Robin Edizioni: I libri di poesia
Senza andare a capo
Enrico Sartorelli
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2020
pagine: 88
«La nascita di un figlio, un lutto, un viaggio importante, il divorzio, cambiare casa, cambiare auto, persino, perché no?, cambiare acconciatura. Sono i fatti della vita, grandi e piccoli, e in loro occasione diciamo spesso “sono cambiato, non sono più lo stesso, ho ricominciato daccapo.” Parole simili suppongono una svolta, una rinascita, un miracolo, una radicale metamorfosi ma davvero funzioniamo così, come un interruttore o l'uscita da uno svincolo? I fatti della vita possono davvero farci diventare qualcun altro? Non si limitano piuttosto a farci diventare sempre di più noi stessi? I medesimi fatti interpellano tutti ma tutti rispondiamo in un modo diverso. Siamo un fiume carsico e unico che a volte sparisce ma poi riemerge e non può che sfociare infine nel golfo della conoscenza di sé. Senza mai andare a capo di nulla, incontrando e assimilando milioni di respiri, di persone e di animali, di gesti e paesaggi, fatti parole ed omissioni, alla fine ciò che rimarrà di quei milioni di pulviscoli, sei tu. Dante la chiamerebbe commedia in quanto ha un lieto fine, per lo più, ciascuno il suo. L'importante è uscire dal limbo di un corpo bruto e inconsapevole. Queste poesie sono il diario della mia commedia».
E cambia passo il tempo. Poesie su l'Aquila
Anna Maria Giancarli
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 84
"Un lungo itinerario mentale ed emotivo ha preceduto la scrittura e, poi, la pubblicazione di questi testi dedicati all'Aquila, città devastata dal terremoto del 6 Aprile 2009. Le mie parole, dopo l'evento, si sono dileguate, frantumate e polverizzate. Hanno lungamente stentato a riprendere corpo e senso ed a legarsi fra di loro. Ho voluto, poi, recuperare la giusta distanza dal dolore e raffreddare la mia parte emozionale per raccontare le 'perdite' incalcolabili subite da un'intera popolazione e dal suo territorio. L'Aquila, tuttora, è ingabbiata, buia, silenziosa, disabitata e il suo enorme centro storico è in attesa di veder rinascere le sue bellezze artistiche ed architettoniche secolari. La città perciò, oggi, rappresenta un'icona del degrado culturale, civile ed umano di tanta parte del nostro paese che non tutela la sua memoria, la sua ricchezza identitaria, il suo ingente patrimonio artistico, tra scandali, rapine e indifferenza. Le mie parole, pertanto, vogliono essere un caldo materiale ricostruttivo e legarsi a quelle di coloro che ritengono insopportabile tale declino nazionale."
Il richiamo del comunismo e altre stravaganze
Francesco Muzzioli
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 120
Il richiamo del comunismo è un titolo volutamente polisenso. Indica, in primo luogo, un istinto profondo che si fa sentire, malgrado i pesanti fallimenti del passato; ma il "richiamo" potrebbe anche essere quello di un medicinale che va ripetuto, altrimenti non ha effetto. "Richiamo" richiama reclame (una intenzione pubblicitaria?); ma anche "reclamo", protesta da elevare per l'uso distorto che ne è stato fatto nella disastrosa esperienza novecentesca. Molti sensi, dunque, per un termine senza dubbio problematico, oggi, e pressoché impronunciabile, tranne che per qualche fissato paranoide che vede "comunisti" dappertutto. L'ipotesi di questo libro è che si debba ricominciare a parlarne, come necessaria utopia dell'uguaglianza e della giustizia sociale e del "bene comune"; ma che per ora è bene farlo con cautela, mettendo magari questo discorso "serio" tra gli scherzi, i giochi, le "stravaganze" della poesia, in mezzo a insorgenze sarcastiche e sonorità di rima, a contatto con l'ipermanierismo o con l'accumulo della scrittura automatica. Ne esce fuori un testo insieme ragionante e inventivo: rigorosamente "impersonale" e senza concessioni agli usi retrivi della poesia come vaga emozione e sfogo del vissuto. Postfazione Aldo Tortorella.
Oltremente. Legoluogo. Appunti emergenti 2005-2012
Bruno Conte
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2014
pagine: 96
"La scrittura di Bruno Conte la si direbbe composta, sia nel codice prosastico che in quello versale, di piccoli blocchi di porfido saldati l'uno all'altro non per via consecutiva ma per via orizzontale (o trasversale) sul filo di una morbidezza impassibile, per vivere nel mondo (o per resistere ai suoi urti e ai suoi trabocchetti) come in una scatola di strette pareti e di stretto orizzonte. Un carcere di parole e di figure, insomma, in cui sono ristretti con gli stessi vincoli gli uomini, gli animali, i vegetali, i minerali, le cose, e quelle particolarissime cose che chiamiamo opere d'arte; e i pensieri, e i sogni. Una democrazia assoluta e assolutamente minimale, da cui, piuttosto incredibilmente, sembra esclusa quella via di fuga dalle situazioni estreme che è l'ironia. La pronuncia è una e implacabile, e si sviluppa su un pedale invariato, che è quello dell'indifferenza ai disposti del destino o del caso, comprese le ipotesi più catastrofiche. In realtà, è tutto un trucco. Siamo nel dominio dell'irreale e dell'onirico, irrimediabilmente, dal momento che, come dice Colui, la vita è sogno. Quindi, siamo nel dominio dell'iperreale: e, per meglio dire, del vero. Conte è l'osservatore che conosce già tutto, o comunque lo intuisce". (Dalla postfazione di Mario Lunetta)
Il palazzo di Cnosso
Mauro Ponzi
Libro: Libro in brossura
editore: Robin Edizioni
anno edizione: 2012
pagine: 160
"In questa raccolta poetica che ha sfondo la Grecia Mauro Ponzi pone al centro il mito e lo scruta da tutti i lati. Il mito è una parola fondante, rimanda all'origine, ma è una parola che noi moderni non possediamo più e che, per giunta, noi 'catamoderni' di oggi dobbiamo scrutare con molto sospetto perché il nostro mondo svuotato rischia di riempirsi di miti costruiti per l'occasione, falsi antichi. Qui il mito ritorna lungo le tappe di un viaggio. Ritorna a parlare dai luoghi e dai resti che di volta in volta vengono visitati dall'io poetante. [...] Che sia la realtà dei poveri o quella dei neoricchi, arriviamo dall'altra parte del sacro, nel prosaico dove la vita concreta-quotidiana attiva il pedale dell'ironia. [...] Chiaro che il Ponzi germanista e esperto benjaminiano non poteva mancare di ricorrere al suo autore di riferimento. Ma quello che il riferimento produce è una interessante mescolanza tra l'antico e il moderno. L'angelo della vittoria dovrebbe cantare le gesta compiute e fermarle in eterno, ma l'angelo della storia (che, come si ricorderà, nelle Tesi di Benjamin vola rivolto all'indietro e contempla un cumulo di rovine) ne smorza il soverchio trionfalismo. Il mito parla solo attraverso frammenti, quindi non parla." (dall'introduzione di Francesco Muzzioli)