Pisa University Press: I libri di archivio penale. Nuova serie
La esiguità da criterio di selezione della «tipicità bagatellare» ad indice di esclusione della punibilità
Pietro Pomanti
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2017
pagine: 244
L'introduzione della clausola di speciale tenuità del fatto prevista dall'art. 131 te c.p. porta alla ribalta il tema dell'esiguità dell'illecito, trasformandone le funzioni nella teoria generale del reato. L'esiguità, infatti, da mero indice quantitativo del reato e criterio di confine della tipicità, viene a mostrarsi non più solo come indice di selezione di un modello di reato tenue, ma anche come criterio rivolto sia al legislatore sia all'interprete, diretto alla selezione della punibilità. Al centro della riflessione si pone l'offesa, quale nucleo essenziale del reato, che affronta le tematiche principali relative ai criteri di esiguità ed alle clausole di irrilevanza, al fine di tracciare, se possibile, i confini tra la particolare tenuità del fatto e la irrilevanza sostanziale. Ripercorse le principali questioni inerenti al principio di offensività ed alla teorica del bene giuridico, l'attenzione si rivolge dunque alla dimensione minima dell'offesa. Difatti la graduazione dell'offesa e degli ulteriori elementi del reato, ma anche il principio di meritevolezza della pena e di proporzione, l'ipertrofia del diritto penale, la deflazione nel sistema penale, l'esperienza maturata nel processo minorile ed avanti al giudice di pace penale, nonché la introduzione dell'art. 131 bis c.p. sono gli ulteriori temi affrontati nel presente lavoro, finalizzato ad evidenziare i tratti qualificativi dell'esiguità e le sue manifestazioni, sia in senso qualitativo che quantitativo, nella struttura del reato.
Segreto della camera di consiglio ed opinione dissenziente. Un rapporto da (ri)meditare per le decisioni delle corti superiori
Fabiana Falato
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2016
pagine: 79
Il segreto della camera di consiglio richiama la situazione dell'opinione dissenziente, che in termini semantici attiene al divieto di divulgazione della presa di posizione minoritaria assunta da un componente dell'organo giurisdizionale collegiale; non anche al dissenso. Quel segreto è categoria dogmatica che, se da un lato, è situazione del processo, essendo sottesa alla decisione, che, a sua volta, rinvia ai rapporti tra legge e fatto, tra questioni e procedimento probatorio, tra casi e giudizio; dall'altro, rimanda alle relazioni tra decisione ed interpretazione. Il giudice domina entrambe, nonostante la prima (decisione-fatto-procedimento probatorio) sia destinata al giudizio inteso come accertamento, mentre la seconda (decisione-interpretazione) rinvii alla ricerca ermeneutica, alla comprensione argomentata del diritto da applicare al giudizio. A questi nessi, poi, sono affidati, rispettivamente, il merito e la legittimità; rispetto a cui gli effetti della dissenting opinion si esprimono in maniera differente. Ancora. Lo speculare sulla combinazione tra opinione dissenziente-decisione-motivazione ed interpretazione appare operazione necessaria nel momento storico-giuridico attuale, in cui i confini del diritto si dissolvono e le forme con cui eravamo abituati a considerarlo si rivelano inadeguate rispetto alle nuove spinte giurisprudenziali che promanano dagli ordinamenti, dalle organizzazioni e dai sistemi sovranazionali. Infine. Quando è oggetto di (rare) riflessioni da parte della dottrina del processo penale, l'opinione dissenziente è situazione spesso incompresa dall'interprete. In questi indirizzi di metodo si svela il nostro impegno ad individuare ed a rappresentare i motivi della opportunità di rivisitare - sia pure limitatamente alle giurisdizioni superiori - la preclusione della pubblicizzazione dell'opinione dissenziente che i fondano la propria ratio nel contesto multilivello del rafforzamento della tutela delle posizioni giuridiche coinvolte nella e dalla fase deliberativa del processo. Perciò si abbandona l'anacronistico retaggio del pensiero giuspositivista che ancorava la difesa della certezza del diritto all'apparente unanimismo della sentenza tutelato dalla segretezza della camera di consiglio e che riteneva che quella certezza non ammettesse la divulgazione dei contrasti interni, pena la messa in discussione dell'autorità della sentenza, dunque, della legge, per preferirvi un approccio innovativo che tiene conto, quando si ragiona sulle categorie dogmatiche, in generale, e sull'opinione dissenziente, in particolare, del processo di positivizzazione dei diritti fondamentali oltre i confini nazionali e del passaggio dal principio della certezza del diritto - inteso in senso procedurale - a quella della certezza dei diritti. In più, un approccio consapevole che la giurisdizione, nel sistema multilivello, si espande quanto più si estende l'area delle possibili violazioni del diritto protetto, proponendo dialettiche più complesse e meno condivisibili sintesi.
L'omicidio preterintenzionale. Pure come species del genus «omicidio improvviso»
Vito Plantamura
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2016
pagine: 288
Il volume affronta una delle tematiche più dibattute della parte generale del diritto penale, trattando il tema classico dell'omicidio preterintenzionale, ma dalla particolare prospettiva della categoria, più generale, dell'omicidio improvviso. Con tale espressione, ci si riferisce all'omicidio anche doloso, ma comunque non premeditato, e sorto a seguito di un litigio o di una provocazione improvvisa. Questo tipo di omicidio preterintenzionale, infatti, risulta di particolare interesse, perché si presta ad una qualificazione giuridica multipla, per cui non è raro che, a fronte di una iniziale contestazione come omicidio doloso, magari con dolo eventuale, possano avvicendarsene altre, che si riferiscono a categorie diverse: appunto la preterintenzione; la colpa cosciente; la legittima difesa, putativa, eccessiva o tout court. Partendo da una base lato sensu criminologica, quindi - e dai dati statistici di riferimento -, l'omicidio preterintenzionale in generale e, in particolare, quello improvviso, è analizzato da un punto di vista storico, normativo (pure con riferimento alle figure affini), dogmatico, giurisprudenziale - anche con l'approfondimento di quattro sentenze inedite, relative ad altrettanti omicidi improvvisi noti alle cronache -, e comparato. Ciò consente all'autore, in sede di conclusioni, di formulare - coniugando "normatività" ed "empiria" - specifiche proposte di riforma, relative principalmente all'art. 584 c.p., ma anche all'omicidio doloso improvviso.
Il problema dell'interpretazione nella giustizia penale. Atti del Convegno (Foggia, 15-16 maggio 2015)
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2016
pagine: 304
Il volume contiene gli Atti del Convegno sulla "Legalità penale" che si è tenuto presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Foggia a metà maggio del 2015. Il convegno è stato idealmente diviso in tre parti, nella prima si sono affrontati problemi più spinosi in tema di interpretazione nel diritto penale, nel rapporto di tensione che ormai da tempo si è sviluppato tra il diritto scritto e il diritto vivente. Quest'ultimo infatti, già a partire dall'epoca dei cd. "pretori d'assalto", si è caratterizzato sempre più per un'interpretazione giudiziale di carattere giuscreativo, ove già la tradizionale distinzione tra interpretazione estensiva ed analogia è stata messa in discussione dalle più recenti correnti del diritto penale post-moderno, ma molto spesso la giurisprudenza ha svolto un'opera di sostanziale supplenza, rispetto ad un legislatore talvolta non chiaro oppure non soddisfacente rischiando però, così, di entrare in tensione col principio di stretta legalità, figlio della cd. divisione dei poteri. Queste problematiche, in un'ideale seconda parte del volume, sono poi state affrontate nell'angolo visuale del rapporto tra giurisprudenze superiori nazionali e giurisprudenze comunitarie, ove si sono evidenziate le differenze funzionali tra Corte di Cassazione da un lato, Corte costituzionale dall'altro e, sull'altro versante, tra Corte Europea dei diritti dell'uomo e Corte di Giustizia delle Comunità Europee.
The internationalisation of business and prevention of financial crimes. Reports of international round table (S. Petersburg, 30 june-1 july 2014)
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2016
pagine: 192
Reato d'autore e tecniche di frammentazione penale
Daniela Falcinelli
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2015
pagine: 156
Le ragioni ed i riflessi della compenetrazione tra Soggetto e Fatto di reato sono questioni che l'attualità conosce e di cui discute, sia sul piano del diritto che sul piano della politica criminale. Lo dimostra l'osservazione "empirica", dove si tocca la progressiva estensione del perimetro del reato proprio, quale tipologia di fattispecie criminose che secondo l'inquadramento tradizionale postula il possesso di particolari requisiti o qualità in capo al soggetto attivo; requisiti o qualità che assumono con ciò il ruolo di elemento costitutivo del reato, in giustapposizione a quelle qualificazioni soggettive - così l'imputabilità - che rappresentano status soggettivi (riferibili all'autore) indipendenti dalla struttura tipica. Nella portata di queste riflessioni il campo di osservazione si proietta nella storia moderna del diritto penale, per verificare l'adattamento che il fattore "qualifica soggettiva" penalmente rilevante ha vissuto col superamento dell'atmosfera culturale in cui si era originariamente immersa la codificazione penale dello scorso secolo, e con l'affermarsi dei nuovi principi e valori dettati dalla Carta costituzionale.
Principi di diritto penale nella giurisdizione europea
Gaetano Stea
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2014
pagine: 309
La ricostruzione dei principi di diritto penale è un'esigenza dettata dal doppio legame esistente tra l'ordinamento domestico e quello europeo, che attraverso la cerniera aperta dell'art.117, co.1, Cost., sacrifica il ruolo del legislatore domestico, esaltando però la funzione giudiziale, che degli obblighi eurounitari è garante, anche in virtù della primazia del diritto europeo. In un diritto penale dei diritti fondamentali prepositivi, la proporzione diviene il cardine su cui si innestano e si misurano tutti i principi che regolano il sistema punitivo, come indice di bilanciamento della reazione sanzionatoria che, in funzione solidaristica, non può che essere finalizzata alla ricostruzione della frattura sociale che il comportamento criminale ha provocato. E così, facendo leva sulla proporzione materiale indicata dall'art.52 della Carta di Nizza, l'opzione penale non può essere "arbitraria", perché, non solo, deve essere diretta a preservare solo quei diritti e quelle libertà che necessitano della tutela più severa, ma si deve dirigere solo verso quei comportamenti che offendono la sfera di libertà della vittima così come riconosciuta dall'ordinamento non per il soddisfacimento dei propri egoistici bisogni, ma nell'interesse dell'intera collettività. In questa prospettiva, il principio di colpevolezza, fondato sugli artt.2, 25, co.2, e 27, co.1 e 3, Cost., diventa centrale in una società democratica.
Il procedimento di distruzione delle merci illegali o contraffatte
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2014
pagine: 288
Il volume, risultato di una ricerca scientifica del Dipartimento degli Studi Giuridici, Economici e Filosofici della facoltà di Giurisprudenza dell'Università Sapienza di Roma nel campo della giustizia penale patrimoniale diretta da Alfredo Gaito e Giorgio Spangher, è un'opera collettiva di autori italiani e stranieri a cura di Mario Antinucci, promotore del progetto. Il procedimento di distruzione delle merci illegali e contraffatte, nuovo ed inedito caso di distruzione di res illegali oggetto di confisca obbligatoria, rientra tra gli accertamenti complementari attivi nella fase delle indagini preliminari del processo penale. In chiave di sistema il tema solleva questioni di bruciante attualità, dal paradigma di minima interferenza del procedimento incidentale al polimorfismo del procedimento di distruzione nella giustizia patrimoniale penale; le nuove forme di confisca nella tutela penale dei diritti di proprietà industriale e le questioni di coordinamento con gli effetti della distruzione di merci illegali sui rapporti tra azione civile e azione penale. In tempi di giusto processo europeo i protagonisti della giurisdizione penale, a tutti i livelli di specializzazione, sono chiamati ad applicare il recente Codice doganale dell'Unione in vigore dal 1 gennaio del 2014 nonché il nuovo Regolamento relativo alla tutela dei diritti di proprietà intellettuale e distruzione delle merci contraffatte da parte delle autorità doganali, introdotti dal legislatore europeo.
Medicina difensiva e il diritto penale. Tra legalità e tutela della salute
Adelmo Manna
Libro: Libro in brossura
editore: Pisa University Press
anno edizione: 2014
pagine: 216
Il volume affronta una delle tematiche più delicate in materia di rapporti tra attività medica e diritto penale, secondo la particolare angolazione della c.d. medicina difensiva. Tale atteggiamento della classe medica evidentemente trova la sua origine in una giurisprudenza che, dopo un'iniziale larghezza di vedute, progressivamente è diventata sempre più severa nei confronti del trattamento medico-chirurgico sino addirittura a sconfinare dal tradizionale settore dei reati colposi fino alla preterintenzione e talvolta al c.d. dolo eventuale. Da qui lo svilupparsi di un atteggiamento difensivistico da parte della classe medica che, anziché rischiare un procedimento penale, ha preferito astenersi dall'intervenire. Va di contro rilevato come più di recente la giurisprudenza, segnatamente con la sentenza della Cassazione a sezioni unite, ricorrente Giulini, ha cercato di costruire un più equilibrato rapporto tra istanze punitive e istanze garantistiche, ritenendo non integrante il fatto tipico del delitto di lesioni da parte del medico in particolare se l'esito dell'operazione è risultato favorevole anche se privo del consenso del paziente. Per evitare il perpetuarsi di questa situazione, il governo tecnico a guida del Sen. Monti ha varato il c.d. decreto Balduzzi, che ha reso penalmente rilevante l'operato del medico solo nell'ipotesi di colpa grave e a condizione che siano state osservate le linee guida e le buone pratiche cliniche.