Rubbettino: Classici della letteratura calabrese
Le memorabili e magnanime imprese di Francesco Sforza
Giovanni Simonetta
Libro: Copertina rigida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: 278
Le "ottime lettere", alle quali fa riferimento Paolo Giovio, sono i "Commentarli rerum gestarum Francisci Sfortiee", iniziati da Giovanni Simonetta nel U70 e completati nel 1479. L'opera comprende il periodo, che va dal 1420 al 1466, l'anno della morte di Francesco Sforza, esaltato con intelligente misura. Livio è il modello di Giovanni Simonetta sicché la storia di Milano e la vita di Francesco Sforza, dall'ottavo al ventunesimo capitolo dei "Commentarti", vengono raccontati annalisticamente, anno dopo anno. Giovanni Simonetta è tutto nell'epoca nuova. Considera la storia come determinata dagli uomini. Vittorie e sconfitte sono spiegate con la virtù degli uomini. Il trascendente non è scacciato del tutto, ma la sua presenza negli avvenimenti è ridotta a pallida ombra.
Rime spirituali et alcune stanze della Maddalena a Christo
Marco Filippi
Libro: Copertina rigida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2017
pagine: 111
Raccolta di poesie.
Rime in lode della illustrissima et eccellentissima Signora Donna Giovanna Castriota Carafa duchessa di Nocera e marchesa di Crosia Santo Angelo
Libro: Libro rilegato
editore: Rubbettino
anno edizione: 2017
pagine: 140
Raccolta di poesie.
Mamachiana per chi vuol divertirsi
Salvatore Spiriti
Libro: Copertina rigida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2017
pagine: 140
"Di famiglia patrizia, dei marchesi di Casabona, Salvatore Spiriti nacque a Cosenza il 12 novembre del 1712 e lì venne a morte, dopo una vita intensa e proficua, il 28 marzo del 1776. Come è tradizione della gioventù agiata, studia giurisprudenza a Napoli. A Cosenza rimette in cammino l'Accademia cosentina che aveva perso nella sua secolare storia parecchio smalto. I Borboni lo buttano in carcere a Lipari per il sospetto di simpatie verso il governo austriaco, ma è ben presto rilasciato per l'intervento di un suo zio, Francesco Antonio Cavalcanti. Questo precedente penale non gli ostacola la carriera. Né impedisce a Filippo V (Versailles 1683 - Madrid 1746), re di Spagna, di attribuire il titolo di marchese a Salvatore Spiriti, che si veniva distinguendo nella battaglia giusnaturalista. Fu consigliere del supremo magistrato del commercio e quindi giudice della Gran corte della vicaria. Varia e composita è l'attività intellettuale di Salvatore Spiriti la cui testa, comunque, è girata sulla cultura della sua terra e sui problemi del Regno di Napoli. Nel campo delle umane lettere esordisce all'età di 16 anni con il poema "Il Giosuè", rimasto inedito. Scrive assai più tardi, quando ormai aveva 64 anni, il canto genetliaco, "Per l'avventuroso nascimento di S.A.S. Filippo Antonio di Borbone Principe reale delle Due Sicilie", che appare in appendice a "Memorie degli scrittori cosentini" (Napoli 1750). Traduce e commenta l'"Alcone, o sia del governo dei cani di caccia" (Napoli 1756) di Girolamo Fracastoro (Verona ca. 1478 - Incaffi, Verona, 1553). E ancora: il "De machina electrica" (Napoli 1760), le "Osservazioni sulla Carta di Roma, con cui si derogano gli editti del Duca di Parma, colla giunta delle provvidenze pubbliche da varie Corti di Europa su tale dipendenza" (Venezia 1768)." (Dall'Introduzione di Pasquino Crupi)
Pausania
Francesco Saverio Salfi
Libro: Libro rilegato
editore: Rubbettino
anno edizione: 2017
pagine: XXI-115
“Francesco Saverio Salfi è intellettuale di rilievo nella cultura calabrese, italiana ed europea. Il suo nome si ritrova nei saggi critici di Umberto Bosco, Gaetano Cingari, Benedetto Croce, Giovanni Getto, Franco Crispini, Bonaventura Zumbini: per non citare che solo alcuni dei nomi risonanti degli studiosi che si sono interessati dell'intera vita e della vita di studi di Francesco Saverio Salfi. Nacque a Cosenza il 1° gennaio 1759. I genitori, Giuseppe A. Salfi e Angela Turano, affidano Francesco Saverio alla vedova Ursula Tavernise, che si prenderà cura della sua educazione e della sua formazione culturale. Entra giovanissimo in seminario. Ha dapprima come maestri il sacerdote Branca e il canonico Giovanni Potestio, poi Francesco Saverio Gagliardi. Entra, giovane ancora, a far parte dell'Accademia dei Pescatori Cratilidi dove soffia un'aria nuova contro l'ammuffita cultura degli ambienti cattolici e clericali di Cosenza.” (Dall’Introduzione di Pasquino Crupi)
Rime
Giovan Battista Ardoi
Libro: Copertina rigida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2017
pagine: 124
Raccolta di poesie.
Il romitaggio
Emanuele Paparo
Libro: Copertina rigida
editore: Rubbettino
anno edizione: 2017
pagine: 60
Raccolta di poesie.
Il bizzarro ossia i masnadieri e i francesi in Italia
Carlo Massinissa Presterà
Libro: Libro rilegato
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: 60
Il nome di Carlo Massinissa Presterà non sarebbe passato alla storia della letteratura non solo calabrese se non avesse scritto il poemetto "Il Bizzarro ossia i masnadieri e i francesi in Italia" (Napoli 1861). Vi racconta la storia del brigante Francesco Moscato, detto Bizzarro: dalla giovinezza alla morte. Non ce che il sangue e la gioia del sangue, non c'è che la vendetta e il piacere della vendetta, non c'è che la crudeltà e il godimento della crudeltà nel suo orizzonte: da niente addolciti. Una figura indubbiamente diabolica che mancava alla letteratura italiana, ed è vuoto che il Presterà risarcisce, stabilendo in tal modo una congiunzione tra Romanticismo italiano e Romanticismo europeo di cui il satanismo era capitolo tipico e fondamentale.
Berardi o il re dei boschi
Nicola Romano
Libro: Libro rilegato
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: 120
Iniziò il suo apostolato letterario a difesa della Calabria con una novella in ottave, "Berardi o il Re dei boschi". Ma non era nelle sue intenzioni fare opera d'arte. La Calabria era entrata nella storia d'Italia con il profilo del criminale collettivo ed egli intendeva compiere opera di verità storica, mostrando che questa "non è tana di belve come tutti si pensa; che il Calabrese non nasce orsacchino, o tigrotto che sgraffia primamente la mano della levatrice". Ci riuscì pienamente con questa sua novella in versi, "Berardi o il Re dei boschi", esempio mirabile di didascalismo storico, indirizzato "a divulgare in modo gradevole e propedeutico la notizia di certi avvenimenti storici, e principalmente a istruire intorno al costume e al modo di sentire di una particolare età o momento storico" (Benedetto Croce).
Lauretta ovvero la seduzione
Pietro Giannone
Libro
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: 62
Devastatrice
Nicola Misasi
Libro: Libro rilegato
editore: Rubbettino
anno edizione: 2009
pagine: 268
In "Devastatrice", come già in "Sacrifizio d'amore", entra la civiltà cittadina, rumorosa, squilibrata, sovvertitrice, nella civiltà contadina, quieta, sonnolenta, arrotolata nelle proprie abitudini, ma foderata altresì da una moralità pruriginosa, farisaicamente onesta. Vi entra con Fosca, la compiuta protagonista del romanzo. È una rondine rovinosa, che torna, dopo anni, al suo tetto, alle scarse proprietà, lasciatele in eredità dal defunto marito, il marchese don Salvatore. Torna per realizzare un disegno, che la strappi dalla miseria o, almeno, da una vita senza agi e senza sfarzi: sposare il ricco, vecchio, rimbambito barone di Montalto. Fosca è una donna fatale, una bella dame sans merci, divoratrice di uomini e patrimoni. Ce ne sono tante nella letteratura italiana dell'Otto-Novecento. Ma è la prima ad apparire nella letteratura meridionale.