pubblico/privato.
Muse ribelli. Complicità e conflitto nel sentire al femminile
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2011
pagine: 139
Nella cultura contemporanea la nozione di "musa" ha abbandonato il suo profilo enigmatico, per assumere quello monotematico di ispiratrice "senz'anima". E identificata con una figura femminile cui è demandato il compito/ruolo di alleviare le fatiche intellettuali del maschio protagonista, sia esso poeta, scrittore, artista o pensatore. Le "muse ribelli" sono quelle personalità che, condividendo un'esperienza di vita accanto al poeta, allo scrittore e all'artista, non mitigano, ma accendono le passioni entrando in competizione con il compagno sul piano dell'emotività estetica e del sapere. Figure soglia, personaggi concetto nei quali si manifesta un sentire eccessivo che non si esplica in "morte" opere, ma in atti di vita o di morte: epifanie di donne autonome. Le "muse ribelli", la cui storia non soltanto affettiva è narrata nel libro, sono Denise Klossowski, Asja Lacis, Lou-Andreas Salomé, Wanda von Sacher-Masoch, Ulrike von Lewetzov, Laure (Colette Peignot), Nadia Baraden, Irma Seidler, Mary Wollstonecraft Shelley, le antiche etere. Il volume si chiude con una intervista alla scrittrice svizzera Rose-Marie Pagnard.
Iconologia del potere. Rappresentazioni della sovranità nel Rinascimento
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2011
pagine: 237
Il rapporto dialettico fra parola e immagine è una costante del tessuto semiotico di ogni cultura. Questo assunto teorico trova compiuta espressione nel rapporto complementare fra parola legale e immagine nel contesto della rappresentazione del potere nel Rinascimento. Il concetto di rappresentazione, che riguarda tanto l'ambito sociale quanto quello culturale, esprime un'interazione dialettica fra l'immagine e la realtà rappresentata. Il potere non è solo l'oggetto della rappresentazione ma anche la condizione fondante la rappresentazione stessa: è attraverso i simboli, le immagini, le forme di apparenza e rappresentazione della legge nella sfera pubblica che l'autorità viene percepita e riconosciuta come atto legittimo del sovrano. Nei saggi presentati nel volume, il termine "immagine" viene articolato come espressione sia delle arti figurative (quali la pittura) che delle arti performative (quali il teatro e la danza) e della letteratura (in particolare il genere dei tombeaux), fino a includere l'immagine di sé che i regnanti propongono in ambito sociale e artistico. Le tecniche rappresentative della dimensione giuridica si rivelano finalizzate al compimento di precise progettualità politiche e all'istituzione di complesse dinamiche tra diritto, immagine, identità sociale e individuale.
Alì fuori dalla legge. Migrazione biopolitica e stato di eccezione in Italia
Andrea F. Ravenda
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2011
pagine: 234
Nella primavera del 1959 il giovane Ali decide di imbarcarsi clandestinamente su un mercantile che da Orano, in Algeria, lo avrebbe portato a Marsiglia, in Francia. Trascorsi oltre quarant'anni, vissuti tra Francia, Germania e Italia, l'uomo, oramai sessantenne e privo di permesso di soggiorno, si trova trattenuto in un centro per migranti in Puglia. La straordinarietà del percorso migratorio di Ali, in rapporto alle complesse relazioni politiche, economiche, umane e di violenza, proprie del centro di trattenimento, s'intreccia con la storia di un territorio che negli anni Novanta del secolo scorso è stato lo scenario della grande migrazione albanese in Italia. Il libro è l'esito di una ricerca sul campo, condotta in Puglia all'interno di due Centri di permanenza temporanea, oggi Centri di identificazione ed espulsione. Confrontandosi con il contemporaneo dibattito antropologico, filosofico e giuridico sul tema delle migrazioni, esso analizza i processi istituzionali e i modi di produzione delle categorie di "legalità" e "illegalità". Il rapporto fra migranti e istituzioni italiane è osservato all'interno delle pratiche quotidiane, e al contempo eccezionali, di "accoglienza" e di "espulsione", in una prospettiva etnografica dalla quale emerge la dimensione biopolitica del governo delle migrazioni transnazionali: una politica dei corpi il cui trattenimento coercitivo all'interno dei centri ne costituisce l'aspetto paradigmatico.
L'etica della crudeltà. Antonin Artaud alle radici del contemporaneo
Mariafrancesca Moroni
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2011
pagine: 110
È lecito pensare che la crudeltà abbia un'etica? In quanto essere umani, l'etica dovrebbe appartenerci, dunque perché legittimarla attraverso la crudeltà? In Antonin Artaud il tema della crudeltà, a volte esplicito, a volte sotteso, è il filo rosso che segna la continuità della sua opera, che si snoda in una serie di ripetuti rimandi tra l'interesse metafisico-cosmogonico, artistico-linguistico ed etico. Muovendo da questo nodo tematico, il lavoro di Moroni intende fornire un contributo alla lettura di alcuni passaggi dell'opera e della vita di uno dei personaggi più discussi e controversi della prima metà del Novecento. I pensatori più originali della modernità hanno dialogato con Artaud in un gioco di interpretazioni, rimandi e costellazioni di senso. L'Artaud artista folle e l'Artaud teorico tragico si incontrano sul difficile terreno dell'etica, improntando lo sviluppo di essa e la conoscenza della natura umana sul controverso concetto di crudeltà: crudeltà fisica, mentale, subita o esercitata, crudeltà gioiosa, necessaria ombra della vita. L'arte e la sua teorizzazione coagulano questo gioco e lo innestano alle radici della consapevolezza del sentire contemporaneo, esplorandolo.
Il custode del vuoto. Contingenza e ideologia nel materialismo radicale di Louis Althusser
Fabio Raimondi
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2011
pagine: 347
Attraverso la produzione di una teoria dell'ideologia innovativa rispetto a quella di Marx, Engels e Gramsci, grazie a un impiego non ortodosso della psicanalisi lacaniana, Althusser ha cercato di contribuire alla costruzione di un marxismo in grado di rispondere in modo propositivo ai fallimenti della politica staliniana e alle sfide della guerra fredda. L'esito è l'abbozzo di una filosofia nuova, soprattutto in ambito politico, il cosiddetto "materialismo aleatorio", che è una filosofia della contingenza relativa. Combinando in particolare Lucrezio, Machiavelli, Spinoza, Marx, Engels, Lenin e Mao, ma anche Gueroult e Bachelard, Althusser ha proposto una spiegazione della nascita della società e dello Stato che non si richiama né al giusnaturalismo né al contrattualismo e che, senza limitarsi alla violenza, fa dell'ideologia (persuasione senza costrizione) un dispositivo necessario, il cui compito è trasformare gli individui in soggetti per far loro assumere i ruoli sociali indispensabili al funzionamento della macchina produttiva. Al di là di ogni funzionalismo però, questa pratica, attraversata dalla politica (lotta di classe), rende possibili delle deviazioni, occasioni per trasformazioni più o meno radicali.
Offshore. Paradisi fiscali e sovranità criminale
Alain Deneault
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2010
pagine: 153
I paradisi fiscali non sono un altrove della finanza, dove i capitali fuggono e i loro titolari evadono, come se questo esodo sfociasse in economie parallele che ci si ostina a presentare come marginali e anomale. Queste metafore non colgono la realtà dei paradisi fiscali, il loro essere organismi politici sovrani che si sviluppano offshore e concentrano la metà delle riserve mondiali di denaro. I fondi ammassati in questi luoghi non vanno più pensati come dei malloppi accumulati da finazieri rapaci e da imbroglioni della grande industria, né alla stregua degli avari che accumulano i soldi per poterli contemplare in segreto. Al contrario, questo denaro "lavora", e senza nessun ostacolo, dal momento che è contabilizzato offshore. Con queste nuove sfere di potere crescono fortune sospette e ibridazioni ambigue i cui effetti si fanno sentire direttamente nei nostri Stati cosiddetti democratici. Non si tratta semplicemente di evasione fiscale. Ridurre il problema offshore a questo fenomeno significa anzi trascurare il modo in cui le fughe di capitale consentono il finanziamento di organizzazioni, società, attori, così come di strutture attraverso le quali è sempre più facile dominare gli Stati di diritto e gestire fuori dalla legge le loro politiche private. Frodare il fisco non significa solo ridurre i costi per aumentare le rendite; significa anche colpire le istituzioni pubbliche, e di conseguenza la stessa nozione di bene pubblico, per costruire offshore dei poli di decisione occulta.
Operazione Alitalia. Affari e politica: un modello per il capitalismo
Luca Baiada
Libro: Libro in brossura
editore: Ombre Corte
anno edizione: 2010
pagine: 187
Luca Baiada ricostruisce minuziosamente retroscena, intrecci, protagonisti e comprimari di una vicenda che ha segnato un punto di svolta nelle relazioni sociali, nei rapporti tra interessi economici e affarismo politico, prospettandosi come un vero e proprio modello per altre imprese in difficoltà. Come leggere altrimenti il caso Tirrenia, se la stessa Corte dei conti, nell'esprimere le sue preoccupazioni, fa riferimento proprio all'Alitalia? E come non cogliere nelle intenzioni dell'amministratore delegato della Fiat, ossia nella volontà di costituire una nuova società per aggirare i contratti nazionali, l'ombra lunga della stessa vicenda Alitalia, ombra che oggi sembra minacciosamente allungarsi anche su altre crisi aziendali? Dentro la preoccupante congiuntura politica ed economica che da qualche anno deprime e devasta il nostro paese, l'operazione Alitalia sembra costituire un esito conseguente e una sorta di paradigma per un capitalismo sempre più assistito e in preda al cannibalismo. Ritornare su quella vicenda, dunque, non significa guardare indietro, ma cogliere ciò che ci potrebbe prospettare il futuro se non saremo in grado di invertire la rotta.

